Crisi Siriana
Perché Putin sta “permettendo” a Israele di bombardare la Siria?
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Crisi siriana, 11 febbraio 2019 - E' un articolo di un anno fa, ma contiene un'analisi sempre attuale sulle complicate relazioni tra la Russia e Israele, e aiuta a comprendere l'azione della Russia in Siria (nella foto, Putin e Netanyahu)
Saker Italia, 18 gennaio 2018
Perché Putin sta “permettendo” a Israele di bombardare la Siria?
The saker
Information Clearing House ha recentemente pubblicato un articolo di Darius Shahtahmasebi intitolato “Israele continua a bombardare la Siria e nessuno fa niente” [in inglese]. A seguito di questa pubblicazione ho ricevuto un’e-mail da un lettore che mi faceva la seguente domanda: “Putin sta permettendo a Israele di bombardare la Siria – perché? Sono confuso dalle azioni di Putin – Putin sostiene in segreto l’entità sionista? Apprezzerei una tua risposta in merito. Inoltre – ho sentito, ma non sono stato in grado di confermarlo, che gli immigrati ebrei russi nella Palestina occupata sono i tormentatori più ardenti dei palestinesi – ce ne vuole per superare gente come Netanyahu. Gradirei un commento”. Mentre nel suo articolo Darius Shahtahmasebi si chiede perché il mondo non stia facendo nulla per fermare gli israeliani (“Perché l’Iran, la Siria e/o Hezbollah in Libano non hanno risposto direttamente?”), Il mio lettore è più specifico e si chiede perché Putin (o la Russia), in particolare, non solo “sta permettendo” a Israele di bombardare la Siria, ma forse addirittura “sta sostenendo” l’Entità Sionista.
Spesso vedo questa domanda nelle mie e-mail e nei commenti, quindi oggi ho voluto affrontare questo problema.
In primo luogo, dobbiamo esaminare alcuni assunti critici impliciti in questa domanda. Questi assunti sono:
1) Che la Russia può fare qualcosa per fermare gli israeliani
2) Che la Russia dovrebbe (o è persino moralmente obbligata a) fare qualcosa.
Permettetemi di iniziare dicendo che sono categoricamente in disaccordo con entrambi questi assunti, in particolare il secondo. Esaminiamoli uno per uno.
Assunto # 1: la Russia può fermare gli attacchi israeliani contro la Siria
Come? Penso che l’elenco delle opzioni sia abbastanza ovvio qui. Le opzioni russe vanno dall’azione diplomatica (come proteste e condanne private o pubbliche, tentativi di ottenere una risoluzione del Consiglio di Sicurezza dell’ONU) al dirigere un’azione militare (abbattere gli aerei israeliani, intercettarli con un radar di ingaggio per cercare di spaventarli o, almeno, cercare di intercettare i missili israeliani).
Cercare di ragionare con gli israeliani o costringerli ad ascoltare le Nazioni Unite è stato tentato da molti paesi per decenni, e se c’è una cosa che è indubbia è che agli israeliani non importa niente di quello che qualcuno ha da dire. Quindi parlare con loro è solo uno spreco di ossigeno. E che dire del minacciarli? In realtà, penso che questo potrebbe funzionare, ma a quale rischio e prezzo?
Prima di tutto, anche se ho sempre detto che le forze di terra dell’IDF sono abbastanza pessime, questo non vale per le loro forze aeree. In realtà, il loro ruolino di marcia è abbastanza buono. Ora, se guardate dove sono le difese aeree russe, vedrete che sono tutte concentrate intorno a Khmeimim e Tartus. Sì, un S-400 ha una portata molto ampia, ma dipende da molte cose, tra cui la dimensione del bersaglio, la sua sezione radar, le sue capacità di guerra elettronica, la presenza di velivoli specializzati per la guerra elettronica, l’altitudine, ecc. Gli israeliani sono piloti abili molto avversi al rischio, quindi sono molto attenti a ciò che fanno. Infine, gli israeliani sono molto consapevoli di dove si trovano i russi e dove sono i missili. Penso che sarebbe abbastanza sicuro dire che gli israeliani si assicurano di mantenere una minima distanza di sicurezza tra loro e i russi, se non altro per evitare qualsiasi malinteso. Ma supponiamo che i russi abbiano avuto la possibilità di abbattere un aereo israeliano: quale sarebbe stata la probabile reazione israeliana ad un simile abbattimento? In questo articolo Darius Shahtahmasebi scrive: “Forse perché Israele ha più di 200 armi nucleari tutte “puntate sull’Iran” e c’è poco che l’Iran e i suoi alleati possono fare per affrontare una simile minaccia?” Non ce li vedo gli israeliani ad usare le armi nucleari sulle forze russe, tuttavia, ciò non significa in alcun modo che i russi, quando hanno a che fare con Israele, non dovrebbero considerare il fatto che Israele sia una potenza nucleare governato da megalomani razzisti. In termini pratici, questo significa: “la Russia (o qualsiasi altro paese) dovrebbe rischiare uno scontro militare con Israele per alcuni camion o un deposito di armi e munizioni distrutti”? Penso che la risposta ovvia sia chiaramente “no”.
Mentre questo è il tipo di calcoli che gli USA semplicemente ignorano (almeno ufficialmente – e da qui deriva tutto il tintinnare di sciabole contro la Corea del Nord), la Russia è governata da un uomo saggio e responsabile che non può fare dell’entrare in conflitto un’abitudine, e da qui deriva la decisione russa di non vendicarsi per l’abbattimento del Su-24 russo da parte dei turchi. Se i russi non hanno reagito contro i turchi che hanno abbattuto uno dei loro aerei, sicuramente non attaccheranno gli israeliani quando attaccano un obiettivo non russo!
Ci sono anche delle questioni di fatto da considerare: anche se alcuni sistemi di difesa aerea russi sono molto avanzati e potrebbero abbattere un numero x di velivoli israeliani, non sono affatto abbastanza numerosi da impedire a tutta l’aviazione israeliana di distruggerli. In effetti, sia Israele che il CENTCOM hanno semplicemente un così grande vantaggio numerico sul relativamente piccolo contingente russo che entrambi potrebbero annientare le difese russe, anche se subirebbero perdite nel processo.
Quindi sì, i russi probabilmente potrebbero fermare uno o alcuni attacchi israeliani, ma se gli israeliani decidessero di impegnarsi in un’intensa campagna aerea contro obiettivi in Siria non c’è nulla che i russi potrebbero fare, a meno di andare in guerra contro Israele. Quindi, anche in questo caso si applica pienamente un principio strategico molto basilare: mai iniziare un processo di escalation che non si può controllare né può vincere. In parole povere questo significa: se i russi sparano, perdono, e gli israeliani vincono. È davvero così semplice, ed entrambe le parti lo sanno (apparentemente lo stratega da poltrona no).
E ciò richiede uno sguardo critico al secondo assunto:
Assunto # 2: la Russia ha il dovere morale di fermare gli attacchi israeliani contro la Siria
Questo è quello che più mi sconcerta. Perché qualcuno pensa che la Russia debba a chiunque in qualsiasi parte del pianeta un qualsiasi tipo di protezione?! Per cominciare, quand’è stata l’ultima volta che qualcuno è venuto in aiuto della Russia? Non ricordo nessuno in Medio Oriente che abbia offerto il suo sostegno alla Russia in Cecenia, in Georgia o, se è per questo, in Ucraina! Quanti paesi del Medio Oriente hanno riconosciuto l’Ossezia del Sud o l’Abcasia (e fate paragoni con il caso del Kosovo!)? Dov’era l’“aiuto” o l’“amicizia” musulmana o araba verso la Russia quando vennero imposte le sanzioni e il prezzo del petrolio calò? Ricordatemi: in che modo esattamente gli “amici” della Russia hanno espresso il loro sostegno alla Russia riguardo, ad esempio, il Donbass o la Crimea?
Qualcuno può spiegarmi perché la Russia ha un obbligo morale nei confronti della Siria o dell’Iran o di Hezbollah quando nessun singolo paese musulmano o arabo ha fatto qualcosa per aiutare il governo siriano a combattere contro i takfiri? Dov’è la Lega Araba!? Dov’è l’Organizzazione della Cooperazione Islamica?!
La Russia non ha fatto in Siria più di tutti i paesi della Lega Araba e dell’OIC messi insieme?!
Da dove prendono gli arabi e i musulmani del Medio Oriente questo senso di diritto che dice loro che un paese lontano che lotta con molti problemi politici, economici e militari propri deve fare qualcosa di più degli immediati vicini della Siria?!
Putin è il Presidente della Russia ed è prima di tutto responsabile nei confronti del popolo russo, a cui deve spiegare ogni vittima russa e ogni rischio che corre. Mi sembra che abbia assolutamente ragione quando agisce prima di tutto in difesa delle persone che lo hanno eletto e di nessun altro.
A proposito, Putin è stato molto chiaro sul motivo per cui stava ordinando un (molto limitato) intervento militare russo in Siria: per proteggere gli interessi nazionali russi, ad esempio uccidendo pazzi takfiri in Siria per non doverli combattere poi nel Caucaso e nel resto della Russia. In nessun momento e in nessun modo un funzionario russo ha fatto riferimento a nessun tipo di obbligo della Russia nei confronti della Siria o di qualsiasi altro paese della regione. Certo, la Russia è stata al fianco del Presidente Assad, ma ciò non è dovuto a nessun obbligo verso di lui o il suo paese, ma perché i russi hanno sempre insistito sul fatto che egli era il legittimo Presidente della Siria e che solo il popolo siriano aveva il diritto di sostituirlo (o farlo rimanere). E, naturalmente, è nell’interesse nazionale russo dimostrare che, a differenza degli Stati Uniti, la Russia difende i suoi alleati. Ma niente di tutto ciò significa che la Russia è ora responsabile della protezione della sovranità dello spazio aereo o del territorio siriano.
Per quanto mi riguarda, l’unico paese che ha fatto ancor più della Russia per la Siria è l’Iran e, invece di essere riconoscenti, i paesi arabi “ringraziano” gli iraniani cospirando contro di loro con gli Stati Uniti e Israele. Hassan Nasrallah è assolutamente perfetto quando definisce tutti questi paesi traditori e collaboratori dell’Impero Anglo-Sionista.
C’è qualcosa di profondamente immorale e ipocrita in questa costante lamentela secondo la quale la Russia dovrebbe fare di più, quando in realtà la Russia e l’Iran sono gli unici due paesi a fare qualcosa di significativo (oltre a Hezbollah, ovviamente!).
Ora permettetemi di rispondere ad alcune domande tipiche:
Domanda # 1: ma Siria, Iran ed Hezbollah non sono alleati russi?
Sì e no. Oggettivamente – sì. Formalmente – no. Ciò significa che mentre queste tre entità hanno alcuni obiettivi comuni, sono anche indipendenti e hanno tutti degli obiettivi non condivisi dagli altri. Inoltre, non hanno un trattato di mutua difesa ed è per questo che né la Siria, né l’Iran né Hezbollah si sono vendicati contro la Turchia quando i turchi hanno abbattuto il Su-24 russo. Anche se alcuni potrebbero non essere d’accordo, direi che questa assenza di un trattato formale di difesa reciproca è una cosa molto buona, se non altro perché impedisce alle forze russe o iraniane in Siria di diventare forze “ad innesco” che, se attaccate, necessiterebbero una risposta immediata. In una situazione altamente pericolosa ed esplosiva come il Medio Oriente, il tipo di flessibilità offerta dall’assenza di alleanze formali rappresenta un grande vantaggio per tutte le parti coinvolte.
Domanda # 2: ciò significa che la Russia non sta facendo nulla o addirittura sostiene Israele?
Ovviamente no! In effetti, Netanyahu si è anche recato a Mosca per fare ogni genere di minacce ed è tornato a casa senza niente (le fonti russe hanno persino riferito che gli israeliani hanno finito per urlare alle loro controparti russe). Riaffermiamo qui qualcosa che dovrebbe essere ovvio per tutti: l’intervento russo in Siria è stato un assoluto, totale e categorico disastro per Israele (lo spiego in dettaglio in questo articolo [in inglese]). Se i russi avessero un qualsiasi tipo di preoccupazione per gli interessi israeliani, non sarebbero mai intervenuti in Siria in primo luogo! Tuttavia, il rifiuto di lasciare che Israele dettasse le politiche russe nel Medio Oriente (o altrove) non significa affatto che la Russia possa semplicemente ignorare il vero potere degli israeliani, non solo a causa delle loro armi nucleari, ma anche a causa del loro controllo de facto sul governo degli Stati Uniti.
Domanda # 3: quindi cosa sta realmente accadendo tra Russia e Israele?
Come ho spiegato altrove, il rapporto tra Russia e Israele è molto complesso e ricco di stratificazioni, e niente tra questi due paesi è davvero nero o bianco. Per prima cosa, c’è una potente lobby filoisraeliana in Russia che Putin ha scalfito per molti anni, ma solo a passi molto piccoli e graduali. La chiave per Putin è fare ciò che deve essere fatto per far avanzare gli interessi russi, ma senza innescare una crisi politica interna o esterna. Questo è il motivo per cui i russi stanno facendo certe cose, ma piuttosto in silenzio.
In primo luogo, stanno risanando le vecchie difese aeree siriane non solo con aggiornamenti software, ma anche con equipaggiamenti più recenti. Ovviamente stanno anche addestrando i soldati siriani. Ciò non significa che i siriani potrebbero chiudere i loro cieli agli aerei israeliani, ma che gradualmente i rischi di un attacco alla Siria aumentano di mese in mese. Primo, non lo noteremmo, ma sono fiducioso che un’attenta analisi dei tipi di obiettivi che gli israeliani colpiranno diminuirà sempre di più di valore, il che significa che i siriani diverranno sempre più capaci di difendere i loro beni più importanti.
In secondo luogo, è abbastanza ovvio che Russia, Iran e Hezbollah stiano lavorando in sinergia. Ad esempio, i russi e i siriani hanno integrato le loro difese aeree, il che significa che ora i siriani possono “vedere” molto più lontano di quanto i loro stessi radar potrebbero consentire loro. Inoltre, considerate il numero di missili da crociera statunitensi che non sono mai arrivati alla base aerea siriana che Trump voleva bombardare: è ormai più o meno ammesso che questo è stato il risultato delle contromisure elettroniche russe.
Infine, i russi stanno chiaramente “coprendo” politicamente Hezbollah e Iran, rifiutandosi di considerarli dei paria, cosa che Israele e gli Stati Uniti gli hanno sempre chiesto. Questo è il motivo per cui l’Iran viene trattato come un giocatore chiave dal processo di pace sponsorizzato dalla Russia, mentre gli Stati Uniti e Israele non sono stati nemmeno invitati.
Quindi la verità è semplice: i russi non si oppongono direttamente agli israeliani, ma ciò che faranno rafforzerà in silenzio l’Iran ed Hezbollah, il che non solo è molto più sicuro, ma anche molto più efficace.
Conclusione
Viviamo in una società in rovina e disfunzionale, che dopo decenni di dominio statunitense confonde la guerra e l’aggressività con la forza, che accetta implicitamente la nozione che un “grande paese” è un paese che entra in una specie di violenta furia su base regolare e che ricorre sempre alla forza militare per vendicarsi contro qualsiasi attacco. Ritengo che i leader russi e iraniani siano molto più sofisticati di così. A proposito, lo stesso vale per la leadership di Hezbollah. Ricordate quando gli israeliani (con l’ovvia complicità di alcuni membri del regime siriano, tra l’altro) hanno assassinato Imad Mugniyah? Hezbollah ha promesso di vendicarsi, ma finora, quasi un decennio dopo, non lo ha fatto (o, almeno, non ufficialmente). Alcuni diranno che le minacce di Hezbollah erano parole a vuoto – sono totalmente in disaccordo. Quando Hassan Nasrallah promette qualcosa, puoi star certo che lo farà. Ma i leader di Hezbollah sono abbastanza sofisticati da vendicarsi quando è il momento giusto e alle loro condizioni. E pensate agli iraniani, che fin dalla rivoluzione Islamica del 1979 sono stati nel mirino di Stati Uniti e Israele e non hanno mai dato a nessuno di loro il pretesto per attaccare.
Quando sei molto più potente del tuo avversario, puoi essere stupido e rispondere con la forza bruta. Almeno per il breve e medio termine. Alla fine, come vediamo oggi con gli Stati Uniti, questo tipo di stupidità aggressiva ti si ritorce contro e finisce per essere controproducente. Ma quando sei più piccolo, più debole o anche solo ancora in fase di recupero del tuo potenziale, devi agire con molta più cautela e raffinatezza. Questo è il motivo per cui tutti gli oppositori dell’Impero Anglo-Sionista (inclusi Hezbollah, Siria, Iran, Russia, Cina, Cuba, Venezuela) fanno il possibile per evitare di usare la forza contro gli Anglo-Sionisti, anche quando se lo sarebbero ampiamente meritato. L’unica eccezione a questa regola è Kim Jong-un, che ha scelto una politica di minacce iperinflazionate che, sebbene forse efficace (sembra aver messo nel sacco Trump, almeno finora) è anche molto pericolosa, e nessuno dei paesi della Resistenza desidera averne parte.
Russi, Iraniani ed Hezbollah sono tutti “adulti e vaccinati” (in termini politici), Assad sta imparando molto velocemente, e tutti comprendono che hanno a che fare con una “scimmia con una bomba a mano” (questo vale sia per Israele che per i leader statunitensi) che combina una personalità sgradevole, un temperamento volatile, un cervello primitivo e una bomba a mano abbastanza grande da uccidere tutti i presenti nella stanza. Il loro compito è quello di rendere inoffensiva quella scimmia senza che la inneschi. Nel caso degli attacchi israeliani alla Siria, la principale responsabilità di rispondere in qualche modo cadrebbe sul bersaglio degli attacchi (di solito Hezbollah) o sulla nazione la cui sovranità è stata violata (Siria). Ed entrambi potrebbero, in teoria, eseguire delle rappresaglie (usando missili tattici per esempio). Eppure hanno scelto di non farlo, e questo è l’approccio saggio e corretto. Per quanto riguarda i russi, questi semplicemente e chiaramente non sono affari loro.
Prima aggiunta:
Un’altra cosa. Non prendete abbagli – la propensione israeliana (e statunitense!) ad usare la forza come sostituto della diplomazia è un segno di debolezza, non di forza. Inoltre, precisamente, il loro uso della forza, o la minaccia dell’uso della forza, è il risultato della loro incompetenza diplomatica. Mentre per una mente poco sofisticata l’uso sistematico della forza potrebbe apparire come espressione di potere, la storia dimostra che la forza bruta può essere sconfitta quando viene sfidata non direttamente, ma con altri mezzi. Questo è, per necessità, un processo lento, molto più lento di una “vittoria rapida” (per lo più interamente teorica), ma comunque ineluttabile. In termini puramente teorici, l’uso della forza può avere approssimativamente uno dei seguenti risultati: sconfitta, stallo, vittoria costosa e vittoria relativamente indolore. Quest’ultimo è estremamente raro e l’uso della forza risulta soprattutto in uno degli altri risultati. A volte l’uso della forza è davvero l’unica soluzione, ma sostengo che il leader politico saggio ricorrerà ad esso solo quando tutte le altre opzioni avranno fallito e quando saranno in gioco interessi vitali. In tutte le altre situazioni una “cattiva pace è preferibile ad una buona guerra”.
Seconda aggiunta:
Contrariamente alle allucinazioni dei neoconservatori, la Russia non è assolutamente una “URSS risorta” e Putin non ha alcun desiderio di ricostruire l’Unione Sovietica. Inoltre, in Russia non esiste un gruppo di riferimento significativo per simili piani “imperiali” (beh, ci sono sempre alcuni pazzi ovunque, ma in Russia sono, grazie a Dio, una piccola minoranza impotente). Inoltre, la nuova Russia non è sicuramente “anti-USA” nel senso che cerca di contrastare ogni mossa imperiale o egemonica degli Stati Uniti. Questo potrebbe essere ovvio per molti, ma ricevo così tante domande sul perché la Russia non stia facendo di più per contrastare gli Stati Uniti in Africa, America Latina o Asia che ritengo che sia, ahimè, ancora importante ricordare a tutti un principio fondamentale del diritto internazionale e del buon senso: i problemi nel paese X sono di competenza del paese X. La Russia non ottiene più vantaggi degli Stati Uniti nel “risolvere” i problemi del paese X. Inoltre, i problemi del paese X sono di solito trattati meglio dai vicini immediati del paese X, non da superpotenze messianiche megalomani che sentono che dovrebbero “proiettare la potenza” perché sono in qualche modo “indispensabili” o perché “il destino manifesto” ha posto su di loro la “responsabilità” di “guidare” il mondo. Tutta questa terminologia è solo l’espressione di una mentalità imperiale patologica e delirante che è costata alla Russia e all’Unione Sovietica un prezzo assolutamente orribile in termini di denaro, energia, risorse e sangue (ad esempio, l’intervento sovietico in Afghanistan era giustificato con il “dovere internazionalista” dell’Unione Sovietica e del popolo di aiutare una “nazione fraterna”). Mentre questo tipo di assurdità è ancora al 100% la normalità nei poveri vecchi Stati Uniti, viene assolutamente respinto nella Russia moderna. Nonostante tutta la credibilità personale di Putin tra il popolo russo, neanche lui avrebbe potuto farcela se avesse tentato di intervenire militarmente, senza parlare del vigilare su tutto il pianeta, a meno che non fossero minacciati interessi russi assolutamente vitali (la Crimea è stato un caso molto raro). Alcuni lo deploreranno, personalmente gli do il benvenuto, ma la verità è che “i russi *non* stanno arrivando”.