The Vineyard of the saker, 26 ottobre 2014 (trad. Ossin)



E’ ufficiale: gli USA sono lo Stato terrorista n.1

Noam Chomsky


Per capire il senso di questo articolo di Noam Chomsky, pubblicato non negli Stati Uniti ma in Venezuela, che considera gli USA come uno Stato terrorista, occorre ricordare che, nel “diritto di guerra”, la protezione delle popolazioni civili costituisce un dovere per le due parti in lizza. Non farlo è una diretta infrazione del diritto umanitario (1).

Un attacco terrorista è un attacco che mira a colpire i civili, allo scopo di ottenere un vantaggio territoriale o politico. Come nel caso dello Stato Islamico (IS, Daech, ISIS, ISIL, EIIL), definito gruppo terrorista. Ma lo è anche l’attacco raccontato nel testo, contro una fabbrica cubana, da parte di forze terroriste addestrate dagli USA, che ha provocato la morte di 400 operai. Sul piano giuridico i due attacchi non sono diversi. La differenza tra essi attiene solo alla loro rappresentazione mediatica, quella che fabbrica il vostro consenso, che ha posto in cattiva luce la prima ed esaltato, o quanto meno scusato, la seconda, per la sola ragione che l’autore è uno dei loro.

Se pensate che fare simili differenze sia normale, allora potete collocarvi tra i ranghi degli “egemonisti” (anche se preferite l’espressione “pragmatici”), vale a dire tra coloro che pensano che sia la potenza la regola del gioco internazionale. Se trovate che fare differenze non sia normale, potete considerarvi “legalisti” e condannerete tutti e due gli attacchi. Ma occorre pure ricordare che una grande Potenza ha una responsabilità supplementare, quella di controllare la propria potenza e non cominciare l’attacco. Tanto più se si considera come il “gendarme del mondo”, perché non si può contemporaneamente fare applicare la legge e porsi al di sopra di essa.

Risulta sempre più evidente che l’egemonismo è una ideologia la cui forza riposa sul ruolo degli USA e del mondo occidentale, sia tra i nostri governi che nella coscienza collettiva, formata dai media dominanti. E tuttavia è stata proprio questa ideologia che ha trascinato il mondo fino alle catastrofi che sono state le due prime guerre mondiali.  Guerre sempre perdute dai fautori dell’egemonismo. Ciò che ci porta alle considerazioni dello stesso governo USA che leggerete nel testo: “I successi sono così rari, che sarebbe meglio cambiare strategia”, considerazioni su cui sia i pragmatici che gli egemonisti è bene che meditino.



Noam Chomsky


Un sondaggio internazionale ha rivelato che gli USA sono in testa alla classifica della “maggiore minaccia per la pace dei giorni nostri”, molto davanti al paese collocato al secondo posto, che è il Pakistan.

Immaginate in articolo di prima pagina della Pravda, che riporti uno studio del KGB a proposito delle più importanti operazioni terroriste realizzate dal Cremlino nel mondo, per stabilire cosa abbia determinato il loro successo o fallimento, e che si concluda con la considerazione che, malauguratamente, i successi sono stati così rari, da rendere auspicabile un mutamento di strategia. Immaginate che l’articolo riporti una dichiarazione di Putin, che dica di avere commissionato una inchiesta al KGB per individuare i casi di “finanziamento e fornitura di armi agli insorti di un paese, che abbiano portato alla vittoria di questi ultimi. Ma non si sono trovati grandi risultati”. Di qui le perplessità a proseguire con queste procedure.

Se davvero un simile articolo fosse pubblicato, si leverebbero grida di indignazione rabbia e la Russia sarebbe immediatamente condannata assai severamente (anche peggio), non solo per il riconoscimento pubblico dei propri atti di terrorismo, ma anche le la reazione della sua classe dirigente. Nessuna autocritica, se non l’interrogativo sugli effetti prodotti e su come migliorarli.

E’ difficile perfino pensare che un simile articolo possa essere pubblicato, eppure lo è stato (o quasi)

Il 14 ottobre la prima pagina del New York Times parlava di uno studio della CIA, che ha preso in esame le più importanti operazioni terroriste realizzate dalla Casa Bianca nel mondo, onde stabilire le cause del loro successo o insuccesso e le cui conclusioni sono che, purtroppo, i successi sono stati talmente rari che sarebbe stata opportuna una revisione di strategia (2) (3). L’articolo prosegue citando Obama, e la sua dichiarazione relativa al fatto di avere commissionato questo studio alla CIA, onde individuare i casi in cui “i finanziamenti o le forniture d’armi agli insorti di qualche paese hanno portato alla loro vittoria. Ma di non aver trovato granché”.

Non vi è stato alcun grido di riprovazione, alcuna indignazione, niente.

La lezione da trarre da questa storia mi sembra chiara. Nella cultura politica occidentale, viene oggi considerato del tutto normale che leader del Mondo Libero sia uno stato canaglia e terrorista e che quest’ultimo possa pubblicamente proclamare la sua capacità di commettere simili crimini. Ed è del tutto normale che il Premio Nobel per la Pace, e avvocato costituzionalista liberal, che è al potere, non se ne senta coinvolto se non per un aspetto: come rendere questi atti più efficaci.

Un’analisi più dettagliata di questa storia conferma tali conclusioni.

L’articolo comincia citando le operazioni USA “dall’Angola al Nicaragua, passando per Cuba”.

In Angola, gli USA si allearono con l’Africa del Sud per fornire un aiuto vitale a Jonas Savimbi, del gruppo terrorista UNITA, e hanno continuato anche dopo che Savimbi era stato battuto nel corso di elezioni libere debitamente controllate, e perfino dopo che l’Africa del Sud aveva ritirato il suo sostegno a questo “mostro, la cui sete di potere aveva trascinato il suo popolo nella miseria”, secondo le parole usate dall’ambasciatore inglese in Angola, Marrack Goulding, parole confermate da quelle del capo della Stazione CIA di Kinshasa, nel vicino Zaire, che aveva avvertito come “non sarebbe stata una buona idea” sostenere un simile mostro, a causa dei suoi tanti crimini, essendo “molto brutale”.




Jonas Savimbi riceve i suoi padrini sud-africani, nella sua capitale di Jamba, in Angola
 


Nonostante queste operazioni sanguinarie in Angola, sostenute dagli USA, le forze cubane hanno respinto gli aggressori sud-africani verso sud, costringendoli a lasciare la Namibia, illegalmente occupata, e aprendo la strada ad elezioni che, dopo la sua sconfitta, Savimbi, “nonostante il parere di 800 osservatori internazionali che avevano affermato che queste elezioni erano state… globalmente libere e giuste” (New Tork Times), non aveva riconosciuto, continuando la sua guerriglia terrorista, grazie all’aiuto USA.

I successi cubani nella liberazione dell’Africa e la fine dell’apartheid vennero lodati da Nelson Mandela, quando venne infine scarcerato. Uno dei suoi primi atti fu di dichiarare che, “durante tutti questi anni di prigione, Cuba fu per me una ispirazione, e Fidel Castro un monumento di coraggio… Le vittorie cubane hanno distrutto il mito dell’invincibilità dell’oppressore bianco e ispirato la lotta del popolo sud-africano… una svolta importantissima per la liberazione del nostro continente (e del mio popolo) dal flagello dell’apartheid”.





Ricercato per crimini contro l'umanità - Henry A. Kissinger


 
 

Al contrario, il comandante terrorista Henry Kissinger fu preso da una crisi apoplettica, di fronte alla insubordinazione di quel “miserabile” di Castro, che avrebbe dovuto essere “schiacciato”, come hanno scritto William Leogrande e Peter Kornbluh nel libro “Back channel to Cuba”, riferendosi a documenti declassificati.

Per quanto riguarda il Nicaragua, non ci attarderemo su questa guerra terrorista di Reagan, che continuò anche molto dopo che la Corte di Giustizia internazionale ebbe ordinato a Washington di fermare ogni “uso illegale della forza”, vale a dire il terrorismo internazionale, e di risarcire i gravi danni provocati; e anche molto dopo la risoluzione del Consiglio di Sicurezza dell’ONU che chiedeva a tutti gli Stati (vale a dire agli USA) di rispettare le leggi internazionali – Risoluzione contro la quale Washington pose il veto.

Occorre quanto meno riconoscere che la guerra terrorista di Reagan contro il Nicaragua, proseguita da Bush 1°, non fu tanto distruttrice quanto il terrorismo di Stato che ha sostenuto con entusiasmo in Salvador e in Guatemala. Il Nicaragua aveva il vantaggio di disporre di un esercito per opporsi alle forze terroriste sostenute dagli USA, mentre nel caso dei paesi vicini i terroristi che attaccavano la popolazione erano le stesse forze armate, equipaggiate e addestrate da Washington.

 




L'omicidio di 6 intellettuali sud-americani, preti gesuiti, per mano di una brigata d'élite
dell'esercito del Salvador, il battaglione Atlacatl


Tra qualche settimana commemoreremo una delle ultime battaglie terroriste di Washington contro l’America del Sud: l’uccisione di 6 intellettuali sud-americani, di preti gesuiti, da parte di una brigata d’élite dell’esercito del Salvador, il battaglione Atlacatl, equipaggiato e addestrato da Washington e agli ordini del Comando Centrale, battaglione con una lunga storia alle spalle di massacri nei confronti delle abituali vittime.

Questo orribile crimine del 16 novembre 1989 all’Università gesuita di San Salvador segnò il momento culminante di una enorme ondata di terrore che ha investito tutto il continente a seguito della decisione di John F. Kennedy di cambiare la strategia dei militari sudamericani, dalla “difesa dell’emisfero” – una reliquia risalente alla seconda guerra mondiale – a quella di “sicurezza interna”, che significava che la guerra si andava rivolgendo contro la popolazione locale. La svolta è stata sintetizzata da Charles Maechling, che diresse la pianificazione della contr-insurrezione e della difesa interna USA dal 1961 al 1966. Ha descritto la decisione presa da Kennedy nel 1962 come un mutamento dalla “tolleranza nei confronti della rapacità e della crudeltà dei militari sudamericani” verso una “complicità diretta nei loro crimini” e perfino un sostegno USA ai “metodi degli squadroni della morte di Heinrich Himmler”.

A Cuba le operazioni terroriste USA furono lanciate a tutto gas dal presidente Kennedy, che voleva punire i Cubani per la vittoria che avevano riportato alla Baia dei Porci. Come ha scritto lo storico Piero Gleijeses, JFK “chiese a suo fratello, il procuratore generale Robert Kennedy, di guidare il gruppo che organizzò l’operazione Mangusta, un programma di operazioni paramilitari, di guerra economica, e di sabotaggio che lanciò nel 1961, affinché Fidel Castro conoscesse “i terrori terrestri” (terrors of the earth) (4) ma soprattutto, in modo più pragmatico, per rovesciarlo”.

La frase “i terrori terrestri” venne annotata da Arthur Schlesinger, storico e socio di Kennedy nella sua biografia quasi ufficiale di Robert Kennedy, cui fu affidata la missione di guidare questa guerra terrorista. RFK informò la CIA che il problema cubano rappresentava “la priorità assoluta del governo degli USA (tutti gli altri diventando secondari) e che non dovevano essere lesinati né tempo, né impegno, né mezzi” nello sforzo di rovesciare il regime di Castro e di spandere i “terrori terrestri” su Cuba.

Questa guerra terrorista lanciata dai fratelli Kennedy non fu poca cosa. Coinvolse 400 statunitensi, 2000 cubani, una flotta privata di vedette e un budget annuale di 50 milioni di dollari, gestito in parte dalla stazione CIA a Miami, in violazione del “Neutrality act”, ma anche in aperta violazione di quella che vieta alla CIA di operare sul suolo USA.





Diploma di buono e lodevole servizio rilasciato al generale Lansdale


L’operazione terrorista Mangusta venne guidata dal generale Edward Lansdale, che si era addestrato alle operazioni terroriste USA nelle Filippine e in Vietnam. Il suo programma per l’Operazione Mangusta fa appello a “rivolte e al rovesciamento del regime comunista” nell’ottobre 1962 e prevedeva che “il successo finale richiederà una azione militare USA decisiva”, quando il terrorismo e la sovversione avranno preparato il terreno.

Ottobre 1962 è senz’altro una data importantissima nella storia moderna. E’ stato il mese in cui Nikita Krushov ha inviato i missili a Cuba, scatenando la famosa crisi dei missili che ci ha portato sull’orlo di una guerra nucleare. La storia ufficiale riconosce adesso che Krushov fu in parte spinto dall’enorme vantaggio di forze di cui beneficiavano gli USA dopo che Kennedy aveva risposto al suo appello per una riduzione delle armi offensive con un aumento radicale del vantaggio USA; e anche per la preoccupazione di una invasione USA di Cuba. Anni dopo, il segretario alla Difesa di Kennedy, Robert McNamara, ha riconosciuto che Cuba e la Russia avevano ragione di temere un attacco. “Se mi fossi trovato al posto dei Cubani e dei Russi, avrei pensato la stessa cosa”, fece osservare McNamara durante una conferenza internazionale per il 40° anniversario della crisi dei missili.





Obiettivi di ricognizione dell'US Air Force a Cuba, 1962 (documento US Air Force)


L’analista politico Raymond Garthoff, molto ben considerato e con molti anni di esperienza diretta della Intelligence USA, ha scritto che durante le settimane che precedettero la crisi di ottobre, un gruppo terrorista cubano, basato in Florida con l’autorizzazione del governo USA, ha realizzato “un attacco audace con vedette rapide contro un hotel sulla spiaggia cubana, vicino a La Havana, dove dei tecnici militari solevano riunirsi, uccidendo una decina di Russi e Cubani”. Poco dopo, aggiunge, le forze terroriste hanno, tra le altre azioni di inizio ottobre, attaccato delle navi inglesi e cubane e organizzato altri raid su Cuba. In un momento particolarmente teso di questa crisi ancora non risolta, l’8 novembre, un gruppo terrorista inviato dagli USA ha fatto esplodere una fabbrica cubana, quando l’operazione Mangusta era stata già ufficialmente fermata. Secondo Fidel Castro, 400 operari rimasero uccisi in questa operazione, realizzata grazie a “foto riprese da aerei spia”. Tentativi di uccidere Castro e altri attacchi terroristi sono proseguiti, e si sono anche aggravati, negli anni successivi.

E’ stata poco analizzato questo aspetto minore della guerra terrorista, i numerosi tentativi di assassinio di Fidel Castro, ma essi furono per lo più considerati come intrallazzi puerili da parte della CIA. A parte ciò, nulla di quanto accaduto ha suscitato grande interesse o molti commenti. La prima serie inchiesta in lingua inglese sull’impatto di questo periodo sui Cubani è stata pubblicata dal ricercatore canadese Keith Bolender nel suo Voices from the other side: An oral history of terrorism against Cuba (Voci dell’altra sponda: una storia orale del terrorismo contro Cuba), uno studio di grande importanza, del tutto ignorato.

Questi tre esempi messi in luce nell’articolo del New York Times sul terrorismo USA non sono che la punta dell’iceberg. Ma sono comunque utili per riconoscere il coinvolgimento di Washington in operazioni terroriste sanguinose e distruttrici e della minima inquietudine che questo suscita nella classe politica, che considera tutto ciò normale e ritiene che gli USA debbano essere una superpotenza terrorista, al di sopra delle leggi internazionali e delle norme di civiltà.

Per quanto strano possa sembrare, il resto del mondo rischia di non essere d’accordo. Un sondaggio internazionale diffuso un anno fa dal Worldwide Independent Network/Gallup International Association (WIN/GIA) ha dimostrato che gli USA sono ampiamente in testa tra le “minacce contro la pace mondiale”, molto davanti al Pakistan (la cui posizione è certamente elevata grazie al voto indiano) (5) (6).

Fortunatamente il pubblico statunitense è stato risparmiato da questa insignificante informazione.  
 

Note:

(1)    Diritto internazionale umanitario: protezione dei civili (Wikipedia)

(2)    C.I.A. Study of Covert Aid Fueled Skepticism About Helping Syrian Rebels (nytimes.com, anglais, 14-10-2014)

(3)    Syria: Arming Insurgents Probably Achieved Its Real Aim (moonofalabama.org, anglais, 16-10-2014)

(4)    « [... ] farò delle cose – non so ancora quali, ma esse saranno il terrore della terra  [... ] », citazione dal discorso del senator JFK all’Auditorium del Coliseum d’Indianapolis, IN, il 4 Ottobre 1960, tratto dal Re Lear di W. Shakespeare (Scena II, Atto IV, 276-282) : « [... ] Voglio fare delle cose… Quali saranno ancora non so; ma faranno il terrore nella terra. Voi pensate che piangerò. No, non piangerò ; ho sicuramente dei motivi per piangere; ma questo cuore si spezzerà in centomila pezzi prima che io pianga… Buffone, diventerò pazzo ! [... ] »

(5)    Win/Gallup Iinternational’s annual global end of year survey shows a brighter outlook for 2014 (orb-international.com, anglais)

(6)    In Gallup Poll, The Biggest Threat To World Peace Is … America? (ibtimes.com, anglais, 02-01-2014)

(7)    Fonte : Official: The US is a Leading Terrorist State (telesurtv.net, anglais, 20-10-2014)



 

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