ProfileAnalisi, gennaio 2017 - La crisi dell’Impero atlantista e della sua contro-civiltà assume aspetti tragicomici. E lo spettacolo è talmente desolante, che ci si sorprende perfino a provare un certo imbarazzo (nella foto, l'Obama furioso)

 

entrefilets, 6 gennaio 2017

 

 

 

 

 

2017, il grande cambiamento?

 

entrefilets

 

La crisi dell’Impero atlantista e della sua contro-civiltà assume aspetti tragicomici. E lo spettacolo è talmente desolante, che ci si sorprende perfino a provare un certo imbarazzo di fronte alla meschinità di questi attori intrappolati in un epilogo peraltro storico. L’imbarazzo, per esempio, nel vedere il minuscolo Obama rendersi ancora più ridicolo quando prende a calci con rabbia il suo castello di sabbia; nel vedere anche le oche merdiatiche occidentali continuare a strillare perdendo anche le ultime penne di credibilità; e ancora nel vedere il panico dei pretendenti al trono esagonale (alla presidenza della Francia, ndt) di fronte alla loro vacuità; nel vedere infine la sublime élite europea convincersi di avere ancora un ruolo da giocare. Imbarazzo, insomma, nel vedere tutta la casta dirigente del super Titanic atlantista umiliarsi fino al grottesco, pur di strappare ancora al tempo che li va espellendo qualche lembo di vita. E ciononostante il 2017 cala sul loro collo come una impeccabile mannaia. L'anno del grande cambiamento?

L'Obama furioso

L’Impero in via di estinzione

Si vedeva benissimo la bestia imputridirsi ancora viva già da qualche anno, ma l’annata 2016 potrebbe rivelarsi come ammirevolmente devastatrice per l’Impero atlantista. E’ l’anno in cui tutte le ultime giunture dell’edificio hanno, per così dire, ceduto contemporaneamente.

Il Brexit; la cacciata della gang Clinton da parte del «deplorevole» Trump; la crescita irresistibile in Europa dei partiti sovranisti; la totale perdita di credibilità della macchina spargi fumo merdiatica dopo la caduta di Aleppo, sono tutti calci nel culo che hanno costretto l’intera mafia neoliberale dell’Impero alle corde.

Padri e guide del Sistema, gli Stati Uniti hanno preso una bella strigliata, necessariamente. Dall’Ucraina alla Siria, passando per la Libia e l’Iraq, tutte le loro operazioni di destabilizzazione di Stati sono pietosamente fallite.

 

Senza volerci troppo attardare sull’oramai «failed state» ucraino (1), la perdita di Aleppo nel dicembre scorso rappresenta indubbiamente il colpo di grazia, l’ultima umiliazione di una macchina pensata per divorare il mondo e che si deve oramai rassegnare ad abboffarsi oramai solo di composta di paglia.

Di qui la rabbia da bambino ritardato manifestata dal pietoso Obama negli ultimi giorni del suo pietoso mandato.

Perfino le sue provocazioni contro Putin o le manovre per creare ostacoli al suo successore si sono rivelate un fiasco.

Espellendo 35 diplomatici russi sulla base di false accuse, per esempio, il POTUS sperava indubbiamente di potere ancora mostrare i muscoli in un ultimo confronto intercontinentale. Ha fallito. L’alzata di spalle di Putin (2) ha restituito al mittente la sua fanfaronata, col suono secco e terribilmente umiliante di uno schiaffo diplomatico.

 

Il verdetto è senza appello: il buffone Obama si rivelerà senza alcun dubbio possibile il peggior POTUS dopo la Seconda Guerra mondiale, vale a dire il migliore, alla fine. Lascia infatti dietro di lui un Impero in via di estinzione, per così dire rovinato, che nessuno più teme, e oramai minato da pericoli di una dissoluzione che potrà davvero sorprendere per la sua rapidità.

Grazie a lui.

Bisogna aggiungere a questo punto che la dissoluzione potrà assumere forme inattese nella guerra che oramai oppone Trump allo Stato profondo USA. Su MSNBC, un senatore ha minacciato Trump, ipotizzando con parole appena velate che la CIA potrebbe davvero volere la sua pelle (3).

 

Suicidio merdiatico

La vicenda di Aleppo ha anche consentito alle oche merdiatiche di completare bellamente il loro suicidio.

In quasi 6 anni di massacri guidati dai servizi segreti sempre meno segreti di Washington, Riyadh, Ankara, Londra, Tel-Aviv o Parigi (4), pensavamo di avere visto tutto, letto tutto in materia di disinformazione a proposito della sedicente rivoluzione siriana e dei suoi orsetti ribelli – soprattutto da parte di una sinistra francese completamente presa da un cretinismo romantico incredibile.

Con la presa di Aleppo gli ultimi limiti della decenza, non solo sono stati superati, ma sono letteralmente esplosi in una formidabile crisi di isteria merdiatica, nella quale le voci più folli di massacri, e perfino di stupri collettivi, da parte delle truppe siriane sono stati presentati come fatti acclarati.

E’ come se nelle redazioni occidentali – divenute uffici del «Ministero della verità» dell’Impero già da qualche anno (5) –, si fosse fatto a gara a chi avesse l’idea più delirante, la più malsana, per tentare di suscitare ancora la mobilitazione e tentare di salvare la ribellione che si era fantasticata. 

 

Tutto questo perché, alla fine, si scoprisse che le uniche fosse comuni trovate ad Aleppo liberata erano quelle di civili torturati e massacrati dagli orsetti ribelli, che si era tentato per sei anni di far passare per i degni eredi del Che (6).

Anche qui: passata la rabbia del momento cruciale della battaglia, ci siamo sopresi a provare poi un certo imbarazzo di fronte all’ampiezza delle smentite che la realtà infliggeva, colpo dopo colpo, ai deliri di una corporazione merdiatica oramai ridotta a gregge belante di piccoli militanti allucinati.

 

Il nuovo complotto di Putin

Ma, come si sa, il ridicolo non uccide, ahinoi.

E, le piume ancora impregnate del fetore delle ultime menzogne orientali, abbiamo potuto poi vedere con quale devozione astiosa il suddetto gregge si è rimesso sull’attenti per alimentare i nuovi attimi di odio antirusso commissionate dall’editore Sistema (7).

Così, già accusato di avere in qualche modo piazzato Trump alla Casa Bianca, Vladimir Putin viene oramai sospettato di volere organizzare quest’anno ancora una serie di quasi colpi di Stato in Europa, per piazzare anche lì delle sue pedine (spia) in occasione delle elezioni, soprattutto in Germania e in Francia.

 

E’ l’ultimo complotto cosmico messo a punto dai nostri grandi inquirenti nutritisi al grano bio delle deontologia e dell’etica delle grandi scuole di giornalismo ufficiale: Magic-Putin si preparerebbe... ad assumere il controllo del mondo libero per estreme destre interposte. Sì sì. (8)

Magic-Putin versione gran cattivo di Comic Books: è qualcosa di grosso, di enorme, di indiscutibile, e guerre intergalattiche sono scoppiate per assai meno.

Belare di spavento per conto dell’Impero è un lavoro sfibrante, non c’è dubbio.

 

L’UE in pieno naufragio

Sul versante dell’UE di Bruxelles, il naufragio prosegue senza intoppi. La nausea degli Europei è giunta oramai a un punto tale che, di nuovo, tutti i pennivendoli del Sistema sono mobilitati (ancora loro, poverini) per salvare la succursale statunitense.

Nell’ im-Monde del 21 dicembre si poteva quindi leggere, turandosi il naso: «La Commissione europea non ha niente a che vedere con la tecnocrazia di cui viene accusata (...) Jean-Claude Juncker (...) si sforza di tassare le multinazionali, di dare la caccia ai paradisi fiscali e di fornire una gestione politica– leggi “di sinistra” – delle politiche di bilancio» (9)

Che è quanto confermano pienamente d’altra parte le rivelazioni del Guardian del 4 gennaio scorso (10), secondo cui «Juncker avrebbe bloccato delle riforme contro l’evasione fiscale».

 

Ma via, non facciamo i pignoli, come dicono i nostri amici belgi. L’UE è carina, è bella e sa di buono perché l’im-Monde e i suoi cloni ve lo ripetono in continuazione, e d’altronde tutti i pensionati greci possono confermarlo.

Resta che, nonostante gli sforzi fatti per salvare l’immagine della UE, la fine sembra francamente prossima e noi, ci fa piacere…

 

Per una volta, rischieremo perfino al gioco dei pronostici per dire che il 2017 avrà la sua testa, quella della UE di Bruxelles, con una probabile serie di xxExit che saranno se non completati, almeno palesemente avviati prima della fine dell’anno.

La prospettiva è talmente allettante che ci si potrebbe perfino lanciare per l’occasione in un piccolo «Juncker, sfigato, il popolo ti ha condannato»...

Pazienza.

 

Attendendo Trump a Parigi

Per chiudere il cerchio, vorrei ancora evidenziare lo spettacolo squallido dato dalla noiosa piccola truppa di ex allievi dell’ENA (Scuola Superiore di Amministrazione francese, ndt), in lizza per la presidenza francese. Ciò che conferma che il teatro più è sovvenzionato più è…, insomma più è pessimo.

Attualmente lo sceneggiato è quello delle primarie dell’altra faccia, detta «di sinistra», del Partito iniquo, pardon unico, agli ordini, e noi volevamo un po’ evocare la totale vacuità della cosa. Ma poi vi abbiamo rinunciato. Una rinuncia senz’altro, non tanto dinanzi alla complessità dell’impegno, non siamo così pigri, ma dinanzi alla sua inutilità. Se ne avete voi la forza, vi basti infliggervi infatti un Telegiornale di tanto in tanto e ne sarete edificati. Noi non ce la facciamo più.

Allora per farla breve, ci lanceremo ancora una volta nel gioco dei pronostici, dicendo che è del tutto possibile, se non probabile, che i Francesi alla fine decidano di tirare lo sciacquone su questa casta di ex allievi dell’ENA e altri spargitori di fumo neoliberisti progressisti, scegliendo un Trump nazionale, chiunque sia. «Chiunque, ma non uno di quelli», ci sembra l’impegno civile più responsabile e rispettabile possibile per i tempi che corrono.

 

Epilogo

L'Impero atlantista è dunque entrato nella fase finale della sua crisi.

Gli Stati Uniti si svitano e la succursale europea si dibatte per sopravvivere alle scosse.

 

Dovunque gli ideologi e gli artefici del caos sono stati oramai smascherati, scherniti, e la macchina merdiatica che ricopriva i loro sporchi giochetti con una vernice virtuosa è in panne.

I tempi sono tragicamente propizi al cambiamento.

Il 2017 sarà proprio l’anno del grande cambiamento?

Tutto è pronto.

 

 

Note:

1 La verità sull’Ucraina esposta al Parlamento europeo

 

2 Trump e altri apprezzano la decisione «saggia» di Putin di non rispondere alle sanzioni statunitensi

 

3 Did Chuck Schumer Just Threaten Donald Trump?

 

4 Lista di ufficiali della coalizione a guida USA catturati ad Aleppo est

 

5 Goebbels può andarsene a dormire

 

6 Aleppo: fosse comuni di civili scoperte nei quartieri liberati dalle milizie

 

7 Guy Verhofstadt: «Resistiamo alla guerra ibrida che Putin combatte contro l’Occidente»

 

8 Le Monde teme «la cyber-guerra di Putin» all’avvio delle elezioni presidenziali francesi

 

9 [Le Monde] Scambiereste un po’ di propaganda UE con la vostra propaganda Aleppo?

 

10 Juncker avrebbe bloccato delle riforme contro l’evasione fiscale, secondo il «Guardian»

 

 

Torna alla home
Dichiarazione per la Privacy - Condizioni d'Uso - P.I. 95086110632 - Copyright (c) 2000-2024