I sionisti sulla difensiva
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Unz Review, 25 maggio 2021 (trad.ossin)
Gli amici di Israele affollano Capitol Hill
I sionisti sulla difensiva
Philip Giraldi
Sì gente, c'è una cospirazione internazionale a "protezione" di Israele. Sono all’opera burattini e gruppi di pressione, che promuovono unicamente gli interessi di un paese straniero, Israele, anche quando questi interessi arrecano gravi danni al paese ospitante in cui questi lobbisti vivono. In Gran Bretagna, ad esempio, ci sono un Conservative Friends of Israel e un Labour Friends of Israel, che raggruppano in totale 216, tra parlamentari e funzionari di partito. Il primo ministro britannico Boris Johnson ha taciuto su Gaza, esprimendo solo "profonda preoccupazione" e distribuendo le responsabilità tra entrambi i contendenti, mentre il leader laburista Keir Starmer, pure sollecitato a dire qualcosa, si è limitato a biasimare che quattro auto di presunti sostenitori della Palestina avrebbero percorso le vie di Londra, lanciando slogan "antisemiti". Starmer, ricordiamo, ha condotto una campagna nella direzione del partito per sradicare l' "antisemitismo" del precedente leader Jeremy Corbyn, che aveva sconsideratamente affermato pubblicamente che i Palestinesi sono esseri umani. Anche in Gran Bretagna, contraddire persino solo i dettagli della narrativa ufficiale del cosiddetto olocausto può comportare multe pesanti e persino un po 'di prigione.
Nel 2017, Al-Jazeera ha realizzato un'operazione sotto copertura contro vari gruppi di facciata israeliani, in Gran Bretagna e negli Stati Uniti, ed ha accertato che gli ufficiali delle rispettive ambasciate israeliane, presumibilmente collegati ai servizi di intelligence, si incontravano regolarmente con i membri delle sedicenti ONG che forniscono supporto allo Stato ebraico. In Gran Bretagna, l'interlocuzione includeva discussioni esplicite su come distruggere le carriere di politici ritenuti insufficientemente filo-israeliani. Negli Stati Uniti l'obiettivo è stato quello di interrompere le attività dei gruppi filo-palestinesi, in particolare il movimento Boicottaggio, Disinvestimento e Sanzioni (BDS). Le iniziative pro-israeliane e anti-arabe erano coordinate, e talvolta direttamente promosse, dagli ufficiali dell'ambasciata israeliana, e può dunque ritenersi che si trattasse in realtà di operazioni di intelligence.
Il fatto che molti gruppi ebrei statunitensi collaborino direttamente con l'ambasciata israeliana solleva due ordini di preoccupazione. In primo luogo, è ipso facto una violazione del Foreign Agents Registration Act (FARA), che prescrive l’obbligo della registrazione ed una completa trasparenza riguardo alle proprie fonti di reddito e alle interazioni con l'ambasciata estera. E in secondo luogo, poiché molti dei gruppi godono di esenzioni fiscali in quanto fondazioni di beneficenza o educative, tali esenzioni dovrebbero essere revocate alla luce della loro affiliazione estera. In realtà il Dipartimento del Tesoro sa tutto, e molto di più, da molti anni, ma non ha mai adottato alcuna misura contro i comportamenti ingannevoli dei gruppi filo-israeliani.
In Europa la "negazione dell'Olocausto", anche se limitata a diversità di vedute a proposito di taluni dettagli "fattuali" chiaramente falsificati, può anche farti finire in prigione in Germania e Francia, mentre criticare lo Stato di Israele è considerato una forma di antisemitismo, un crimine d'odio. I gruppi ebraici, infatti, hanno promosso una definizione ufficiale di antisemitismo "International Holocaust Remembrance Alliance" (IHRA), che comprende anche qualsiasi critica a Israele. Il Dipartimento di Stato degli Stati Uniti ha accettato tale definizione.
Sì, gli Stati Uniti hanno un ufficio dell'Inviato speciale per monitorare e combattere l'antisemitismo, ed è sempre diretto da un ebreo, così come lo è stato anche l'ufficio del Dipartimento di Giustizia, che continua ad occuparsi della ricerca di nazisti di 90 anni. D’altro canto il Partito Repubblicano, in particolare nella sua versione Trump, è così vicino ad Israele da potersi ragionevolmente considere come un ramo della lobby israeliana. E i Democratici non stanno molto meglio, anche se c'è stato un certo dissenso da parte dei progressisti, ragione per cui si è proceduto alla creazione di un gruppo di pressione sionista all'interno del partito, chiamato “la maggioranza democratica per Israele”. Esiste per difendere Israele da ogni e qualsiasi critica, difendendo allo stesso tempo i miliardi di dollari e altri benefici che lo Stato ebraico riceve ogni anno dal Tesoro e dal governo degli Stati Uniti.
Si potrebbe supporre che esista un'intera infrastruttura del governo federale dedicata alle questioni ebraiche e israeliane. Come si è sviluppata? Ebbene, naturalmente è stato il denaro a farla crescere. I politici statunitensi sono stati notoriamente sempre facilmente corruttibili, bastano un po' di soldi. Ma a nessuno è permesso far notare una simile ovvia verità, giacché il collegamento degli ebrei al denaro è considerato, dagli ebrei e dai media da essi controllati, come una sorta di "tropo antisemita".
Ora sembra che un cessate il fuoco sia più o meno in atto, ma la pulizia etnica di Israele - che ha preceduto il massacro ad alta tecnologia dei civili palestinesi presi deliberatamente di mira - è stata percepita dal mondo, inclusi molti Statunitensi, come particolarmente brutale. E quindi la propaganda sionista, più la macchina di condizionamento, hanno dovuto funzionare a tempo pieno. Gli uffici di Capitol Hill e la Casa Bianca sono stati senza dubbio sommersi da chiamate, e-mail e visite di elettori che cantavano tutti la stessa canzone che veniva ripetuta anche dal Presidente e dal Congresso. Questo è il ritornello: "Israele viene attaccato dai terroristi di Hamas e ha il diritto di difendersi!". Seguito talvolta da un secondo verso che dice "L'unica democrazia in Medio Oriente e la migliore amica e alleata degli USA".
Peccato che niente di tutto ciò sia vero, ma i media hanno anche fatto del loro meglio per sostenere la narrazione scrivendo che Hamas stava lanciando "sciami" di razzi contro Israele, facendo sembrare che un Israele assediato si stesse difendendo valorosamente dalle orde terroristiche. Ma i numeri reali raccontano una storia diversa con solo 12 Israeliani uccisi dall’inizio delle ostilità, contro ben 232 Palestinesi, tra cui 65 bambini. Anche considerevoli infrastrutture sono state deliberatamente prese di mira e distrutte a Gaza, contro danni limitati in Israele. La distruzione deliberata, poi, dell'edificio che ospita l'Associated Press (AP) e al-Jazeera è stata evidentemente un tentativo di eliminare qualsiasi osservatore mediatico indipendente sul terreno a Gaza, anche se, come era ampiamente prevedibile, AP non ha criticato lo Stato ebraico.
La lobby israeliana è, senza dubbio, esperta nel promuovere e commercializzare il suo prodotto. Attualmente è impegnata ad attaccare per il loro “antisemitismo” le celebrità e tutti gli altri che hanno espresso simpatia per i Palestinesi che venivano massacrati dagli Israeliani. I gruppi di pressione più potenti e più apertamente combattivi, come l'American Israel Political Action Committee (AIPAC), hanno sostenitori praticamente in ogni distretto del Congresso negli Stati Uniti, che possono essere impiegati per sommergere i deputati di telefonate e mail. Quindi l’intera fauna del Congresso riceve la chiamata e sa cosa significa. E nessuno vuole avere una lobby israeliana ostile sulle spalle, se si spera di essere rieletti. In qualche caso, le comunicazioni fanno chiaramente intendere che le donazioni per sostenere la campagna elettorale si accresceranno o saranno negate, a seconda quello che il deputato deciderà di fare o dire.
E poi ci sono le visite personali a Capitol Hill dei lobbisti israeliani. La porta è sempre aperta per l'uomo o la donna dell'AIPAC. A volte il membro del Congresso viene sollecitato ad apporre la propria firma su un documento che esprime delle valutazioni sul conflitto, un documento preparato con cura dalla Lobby, ovviamente. E il lavoro degli Israel Firsters raggiunge quasi sempre i risultati voluti. Lo testimonia, ad esempio, ciò che è accaduto riguardo all'assalto a Gaza, dove il Congresso e la Casa Bianca hanno cercato di superarsi a vicenda nel dichiarare quanto amano Israele, anche se non avevano alcuna necessità di dire o fare nulla, dal momento che il Primo Ministro Benjamin Netanyahu ha fatto comunque quello che voleva lui. Secondo quanto riferito, Biden avrebbe parlato con Netanyahu sei volte chiedendo a denti stretti di "allentare l'escalation" dei combattimenti, ma l'israeliano ogni volta ha insistito sul fatto che avrebbe continuato l'operazione "falciare l'erba" a Gaza, fino a quando "il suo obiettivo non sarebbe stato raggiunto".
L’influenza israeliana sul governo degli Stati Uniti è - e dovrebbe apparire agli occhi di tutti – sorprendente, e c’è da chiedersi perché il popolo statunitense la sopporti. Probabilmente perché non si rende conto di quanto sia invadente. Se qualcuno dubita ancora di quanto il potere ebraico sia una forza determinante negli Stati Uniti, basti solo guardare ai commenti del Congresso e della Casa Bianca su Gaza, commenti che hanno tradito i veri interessi degli Stati Uniti e che renderanno solo il mondo ancora più anti-USA grazie all'autorizzazione data dall'Amministrazione al massacro dei Palestinesi. L'ambasciatore delle Nazioni Unite di Washington ha posto il veto a tre risoluzioni del Consiglio di sicurezza che chiedevano un cessate il fuoco. Come sempre, gli USA sono stati l’unico paese a votare "no".
Diversi aspetti del ruolo degli Stati Uniti nei combattimenti dimostrano in particolare la capacità di Israele e della sua lobby interna di ottenere ciò che vogliono da Washington, anche quando l’allineamento dell'Amministrazione e del Congresso alle posizioni israeliane è assolutamente contro-producente, E’ vero, alla fine 138 membri del Congresso e 29 senatori hanno firmato una richiesta di cessate il fuoco, ma il testo era generico e del tutto decontestualizzato, il che significa che le raccomandazioni erano fondamentalmente inutili e assolutamente inefficaci.
Un approccio fortemente partigiano, in linea con molti dei commenti di altri portavoce del governo, è evidente in una lettera di Kevin McCarthy, il "leader repubblicano" (sic) al Congresso, che ha diffuso una dichiarazione che conferma la propria fedeltà a Israele. Diceva, tra l’altro:
“Gli attacchi missilistici in corso contro i civili israeliani mostrano perché l'America deve agire immediatamente per sostenere Israele, condannare Hamas e sanzionare coloro che finanziano il terrorismo. Invece di fare pressioni su Israele perché trovi un accordo con questo gruppo terroristico, i Democratici dovrebbero unirsi ai Repubblicani nel votare il taglio dei finanziamenti internazionali ai terroristi.
"Questo è il motivo per cui oggi, il deputato Brian Mast, un veterano dell'esercito statunitense che ha prestato servizio a fianco delle Forze di difesa israeliane (IDF), chiederà il voto sul Palestinian International Terrorism Support Prevention Act del 2021.
"Questo disegno di legge bipartisan, approvato alla Camera lo scorso Congresso, prevede sanzioni nei confronti di governi e individui stranieri che finanziano Hamas e la Jihad islamica palestinese, come l'Iran".
Per prima cosa: come è stato possibile che un veterano dell’esercito USA abbia potuto prestare servizio al fianco dell'esercito israeliano? E ora questo grande ammiratore di Israele siede negli scranni del Congresso? Un tempo, prestare servizio in un esercito straniero comportava la perdita della cittadinanza. Mast deve essersi distratto quando ha giurato di difendere la Costituzione degli Stati Uniti, e non Benjamin Netanyahu e la sua banda di teppisti e criminali di guerra. E perché McCarthy e Mast includono l'Iran nella loro arringa? Forse perché il sostegno di Teheran alla causa palestinese sarà il pretesto per la prossima guerra? E cosa stanno facendo McCarthy e Mast? Stanno promettendo qualcosa a un paese straniero coinvolto in un genocidio?
Piuttosto brutto, ma quello che è davvero spaventoso è il ruolo di Joe Biden "il pacificatore" nell’autorizzare in tutta fretta la fornitura agli Israeliani di missili guidati di precisione per un valore di 735 milioni di dollari, esattamente il tipo di arma usata attualmente da Israele per uccidere gli abitanti di Gaza. Ci si potrebbe chiedere: "Ma a che cosa stava pensando Joe?" Ma viene più spontaneo chiedersi: "Ma stava pensando? O esprimeva solo una lealtà istintiva nei confronti di Israele e del suo leader psicotico?" Non avrebbe dovuto fornire altre armi allo Stato ebraico, che peraltro non sembrava a corto di armi. Ma lo ha fatto.
Gli Stati Uniti già sopportano per un quinto il costo della “difesa” israeliana, e questo contributo extra, così come i fondi forniti ogni anno per pagare il funzionamento del sistema antimissile Iron Dome, si aggiungono a quel quinto. Se c'era qualche dubbio sul fatto che gli Stati Uniti contribuiscono al massacro dei Palestinesi da parte di Israele, esso è stato fugato dalla decisione assunta dal presidente, che ha consapevolmente fornito armi fabbricate dagli Stati Uniti perché Israele le utilizzasse per commettere crimini di guerra in violazione della Quarta Convenzione di Ginevra, della legge statunitense sull'esportazione e il controllo delle armi, e dell'accordo sulla fornitura di armi esistente tra gli Stati Uniti e Israele. Per non dire che si tratta di forniture di armi tattiche avanzate ad un paese che viola la legge Leahy, possedendo un arsenale nucleare non controllato, e non può quindi beneficiare di un qualsiasi tipo di assistenza militare da parte del governo degli Stati Uniti.
A dire il vero, alcuni al Congresso hanno presentato una risoluzione per fermare la "vendita" di armi (un eufemismo perché Israele non paga mai nulla). Alexandria Ocasio-Cortez e Rashida Tlaib hanno proposto di bloccare l'autorizzazione presidenziale, perché unilaterale e inadeguata nel momento in cui degli scontri sono effettivamente in corso. Ma è stato un gesto puramente simbolico, dal momento che la presidente della Camera, Nancy Pelosi, lascerà sicuramente morire in commissione il disegno di legge. Non raggiungerà mai l'aula per una votazione. Il senatore Bernie Sanders ha presentato una risoluzione simile al Senato, che probabilmente subirà la stessa sorte.
Tlaib ha affermato che “Gli Stati Uniti non possono continuare a dare ogni anno miliardi al governo di destra Netanyahu, per commettere crimini contro i Palestinesi. Atrocità come il bombardamento delle scuole non possono essere tollerate, tanto meno condotte con armi fornite dagli Stati Uniti. A leggere le dichiarazioni [dell'amministrazione Biden] difficilmente sapresti che i Palestinesi esistono. Nessun bambino, palestinese o israeliano, chiunque sia, dovrebbe mai preoccuparsi per una morte che può piovere dal cielo. Quanti dei miei colleghi sono disposti a dire la stessa cosa, a difendere i diritti umani dei Palestinesi come fanno per Israele? Quanti Palestinesi devono morire affinché le loro vite contino? "
Quindi è tutto lo stesso vecchio, lo stesso vecchio. Biden, che si vanta del fatto che i legami americani con Israele sono “indistruttibili”, ha accolto con favore il cessate il fuoco a Gaza, ma nella migliore delle ipotesi è una pausa in quella che è diventata una guerra intercomunitaria generazionale, basata sul progetto israeliano di eliminare i Palestinesi. E Biden sarà persino visto come colui che ha fornito le armi per realizzare questa pulizia etnica. Gli Statunitensi, che non hanno alcun interesse impellente ad essere coinvolt,i se non fosse per la pressione invincibile di una spietata lobby israeliana su questioni di politica estera relative al Medio Oriente, pagheranno il conto, mentre riarmano gli Israeliani e rendono possibile il prossimo round di omicidi. Alcuni credono che la marea dell'opinione pubblica si stia ribaltando contro Israele a causa della sua brutalità, ma ho i miei dubbi perché la lobby ha il controllo da tanto tempo, e sa esattamente quali pulsanti premere per ottenere ciò che vuole. La vera tragedia sta nella anarchia e corruzione della democrazia statunitense.
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