Siria, maggio 2013 - Dopo una lunga ed estenuante trattativa, Gran Bretagna e Francia sono riusciti a spuntarla. L'Unione Europea ha revocato l'embargo di armi verso "l'opposizione siriana". Da domani si potranno quindi mandare armi ai ribelli jihadisti, magari serviranno anche per qualche attentato in Europa (nella foto, un esponente della "opposizione sirana")







L’Unione Europea revoca l’embargo sulle armi destinate alla pseudo “opposizione siriana”
Unione Europea alleata di Al Qaida
Luc Michel

A Bruxelles questo 27 maggio, i 27 dell’Unione Europea (UE) hanno esaminato la questione della revoca dell’embargo sulle armi destinate alla pseudo “opposizione siriana”. Imposto due anni fa, l’embargo europeo, che comprendeva anche le armi, sarebbe scaduto venerdì prossimo. Londra, il cavallo di Troia USA nell’unione Europea, ha rivendicato il diritto di fare quello che vuole per aiutare l’opposizione siriana. Parigi ha sostenuto il ricatto. I moderati lo hanno accettato.


“I ministri europei degli Affari Esteri hanno deciso lunedì sera di revocare l’embargo sulle armi per i ribelli siriani”, ha annunciato il ministro inglese William Hague. “I ministri hanno però mantenuto tutte le altre sanzioni decise negli ultimi due anni contro il regime di Bachar al-Assad”, ha precisato il signor Hague.


Ha anche comunicato che Londra non ha in programma di consegnare armi ai ribelli “nell’immediato”. “Per quanto noi non abbiamo dei piani immediati di invio di armi in Siria, questa (la revoca dell’embargo) ci consente la flessibilità necessaria per farlo in futuro se la situazione continuasse a deteriorarsi”, ha ancora dichiarato Hague.


Praticamente questo significa che l’Unione Europea, braccio politico della NATO, dopo due anni di ipocrisia, di manipolazioni e di complotti, si è adesso apertamente e ufficialmente impegnata nella guerra civile siriana al fianco delle bande jihadiste e per rovesciare un governo legale e legittimo. E’ una violazione della Carta delle Nazioni Unite e delle Leggi Internazionali.


Peraltro l’ Unione Europea, in violazione delle medesime leggi internazionali, ma anche delle clausole del suddetto embargo occidentale, compra da mesi dagli pseudo “ribelli” il petrolio siriano, rubato dalle infrastrutture turche al suo proprietario legittimo, il governo di Damasco. Dove va a finire tutto questo denaro? In quali tasche? Sono queste le domande che dovrebbero essere poste.


A Bruxelles hanno vinto i falchi
I ministri europei degli Affari Esteri hanno penato un’intera giornata a Bruxelles per trovare un accordo sulla questione sensibile della fornitura delle armi ai ribelli siriani. La riunione, presieduta dal capo della diplomazia austriaca, ha visto contrapporsi i falchi, allievi prediletti della NATO – Francesi e Inglesi in prima linea, sostenuti dai Belgi e dagli Olandesi, vale a dire il cuore del cavallo di Troia atlantista in Europa – e gli altri, guidati dall’Austria. Tra cui il ministro Michael Spindelegger, fautore del mantenimento dell’embargo, che ha deplorato, parlando con la stampa, il comportamento della Gran Bretagna e della Francia, i due paesi più favorevoli ad una revoca dell’embargo sulle armi per le forze dell’opposizione cosiddetta “moderata” al governo di Bachar al-Assad.


L’Austria ha espresso il timore che le armi consegnate dall’Europa possano finire nelle mani degli jihadisti. “L’Europa è una comunità di pace - ha dichiarato il capo della diplomazia austriaca, Michael Spindelegger, al suo arrivo – Inviare armi sarebbe contrario ai nostri principi”.


Questa decisione premia dunque la Gran Bretagna e la Francia, gli unici due paesi della UE che reclamano da diversi mesi la possibilità di fornire armi alle forze dell’opposizione “moderata” (sic).


La decisione è stata presa nel corso di una riunione di dodici ore, durata molto più del previsto a causa delle “difficili discussioni” tra i ministri, secondo quanto riferiscono i diplomatici. Molti paesi, tra cui l’Austria e la Repubblica Ceca, erano fortemente contrari alla revoca dell’embargo.


Un cattivo segnale da parte della UE
Catherine Ashton, la capo della diplomazia della UE, totalmente sottomessa alla NATO e agli USA, povera piccola prostituta diplomatico-politica che agisce contro i veri interessi della Grande Europa, ha sottolineato che la fornitura delle armi sarebbe destinata alla “protezione dei civili” (sic) e “sottoposta a un certo numero di condizioni, soprattutto per quanto riguarda il controllo sui loro destinatari, per evitare che possano cadere nelle mani dei gruppi radicali” (resic). L’UE “riesaminerà la sua posizione prima del 1° agosto”, alla luce soprattutto dei risultati della Conferenza Ginevra 2, avviata dagli Stati uniti e dalla Russia. Le altre sanzioni, “che colpiscono personalità e entità del regime” e comprende anche una serie di misura commerciali e finanziarie, sono state prorogate di altri dodici mesi, ha precisato la baronessa Ashton.


Mentre il governo di Damasco, appoggiato dalla Russia, ha annunciato la propria “decisione di principio” di partecipare alla nuova Conferenza di Ginevra 2, l’opposizione siriana, riunita a Istanbul da giovedì, appare profondamente divisa e non si è ancora pronunciata. La decisione della UE è, ancora una volta, un segnale negativo. La cosiddetta “opposizione” aveva invitato l’unione Europea a revocare l’embargo sulle armi.


L’Unione Europea non è l’Europa
Questa falsa “Europa” di Bruxelles e di Strasburgo, prostituita al suo padrone yankee, sottomessa ai diktat di Washington, quando non sono quelli di Tel Aviv, per tramite NATO, non è la nostra! “La NATO non è lo scudo dell’Unione Europea, è il suo ingombro”, diceva già Jean Thiriart nel 1964. Niente è cambiato da allora e la sottoposizione della cosiddetta “difesa europea” alla NATO, diventata ufficiale dopo il trattato di Maastricht, è il peccato originale della Unione Europea. Oggi l’Ue, piccola Europa superstite, non è nulla di più che il braccio politico della NATO. E resta più che mai la prima delle colonie yankee. E i politici corrotti della UE non sono altro che i Kollabos di Washington, i Pétain e i Quislings dell’impero neo-cartaginese degli USA.

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