(S)parliamo di Pénicaud
Bruno Adrie
 
Mauriel Pénicaud è la ministra francese che sta lavorando alla riforma del codice del Lavoro. Si tratta di uno dei punti principali del programma elettorale di Emmanuel Macron, e mira a facilitare i licenziamenti, a porre un tetto agli indennizzi, a ristabilire la gerarchia del potere nei luoghi di lavoro. Normale che la ministra venga detestata dai lavoratori francesi, al pari di quanto è accaduto in Italia per Fornero (pensioni) e Renzi (job act). Bruno Adrie ne (s)parla spesso e volentieri, quella che segue è una specie di antologia di invettive, tratte dal suo blog
 
Muriel Pénicaud
 
Le blog de Bruno Adrie, 26 luglio 2017 (trad.ossin)
 
«Sulla spiaggia di Deauville: Pénicaud o medusa velenosa?» (Fiction veritiera)
Bruno Adrie
 
Muriel Pénicaud si sarebbe arenata sulla spiaggia di Deauville, non lontano dalla villa ampiamente sottovalutata dei Trogneux-Macron, ma la comunità scientifica nutre  dei dubbi. In un ventoso pomeriggio una coppia di oceanografi (i Pinçon-Cousteau) ha dapprima creduto di scorgere in lontananza un palloncino raggrinzito che si agitava trascinato da raffiche che giungevano i 100 km/h. L’inchiesta accerterà che, poco prima della scoperta, altri passanti avevano inteso un fischio stridente seguito da uno scoppio, come quelli emessi da un pallone che si sgonfia prima di schiantarsi pietosamente. Gli scienziati stanno esaminando nei loro laboratori i resti di quel che credevano essere una sottospecie di medusa velenosa (semaeostomea) trascinata dal mare agitato. Ecco le loro testimonianze:
 
– Quando abbiamo osservato per la prima volta questa massa gelatinosa, sembrava ricoperta da alghe simili a quelle che si trovano nei culi delle basse fosse oceaniche o sul fondo dei bidet permiano-triassici.  Ma a questo punto è sopraggiunto il signor  de Rugy, che ha declinato le sue generalità e ci ha mostrato il suo abbonamento dell’autobus Macron. Contemplando con aria disgustata i resti posati sulla tavola, ci ha voluto far ammettere che si trattava del corpo di una ministra tutta scarmigliata «caduta dai cieli parlamentari» – sono le parole che ha usato – dove era stata, secondo lui, «proiettata dai colpi di spillo assestati da due deputati  ribelli». Ne ha anche citato i nomi, François Ruffin e Adrien Quatennens, ma, personalmente, non ne siamo convinti. Noi sinceramente riteniamo, e gli esami effettuati tendono a confermare la nostra ipotesi, che quanto abbiamo ritrovato sulla spiaggia non possa essere una ministra, ma una nuova specie di medusa particolarmente velenosa, che abbiamo deciso di battezzare, con riferimento ironico al movimento «En Marche!» che è venuto a sequestrarne i resti, semaeostomea ambulante. E non abbiamo alcuna idea del perché il signor De Rugy abbia cercato di impedirci di lavorare.
 
Il capo dello Stato è intervenuto poi all’Assemblea Nazionale per annunciare che i due deputati responsabili saranno processati «dal tribunale dell’isola della Guyana, per lesioni e ferite contro una medusa involontaria, che ne hanno provocato la morte», e che si aspetta dai giudici «una decisione che risponda alle attese dell’Eliseo, perché io sono il vostro capo».
 
I deputati sono restati sbigottiti di fronte a questo intervento e molti di loro, per quanto lettori de Le Monde Diplomatique, gridano al complotto. Nell’Assemblea regna il caos totale, tanto più che le sedute hanno dovuto essere rinviate in quanto il signor de Rugy ha telefonato per annunciare di essere in ritardo… a causa del bus.
 
 
Le blog de Bruno Adrie, 27 luglio 2017 (trad. ossin)
 
Il milione della spettinata (Penicaud’s million)
Bruno Adrie
 
L’Humanité di oggi ci informa che la spettinata Pénicaud “ha realizzato una plusvalenza di 1,13 milioni di euro sulle sue stock-options in qualità di dirigente della Danone, approfittando della crescita azionaria seguita all’annuncio di 900 licenziamenti da parte del gruppo in Europa.”
 
Un bel risultato, un bel guadagno che non sarebbe stato possibile senza la messa in campo dei meccanismi di pompaggio dei soldi inventati dall’Accaparramento, che non finanzia più l’investimento ma le rendite degli Accaparratori che sbuffano come maiali sul carro del capitalismo finanziarizzato.
 
Da brava automa ministeriale mossa dal meccanismo del favoritismo, la spettinata degli Enmarchisti è un degna rappresentante di questa classe di piccoli borghesi passata dalla frazione dominante delle classi dominate alla frazione dominata delle classi dominanti (analisi di Pierre Bordieu, ripresa da Jean-Pierre Garnier nel libro La deuxième droite, che presenta qui), una frazione che, in cambio di sostanziosi pezzi di grasso gettati loro dagli addestratori dell’Accaparramento, non esiterà a passare i pulcini del salariato nel tritacarne di una riforma che serve solo ad arricchire i ricchi, piegando e spaccando le ossa ai poveri.
 
Noi possiamo solo sperare che la giustizia si manterrà le mani libere e costringerà a restituire il maltolto a questa ex gerente dell’agenzia Business France coinvolta nella vicenda degli appalti della festicciola delle start-up a Las Vegas. Senza contare che una eventuale condanna della spettinata sarebbe, fondamentalmente, una condanna del caporale Primavera (in primavera essendo cominciato l’iter della nuova legge sul lavoro, ndt).
 
O Francia inebriata sotto il sole della propaganda, Francia che marci ostinatamente dietro le note stonate del suonatore di flauto in capo, non ti rendi conto che stai per affogare nella nera gola delle discariche del Profitto!
 
Il carro del fieno, Hieronymus Bosch,1502. Olio su tela
 
Le blog de Bruno Adrie, 29 luglio 2017 (trad.ossin)
 
Pénicaud la spettinata, non è uno, sono quasi cinque milioni
Bruno Adrie
 
Formidabile, questo articolo di "20 minuti" che rivela che Pénicaud ha intascato 4,74 milioni di euro in tre anni, equivalenti a 266 anni di salario lordo di un operaio generico. Con questo gruzzolo, la ministra con uno scopettone al posto dei capelli potrà permettersi una parrucca decente prima di proseguire nella sua opera di distruzione del mondo del lavoro. Devo dire che la psicologia di questo genere di persone resta per me un mistero. Accumulare tanto denaro mentre programma l’impoverimento dei salariati è un paradosso che non riesco a spiegarmi.
Come la mette coi brandelli di coscienza che, non ne dubitiamo, penano a emergere dalle pieghe squamose del suo cervello?  Come questa enmarchista con la pelle arrossata dal fuoco divorante delle Avidità non si avvede della profonda contraddizione che vi è tra il trattamento che predica per gli altri e quello che applica a se stessa? Bisogna avere il cuore secco come un riccio di castagna per accettare di dar man forte al poker bugiardo di una maggioranza che ha affidato le chiavi del malloppo statale ad una banda di gangster destrorsi che non tentano nemmeno di nascondere il loro disprezzo verso la dignità umana. Bisogna che sia davvero tosta per poter continuare a svolgere il ruolo di becchino del codice del lavoro affidatole dai suoi padroni monopolisti e speculatori. Bisogna sia ben insensibile per non provare la minima pietà per quelli e quelle che si prepara mettere in ginocchio nelle morte acque della povertà. Essere ricchi è uno svuotarsi dell'anima, uno svuotarsi che trapela dal suo viso profumato di strega soddisfatta e ottusa.  Che la rende brutta, questa volgare riproduzione della Margaret d’oltre Manica, della dama ai crauti che, prima di abbandonare i suoi resti stantii agli avidi vermi dell'ultimo festino, ha per tutta la vita leccato e succhiato avidamente il sangue e il sudore degli umili.
 
 
Le blog de Bruno Adrie, 30 luglio 2017 (trad. ossin)
 
Pénicaud, la sua zazzera e il rispetto dovuto alle facce da niente
Bruno Adrie
 
Mi criticano perché attacco Pénicaud sul suo aspetto fisico. E' vero che l'ho dipinta come una mummia rinsecchita, come una spettinata, come una ministra coi capelli a scopettone. Mi criticano perché attacco una donna. Come se attaccassi solo le donne. Avrei ben potuto attaccare uno spettinato, uno coi capelli a scopettone, un Cohn-Bendit schifosamente confidenziale trasudante lussuria. Mi avrebbero criticato?
 
Ma intendo rispondere.
 
Primo, si pretende che la caricatura venga disegnata, mentre quando si scrive si fa un ritratto. Se avessi disegnato Pénicaud con un nasone, occhi piccoli e cattivi e labbra sottili infossate nella gelatina di un mento inesistente, il tutto coronato da una massa disordinata di capelli stopposi pronta a mettere fuoco al codice del lavoro, mi avrebbero forse riconosciuto del talento. Ma quando è descritta, quando è scritta, questa stessa caricatura diventa, nella considerazione di qualche lettore, un ritratto. Una mancanza di prospettiva che trovo inquietante…
 
Secondo, mi interessa poco la faccia di Pénicaud. E' la sua banalità, la piattezza che emana dal suo personaggio (e da quello di tutti gli enmarchisti) che intendo sottolineare. Le persone che ci sfruttano e quelle che ci fanno guerra sono tristemente banali. Senza spessore, trasparenti. Pénicaud trasparente, Macron trasparente, Brigitte trasparente, Philippe trasparente, coi volti congelati in ghigni soddisfatti, volti di cani fieri delle loro cagnate che ci portano al disastro, le loro boccucce che si ingozzano di soldi, le loro facce di burattini griffati e emananti un'indesodore soddisfazione. Queste persone sono miei nemici, nostri nemici, che vadano al diavolo con tutto il loro orgoglio. Le loro pose arroganti e il loro esseri seri da commedia, cui solo gli imbecilli credono. Impossibile da dire con educazione.
 
Terzo: perché dovrei essere educato e rispettoso nei loro confronti ? Non si è educati con il proprio assassino. Lo si stende, si rovescia il tappeto di menzogne su cui sfila in questo festival di necessary illusions, si strappa il velo di propaganda che i bottegai della parola stendono ogni giorno su una realtà che, se potesse apparire come davvero é, farebbe fuggire tappandosi il naso quelli che non hanno mai visto niente e, forse, non vedranno mai niente.
 
Ecco perché continuerò a caricaturare queste facce di niente, queste facce da un giorno e di profittatori sempre, gettando nella spazzatura allegramente le prediche dei nostri piccoli moralisti affetti da miopia.
 
 
Muriel Pénicaud (Wikipedia)
Muriel Pénicaud è una dirigente di impresa, alta funzionaria e donna politica francese. E’ stata nominata ministro del Lavoro nel governo di Édouard Philippe, durante la presidenza di Emmanuel Macron, il 17 maggio 2017.
Muriel Pénicaud nacque il 31 marzo 1955 a Versailles, figlia di una casalinga e di un padre consigliere finanziario (che poi diventerà agente di cambio).
E’ sposata con Jean-Louis Pénicaud ed ha due figli.
E’ laureata in Storia (1975), ha un master in Scienze dell’Educazione (1976, università Paris-Nanterre) e un diploma di studi approfonditi (DEA) in psicologia clinica (università di Strasbourg, 1980).
Muriel Pénicaud ha anche seguito corsi di formazione all’Istituto europeo di amministrazione degli affari (INSEAD) (1995).
Dal 1976 al 1985, Muriel Pénicaud è amministratrice locale, dapprima al Centro di formazione dei dipendenti comunali, poi dirige, dal 1983 al 1985 una missione locale per l’inserimento lavorativo dei giovani a Metz.
Entra al Ministero del Lavoro dell’Impiego e della Formazione professionale nel 1985 e ha incarichi di direzione regionale e nazionale. Nel 1991, entra a far parte del gabinetto della ministra Martine Aubry, in qualità di consigliera per la formazione.
Nel 1993, entra in Boussois-Souchon-Neuvesel (BSN, una delle imprese che daranno poi vita a Danone), dove diventa una delle responsabili DRH del gruppo.
Dal 2002 al 2008, è direttrice generale aggiunta del gruppo Dassault Systèmes, con responsabilità nel settore dell’organizzazione, delle risorse umane e dello sviluppo durevole.
Dal 2006 al 2009, è il primo presidente dell’Istituto Nazionale del lavoro, dell’impiego e della formazione professionale, l’organismo di formazione degli ispettori del lavoro, e componente dell’Alto Consiglio del dialogo sociale.
Muriel Pénicaud è co-fondatrice e vice-presidente (2007) di TVDMA, prima TV di servizio pubblico accademico sul management e il diritto delle imprese.
Dal 2008 al 2014, è direttrice generale per le risorse umane del gruppo Danone, con delega anche all’innovazione sociale, dopo che, dal 1993 al 2002, aveva svolto diverse funzioni di direzione mondiale per questo gruppo. Dal 2012 al 2014 accumula compensi per più di 4,7 milioni di euro in tale ruolo. E’ anche presidente del Consiglio di Amministrazione del Fonds Danone Écosystème, fin dalla sua creazione nel 2009 e fino al 2014. E’ tra i promotori di Dan’Cares, prima copertura sanitaria mondiale di impresa per tutti i salariati.
Nel febbraio 2010, è co-autrice con Henri Lachmann, Christian Larose e Marguerite Moleux del rapporto al Primo Ministro su Benessere ed efficienza nel lavoro – 10 proposte per migliorare le condizioni psicologiche nel posto di lavoro.
Nel 2010, Muriel Penicaud co-crea l’evento EVA, per lo sviluppo della leadership delle donne.
Dal 2010 al 2017, diventa vice presidente del consiglio di amministrazione della Ecole de droit et management des affaires di Parigi II Panthéon Assas-Sorbonne Universités.
Dal 2011 al 2014, viene nominata amministratrice del Gruppo Orange e presidente del comitato di governo e di responsabilità sociale e ambientale. In questa veste, guadagna quasi 128.000 euro in gettoni di presenza.
Dal 2013 al 2015, è anche membro del consiglio di amministrazione della SNCF e presidente del comitato trasporti e logistica. Dal 2015 al 2017, diventa membro del consiglio di sorveglianza.
Nel 2013-2014, è presidente del consiglio di amministrazione di AgroParisTech (Istituto per le scienze e industrie del vivente e dell’ambiente). A marzo 2014, diventa membro del comitato direttivo di 34 piani della Nuova Francia industriale, posta sotto l’autorità del Primo Ministro. Nel 2014, Muriel Pénicaud è presidente del Consiglio nazionale Educazione Economia (CNEE).
Nel maggio 2014, Muriel Pénicaud diventa ambasciatrice delegata agli investimenti internazionali e direttrice generale di Ubifrance, in sostituzione di Véronique Bédague-Hamilius, che è nominata direttrice di gabinetto di Manuel Valls a Matignon. Ha la delega per la fusione tra l’Agenzia francese per gli investimenti internazionali (AFII) e Ubifrance. Fuse queste due entità, nel gennaio 2015, Muriel Pénicaud diventa la prima direttrice generale di Business France, agenzia nazionale al servizio dell’internazionalizzazione dell’economia francese. In questo ruolo,  Muriel Penicaud ottiene risultati piuttosto catastrofici. La Direttrice delle Risorse umane, la direttrice della comunicazione e il suo capo di gabinetto abbandonano e si mettono in malattia. Anche il direttore finanziario lascia. Viene accusato di essersi più preoccupato di «farsi inserire tra i partecipanti ai viaggi ufficiali che di gestire il suo ufficio. E di avere accresciuto indebitamente il numero dei componenti del suo comitato esecutivo». Secondo il giornale Libération, Muriel Pénicaud aumenta del  28,8 % lo stipendio del direttore finanziario (151 680 € all’anno). Lo stipendio del direttore delle risorse umane cresce del 20,6 % (150 840 € all’anno). E Muriel Pénicaud non trascura di aumentare anche il suo stipendio di direttrice generale (225 000 € all’anno), diventando la «terza persona meglio pagata nell’ambito di una trentina di imprese pubbliche a carattere industriale e commerciale».
Dal 2014 al 2017, è amministratrice dell’Aeroporto di Parigi.
 
 
 
 
 
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