Algérie patriotique, 27 febbraio 2015 (trad. ossin)



Secondo il politologo ebreo statunitense Norman Finkelstein

“Netanyahu è un pazzo furioso che pretende di rappresentare la comunità ebraica”

Rafik Meddour


Il politologo ebreo statunitense, Norman Finkelstein, respinge la tesi di una crescita dell’antisemitismo in Europa. Nel corso di una intervista concessa all’emittente satellitare Russia Today, questo militante antisionista, nato a Brooklyn, denuncia questa enorme menzogna messa in circolo dalla macchina mediatica filo-israeliana. “Non c’è alcuna prova di una crescita dell’antisemitismo. Quello che è possibile osservare è che, periodicamente, ogni qualvolta Israele si lancia in una delle sue aggressioni sanguinarie, vi è una crescita, un picco, di quelli che si possono definire ‘incidenti antisemiti’. Lo si è visto durante l’operazione ‘Scudo’ nel 2002, durante ‘Piombo fuso’ (2008) e ‘Bordo di protezione’, questa estate. Il problema è il seguente: si tratta davvero di antisemitismo?”, ha sottolineato Finkelstein che accusa chiaramente Israele e il suo Primo Ministro Netanyahu di essere la fonte principale dell’antisemitismo.

“C’è questo Stato che pretende di essere lo Stato del popolo ebraico. E c’è questo capo di Stato che, all’occorrenza, è un pazzo furioso che proclama dovunque nel mondo di essere il rappresentante della comunità ebraica internazionale. E’ quello che dice”, rileva il politologo che denuncia l’ipocrisia dei leader occidentali. E ritiene che, proprio coi discorsi che va facendo ovunque, Netanyahu metta in pericolo tutta la comunità ebraica mondiale, alla quale addossa la responsabilità dei propri atti criminali e delle sue guerre sanguinarie. “Lui dice: ‘Quando dichiaro che occorre attaccare l’Iran, io rappresento l’intera comunità ebraica mondiale… Quando dichiaro che dovremmo attaccare l’Iraq, io rappresento tutta la comunità ebraica mondiale… Quando dichiaro che dovremmo attaccare il Libano nuovamente, quando dichiaro che dovremmo attaccare un’altra volta Hamas o Gaza, io rappresento tutta la comunità ebraica mondiale”, precisa Norman Finkelstein, secondo cui non è giusto biasimare le persone che lo prendono in parola. Si dice convinto che “se ci sono dei responsabili di questo problema (l’antisemitismo), sono proprio lo Stato di Israele e il suo capo, che continuano a proclamare che i loro atti sanguinari vengono commessi in nome di tutti gli ebrei del mondo”.

Finkelstein suggerisce una soluzione per porre termine a questa situazione: costringere Israele e i suoi leader a smetterla di parlare e di agire a nome degli ebrei di tutto il mondo. “Smettetela di considerarvi come lo Stato del popolo ebreo perché non è vero: siete solo lo Stato di Israele. E smettetela di pretendere di rappresentare tutta la comunità ebraica mondiale, perché la comunità ebraica mondiale non vi ha eletto. Nessuno vi ha attribuito questo titolo, d’accordo?”, dice in tono grave, lui che è un ebreo statunitense.

Norman Finkelstein ha dunque il merito e il coraggio di mettere a nudo la politica dello Stato sionista, fondato sul vittimismo per meglio far passare sotto silenzio i suoi atti barbari commessi contro l’innocente popolo palestinese. Uno Stato criminale che cerca in ogni modo di rovinare l’immagine dell’Islam e dei mussulmani.


 

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