I saltinbanchi dell’Hirak algerino: il caso Larbi Zouaimia
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I saltinbanchi dell’Hirak algerino: il caso Larbi Zouaimia
Ahmed Bensaada (4 marzo 2021)
L’Hirak è stato un grandioso avvenimento nella storia politica del nostro paese. È stata una dimostrazione della saggezza del nostro popolo e del suo spiccato senso del pacifismo. Paragonato alle proteste popolari che vi sono state in diversi paesi del mondo a partire dall’inizio del secolo, si è trattato di un fenomeno unico che è riuscito a scardinare il sistema in un clima di festa, ma oh, quanto responsabile e maturo
Purtroppo però questo tsunami politico ha messo in circolo una spaventosa concentrazione di saltimbanchi mediatici che offre una immagine pietosa di questa memorabile e storica rivolta popolare.
Con poche eccezioni significative e degne di interesse, il cyberspazio è stato invaso da un’orda di buffoni, funamboli, pulcinella, burattini, imbonitori, donne cannone e Colombine. Che usano come argomenti foto intime rubate, botox cyberspaziale, microfoni pagati da PayPal, grossolanità nauseabonde e invettive. Sarebbe anche divertente, se la situazione dell’Algeria non fosse tanto sensibile. Una fauna rampante che prende il posto lasciato libero dalla intellighenzia algerina che ha disertato il campo delle idee per accomodarsi nella facile posizione del « wait and see ».
Ed è in questo paesaggio fantastico che è recentemente apparso un certo Larbi Zouaimia, Don Chisciotte virtuale, che emette onde sonore e sputa pixel, cavalcando il suo Ronzinante, affrontando chiunque osi contraddite la SUA verità. Perché lui possiede la verità vera, la scienza infusa, quella che gli dà il diritto di parlare di qualcuno che non conosce o di un libro che non ha mai letto. Larbi Zouaimia : un saltimbanco donchisciottesco che scruta in una sfera di cristallo!
Diploma, professione e patriottismo
Oltre alle frasi insolenti e insultanti che ha rovesciato sulla mia persona, ciò che più ha lasciato di stucco coloro che hanno assistito alla sua incontinenza verbale, è stato l’odio con cui condisce i suoi intrugli verbali.
Si è scagliato contro la professione di insegnante, insinuando che quelli che non insegnano all’università sarebbero nient’altro che dei mediocri, dei falliti, dei signor nessuno. Che mancanza di rispetto verso quei milioni di insegnanti che offrono il loro tempo e il loro cuore per educare generazioni di scolari! Chi di noi non è stato segnato da un insegnante o un’insegnante che ci ha inculcato i valori fondamentali della vita, il gusto di una carriera o il senso dell’esistenza?
Per quanto mi riguarda, non potrò mai dimenticare il mio ammirevole insegnante del sesto anno delle elementari, il signor Pugliese, in quella scuola di un vecchio quartiere di Orano. Per molto tempo dopo l’indipendenza, egli ha continuato a formare coorti di giovani algerini. Devo ammettere di essermi divertito ogni giorno che ho trascorso nella sua classe durante l’anno scolastico. Il giorno dell’esame, ha insisto per accompagnarmi. Mi ha accompagnato con la sua bella Chambord grigia, ha atteso che finissi e mi ha ricondotto a casa. Il tutto senza alcuna contropartita, solo il piacere di rendersi utile. Dall’alto dei miei undici anni, ero l’essere umano più felice al mondo. Signor Pugliese, dovunque siate, le professo solennemente e pubblicamente tutto il mio « Rispetto ».
E che dire del signor Belamri che ci ha fatto scoprire, apprezzare ed amare tanto Alphonse Daudet e Mouloud Féraoun? O del signor Pragnère le cui lezioni di « matematica moderna » resteranno impresse nel mio ricordo per sempre. La lista è lunga ed io non sarei mai stato quel che sono oggi senza la loro abnegazione, la loro professionalità e il loro amore per il mestiere di educatore.
Il signor Zouiamia, dal canto suo, si permette di sputare su tutta questa generosità, questo altruismo, e questo dono di sé mentre caracolla sul suo Ronzinante.
D’altronde, non sa distinguere tra un diploma e una professione e non è in grado di comprendere che si possa amare un tipo di lavoro e sceglierlo volontariamente. Per lui, la professione deriva da un determinismo, la cui logica solo lui conosce.
E lei, signor saltimbanco dalla lingua tagliente, di quale dottorato è titolare e in quale università insegna? Un dottorato attribuito per meriti di « insulto » dall’università « YouTube »?
E poi che rapporto c’è tra la laurea, la professione e il dibattito sull’Hirak? E quale rapporto con il patriottismo?
Lei ha sciorinato un elenco di nomi di persone sconosciute ai comuni mortali che, però, ai suoi occhi sono dei luminari. Sia pure, ma quale è il contributo che essi hanno dato all’attuale dibattito cruciale sul futuro del nostro paese? Hanno fatto pesare i loro dottorati o i loro incarichi in famose università per arricchire la discussione, offrire soluzioni, calmare gli animi? Lo ignoro!
M si possono fare altri esempi concreti, come quello dei signori Lahouari Addi o Mourad Dhina. Il primo, dottore e professore, ha dato prova delle sue competenze nel calcolo elementare, dimostrando di non saper distinguere un metro quadrato da un metro cubo. Ciononostante ha collaborato a lungo col think tank della National Endowment for Democracy (NED), organizzazione specializzata nella « esportazione » della democrazia in salsa statunitense, responsabile del caos che regna in molti paesi arabi. E’ da lì che ci è venuta una certa « regressione feconda » ed è sempre in quel luogo che il programma di « primaverizzazione » dell’Algeria è stato concepito.
Il secondo, dottore in fisica, ha approvato l’assassinio di intellettuali algerini durante il decennio nero, in nome di non so quale mortifera ideologia.
Dunque può ben rendersi conto, signor intrattenitore pubblico, che un dottorato, l’appartenenza ad un’università non è garanzia né di impegno politico, né di patriottismo, né tantomeno di rispetto per i valori umani!
Sappia, in fine dei conti, che non si diventa importanti recitando una lista di nomi illustri. Al contrario, è quando si parla bene di qualcuno da parte di una lista di persone rispettabili che si può essere fieri di sé stessi. Ma leggendo i commenti, non è questo il caso.
La retorica dei ciarlatani
Nella retorica, chi è a corto di argomentazioni logiche e convincenti, ricorre agli attacchi « ad personam ». Sono attacchi personali che non hanno niente a che vedere con la questione di cui si discute. Un tal modo di fare abietto ha lo scopo di screditare l’avversario per evitare che i suoi argomenti pertinenti vengano ascoltati.
Al pari della folla selvaggia che mi ha attaccato all’uscita del mio ultimo libro, il signor Zouaimia dimostra una rimarchevole maestria nell’uso di una simile tecnica. Ma lui, che ha l’ambizione di dire la sua sull’Hirak, ha riconosciuto di non avere mai sentito parlare di me (e quindi del mio libro) prima del mio recente passaggio alla televisione nazionale. C’è da chiedersi in quale caverna si era sepolto mentre divampava la polemica l’estate scorsa. Si è appena svegliato dopo un lungo letargo? Se così è, avrebbe fatto meglio a continuare a dormire, giacché il suo sonno arreca maggiori benefici all’umanità del suo risveglio.
Infatti, nei suoi due video, il Don Chisciotte dei media sociali non si lascia fermare da una contraddizione. Assume di sentirsi offeso per avermi visto in un media nazionale come se questo fosse un crimine, ma non ci vede nulla di male a frequentare Al Magharibia, feudo dei vecchi, nuovi e futuri terroristi, organo di stampa della destabilizzazione dell’Algeria. Osa perfino affermare che i dipendenti di questo strumento di propaganda lavorano solo per guadagnarsi la vita e mantenere le famiglie, come se non fosse lo stesso per i dipendenti dei canali nazionali.
Il signor Zouaimia dovrebbe sapere che io non ho mai rifiutato un’intervista con qualsiasi media, televisivo o scritto, e che sono sempre disponibile. Semplicemente non vengo invitato perché quello che dico disvela i veri disegni dei primaveristi, smaschera gli intrighi dei democratici di facciata, mette a nudo gli intrallazzi di certe correnti sedicenti religiose e, soprattutto, scuote le certezze dei cittadini onesti trascinati loro malgrado in progetti nefasti per il nostro paese. Ciononostante, ogni qualvolta dirigo la punta del naso verso una radio o una TV, i saltimbanchi del Net, come il signor Zouaimia, affilano le ingiurie e oliano gli insulti, per meglio sputare veleno contro di me.
Il colmo dell’abiezione si è avuto quando questo personaggio volgare di nome Zouaimia ha pubblicamente insultato il mio defunto padre (Pace all’anima sua), definendolo un ladro. Mio padre che ci ha lasciato da qualche mese, mentre io mi trovavo a migliaia di chilometri di distanza.
Con quale coraggio, signor buffone dei media sociale, ha potuto calunniarlo sul suo profilo, nonostante egli sia stato un mujaheddin fatto prigioniero dall’esercito francese? Come può avere avuto l’indecenza di mentire sul suo conto, nonostante abbia perso il figlioletto nel decennio nero, mentre faceva il servizio militare, assassinato da gente che condivide la stessa ideologia di molti degli invitati di quel Al Magharibia, dove si compiace di blaterale stupidamente? Come ha potuto avere l’impudenza di inzozzare la sua memoria, nonostante insegnasse il Corano e non passasse giorno senza recitare ad alta voce dei versetti del Libro Santo?
Se c’è una cosa che deve renderci fieri del nostro paese, è che ha permesso a moltitudini di studenti provenienti da famiglie modeste di accedere al sapere, e io sono uno di loro. Ai miei tempi, le borse di studio venivano concesse ai più meritevoli, qualsiasi fosse la loro origine sociale. E se il signor Zouaimia non ha mai ottenuto una borsa di studio, è perché evidentemente non ne aveva i requisiti, né ha mai conseguito risultati scolatici sufficienti. Il suo pessimo comportamento on line non fa che confermare quest’idea. Quando non si riesce negli studi, si cercano delle scuse per nascondere i nostri insuccessi, è così signor saltimbanco donchisciottesco?
Dal CNCD all’Hirak
Ma veniamo al dunque: perché mai quest’energumeno mi ha attaccato così brutalmente senza conoscermi e senza leggere i miei scritti? Gli sarà stato commissionato dai sui amici primaveristi dopo il mio passaggio televisivo? È assai probabile, giacché il nome del signor Zouaimia compare nella lista dei membri del Coordinamento Nazionale per il Cambiamento e la Democrazia (CNCD), insieme, tra gli altri, a Mustapha Bouchachi, Fodil Boumala ed a certe organizzazioni finanziate o in rapporti con la NED, come LADDH, SOS Disparus, RAJ, SNAPAP, ecc.
Per memoria, il CNCD è stato fondato nel gennaio 2011, sulla scia delle calamitose « primavere » che hanno toccato alcuni paesi arabi. In assenza di mobilitazione popolare, questo movimento di protesta si è rapidamente spento.
Quindi il nostro saltimbanco continua ad impegnarsi per la « primaverizzazione » dell’Algeria, di concerto con alcuni « tenori » dell’Hirak e delle ONG al soldo dello Zio Sam, veleggiando allegramente sulle onde dell’Hirak. Ma quel che rende soprattutto risibile la sua recente diarrea verbale, è la sua evidente ignoranza della NED, principale organizzazione coinvolta nelle rivoluzioni colorate e nelle « primavere » arabe. Infatti si è più volte confuso, quando si è trattato di pronunciare il suo acronimo.
Non ritornerò sul ruolo della NED, né sul modus operandi della lotta non violenta perché lo ha già fatto in modo ammirevole il mio amico Rafaa nella sua eccellente risposta al Don Chisciotte dei media sociali.
Devo però solo precisare ai saltimbanchi del Net che non è ricorrendo agli insulti e agli attacchi ad personam che il contenuto dei miei libri e dei miei articoli sparirà. Al contrario, i vostri metodi e i vostri comportamenti non fanno altro che rendere palese ai nostri concittadini che voi siete nemici della libertà di espressione e che la vostra democrazia è solo uno specchietto per le allodole.
E lei, signor Zouaimia, la prossima volta che mostrerà la sua faccia sui media sociali, le consiglio di mettersi un grosso naso rosso. Così sarà chiaro a tutti quale merce vende.
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