Afrique Asie, 4 febbraio 2012 (trad. Ossin)


L’emiro del Qatar vuole rovesciare il re dell’Arabia Saudita?
Gilles Munier


La volontà di potenza dell’emiro Hamad del Qatar ha come soli limiti quelli fissati dalla NATO. Dopo la Libia e la Siria, adesso si occupa della Mauritania, e aspetterebbe il momento giusto per “rimettere in ordine” l’Arabia Saudita.

Non sono solo i discendenti dello Sceriffo della Mecca, rovesciato da Abdelaziz Ibn Saud nel 1924, a sognare la vendetta, ma anche la famiglia Al-Thani, al potere in Qatar, l’altro Stato wahabita della penisola arabica. Nonostante che le relazioni tra Riyad e Doha siano attualmente buone – quelle del Qatar con la Siria sono state eccellenti – i gravi disordini che scuotono da nove mesi l’Arabia Saudita sembrano confermare i presagi dello sceicco Hamad bin Jassem bin Jaber Al Thani, inamovibile primo ministro del Qatar, vale a dire che il re Abdallah “è sfinito e incapace di controllare il paese”.

Queste parole, registrate clandestinamente nel 2008, in margine al Summit arabo di Damasco, durante un incontro privato tra l’emiro del Qatar, Hamad Ben Khalifa Al Thani… e il colonnello Gheddafi, sono state recentemente rese pubbliche dall’agenzia iraniana IRIB, ma – gli interessi occidentali obligent – non hanno avuto alcuna eco nei media, per lo meno quanto i colpi d’arma da fuoco esplosi contro i manifestanti di Qatif, Chouika, Awamiya, nell’est petrolifero e sciita del regno saudita.


Smembrare l’Arabia
Il primo ministro qatariota diceva anche alla Guida libica, accusata all’epoca di aver tentato di assassinare Abdallah, che il Qatar si sarebbe un giorno impadronito di Qatif e Al-Sharqiya ed avrebbe smembrato l’Arabia. Affermava che gli USA e l’Inghilterra gli avevano chiesto un rapporto sulla situazione nel regno e che era “imminente” una sollevazione contro i Saud. Questa era anche l’opinione dell’emiro del Qatar che affermava: “Il regime dell’Arabia Saudita sta per crollare, a causa di un monarca sempre più vecchio che non permette ai giovani principi di accedere al potere”. Ci si può oggi interrogare, quattro anni dopo questa conversazione, sul ruolo del Qatar nelle rivolte che scuotono l’Arabia  e nel le manovre che si ordiscono intorno alla successione, che si prevede prossima, al re Abdallah. Nello scorso ottobre, la nomina di Nayef Ben Abdel Aziz, 78 anni, come principe ereditario, ministro dell’interno molto conservatore che si è distinto nella lotta contro AlQaida, è il segno che la gerontocrazia saudita, fino all’ultimo respiro, non vuole mollare niente.

Per il Qatar non v’è alcun dubbio che il clan Sudairi, - discendenza di una delle spose favorite del re Abdelaziz Ibn Saud, fondatore del regno – e i suoi alleati sono stati superati dagli avvenimenti. La prova: in gennaio 2011, mentre l’emittente del Qatar Al Jazeera attivava le “primavere arabe” tunisina ed egiziana, il re Abdallah accordava, dal Marocco dove si trovava in convalescenza, l’asilo politico a Zine al-Abidine Ben Ali e telefonava a Hosni Mubarack per condannare “gli attacchi alla sicurezza e alla stabilità dell’Egitto”, commessi da elementi “infiltrati” in nome della “libertà di espressione”! Poi, temendo sollevazioni anche nel suo regno, è rientrato d’urgenza a Riyad per calmare, a colpi di miliardi di dollari, le rivendicazioni degli emarginati del “miracolo” saudita, ma senza risultati durevoli. Secondo Ali Al-Ahmed, direttore dell’IGA (Institute for Gulf Affairs),  sciita originario di Al-Khobar, che è stato il più giovane prigioniero politico saudita, gli Al-Thani fanno la corte ad alcuni membri della famiglia reale in Arabia per ripetere lo scenario libico e così recuperare i territori che hanno dovuto cedere ai Saud e, possibilmente, controllare i campi petroliferi. Delle sollevazioni nelle province popolate dagli Ismaeliti, vale a dire sunniti appartenenti a riti diversi dal wahabismo, sono prevedibili. Un colpo di Stato, del genere di quello organizzato dall’emiro del Qatar nel 1995 per rovesciare suo padre, non è da escludersi.


Umiliazione diplomatica
Oltre al piano per rovesciare il re di Arabia, l’emiro del Qatar ha degli obiettivi anche in Maghreb. In aprile scorso la stampa algerina ha dato molto risalto alle minacce che avrebbe proferito , nel corso delle votazioni per la sospensione della Siria dalla Lega Araba, nei confronti di Mourad Medelci, ministro algerino degli affari esteri. Gli avrebbe detto, secondo il quotidiano saudita Al-Watan, subito smentito: “Non difendete troppo la Siria perché, quando arriverà il vostro turno, avrete certamente bisogno di noi”… E non è finita li, perché l’incursione dell’emiro del Qatar in Mauritania, lo scorso gennaio, è il segno che la NATO intende accrescere la sua influenza nella regione. Questa volta la visita di Hamad Ben Khalifa Al Thani non  è stata di tutto riposo. Il presidente mauritano Mohamed Ould Abdel Aziz l’ha rimesso a posto. Non ha voluto sentir parlare né di “riforme democratiche”, né di dialogo.

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