Voltairenet.org, 9 dicembre 2013 (trad.ossin)



Mandela e Israele

Thierry Mayssan


Gli Occidentali piangono la morte di Nelson Mandela con più tristezza di quanta ne manifestino gli Africani. Questo lutto è un modo di esorcizzare l'ideologia coloniale e i crimini che furono commessi in suo nome. Ma è incomprensibile che questo fiume di omaggi tralasci ogni considerazione sulla persistenza di uno Stato razzista, fondato come l'Africa del Sud sulla visione del mondo di Cecil Rhodes, il teorico dell' imperialismo germanico. L'esempio di Mandela deve continuare a essere seguito.


L'opera di Mandela viene celebrata in tutto il mondo, in occasione della sua morte. Ma a cosa serve il suo esempio se accettiamo il fatto che perduri in uno Stato - Israele - l'ideologia radicale che fu vittoriosa in Africa del Sud?


Il sionismo non è frutto del giudaismo, che gli fu a lungo ferocemente ostile. E' un progetto imperialista nato dall'ideologia puritana britannica. Nel XVII° secolo, Lord Cromwell rovesciò la monarchia inglese e proclamò la repubblica. Instaurò un regime egalitario e lavorò per estendere il più possibile la potenza del suo paese. Per far ciò sperò di poter allacciare una alleanza con la diaspora ebraica che avrebbe dovuto diventare l'avanguardia dell'imperialismo inglese. Autorizzò quindi il ritorno degli ebrei in Inghilterra, da cui erano stati cacciati quattro anni prima, e  annunciò di voler creare uno stato ebraico, Israele. Morì però prima di essere riuscito a convincere gli ebrei a unirsi al suo progetto.


L'11 aprile 1975 a Gerusalemme nella residenza del primo ministro. Da sinistra a destra: Eschel Rhoodie (Direttore sud-africano della propaganda), Ytzhak Rabin (Primo ministro israeliano), Hennk van den Bergh (Direttore dei servizi segreti sud-africani) e Shimon Peres (Ministro israeliano della difesa)


L'impero britannico non ha mai smesso di sollecitare la diaspora ebraica e di proporre la creazione di uno stato ebraico, come fece Benjamin Disraeli, il primo ministro della regina Vittoria alla Conferenza di Berlino (1884). Le cose cambiarono con il teorico dell'imperialismo britannico, "l'onorevolissmo" Cecil Rhodes - il fondatore del gruppo industriale diamantifero De Beers e della Rhodesia - che trovò in Theodor Herzl il lobbista di cui aveva bisogno. I due uomini si scambiarono una abbondante corrispondenza la cui stampa venne vietata dalla Corona nel centenario della morte di Rhodes. Il mondo doveva essere dominato dalla "razza germanica" (vale a dire, secondo loro, oltre ai Tedeschi, gli Inglesi - irlandesi inculsi - gli Statunitensi e Canadesi, gli Australiani, i Neo-Zelandesi e i Sud-Africani) che dovevano ampliare il loro impero conquistando nuove terre con l'aiuto degli ebrei. Theodor Herzl non fu solo capace di convincere la diaspora ebraica a sostenere questo prgetto, ma mutò gli orientamenti della sua comunità ricorrendo a miti biblici. Lo Stato ebraico non sarebbe nato in una terra vergine, come l'Uganda o l'Argentina, ma in Palestina con Gerusalemme come capitale. Cosicché l'attuale Stato di Israele è allo stesso tempo figlio dell'imperialismo e del giudaismo.

Israele, fin dalla sua unilaterale proclamazione, si è volta verso l'Africa del Sud e la Rhodesia, gli unici Stati che condividevano il colonialismo di Rhodes. Poco importa da questo punto di vista che gli Afrikaner avessero appoggiato il nazismo, si erano comunque nutriti alla medesima visione del mondo. Nonostante che il primo ministro John Vorster abbia atteso il 1976 per fare un viaggio nela Palestina occupata, fin dal 1953 l'Assemblea Generale delle Nazioni Unite condannò "l'alleanza tra il razzismo sud-africano e il sionismo". I due Stati lavorarono in stretta collaborazione nell'opera di manipolazione dei media occidentali, di trasporti per aggirare l'embargo, e anche per mettere a punto la bomba atomica.


L'esempio di Nelson Mandela dimostra che è possibile affrancarsi da questa ideologia e ottenere la pace civile. Oggi Israele è l'unico erede al mondo dell'imperialismo secondo Cecil Rhodes. La pace civle richiede che Israeliani e Palestinesi trovino il loro De Klerc e il loro Mandela.

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