Moon of Alabama, 4 dicembre 2017 (trad. ossin)
 
Lo Yemen senza Saleh
Moon of Alabama
 
L’ex presidente yemenita Ali Abdullah Saleh è stato ucciso oggi. Il video del suo cadavere gettato su una camionetta è diventato virale. In sottofondo si sentono slogan huthi. Le immagini mostrano una ferita d’arma da fuoco al petto e un’altra sul lato della testa. Il viso si riconosce facilmente. Vengono mostrate anche le foto della sua carta di identità.
 
 
Nonostante diversi media parlino della sua morte, essa non è stata ancora confermata dal suo partito, il Congresso generale del popolo (GPC), né dalla sua famiglia.
 
Negli ultimi giorni, I media huthi hanno più volte annunciato l’uccisione di Saleh. Stamattina la sua casa è esplosa. Stavolta l’annuncio degli Huthi si è rivelato esatto. Le circostanze della morte di Saleh non sono ancora note, ma si dice che stesse fuggendo da Sanaa quando il destino se l’è portato via.
 
Come avevamo scritto sabato, Saleh aveva improvvisamente fatto la pace coi Sauditi e aveva chiesto ai suoi partigiani di prendere le armi contro I suoi ex alleati.  Per più di due anni, era stato alleato degli Huthi contro le forze di invasione saudite e le loro forze per procura sostenute dagli Stati Uniti e dal Regno Unito. Venerdì, dopo diversi giorni di scontri locali con gli Huthi, aveva fatto appello ai suoi partigiani perché cacciassero gli Huthi dalla capitale yemenita, Sanaa.
 
L'ex presidente yemenita Ali Abdullah Saleh, in una foto ufficiale del 2004
 
Per tutta una giornata i suoi combattenti, guidati da un migliaio di sodati della guardia personale di Saleh, hanno avuto la meglio e sono riusciti a cacciare gli Huthi da diverse loro posizioni. Ma non sono riusciti a schiacciarli. Gli Huthi hanno chiamato truppe di rinforzo e domenica hanno riguadagnato il terreno e gli edifici perduti. Hanno preso il controllo della televisione di Saleh. La sua emittente ha cominciato a trasmettere gli slogan dei suoi nemici. Ci sono voluti un giorno e una notte per battere le truppe di Saleh.
 
La ragione per cui I partigiani di Saleh non sono accorsi in suo aiuto in un numero maggiore resta un mistero. Sanaa è il suo territorio e ogni volta che ha indetto delle manifestazioni in città, centinaia di migliaia di persone sono scese in piazza. Nella maggior parte dei  34 anni in cui è stato presidente, e anche dopo le sue dimissioni forzate, Saleh ha potuto contare sulle sette « tribù della corona » i cui territori circondano la capitale. Questa volta non sono accorse in suo aiuto. Saleh continuava ancora a comandare pezzi importanti dell’ex esercito yemenita. Attualmente questi occupano posizioni lontane da Sanaa, contro le forze saudite per procura che tentano di conquistare il territorio montagnoso del nord-ovest dello Yemen. Ci si domanda perché non li abbia richiamati per tempo.
 
E’ possibile che il suo inatteso voltafaccia e la nuova alleanza con gli eterni nemici dello Yemen, i Sauditi, gli abbia alienato la simpatia dei suoi seguaci.
 
La famiglia e il clan Saleh sono importanti e pieni di risorse. Molti dei suoi familiari hanno occupato posti elevati nell’esercito yemenita ed hanno abbastanza danaro per assicurarsi la lealtà delle truppe. Uno dei suoi nipoti potrebbe prenderne il posto. Non si sa se sarà in grado di portarsi dietro le ex unità dell’esercito sulle quali Ali Abdullah Saleh poteva contare.
 
I Sauditi avevano recentemente scommesso su Saleh per porre fine all’impasse della loro guerra contro lo Yemen. Se avesse vinto, questo avrebbe potuto portare ad una pausa nella guerra e probabilmente alla sua fine. Adesso che gli Huthi hanno ripreso il sopravvento a Sanaa, la guerra, gli incessanti bombardamenti sauditi e il blocco dello Yemen probabilmente continueranno. Gli Huthi continueranno ad attaccare l’Arabia Saudita sul suo territorio e i combattimenti con le forze saudite per procura proseguiranno sul terreno. 
Bisognerà attendere un’altra occasione propizia perché la guerra si fermi.
 
 
 
 

 

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