Su Greta Thunberg: lettera ai miei amici non occidentali
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Intervento, 21 dicembre 2019 - Quindi, se l’inferno è un luogo dove vi si dicono bugie su ogni cosa, perfino sul luogo dove vi trovate, allora noi Occidentali viviamo veramente in un inferno...
CassandraLegacy, 12 dicembre 2019 (trad.ossin)
Su Greta Thunberg: lettera ai miei amici non occidentali
Ugo Bardi
Cari amici non occidentali,
Permettetemi prima di tutto di dirvi che capisco le vostre perplessità a proposito di Greta Thunberg. Capisco le vostre perplessità su quest’ultima trovata dei media occidentali di nominare Greta Thunberg «Personalità dell’anno». Dal vostro punto di vista, sembra proprio un altro trucco dell’Occidente, uno dei tanti. E capisco che questo vi renda ancora più sospettosi che tutta questa storia del cambiamento climatico sia un’altra bufala inventata dall’Impero occidentale per mantenere il proprio controllo sull’intero pianeta.
Sì, lo capisco. Ma vorrei chiedervi di fare uno sforzo per comprenderci, noi Occidentali. Vedete, talvolta ho l’impressione che una delle caratteristiche dell’inferno potrebbe essere che la gente che vi si trova dentro non si renda conto di stare all’inferno. Sarebbe davvero crudele, ma è stato un poeta occidentale, Baudelaire, a dire che il trucco meglio riuscito del diavolo è stato di convincerci che non esiste. Quindi, se l’inferno è un luogo dove vi si dicono bugie su ogni cosa, perfino sul luogo dove vi trovate, allora noi Occidentali viviamo veramente in un inferno, almeno in un certo tipo di inferno.
Non è solo questione di bugie, ma di un certo tipo di bugie. I media occidentali si sono trasformati in macchine per fabbricare paura e odio. Chiunque, qualsiasi gruppo, qualsiasi credo, può essere distrutto da questa macchina. E non potete fare molto per difendervi. Se dubitate della narrazione ufficiale, siete teorici del complotto. Se chiedete la pace, siete servi sciocchi di Putin. Se protestate contro il governo, siete terroristi. Se negate la leadership occidentale nel mondo, siete traditori. Come se non bastasse, la maggior parte degli Occidentali è convinta che la propaganda sia qualcosa di non occidentale e che i suoi media siano liberi e indipendenti. Insomma, Baudelaire aveva ragione.
Non pretendete, ovviamente, che dica che il mondo non occidentale è un paradiso di verità. Tutte le nazioni, tutti gli Stati, tutte le culture hanno i loro pregiudizi, i loro filtri, le loro convinzioni radicate e, in molti casi, le loro macchine di propaganda. Ognuno di noi, Occidentali e non, guarda il mondo attraverso i filtri che la sua cultura, le sue tradizioni e i suoi media offrono. Ma voi, non occidentali, avete una possibilità che a noi Occidentali è negata. Voi potete usare l’inglese per leggere i media occidentali senza farvi integrati. E, come ho detto, capisco che spesso non vi piaccia quello che vedete.
Torniamo quindi a Greta Thunberg. Ovviamente riesco a capire che questa ragazza non è un fenomeno «venuto su da solo», come qualcuno amerebbe credere. E’ supportata da un team di esperti di media di prim’ordine, e non avrebbe mai potuto da sola tenere testa al Behemoth che sono oramai i media occidentali. E capisco anche che il suo messaggio può essere equivocato, imbastardito e strumentalizzato per l’ennesimo giro di greenwashing. Lo so.
Ma non è questo il punto. E’ che l’apparizione della signorina Thunberg è stata allo stesso tempo sorprendente e inaspettata. Se è solo propaganda, allora è una forma inusuale di propaganda. Sarebbe la prima volta da decenni che i nostri media veicolano un messaggio che non si fonda sull’idea che qualcosa o qualcuno di malvagio debba essere distrutto. Questa ragazza ha superato tutte barriere dei media con un messaggio semplice: la verità sul cambiamento climatico. Non ci dice di uccidere o odiare nessuno, ci dice semplicemente di lavorare insieme perché la sua generazione abbia un futuro. E presenta il messaggio con una forza interiore, un modo di porsi, una capacità di dire le cose con franchezza che è quasi incredibile. E’ incredibile come abbia saputo attirare su di sé ogni genere di insulti, critiche e maledizioni, facendosele scivolare addosso. Vi ricordate la presidenza di Ronald Reagan simile a una padella di teflon? Ebbene questa ragazza non è solo rivestita di teflon: indossa una armatura di Mythril, come gli eroi della trilogia del Signore degli anelli.
Capisco che è possibile che questa ragazza sparisca dalla sfera mediatica in un breve lasso di tempo, come accade alla maggior parte delle idee sul web, ai nostri giorni. Ma potrebbe rivelarsi qualche cosa di più, non forse nella specifica persona di Greta Thunberg, ma nel messaggio che lei rappresenta. Un messaggio forte che dice all’umanità di rispettare ciò che fa vivere l’umanità: il nostro pianeta e tutti gli esseri viventi che lo compongono.
Permettetemi di parlarvi di qualcosa che ho appreso da poco, quando mi trovavo in Iran. Era il tempo di Arbaeen, la commemorazione del martirio dell’Imam Husayn ibn Ali, quaranta giorni dopo il Giorno dell’Achoura. Qualcuno mi ha detto (o forse l’ho letto da qualche parte) che «l’Imam Husayn è una figura che noi, gli sciiti, offriamo in regalo a tutta l’umanità come esempio di virtù e di giustizia». E questo mi ha colpito come qualcosa di cui val la pena ricordarsi. In tutte le culture c’è qualcosa o qualcuno che viene venerato come un tesoro: una persona, un poeta, un’opera d’arte, un modo di guardare il mondo. E questi tesori, io credo, dobbiamo condividerli col resto dell’umanità come regali.
Adesso, ovviamente, io non ho il potere dire quel che l’entità che chiamiamo «Occidente» dovrebbe o non dovrebbe fare. Certamente, abbiamo fatto al resto del mondo parecchi regali avvelenati nel passato. Ma questa ragazza, Greta Thunberg, è forse un tesoro, un regalo che potremmo offrire al resto del mondo. Per una volta, un messaggio di pace e di armonia verrebbe dall’Occidente. Sarà davvero così? Forse.
Il vostro amico dall’Occidente
Ugo
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