The vineyard of the saker, 30 dicembre 2014 (trad.ossin)


L’uomo dell’anno 2014

Il soldato russo e il volontario di Novorussia

Saker


E’ in questo periodo dell’anno che i media dominanti si esercitano stupidamente a nominare “l’uomo dell’anno”, e che anch’io propongo personali nomination come una piccola sfida alla propaganda imperiale. L’anno scorso, fine 2013, ho deciso che il titolo di “Uomo dell’anno” del Saker doveva essere assegnato al Soldato siriano (1), senza il quale né Russia, né Iran, né Hezbollah avrebbero potuto salvare la Siria dall’aggressione dell’asse NATO-Wahhabismo. Avevo anche proposto Vladimir Putin come finalista, e Sayed Hasan Nasrallah per una menzione speciale. Retrospettivamente, direi che si trattava di ottime nomination, e spero che anche quest’anno farò delle buone scelte.

Mi lancio.

La nomination Saker per l’uomo dell’anno va al soldato russo mascherato, vale a dire agli uomini educati vestiti di verde, ed ex equo al volontario della Novorussia.




 


Ho ritenuto che, più di qualsiasi altro, “l’uomo gentile vestito di verde” meriti questa onorificenza per il modo assolutamente brillante con cui ha liberato la Crimea e protetto il popolo della Crimea durante il referendum, mentre il volontario della Novorussia la merita per il modo non meno brillante con il quale ha battuto forze ucraine ben più numerose.  


L’uomo gentile vestito di verde

Si dimentica spesso che gli Ucraini disponevano di forze molto importanti nella penisola di Crimea, composte dalla loro unità meglio formate ed equipaggiate. L’operazione diretta a disarmarle tutte esercitando il minimo di violenza non era affatto senza rischi. Ovviamente gli Ucraini non avevano alcuna speranza di vittoria sulle forze speciali russe, ma disponevano sicuramente del personale e delle risorse necessarie per opporre una resistenza accanita e combattimenti seri. Quello che glielo ha impedito è stata la velocità-lampo dell’operazione russa e la superiorità schiacciante dei numerosi agenti Spetnaz, in completa tenuta da combattimento. Insomma gli Ucraini hanno capito che non avevano alcuna speranza, nemmeno la più piccola, contro un nemico così temibile. Il comportamento calmo, ma molto deciso, di questi Uomini gentili vestiti di verde, ha psicologicamente schiacciato ogni velleità ucraina di resistenza.

Ma non è per questa ragione che intendo rendere omaggio a questi uomini. Dopo tutto vi sono molti sodati d’élite nel mondo. No, la ragione principale per cui ho ritenuto che questi uomini meritassero un simile riconoscimento è che furono dei veri e propri liberatori, nel senso più nobile del termine. L’Impero anglo-sionista e il capo della giunta nazista di Kiev avevano già deciso che la Crimea era loro, la marina statunitense aveva perfino elaborato dei piani per costruire delle istallazioni speciali nella penisola, ed erano tutti convinti che gli abitanti non avrebbero potuto farci assolutamente niente. “L’uomo gentile vestito di verde” ha invece dato loro la possibilità di decidere essi stessi del loro avvenire, ed ha loro restituito quella dignità, della quale Nikita Kruscev li aveva spossessati.


Il volontario della Novorussia

Anche qui onoro un uomo collettivo, vale a dire tutti coloro che non hanno atteso un ordine dall’alto o che qualcun altro facesse il loro dovere al posto loro, e che hanno preso questa decisione: “Non voglio restare passivo, voglio battermi contro il regime nazista che cerca di opprimere il mio popolo”.






Contrariamente all’uomo gentile vestito di verde, tutte le probabilità giocavano contro il volontario della Novorussia, e anche la speranza che la Federazione russa facesse per la Novorussia ciò che aveva fatto in Crimea è rapidamente svanita: nessun Uomo gentile vestito di verde è stato mandato in Novorussia (o solo pochissimi). I nazisti avevano un vantaggio schiacciante, sia in potenza di fuoco, che in blindati, in artiglieria e in armi pesanti, e avevano un controllo totale dello spazio aereo, ma (contrariamente ai soldati ucraini in Crimea) il volontario di Novorussia ha mantenuto alta la sua volontà di resistenza. Ha combattuto e tenuto duro, con grande abilità, e non solo ha battuto il nemico, ma ha anche lanciato una controffensiva con grande successo, fermata a un certo punto per motivi politici, ma che avrebbe potuto spingersi molto più lontano (ma probabilmente non tanto lontano quanto qualcuno pensa).

Insieme, l’uomo gentile vestito di verde e il volontario della Novorussia resistono all’Impero e ai suoi alleati nazisti, così come il soldato siriano affronta l’Impero e i suoi alleati wahhabiti. Tutti costoro hanno dimostrato, ancora una volta, che l’arma più potente in ogni conflitto resta ancora la voglia di combattere e il coraggio individuale dei combattenti.


Finalisti: Vladimir Putin e Xi Jinpin

Per il secondo anno di seguito, scelgo Vladimir Putin come finalista di questo “Uomo dell’anno 2014”, ma questa volta con Xi Jinpin.





 

Insieme questi due uomini hanno preso la decisione senza precedenti di creare qualcosa di molto più complesso di una semplice alleanza strategica: essi hanno deciso di integrare le loro due nazioni in una vera e propria relazione simbiotica che tende a trasformarli in due fratelli siamesi, salvo che essi condivideranno la maggior parte degli organi vitali, conservando però due teste separate.

Grazie a una serie di enormi contratti di diversi miliardi di dollari nei campi chiave dell’energia e della difesa (e in molti altri comparativamente meno importanti), i leader russo e cinese hanno deciso veramente di “sposare” i loro due paesi per un futuro comune. E non solo ma, non seguendo il modello statunitense di dominazione totale egemonica e planetaria, la Russia e la Cina offrono adesso un nuovo modello di relazioni internazionali, nel quale la multipolarità è attivamente ricercata, la sicurezza considerata come collettiva e viene promossa la difesa della sovranità, piuttosto che l’assoggettamento del resto del mondo.

Grazie a Vladimir Putin e a Xi Jinpin, si realizzerà probabilmente un nuovo ordine mondiale, ma certamente non quello auspicato dagli imperialisti anglo-sionisti, e per questa ragione penso che essi meritino certamente di essere riconosciuti.


Menzione speciale: Ramzan Kadyrov

Già da molti anni, Ramzan Kadyrov è stato la forza motrice del miracolo ceceno. Ricordiamo a che cosa assomigliava la Cecenia nel 2000: Grozny era in un tale stato di rovina che erano molti coloro che sostenevano la necessità di abbandonarla e localizzare altrove la capitale della Cecenia.






Tutti gli esperti occidentali avevano predetto che l’insurrezione cecena non sarebbe stata vinta. Peggio ancora, sembrava evidente che Russi e Ceceni si odiassero reciprocamente con passione cupa e ardente. Quindici anni dopo, Grozny si è trasformata in una città superba, col tasso di criminalità più basso della Russia, l’insurrezione wahhabita è stata completamente disfatta e l’islam tradizionale sunnita trionfa oramai sul wahhabismo, che è stato totalmente sradicato. Quanto alla minaccia terrorista, è oramai così debole che, quando nel corso di un recente incidente un gruppo di terroristi wahhabiti si è spinto fino al centro di Grozny, il mondo ha scoperto che la città non disponeva nemmeno di posti di controllo o posti di blocco stradali, che erano stati da tempo soppressi dalle autorità.

Inoltre Ramzan Kadyrov ha pienamente assunto il ruolo di protezione del popolo russo, non solo sul piano politico, ma impegnandosi personalmente nel conflitto in Novorussia: molti sanno che volontari ceceni sono impegnati contro le forze naziste (3), ma i più ignorano che la Cecenia accoglie anche molti rifugiati ucraini, che vi trovano un rifugio sicuro e, per molti, una nuova casa in questa piccola Repubblica.

E in questo modo Ramzan Kadyrov ha certamente realizzato il suo miracolo più sbalorditivo: mentre nel 2000 il popolo russo odiava e disprezzava i Ceceni che considerava come nemici crudeli e infidi, attualmente la Russia considera i Ceceni come gli alleati più coraggiosi e più fedeli. Non è esagerato dire che Ramzan Kadyrov ha ripristinato l’onore del popolo ceceno in un lasso di tempo straordinariamente breve.

Inutile dire che è precisamente per tutte queste ragioni che Kadyrov è assolutamente detestato dall’Impero e dalla sua macchina di propaganda, che lo presentato come un criminale sanguinario. A dire il vero, Kadyrov si è davvero reso colpevole di comportamenti criminali nel passato, ma in quest’uomo vi è molto più della sua iattanza naturale: è un leader profondamente etico, religioso e patriota, che ha dimostrato in diverse circostanze difficili di avere pienamente ereditato la saggezza del padre e il suo coraggio personale.

Ora tocca a voi. Chi sono i vostri Uomini/Donne dell’anno 2014?

 
Note :

[1] « L’Homme de l’année 2013 » : Le soldat syrien (sayed7asan.blogspot.fr, francese, 13-02-2014)

[2] Ce que les retombées des récents combats à Grozny disent des relations entre Poutine et Ramzan Kadyrov, le président de la république de Tchétchénie (vineyardsaker, francese, 06-12-2014)

[3] [Versione integrale] Pourquoi des Tchétchènes luttent aux côtés des insurgés ukrainiens (vineyardsaker, francese, 16-12-2014)

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