Hillary Clinton : una spia israeliana alla presidenza degli Stati Uniti?
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ICH, 7 giugno 2016 (trad. ossin)
Hillary Clinton : una spia israeliana alla presidenza degli Stati Uniti?
James Petras
(ANSA) - WASHINGTON, 6 LUG - 110 mail inviate o ricevute dal server di Hillary Clinton contenevano "informazioni classificate" e l'ex segretario di Stato e il suo staff sono stati "estremamente negligenti" nel gestire la situazione. Lo afferma il direttore dell'Fbi James Comey a chiusura delle indagini sull'e-mail gate, pur non raccomandando un'incriminazione per la ex segretario di stato. Inoltre Hillary Clinton usò differenti server di email e l'Fbi ha recuperato migliaia di email che lei non ha consegnato.
Si chiude in questo modo, con un giudizio che banalizza la vicenda, l’inchiesta sulle gravi violazioni, perpetrate dall’allora Segretaria di Stato Hillary Clinton, delle regole di sicurezza previste dal Dipartimento di Stato. E’ l’esito che temeva James Petras in un articolo del mese scorso. Per il sociologo statunitense, invece, la realtà dei fatti imporrebbe un giudizio molto più drastico: Hillary Clinton è una spia di Israele. Per la prima volta nella storia, una traditrice è in corsa per la presidenza degli Stati Uniti
Durante i quattro anni nei quali è stata Segretaria di Stato (2009-2014), Hillary Clinton controllava la politica straniera degli Stati Uniti. Aveva accesso alle informazioni e ai documenti di Stato più confidenziali: decine di migliaia, provenienti dai principali ministeri e organismi statali, dai Servizi di Informazione, dallo FBI, dal Pentagono, dal Tesoro e dagli uffici del Presidente.
Disponeva di un accesso illimitato alle informazioni vitali e segrete che riguardavano la politica statunitense in tutte le regioni-chiavi dell’Impero.
Al momento, le critiche contro la signora Clinton si limitano agli aspetti tecnici: le violazioni, di cui si è resa responsabile, delle procedure e delle linee direttrici dettate dal Dipartimento di Stato sul trattamento della corrispondenza ufficiale, le spudorate menzogne che ha pronunciato, a proposito dell’utilizzazione del suo indirizzo di posta elettronica privato anche per gli affari di Stato, perfino nella trattazione di documenti classificati come altamente confidenziali in violazione delle leggi federali, perfino nel sottrarre documenti ufficiali ai controlli statuiti dalla legge sulla Libertà di informazione (Freedom of information Act) e nell’organizzazione di un proprio sistema sottratto ai controlli ufficiali, regola alla quale sono sottoposti tutti gli altri funzionari.
Secondo molti analisti, di conseguenza, la questione è di ordine procedurale, morale ed etico. La signora Clinton si è posta al di sopra e al di là delle regole di disciplina del Dipartimento di Stato. Questa dimostrazione di arroganza, di disonestà e di flagrante disprezzo delle regole dovrebbe sconsigliarne la scelta come presidente degli Stati Uniti. Mentre in realtà le rivelazioni sull’uso improprio da parte della signora Clinton di documenti ufficiali, sul suo sistema privato di comunicazione e di corrispondenza, oltre che sulla distruzione di decine di migliaia di mail, ivi compresi documenti strettamente confidenziali, sono questioni importanti che meritano una indagine. E tuttavia tutto questo non offre risposte alla questione politica primaria: per conto di chi la Segretaria di Stato Clinton esercitava le sue funzioni di politica estera degli Stati Uniti, sottraendosi al controllo del governo?
Il significato politico e le motivazioni dei crimini di Clinton contro lo Stato
Il trattamento illegale e privato, da parte della Segretaria di Stato Clinton, di documenti ufficiali ha dato luogo ad una importante inchiesta dello FBI sulla natura delle sue attività. Si tratta di una inchiesta diversa da quella svolta dall’Ufficio dell’Ispettore Generale e riguarda violazioni delle leggi sulla sicurezza nazionale.
Sono diverse le ipotesi di inchiesta contro la signora Clinton:
1. Ha lavorato per di governi o servizi di informazione – ancora non individuati – con l’obiettivo di rafforzare le loro posizioni contro gli interessi degli Stati Uniti?
2. Ha fornito informazioni sulle operazioni e gli orientamenti politici dei diversi decisori statunitensi, a dei governi concorrenti, avversari o alleati, danneggiando le attività dei militari, dei servizi di informazione e dei funzionari del Dipartimento di Stato?
3. Ha cercato di accrescere il proprio potere personale, all’interno dell’amministrazione statunitense, per rafforzare la sua opzione politica aggressiva fautrice di guerre preventive, rispetto e contro funzionari veterani del Dipartimento di Stato e del Pentagono, che erano favorevoli ad una diplomazia più tradizionale e a competizioni meno violente?
4. Ha costituito un gruppo segreto, con l’aiuto di un operatore straniero o dalla doppia nazionalità, allo scopo di porre le basi della sua candidatura alla presidenza e perseguendo il suo fine ultimo, quello del supremo potere politico e militare?
Contestualizzare le operazioni clandestine di Clinton
Non v’è alcun dubbio che la signora Clinton abbia scambiato documenti e lettere ufficiali, di modesta o grande importanza, servendosi del suo indirizzo privato di posta elettronica. Sul quale dovrebbero essere transitate comunicazioni familiari e anche intime. Ma il punto principale è che un gran numero di informazioni governative strettamente confidenziali giungeva a Clinton attraverso un canale privato nascosto, non posto in sicurezza, che le permetteva di gestire gli affari di Stato in segreto coi suoi corrispondenti.
Chi erano esattamente i corrispondenti della segretaria di Stato Clinton, i più ricorrenti, frequenti e influenti? Che tipo di comunicazioni avvenivano tra di loro, perché fosse necessario aggirare il sistema ordinario di controlli, contemporaneamente manifestando una insofferenza deplorevole per le questioni di sicurezza?
Le politiche di guerre clandestine di Clinton, ivi compreso il rovesciamento violento del governo ucraino legittimamente eletto, sono state curate dal suo luogotenente, la Sotto-Segretaria di Stato Victoria Nuland, una virulenta vestale neo- conservatrice della precedente amministrazione Bush, una persona ben disponibile a provocare la Russia e ad accrescere la forza di Israele in Medio Oriente. L’idea originale, pericolosissima e economicamente destabilizzante di Clinton, di accerchiare militarmente la Cina, la politica orientata verso l’Asia, avrebbe avuto necessità di comunicazioni clandestine con elementi del Pentagono – sottratte alla sorveglianza ed eventualmente del controllo del Dipartimento di Stato.
In altri termini, nel circuito politico di Washington, l’escalation propugnata dalla Segretaria di Stato Clinton di atteggiamenti politici guerrafondai contro la Russia e la Cina richiedeva una corrispondenza segreta, dal momento che essi non si conformavano necessariamente alle politiche e alle valutazioni dei servizi di informazione statunitensi e di interessi commerciali privati.
Clinton ha tenuto anche una frequente corrispondenza privata con diversi regimi politici stranieri per nulla raccomandabili, come l’Arabia Saudita, Israele, l’Honduras e la Turchia, a proposito di attività segrete, violente e illegali. Ha collaborato con settori grottescamente corrotti dell’opposizione venezuelana, argentina e brasiliana.
La corrispondenza intrattenuta da Clinton con le forze armate dell’Honduras e coi brutali oligarchi che hanno organizzato il colpo di Stato militare contro il presidente legittimo Zelaya, ha avuto conseguenze violente ed è sfociata nell’elezione-farsa di un nuovo presidente malleabile. Clinton ha usato la sua posta privata perché, tenuto conto della campagna governativa degli squadroni della morte contro i militanti della società civile honduregna, era essenziale tenere nascosto il suo ruolo diretto nell’organizzazione del colpo di Stato. Per analoghe ragioni, la signora Clinton avrebbe cancellato le sue comunicazioni col presidente turco, a proposito di operazioni di raccolta di informazioni e del sostegno verso i terroristi mercenari islamisti in Siria e in Iraq.
I messaggi inviati dalla segretaria Clinton avrebbero anche dimostrato il suo appoggio ai Sauditi, quando questi ultimi hanno brutalmente invaso il Bahrein e lo Yemen, per reprimere le organizzazioni civili indipendenti e dei rivali politici regionali.
Ma l’appoggio di lungo termine e incondizionato di Clinton verso Israele va ben oltre i suoi discorsi pubblici di lealtà e vassallaggio verso lo Stato ebraico. Tutta la carriera politica di Hillary Clinton è stata intimamente dipendente dal denaro sionista, dalla propaganda mediatica di massa sionista e dalle attività del Partito Democratico sionista.
In cambio di tale totale dipendenza dal potere sionista negli Stati Uniti, Clinton sarebbe diventata il principale canale di informazioni confidenziali dagli Stati Uniti verso Israele e la cinghia di trasmissione per la promozione di politiche di sostegno a Israele in seno al governo degli Stati Uniti.
Il complesso insieme di legami e corrispondenze Clinton-Israele ha provocato danni ai servizi di informazione statunitensi, al Dipartimento di Stato e al Pentagono.
La segretaria Clinton è ricorsa a mezzi straordinari per servire gli interessi di Israele, anche a scapito di quelli degli Stati Uniti. E’ strano che sia ricorsa a simili grossolane misure, come l’utilizzazione di un server di posta elettronica privata nell’esercizio degli affari di Stato. Ha bellamente ignorato l’orientamento e la supervisione ufficiale del Dipartimento di Stato e trasmesso più di 1300 documenti confidenziali e 22 documenti strettamente confidenziali assolutamente sensibili relativi allo Special Access Program (Programma di accesso speciale). Ha esaminato in dettaglio documenti militari e di intelligence sulle strategie politiche degli Stati Uniti in Siria, Iraq, Palestina e in altri regimi di importanza vitale. Il rapporto dell’ispettore generale precisa che «era stata già avvertita» del carattere illegale delle sue pratiche. Se non è stata incriminata per Alto tradimento, ciò è dovuto solo alla straordinaria influenza che Tel Aviv e la quinta colonna israeliana negli Stati Uniti hanno sul governo e la giustizia statunitensi. E’ il colmo dell’ipocrisia che gli elementi critici del governo siano stati perseguitati e anche imprigionati da parte dell’amministrazione Obama, per aver lanciato allarmi ed espresso le loro preoccupazioni al sistema di sorveglianza dell’ispettore generale, mentre la segretaria Clinton è in lizza per diventare presidente degli Stati Uniti !
Conclusione
Molti dei maggiori critici di Clinton, ivi comprese due dozzine di ex agenti della CIA, hanno creato il mito secondo cui la colpa principale di Hillary sia stata la negligenza nel trattamento di documenti ufficiali e i suoi deliberati raggiri nei confronti del governo come insignificanti.
Questi critici hanno banalizzato e considerato come una semplice manifestazione caratteriale e di scarsa moralità personale ciò che invece è stato un comportamento deliberato e di forte pregnanza politica. La segretaria di Stato Hillary Clinton non è stata per nulla «negligente per essersi servita di un server di posta elettronica non messo in sicurezza». Clinton si è comportata in tal modo perché aveva un rapporto politico con funzionari stranieri, ha deliberatamente utilizzato un server di posta elettronica privato per evitare il controllo politico degli organismi di sicurezza del governo degli Stati Uniti. Ha mentito al governo degli Stati Uniti sull’uso e la distruzione di documenti ufficiali dello Stato, perché questi documenti erano messaggi di natura politica tra un traditore e il suo padrone.
I 22 rapporti più importanti segreti sui «programmi di accesso speciale» che Clinton ha trattato attraverso il suo computer privato, fornivano a dei governi stranieri i nomi e le date di agenti operativi e mandatari statunitensi, e hanno loro permesso di mettere in campo delle contromisure che hanno inflitto perdite stimabili in miliardi di dollari, danni a programmi e forse perdite di vite umane.
Il Rapporto dell’Ispettore Generale (IGP) tratta solo la punta dell’iceberg. Il Federal Bureau of Investigations (FBI) è andato oltre nella identificazione dei rapporti politici, ma incontra enormi ostacoli da parte degli alleati domestici di Hillary nell’apertura di una inchiesta penale. Il FBI, il cui direttore è di nomina politica, ha già subito una serie di smacchi quando ha tentato di investigare e procedere contro lo spionaggio in favore di Israele, ivi compresa la vicenda di spionaggio AIPAC – Rosen et Weismann –, e anche quando si è opposto alla liberazione della nota spia israelo-statunitense, Jonathan Pollard (nella foto a destra). L’influenza sionista sul governo degli Stati Uniti è riuscita a ottenere l’archiviazione dell’inchiesta su una dozzina di spie israeliane arrestate negli Stati Uniti subito dopo gli attentati dell’11 settembre 2001. La decisione di Clinton di impegnarsi in comunicazioni private segrete, nonostante le fosse stato intimato da anni dal Dipartimento di Stato di attenersi strettamente alle regole di sicurezza, è una prova della sua subalternità al potere sionista, e non solo una semplice manifestazione di superbia e arroganza personale.
Clinton ha divulgato dei documenti e del materiale classificato come strettamente confidenziale, di importanza maggiore rispetto a quello che era stato trasmesso da Jonathan Pollard.
Il presidente Obama e altri alti dirigenti del Gabinetto hanno anch’essi degli alleati politici, ma operano attraverso canali legali e non hanno mai posto in pericolo il personale, le missioni, i finanziamenti o i programmi.
L’esecutivo deve ora affrontare il problema: come reagire di fronte ad un traditore che sarà forse il candidato del Partito Democratico alla presidenza, senza danneggiare la pretesa statunitense al potere mondiale? Come potranno i dirigenti dell’esecutivo e le agenzie di intelligence collaborare con una spia straniera che diventa presidente, tanto più che è stata già fortemente compromessa e può essere esposta a dei ricatti? Questo forse spiega perché lo FBI, la NSA e la CIA esitino a denunciarla; esitano anche a portare avanti una inchiesta seria, nonostante l’evidenza delle sue infrazioni. Questo spiega soprattutto perché, fino ad oggi, non sia stata in alcun modo rivelata l’identità dei suoi corrispondenti.
Come diceva Sherlock Holmes : «Stiamo entrando in acque profonde, Watson.»
James PETRAS est professore emerito di sociologia all’Università di Binghamton, New York.