ProfileLa guerra in Medio Oriente, 3 settembre 2024 - Questo articolo racconta la storia di Yahya Al-Sinwar (nella foto), da quando era solo un giovane rivoluzionario fino alla condanna a due decenni di prigione israeliana, passando per l’ascesa nei ranghi di Hamas e l'organizzazione dell'offensiva Diluvio di Al-Aqsa...       

 

Chronique de Palestine, 12 dicembre 2023 (trad.ossin)
 
Chi è Yahya al-Sinwar, l’architetto della resistenza a Gaza ?
Al-Mayadeen
 
Questo articolo racconta la storia di Yahya Al-Sinwar, da quando era solo un giovane rivoluzionario fino alla condanna a due decenni di prigione israeliana, passando per l’ascesa nei ranghi di Hamas e l'organizzazione dell'offensiva Diluvio di Al-Aqsa
 
 
 
 
“La vita imita l’arte”, scrive Oscar Wilde, scrittore e artista irlandese, in un articolo pubblicato nel XIX secolo. "Lo scopo della vita è quello di trovare espressione, e l'arte le offre le belle forme verso cui indirizzare le energie", scrive.
 
Wilde avanza un'interessante tesi di filosofia dell'arte: il fascino estetico della creazione artistica può essere trovato anche nell'esperienza vissuta. La vita, attraverso l’attività cosciente degli esseri umani, può imitare le belle forme caratteristiche delle belle arti: sostituendo l'apparente monotonia della vita con lo stupore.
 
Gli espedienti letterari, ad esempio, come la prefigurazione (l'allusione al finale drammatico, all'inizio della trama) e l'ironia (il sorprendente contrasto tra il risultato previsto e il risultato finale) sono alcune di quelle belle forme con cui la vita può essere resa impressionante.
 
Preambolo
 
L’estetica è giustamente considerata un quadro teorico inappropriato per trattare degli eventi recenti e delle figure politiche in Palestina. Tuttavia, quando ho deciso di scrivere di Yahya Al-Sinwar, ho scelto l’estetica per riuscire a mettere in evidenza il carattere ammirevole e impressionante di Al-Sinwar nel contesto della campagna diffamatoria che circonda la sua figura.
 
Al-Sinwar, come molti artisti palestinesi che sono diventati anche rivoluzionari, promuove mirabilmente la liberazione del suo popolo in un contesto eccezionale. A differenza degli altri, però, Al-Sinwar è un artista molto pratico e conseguente.
 
Il suo capolavoro non è una poesia o un dipinto, ma una rivoluzione in tempo reale. Io considero Yahya Al-Sinwar un artista e il Diluvio di Al-Aqsa è il suo capolavoro.
 
Yahya Al-Sinwar prefigura il Diluvio di Al-Aqsa
 
Il 7 ottobre sarà ricordato per sempre come un momento spartiacque nella storia dello Stato coloniale, quando giovani combattenti hanno aggirato le misure di sicurezza israeliane ad alta tecnologia: hanno rotto l’assedio sionista imposto a Gaza e si sono ribellati agli occupanti.
 
Secondo le stime del sito d'informazione francese Mediapart, in sole 6 ore i combattenti della resistenza sono riusciti a infliggere una distruzione catastrofica allo Stato coloniale, neutralizzando 1.000 persone, lasciando più di 2.000 feriti e facendo centinaia di prigionieri (1).
 
“Questo abominevole attacco è stato deciso da Yahya Al-Sinwar”, ha dichiarato Herzi Halevi, capo di stato maggiore dell’esercito israeliano, poco dopo l’operazione.
 
Al-Sinwar, il cui nome in arabo significa letteralmente "pescatore" o "fabbricante di ami", era considerato il punto forte del Diluvio di Al-Aqsa, nel momento in cui ha colpito lo Stato coloniale sionista.
 
Un rapporto di Reuters all’inizio di questo mese ricorda un discorso tenuto da al-Sinwar nel 2022, che prefigurava incredibilmente gli eventi dell’Operazione Diluvio di Al-Aqsa con parole scelte accuratamente.
 
In un discorso ai servizi di sicurezza israeliani del 14 dicembre dello scorso anno, durante una cerimonia popolare a Gaza per celebrare il 35° anniversario della fondazione di Hamas, al-Sinwar ha specificamente minacciato gli Israeliani di una "alluvione" imminente.
 
“Verremo a te, se Dio vuole, in un diluvio ruggente. Verremo da voi con infiniti razzi, verremo da voi con un flusso infinito di combattenti, verremo da voi con milioni di persone, come una marea che sale", ha detto Yahya al-Sinwar durante un discorso televisivo davanti alla folla a Gaza.
 
Reuters rileva che, al momento di questo discorso, al-Sinwar e Mohammed al-Deif, il comandante delle Brigate al-Qassam, avevano già elaborato piani segreti per il 7 ottobre.
 
In retrospettiva, le dichiarazioni di Al-Sinwar, interpretate al momento come vuote minacce ed esagerazioni, si sono rivelate un chiaro monito dell’imminente operazione. L’ establishment israeliano le ha erroneamente interpretate come un’iperbole, quando in realtà erano un segnale di avvertimento.
 
YAHYA AL-SINWAR: RIVOLUZIONE E RESISTENZA ARMATA
 
Gli esordi di un giovane rivoluzionario
 
Al-Sinwar proviene dalla città costiera di Askalan, la cui popolazione indigena palestinese viveva di pesca prima di essere espropriata dalle milizie sioniste.
 
 
 Dicembre 1987 – Scoppio della Prima Intifada – Foto: archivio
 
È nato nel campo di Khan Younis a Gaza da genitori rifugiati che erano stati sfollati con la forza durante la Nakba del 1948.
 
Yahya è stato fortemente coinvolto nell'attivismo politico fin dalla giovane età. Da studente, ha guidato il blocco islamico presso l'Università islamica di Gaza, dove ha conseguito una laurea in studi arabi.
 
Nel 1982, all'età di 19 anni, al-Sinwar fu arrestato per la prima volta per il suo attivismo rivoluzionario antisionista. Fu detenuto per alcuni mesi nelle carceri israeliane, dove si dedicò ancora di più alla rivoluzione palestinese.
 
Dopo aver trascorso alcuni mesi nelle carceri israeliane, al-Sinwar è uscito dal carcere più determinato e meglio integrato [nella Resistenza], avendo incontrato in prigione altri rivoluzionari palestinesi.
 
Nel 1985 fu nuovamente arrestato. Nel corso della sua seconda detenzione nelle carceri israeliane, incontrò lo sceicco Ahmad Yassin, fondatore e leader di Hamas, che sarebbe stato creato pochi anni dopo.
 
La sua affinità con Yassin gli conferì grande prestigio e aprì la strada alla sua ascesa nei ranghi di Hamas.
 
Dopo il suo rilascio nel 1985, Al-Sinwar lavorò a lungo nel campo dell'organizzazione politica, passando dall'attivismo all'azione armata organizzata. Quell'anno, Al-Sinwar co-fondò l'organizzazione Al-Majd.
 
Questo gruppo armato, che in seguito divenne Hamas, aveva la missione di liberare Gaza dai traditori. Al-Sinwar, capo del gruppo Al-Majd, identificò collaboratori e spie locali e li giustiziò.
 
Il lavoro nel campo della sicurezza svolto da Al-Sinwar all'epoca rientrava nella strategia mirante a consolidare Gaza come bastione della resistenza, il punto di Archimede della liberazione palestinese.
 
Nel 1988, all'età di 25 anni, Al-Sinwar fu arrestato per la terza volta e condannato all'ergastolo per aver sventato l’attività di spionaggio israeliano e le iniziative sovversive dell’occupante a Gaza.
 
Una condanna a 23 anni di carcere per Yahya Al-Sinwar
 
Allontanato forzatamente dal lavoro sul campo nel movimento di liberazione, Yahya Al-Sinwar trascorse i primi giorni della sua vita adulta nelle carceri israeliane.
 
Da lontano, ha assistito al rapido svolgersi della storia, alla disintegrazione dell’Unione Sovietica nel 1991, al lento consolidamento dell’egemonia statunitense, all’invasione statunitense dell’Afghanistan nel 2000, all’invasione statunitense dell’Iraq nel 2003, agli accordi di Oslo che neutralizzarono l’OLP. nel 1993, e alla successiva proliferazione degli insediamenti israeliani in Cisgiordania; tutti questi avvenimenti dovettero esasperarlo e incoraggiarlo a riprendere la pratica rivoluzionaria.
 
Ha anche assistito alla liberazione del Libano meridionale nel 2000, alla liberazione di Gaza nel 2005, alla vittoria della resistenza libanese contro l’aggressione israeliana nel 2006, al consolidamento dell’asse regionale dell’alleanza della resistenza, alla prima e alla seconda Intifada, che devono avergli dato coraggio e stimolo nel suo impegno per la rivoluzione.
 
Inoltre, la vittoria elettorale di Hamas a Gaza nel 2006, che ha cambiato la situazione, deve averlo riempito della soddisfazione di un vincitore che vede la realizzazione di un obiettivo strategico per il quale lavorava da tempo: la vittoria intermedia del consolidamento di Gaza come baluardo della resistenza.
 
Da prigioniero liberato a liberatore di prigionieri
 
Nel 2011, Al-Sinwar è stato rilasciato insieme ad un gruppo di altri 1.027 prigionieri come parte di uno scambio di prigionieri tra la Resistenza palestinese e l’occupazione israeliana.
 
 
La folla saluta i prigionieri palestinesi rilasciati dopo un accordo di scambio con Israele, al loro arrivo al valico di Rafah, nel sud della Striscia di Gaza, il 18 ottobre 2011 – Foto: Ibraheem Abu Mustafa
 
Nel corso dei festeggiamenti per il suo ritorno a Gaza City, Al-Sinwar ha espresso il desiderio che la Resistenza liberasse tutti i prigionieri rimasti nelle carceri israeliane.
 
Dopo essersi unito ad Hamas, ne ha rapidamente scalato i ranghi, sostituendo Ismail Haniyeh come leader politico di Gaza nel 2017.
 
Yahya al-Sinwar, uno dei prigionieri palestinesi da più tempo nelle carceri israeliane, oggi guida gli sforzi rivoluzionari per liberare le donne e gli uomini del suo popolo.
 
Yahya al-Sinwar, che nel 2017 è stato rilasciato insieme ad altri 1.027 palestinesi in cambio di un soldato israeliano catturato, è ora responsabile di oltre un centinaio di soldati e coloni israeliani tenuti prigionieri a Gaza.
 
Sei anni dopo aver lasciato le carceri israeliane, che nel 2017 erano sotto la responsabilità del governo di Netanyahu, Yahya Al-Sinwar esercita ora influenza su Netanyahu e sul suo gabinetto di guerra.
 
Avendo sperato che la Resistenza liberasse tutti i prigionieri palestinesi rimasti nelle carceri israeliane, sei anni dopo, al-Sinwar elaborò il piano e implementò le condizioni per il rilascio di tutti i Palestinesi, fino all’ultimo, imprigionati dall'occupazione israeliana.
 
Nel 2018, al-Sinwar guidò la Grande Marcia del Ritorno nel tentativo di rompere pacificamente l’assedio di Gaza e si scontrò con la forza bruta israeliana che massacrò i manifestanti pacifici.
 
Tre anni dopo, al-Sinwar guidò l'operazione Diluvio di al-Aqsa e riuscì a rompere l'assedio.
 
 
 
(1) In realtà, è emerso che le vittime civili israeliane sono state per lo più provocate dalla reazione dell’esercito israeliano e dall’applicazione della Direttiva Annibale, che prevede l’uccisione anche di cittadini israeliani, per impedire che siano presi in ostaggio.
 
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