ProfileLe guerre dell'impero in declino, 30 dicembre 2022 - La sceneggiata del presidente ucraino Volodymyr Zelensky a Washington, la scorsa settimana, è stata forse la manifestazione più disgustosa della corruzione del nostro paese e dei suoi valori (nella foto, Zelensky a Capitol Hill)   

 

Unz Review, 27 dicembre 2022 (trad.ossin)

 

Nascondete l'argenteria, c’è Zelensky è in città!

Philiph Giraldi

 

A mio modesto parere, la comparsata del presidente ucraino Volodymyr Zelensky a Washington, la scorsa settimana, è stata forse la manifestazione più disgustosa della corruzione del nostro paese e dei suoi valori, da quando il presidente israeliano Benjamin Netanyahu è stato similmente invitato a parlare dinanzi ad un estasiato Congresso nel 2015

 

 

Il discorso di Volodymyr Zelensky a Capitol Hill, il 22 dicembre 2022

 

La visita "a sorpresa" era stata infatti organizzata nel corso di diversi mesi ed era una performance attentamente coreografata, destinata ad assicurare dividendi politici sia per la Casa Bianca e per il Partito Democratico al Congresso, che per Zelensky e i suoi sostenitori politici in patria. Si è incontrato privatamente con il presidente Joe Biden alla Casa Bianca, dove presumibilmente ha ottenuto quasi tutto quello che voleva, oltre ad un impegno di sostegno totale fino a quando "l'Ucraina non vincerà". Successivamente è stato invitato a parlare a una sessione congiunta del Congresso, un privilegio che sicuramente ha avuto bisogno di un non breve preavviso, con la presidente della Camera dei rappresentanti Nancy Pelosi che ha evidentemente invitato tutti i membri del Congresso a partecipare. La sessione è iniziata con una standing ovation di tre minuti da parte dei deputati e dei senatori riuniti.

 

Così questo inquietante piccolo truffatore ha avuto la possibilità di dire la sua in un collegamento video che ha raggiunto un pubblico globale. Che si trattasse di un mucchio di menzogne ​​per giustificare un rapido trasferimento di centinaia di miliardi di dollari dal contribuente statunitense in difficoltà a una nazione famosa solo per la sua reputazione di più corrotta d'Europa, non è stato particolarmente notato dal pubblico. Come è stato dall'inizio della guerra di Joe Biden, era inevitabile che i Democratici al Congresso si mettessero a saltellare e riempissero l'aula di applausi ogni volta che Zelensky apriva bocca per emettere un'altra sciocchezza. Ma, per loro vergogna, anche molti repubblicani si sono uniti alla celebrazione dello strano piccoletto Zelensky, la cui beatificazione è stata accolta con passione dai media nazionali per fare in modo che nessuno perdesse l'importanza dell'evento. Il New York Times ha raccontato la sua visita presentandolo come "un eroe nazionale e una superstar globale, avendo forgiato uno stile di leadership che fonde l'audacia personale con messaggi capaci di mobilitare il suo popolo in patria e i suoi alleati all'estero". In parte, quel messaggio includeva anche l’idea che la sua sia una lotta che contrappone "il bene al male".

 

Tuttavia, quei repubblicani che non hanno la testa incastrata tra le chiappe hanno boicottato l'evento, con solo 86 presenti su 213. Sembra che alcuni repubblicani siano contrari alla guerra in generale, mentre altri credono davvero che bisognerebbe fare dei controlli per vedere se i miliardi destinati all'Ucraina siano stati rubati o meno. I deputati Matt Gaetz e Lauren Boebert hanno partecipato, ma hanno giocato con i loro telefoni cellulari e non si sono alzati né hanno applaudito la commovente retorica proveniente da Zelensky, che stava sostanzialmente cercando molte nuove armi e molti più soldi, giustificando la loro erogazione non come "beneficenza" ma come "investimento", perché lui e l'Ucraina potrebbero lavorare per portare lo stato di diritto, la sicurezza globale, la democrazia e la libertà in tutto il mondo. In seguito, un commentatore particolarmente delirante si è entusiasmato declamando: “Oggi non può esserci un leader più convincente o efficace del mondo libero democratico del presidente ucraino Volodymyr Zelensky. Il destino lo ha chiamato a raggiungere un livello di coraggio e chiarezza che poche figure nella storia hanno mostrato".

 

Nel suo discorso, Zelensky ha chiaramente dimenticato di dire che ha eliminato la libertà di parola e di associazione nel suo stesso paese, quale parte del suo programma di guerra, vietando anche i partiti e i media di opposizione, e persino prendendo provvedimenti contro la Chiesa ortodossa russa. Ma la tweetosfera ha inevitabilmente ignorato questi problemi ed è esplosa invece per il presunto cattivo comportamento di alcuni repubblicani che non hanno sostenuto un leader così grande. Un certo Michael Beschloss (@BeschlossDC), che è lo storico presidenziale della rete televisiva NBC, ha twittato: "Per tutti i membri del Congresso che si sono rifiutati di applaudire Zelenskyy, dobbiamo sapere da loro esattamente perché". Il giornalista indipendente Glenn Greenwald (@ggreenwald) ha risposto sarcasticamente a Beschloss, “Trascinali davanti a un comitato e costringili a giurare fedeltà all'Ucraina e a Zelensky, altrimenti dovranno affrontare una lunga reclusione al 41 bis. Rifiutarsi di applaudire un leader straniero a comando è una forma di tradimento”.

 

E anche i politici erano inevitabilmente inclini a dichiarazioni roboanti. Il deputato Don Beyer, della Virginia, ha twittato: “Questa mancanza di rispetto è imbarazzante. Mette in imbarazzo te, i tuoi elettori, l’istituzione che rappresentiamo e il nostro paese. Un numero enorme di persone del paese governato dal presidente Zelensky è stato ucciso in una sanguinosa guerra che non aveva cercato. Dobbiamo essere in grado di discutere di politica estera senza deridere la sofferenza umana”.

 

Un altro democratico sfigato, il deputato Jake Auchincloss del Massachusetts, ha dichiarato guerra, affermando che “Siamo in una lotta globale tra democrazia e autocrazia. E l'Ucraina sta combattendo in prima linea in quella lotta. Il nostro sostegno all'Ucraina sta inviando un messaggio a Mosca, sta inviando un messaggio a Pechino. E sta inviando un messaggio ad altri regimi autoritari”. Evidentemente Auchincloss non è a conoscenza del fatto che è lo stesso governo degli Stati Uniti ad essere diventato il più autocratico/dispotico, giacché è ormai generalmente accettato che il presidente assuma extralegalmente i poteri per commettere crimini di guerra in luoghi come la Siria, l'Afghanistan e la Libia, e anche per torturare a morte persone in prigioni segrete.

 

Chiaramente, né Beyer né Auchincloss comprendono che negli Stati Uniti non si sta affatto svolgendo un "dibattito" di principio sulla politica estera, in gran parte dovuto alla capacità del loro partito e dei loro colleghi di gestire e controllare il processo attraverso il quale è possibile avviare un'operazione illegale/ guerra incostituzionale che potrebbe diventare nucleare senza alcun vero pronunciamento da parte del pubblico. Quando si è trattato di controllare la narrativa sull'Ucraina, l'amministrazione Biden, di solito inetta, ha scatenato la macchina di propaganda più efficace che si sia mai vista, superiore perfino alle numerose bugie di George W. Bush sull’Afghanistan/Iraq. È interessante notare che Beyer non ha nemmeno trovato irrispettoso, verso l’augusta istituzione cui si rivolgeva, il fatto che il piccolo macho Zelensky sfoggiasse una "uniforme di guerra" con felpa in stile combattimento e pantaloni cargo da fatica, che Tucker Carlson ha descritto come degni di un “gestore di strip club”.

 

Né Beyer sembra essersi offeso quando Pelosi e il vicepresidente Kamala Harris hanno dispiegato e sventolato un'enorme bandiera ucraina sul podio dell'oratore. E, sempre a proposito della performance di Zelensky, sarebbe interessante chiedersi: chi ha scritto il suo discorso? Non ha né l'esperienza né l'intelligenza necessarie per fare appello agli istinti più elementari del popolo statunitense, quindi ci si dovrebbe piuttosto aspettare che il pezzo sia stato scritto, ed egli sia stato addestrato, dai soliti neocon che lo hanno presumibilmente accompagnato sin dalla sua ascesa al potere.

 

Lo stupido e smidollato leader della minoranza al Senato Mitch McConnell ha compensato la mancanza di ardore mostrata da alcuni dei suoi colleghi dicendo, il giorno prima dell'arrivo di Zelenskyj, che armare Kiev per "sconfiggere" la Russia è in cima all'agenda della "maggior parte dei repubblicani". Ha spiegato che "Assicurarsi che il Dipartimento della Difesa possa far fronte alle principali minacce provenienti da Russia e Cina, fornendo assistenza agli ucraini per sconfiggere i russi, questa è la priorità numero uno degli Stati Uniti in questo momento, secondo la maggior parte dei repubblicani". Mitch definisce la sconfitta dei russi la priorità numero uno per gli Stati Uniti, non il confine meridionale aperto né l'economia che soffre di inflazione, penuria e recessione. E poi c'è il senatore lui/lei Lindsey Graham, che ha sostenuto una linea intransigente a oltranza, chiedendo "l'assassinio del presidente russo Vladimir Putin", un atto che sicuramente darebbe inizio alla terza guerra mondiale.

 

Sospetto piuttosto che la passione scatenata per l'ebreo Zelensky sia almeno in parte architettata dai soliti sospetti tra i gruppi ebraici politicamente potenti, lobbisti e personalità dei media, per i quali la critica all'Ucraina, che ha una grande popolazione ebraica, è considerata un reato capitale. I media ebraici negli Stati Uniti hanno salutato l'imminente notizia della visita di Zelenskyj, entusiasmandosi per la "sopravvivenza dell'Ucraina" sotto Zelenskyj, come una sorta di "miracolo di Hanukkah (1) dei giorni nostri".

 

Anche l'odio per la Russia (e ovviamente per l'Iran) è una condizione sine qua non per questi gruppi e questi media, ed essi distorceranno ogni argomento per sollecitare l'intervento militare degli Stati Uniti in entrambi questi paesi. Questo è esattamente ciò che fa lo stesso Zelensky quando chiede l'intervento della NATO anche se è stato lui a bombardare la vicina Polonia. Nella situazione attuale, non aspettarti che l’assolutamente “affidabile” New York Times si preoccupi di sfatare la ridicola affermazione secondo cui il regalo di centinaia di miliardi di dollari a Zelensky e alla sua banda di ladri risponda in qualche modo alle esigenze di sicurezza nazionale degli Stati Uniti. Nessuno minacciava gli Stati Uniti, e la guerra scoppiata a febbraio era chiaramente negoziabile su due grandi questioni: l'attuazione degli accordi di Minsk del 2014-5 sull'autonomia del Donbass e le richieste di neutralità per l'Ucraina, ovvero la non adesione alla NATO. Sono stati gli Stati Uniti a incoraggiare la brusca inclinazione dell'Ucraina verso l'Occidente e a rifiutarsi di negoziare seriamente con la Russia su questioni vitali per l'effettiva sicurezza di quel paese.

 

Quindi il pezzo di teatro kabuki di Zelensky, in gran parte progettato dalla Casa Bianca e da Nancy Pelosi, è riuscito a ottenere tutto ciò che gli ucraini volevano? Probabilmente no, poiché i sistemi missilistici offensivi che potrebbero essere utilizzati per colpire in profondità la Russia sono ancora in attesa, ma i soldi e altre armi sono ora in cantiere. E sicuramente ce ne saranno altri in arrivo, che includeranno sicuramente i "consiglieri" militari statunitensi sul campo. Non importa come andrà a finire, l'Ucraina è una tragedia scritta in grande e i compiaciuti sciocchi che siedono a Capitol Hill sono in gran parte da biasimare per non aver riconosciuto che gli interessi degli Stati Uniti non coincidono necessariamente con le aspirazioni di Volodymyr Zelensky e dei suoi compari. Forse tra due anni, quando l'intero castello di carte sarà crollato e gli statunitensi, indeboliti sul piano economico e politico, inizieranno a chiedersi cosa sia successo, sarà il momento di buttare via tutti questi fannulloni e sostituirli con persone che si preoccupino davvero di quello che succede a questo paese.

 

  1. Significa “inaugurazione”, è una festa ebraica che commemora la ripresa di Gerusalemme e la nuova consacrazione di un altare nel Secondo Tempio all'inizio del Rivolta dei Maccabei contro l' impero seleucide nel II secolo a.C.
 
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