Bisogna dirlo: il sionismo è razzista ed è un pericolo per l'umanità
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La guerra in Medio Oriente, 20 aprile 2024 - Il sionismo minaccia la libertà politica negli Stati Uniti e l’ordine internazionale. C’è solo un modo per combattere questa ideologia. Bisogna spiegare la verità: il sionismo è razzista...
Mondoweiss, 20 aprile 2024 (trad.ossin)
Bisogna dirlo: il sionismo è razzista ed è un pericolo per l'umanità
Philip Weiss
Il sionismo minaccia la libertà politica negli Stati Uniti e l’ordine internazionale. C’è solo un modo per combattere questa ideologia. Bisogna spiegare la verità: il sionismo è razzista
Due eventi recenti ci trasmettono un quadro preciso del sionismo. Israele ha bombardato un consolato in un paese straniero – la Siria – uccidendo, tra gli altri, alti ufficiali militari iraniani, e i sostenitori di Israele negli Stati Uniti hanno costretto la cancellazione del discorso di commiato presso l’Università della California del Sud perché l’oratore si oppone al genocidio israeliano a Gaza.
Sono due iniziative del tutto coerenti. Sono espressione di un’ideologia massimalista che opera a livello globale per sostenere il regime israeliano. Questa ideologia, ovviamente, è il sionismo, la convinzione che gli ebrei abbiano bisogno di uno Stato per essere al sicuro. Oggi il sionismo minaccia la libertà politica negli Stati Uniti e l’ordine internazionale. Minaccia la tradizione politica del liberalismo negli Stati Uniti costringendo i politici democratici a pagare più bombe per promuovere un genocidio.
Il sionismo distrugge ogni cosa buona sul suo cammino.
Dopo 150 anni di lotta e di pratica, il sionismo ha oggi un unico obiettivo, l’assoggettamento senza fine dei Palestinesi che resistono alla loro persecuzione.
C’è solo un modo per combattere questa ideologia. Bisogna spiegare la verità: il sionismo è razzista. I suoi sostenitori devono essere denunciati, messi alle strette e screditati, in quanto fautori di un segregazionismo alla Jim Crow.
Ho sempre detto che in passato avrei potuto essere un sionista. Il sionismo era un’ideologia perfettamente comprensibile alla luce dell’oppressione europea degli ebrei. Gli ebrei lasciarono l’Europa come rifugiati, non come suprematisti. Se il sionismo si fosse preoccupato solo della sicurezza degli ebrei, oggi potrebbe essere un’ideologia tollerabile.
Ma fin dall’inizio i sionisti massimalisti hanno avuto la meglio. Volevano più terra e meno Palestinesi. Da almeno 75 anni questo è il credo sionista, e hanno ripetutamente utilizzato il terrorismo per raggiungere questo obiettivo.
- Negli anni ’20 il leader socialista Chaim Arlosoroff cercò di promuovere idee di coesistenza nazionale con i Palestinesi. Fu assassinato sulla spiaggia di Tel Aviv nel 1933 dalle milizie sioniste da cui provengono molti leader di Israele.
- Nel 1949 un diplomatico delle Nazioni Unite, Folke Bernadotte, che aveva salvato migliaia di ebrei dai nazisti durante la guerra, cercò di avanzare piani per mantenere Gerusalemme una città internazionale, come previsto dal piano di spartizione delle Nazioni Unite. Fu assassinato a Gerusalemme da una banda sionista da cui – ancora una volta – provengono alcuni dei più importanti leader di Israele.
- Negli anni ’90 un primo ministro laburista, Yitzhak Rabin, dichiarò che Israele avrebbe avuto la pace solo se avesse restituito la terra ai Palestinesi in modo da consentire loro di avere la sovranità. Rabin è stato assassinato da un uomo di destra che ancora oggi gode di un profondo sostegno politico.
Questi omicidi sono il risultato di un programma coerente: i leader israeliani ci hanno ripetutamente detto che non accetteranno uno Stato palestinese accanto allo Stato ebraico.
A causa della violazione del diritto internazionale da parte di Israele nei territori occupati e del varo di una legge nel 2018 che attribuisce maggiori diritti ai cittadini ebrei, i gruppi per i diritti umani in tutto il mondo hanno affermato che Israele è uno stato di apartheid.
I sionisti hanno lanciato l’accusa di antisemitismo contro i loro critici. Voi semplicemente odiate gli ebrei. (No, odiamo i segregazionisti.)
Israele ha usato una violenza schiacciante per reprimere la resistenza. Ha ripetutamente massacrato i Palestinesi e, a Gaza, negli ultimi sei mesi ha ucciso indiscriminatamente decine di migliaia di donne, bambini e operatori umanitari. Qualsiasi persona sensata capisce che questo assalto non farà altro che favorire una resistenza radicale.
Non sostengo la violenza contro i civili. È per questo che mi sono espresso apertamente contro gli attacchi di Hamas del 7 ottobre e contro la disumanizzazione che avviene da entrambe le parti in guerra.
Ma chiaramente il problema principale è il sionismo. È un’ideologia che tratta i Palestinesi come esseri inferiori, nella loro stessa terra. Ha portato il nazionalismo religioso in Medio Oriente e ha destabilizzato una regione molto prima dell’Isis. Attacca i villaggi per consolidare “la maggioranza ebraica”, e anche l’ala liberal inventa scuse per giustificare simili azioni. (“Mio padre... era un terrorista”, dice Jeremy Ben Ami di J Street – un’organizzazione che ha iniziato a opporsi agli insediamenti sionisti e che non è riuscita ad ottenere nulla in 15 anni.)
Oggi il sionismo sta minando la libertà statunitense. I sionisti e i suoi simpatizzanti nel governo statunitense hanno fatto la guerra in Iraq che ha distrutto le città arabe e anche l’immagine degli USA nel mondo. I simpatizzanti sionisti oggi giustificano un genocidio e negano la carestia a Gaza – e chiedono l’approvazione di Biden. La lobby sionista ha corrotto le nostre elezioni, cancellato sistematicamente la libertà di parola, distrutto la comunità ebraica statunitense e compromesso alcune delle migliori menti della mia generazione (compresi gli scrittori ebrei di cui ho osservato la tragica perdita).
C’è solo un modo per sconfiggere il sionismo. Deve essere incriminato e indicato come l’antitesi razzista di tutto ciò che l’esperimento statunitense ha realizzato. Il suo sostegno deve essere tormentato, intimidito e ridotto alla fame. Deve essere sconfitto negli Stati Uniti, al Congresso e all’Università della California del Sud. Vinceremo, perché dobbiamo.
L’autore è un giornalista ebreo statunitense
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