Gilet Gialli: la violenza degli sbirri
- Dettagli
- Visite: 3658
The saker, 4 marzo 2019 (trad. ossin)
Gilet Gialli: la violenza degli sbirri
Ramin Mazaheri
«La più inevitabile di tutte le leggi, l’unica a godere di obbedienza certa, è la legge della forza. L’uomo armato è padrone di quello che non lo è; un grande corpo armato, sempre presente nell’organizzazione di un popolo disarmato, è necessariamente l’arbitro del suo destino; colui che dà ordini a questo corpo, chi lo fa muovere a suo piacimento, potrà presto asservire tutti. [...] Ovunque esiste un simile potere senza contrappesi, il popolo non è libero, a onta di tutte le leggi costituzionali del mondo; perché l’uomo libero non è quello che al momento non è oppresso; è quello cui è garantito di non essere oppresso da una forza costante e adeguata. [...] Si vuole dividere la nazione in due classi, una delle quali sembra essere armata solo per tenere buona l’altra, come una massa di schiavi sempre pronti ad ammutinarsi! E della prima farebbero parte tutti i tiranni, tutti gli oppressori, tutte le sanguisughe pubbliche, e dell’altra il popolo!» Robespierre, Discorso sull’organizzazione delle guardie nazionali [esclusivamente borghesi, create per controllare il popolo e reprimerlo qualora osasse far valere i suoi diritti], 18 dicembre 1790.
Il percorso della manifestazione dell’«Acte 16» del 2 marzo era una specie di visita guidata attraverso i bastioni dei ricchi criminali e traditori del popolo (l’OCSE, una scuola di marketing di lusso, ecc.). Si è concluso al rond-point di un quartiere elegante, Denfert-Rochereau.
Mentre i manifestanti si riunivano e gli sbirri si armavano dalla testa ai piedi, mi sono ritagliato un po’ di tempo tra le mie interviste per conto dell’emittente Press TV, e ho cercato un fioraio. Mi servivano dei tutori per raddrizzare la mia pianta appassita in ufficio, George W. Bouchra, dal nome di un ex capo azienda che se ne è andato in modo ignominioso (non aveva mai lavorato per Press TV né per il mio capo – è un ufficio condiviso).
Stavo appena per parlare con la venditrice, che sembrava chiedersi se le convenisse chiudere il negozio e andarsene o meno, quando un poliziotto in tenuta antisommossa ha fatto irruzione e ha interrotto la nostra conversazione. Aveva sete. Io capisco perché: i poliziotti antisommossa francesi portano più protezioni di un giocatore di football americano, e sono più armati di Batman. Con la sua imponente corporatura, resa da tutto il resto ancora più intimidatoria, ha spaventato totalmente la piccola fioraia.
La fioraia, ovviamente, pensava di trascorrere tranquillamente la giornata tra i suoi fiori. Non sapeva probabilmente che la manifestazione dei Gilet gialli sarebbe letteralmente terminata davanti alla sua porta.
Giuro, le ha chiesto una bottiglia d’acqua non una volta, ma da 6 a 9 volte. Era convinto che le fioraie vendano anche acqua in bottiglia? Più verosimilmente, essendo poliziotto, pensava che sarebbe stato sufficiente esercitare adeguata pressione su questa donna/cittadina per ottenere che gli desse la sua bottiglia d’acqua personale. Ovviamente, essendo un poliziotto francese, sapeva anche che non avrebbe subito alcuna conseguenza se il suo atto non fosse stato regolamentare.
La ragazza intimidita ha continuato a insistere che non aveva acqua da dargli, e il poliziotto ha alla fine abbandonato il campo. Quando si è rivolta a me, le ho chiesto: «E lei non ha niente da mangiare per me?»
Con lo stesso sguardo intimidito, ha risposto con insistenza: «No, non ho niente da mangiare! Mi dispiace!» Mi aveva preso sul serio, poverina! E solo dopo averle sorriso e insistito di nuovo, parodiando manifestamente il poliziotto, che si è distesa. E mi dato i tutori gratuitamente.
Ciò che questa storia rivela è che, nel 2019, i poliziotti occidentali fanno parte dell’élite. In realtà, solo l’1% della società sente di poter agire in modo così al di sopra della legge e in modo così irrispettoso verso gli altri.
L’ «1%» può essere inteso solo come oligarchia economica, ma non necessariamente. Lo slogan del Movimento statunitense Occupy (Wall Street) era: «Noi siamo il 99%». Sia che diciamo «La polizia fa parte dell’1%» sia che diciamo «Gli sbirri non fanno parte del 99%», è lo stesso. Ed è tempo di cominciare a dirlo apertamente.
E se ne vantano !
Tutti, in tutti i paesi occidentali, detestano la polizia
Ecco qualcosa che non è mai stato detto dai media dominanti: in ogni manifestazione francese dove vengano impiegati dei poliziotti antisommossa, si sente sempre cantare «Tutti detestano la polizia!»
Ora, se i Gilet gialli sono ritenuti essere tutti suprematisti bianchi o fascisti antisemiti, non si dovrebbe sentire un simile slogan, non è così? I Gilet gialli – essendo terribilmente ignoranti, intolleranti e islamofobici, tanto da chiedere la riesumazione dello scheletro di Giovanna D’Arco per sostituire Emmanuel Macron alla presidenza – amano evidentemente la polizia. E’ proprio in virtù di tali pregiudizi che un intellettuale francese, collocato all’incrocio tra la sinistra («del lavoro») e la destra («dei valori») come Alain Soral, è convinto che i poliziotti portino di nascosto un gilet giallo sotto la loro uniforme blu, e attende con impazienza il momento in cui i poliziotti francesi faranno quel che non si è mai visto, assolutamente mai in una rivoluzione politica (in Occidente), cioè si uniranno ai manifestanti. I poliziotti non cambiano mai di campo – hanno troppo da perdere.
Oh, ma un momento! Lo cantano anche i Gilet gialli lo slogan anti sbirri! Perché mai? La ragione è che tutti detestano gli sbirri in Francia. I Francesi li detestano con la stessa forza con cui odiano l’1% (che accaparra il potere e le ricchezze e li schiaccia), perché gli sbirri fanno parte dell’1%.
Diamo un’occhiata alla storia: rozze richieste di approvvigionamento e alloggi (se non di bottiglie d’acqua) sono sempre state imposte alla popolazione dai soldati e dai poliziotti dei tempi antichi. Il divieto del dovere di acquartieramento dei soldati – vale a dire del furto e del parassitismo – è il 3° emendamento della Dichiarazione dei diritti degli Stati Uniti per una buona ragione. Dal punto di vista dei cittadini, l’idea assurda che una Guardia pretoriana, o qualsiasi persona armata di spada e dell’autorizzazione a farne uso, non farebbe parte dell’1%, potrebbe essere enunciata solo da un dommatico inconsapevole.
Diamo adesso un’occhiata al 2019. Chiedete alle donne di una qualsiasi comunità di colletti bianchi degli Stati Uniti: tutte considerano i poliziotti come il migliore partito. Perché? Perché hanno tutto quello che una donna conservatrice potrebbe desiderare: status sociale, lavoro garantito, pensione anticipata e eccellenti pensioni.
Status sociale: per le persone che non hanno mai vissuto in una piccola città – e io ho vissuto in diverse città di questo tipo come reporter –, i poliziotti sono qui delle vere star sociali. Tutti sanno chi sono e quale potere detengano; tutti sono ai loro piedi, per paura di loro e del loro potere.
Lavoro garantito: Ah, ma i nostri uomini blu sono degli eroi perché hanno il coraggio di fare un mestiere così pericoloso, no? Falso. Non è nemmeno nel top delle professioni più pericolose – essere arbitro di baseball è quasi altrettanto pericoloso. E consultate con attenzione questa lista dei 25 mestieri più pericolosi (negli Stati Uniti) – i poliziotti sono tra i meglio pagati della lista (salario medio: 59 680 $).
Che dei poliziotti francesi vadano in galera non si è quasi mai visto, e nei rarissimi casi in cui accade, non è certo per avere ferito o addirittura ucciso un musulmano o un nero (o anche un semplice cittadino «di scorta»). Nel processo francese, la testimonianza di un poliziotto è sempre decisiva e non può essere messa in discussione, ma solo contestata con prove contrarie. E’ per questo che tanti manifestanti innocenti vanno in prigione – perché qualche sbirro li accusa.
Pensioni anticipate ed eccellenti trattamenti economici: In effetti, l’unica volta che ho visto una manifestazione francese provocare una capitolazione immediata del governo, è quando hanno manifestato i poliziotti: il giorno stesso sono state promesse delle riforme. I politici sanno quanto siano indispensabili le Guardie pretoriane. Negli Stati Uniti, i poliziotti vanno in pensione abitualmente dopo solo 20 anni di attività con la metà del salario… Non è una misura vantaggiosa solo per le piccole città: chi non la vorrebbe?
Considerate tutti questi elementi nel loro insieme e la conclusione è chiara: i poliziotti non fanno parte del 99%.
I Gilet gialli gettano escrementi o «bombe di cacca» sui poliziotti: l’ultima forma di rifiuto
Come membro e sostenitore di culture non canine [il cane è un animale impuro nell’islam], trovo già estremamente degradante riempire un sacco di plastica di escrementi, ma essere colpiti da un simile proiettile – wow! E’ un insulto di livello quasi impensabile. (Suppongo si tratti di escrementi di cane, LOL!)
«I poliziotti erano profondamente umiliati», si legge nel reportage. Ma sembra corretto, no? E’ quello che gli sbirri fanno subire giorno dopo giorno ai cittadini ordinari: è quello che lo sbirro ha fatto subire alla fioraia.
I Gilet gialli fanno quello che i loro cugini americani di New Orleans facevano durante la guerra civile: riversavano i loro vasi da notte sulla testa di un esercito con cui non avevano alcun legame e che disprezzavano.
Gli Occidentali dovrebbero – ma non lo fanno – stabilire una chiara distinzione tra polizia ed esercito. I soldati meritano infinitamente più rispetto degli sbirri che, nelle società capitaliste e imperialiste, vengono dalle fasce più reazionarie della popolazione. I poliziotti in occidente non assomigliano per niente ai Guardiani della Rivoluzione a Cuba o in Iran – gli sbirri occidentali reprimono con violenza ogni rivoluzione progressiste dalla nascita al fallimento, e tutti i cittadini lo sanno, ma non possono farci niente.
I cittadini non possono più fermare la divinizzazione spaventosa della polizia nelle società occidentali dopo l’11 settembre. Nonostante tutti i proiettili sparati nelle spalle delle minoranze, tutti i siti di tortura segreti e tutti i video dei pestaggi e degli spari filmati sugli smartphone, gli sbirri sono intoccabili sul piano culturale, legale e fiscale perché fanno parte dell’1%. I grandi media occidentali idolatrano i poliziotti, e i principali politici occidentali proteggono i loro salari e le loro pensioni, pur riducendo quelle degli altri funzionari, perché sono tutti insieme contro il 99%.
Gli Occidentali sanno che potrei abbondantemente citare esempi di glorificazione della polizia, che sono diventati così estremi da sconfinare nel servilismo. Il trattamento dei poliziotti nelle società capitaliste/imperialiste è, come la maggior parte dei problemi occidentali, talmente radicata da potersi etichettare solo come «disfunzionamento socipolitico totale», e che non si potrebbe porvi rimedio se non con qualcosa come una rivoluzione culturale cinese o iraniana. E in sostanza, è quanto i Gilet gialli reclamano.
Fin quando non accadrà, io continuerò a fare i miei reportage onestamente sugli arresti di massa, i processi di massa e le detenzioni di massa, che fanno oramai parte della vita quotidiana dei Francesi.
Un linguaggio più diretto, che si sente raramente nei media mainstream: ogni sabato, il numero di persone ferite e arrestate solo per avere manifestato contro le politiche del governo aumenta di decine, addirittura di centinaia.
Qualche cifra: più di 8 000 persone arrestate, 500 ferite gravemente, più di 2 000 fermate, più di 1 500 in attesa di processo (dati del 14 febbraio), 12 morti, più di 20 occhi perduti, 6 mani strappate, più di 10 000 lanci di proiettili di caucciù (LBD). Se il Venezuela avesse toccato solo l’1% di questo bilancio, l’ONU avrebbe autorizzato un intervento militare.
Piuttosto che fare concessioni, di cambiare politica o di adeguarsi alla volontà popolare, il governo è ricorso alla repressione legale oltre che alla repressione fisica per dissuadere la gente ad aderire ai Gilet gialli. Ogni giorno i giornali, grandi e piccoli, riportano nuove condanne dei Gilet gialli.
Quel che è triste, è che la maggioranza delle persone arrestate manifestava per la prima volta – semplicemente non sapeva come comportarsi coi poliziotti, come evitarli e come far valere i suoi diritti contro gli sgherri che la maltratta. Non sono i militanti esperti a stare in prigione, ma davvero i più innocenti e i più disperati. Normalmente, in Francia, una pena di meno di due anni non comporta la prigione – c’è la sospensione condizionale – ma non per i Gilet gialli.
La Francia non è una nazione democratica moderna, ma una «Repubblica dei proiettili di caucciù» guidata da un «uomo forte liberale»; non è un caso nuovo – i Gilet gialli vivono quello che i musulmani hanno subito per due anni durante lo stato di emergenza.
Questo articolo fa solo accenni alla violenza spaventosa, agli arresti, alle inchieste e alle detenzioni massicce dei Gilet gialli in Francia, inflitte da quegli stessi poliziotti che i media occidentali presentano instancabilmente come i più grandi eroi della nazione. Ma solo i reazionari credono ancora a questo mito. Tutti detestano la polizia: solo un reazionario detesta i Gilet gialli.
La colpa è dei media: i proiettili di caucciù vengono eufemisticamente chiamati «flash-ball». Si dice vengano sparati da «lanciatori di proiettili di difesa», imbroglio linguistico che colloca automaticamente i manifestanti nel ruolo di aggressori. Le ferite dei poliziotti sono considerate come equivalenti a quelle dei manifestanti, per quanto non abbia mai sentito che a un poliziotto sia stato cavato un occhio, di un poliziotto in coma, di un poliziotto ucciso o di più di 200 poliziotti gravemente feriti al capo – i media avrebbe certamente riportato simili fatti ripetendoli all’infinito se fossero successi. Certo, a credere a questi stessi media, i manifestanti sono degli hooligan scatenati, che commettono violenze senza motivo, e hanno rivendicazioni «talmente diverse» che non vale nemmeno la pena di prenderle in considerazione. Non sono le vittime di otto anni di austerità, ma i (cattivi) «perdenti» della mondializzazione neoliberale, che hanno perso in un match regolare al 100%. Ogni sondaggio è sezionato in modo da mostrare che la popolarità dei Gilet gialli diminuisce, e non che godono di una popolarità senza precedenti per un movimento di protesta in Francia. Ogni difesa dei Gilet gialli deve essere preceduta da una condanna della «loro» violenza. Ecc.
L'acte 16 è stato il più discreti fino ad oggi… intendo dire a Parigi. Proiettili di caucciù, cannoni ad acqua, gas lacrimogeni e arresti in massa sono stati ancora all’opera nelle piccole città più accessibili agli abitanti delle zone rurali. La fioraia non aveva niente da temere quel giorno, a parte il poliziotto in tenuta antisommossa.
Un articolo come questo mi sarà messo davanti dalla Polizia di frontiera in occasione del mio prossimo volo negli Stati Uniti. Esso non solo sarebbe un suicidio per la carriera di un giornalista di media mainstream, ma non sarebbe mai stato approvato da nessun capo redattore. Tuttavia, non è che i poliziotti occidentali abbiano mai avuto bisogno di giustificare i loro atti di intimidazione, di umiliazione e di violenza. E forse l’1% avrà già ottenuto prima di allora il mio scalpo per decisione di un potente, o di qualche loro mandatario armato di tutto punto.
E’ un articolo sulle orribili violenze poliziesche e giudiziarie contro i Gilet gialli, ma le ho appena accennate – perché i problemi della Francia sono assai più profondi di quelli dei tre ultimi mesi.