Crisi siriana, agosto 2013 - Ho notato che, quando Obama comincia a parlare con la voce della ragione, come in questo caso, vuol dire che in realtà parte a tutta velocità nella direzione opposta. Più passa il tempo a spiegare fino a qual punto un attacco contro la Siria sarebbe ingiusto, illegale, stupido e immorale, più potete essere sicuri che è precisamente quello che si appresta a fare (nella foto, il presidente Obama)








Le Grand Soir, 28 agosto 2013 (trad. ossin)



La schizofrenia di Barack Obama

Mentire sulla Siria, e le menzogne dei bugiardi che mentono a
 
proposito di questa bugia


David Swanson (*)



Sulla prima pagina del Los Angeles Times il seguente titolo: “Gli Stati Uniti si preparano all’eventualità di attacchi di rappresaglia contro la Siria”, nonostante che la Siria non abbia attaccato, né gli Stati Uniti, né alcuno dei territori da essi occupati, o alcuna delle sue forze imperiali, e non abbia alcuna intenzione di farlo.


Come dice l’articolo:


“Il Presidente non ha preso alcuna decisione, ma la questione è stata affrontata ai massimi livelli, mentre nello stesso tempo il Pentagono riconosce di avere allertato le forze armate nella regione”.


Vi prego di scusarmi, ma chi, in questo “ordinario bordello”, ha preso la decisione? Il comandante in capo ha solo voce in capitolo? Il suo compito è forse quello di fare discorsi per spiegare fino a che punto attaccare la Siria costituirebbe un errore terribile, avere riunioni con gli ufficiali di grado più elevato, che ne escono per preparare attacchi contro la Siria, e poi passare alla storia per avere fatto il contrario di quello che pensa?


Minacciare di attaccare la Siria, e mettere la flotta in allerta, sono atti di grande portata, immorali oltre che illegali. Il Presidente può dichiarare quanto vuole che la decisione di premere il bottone non è la sua, egli non può pretendere di avere così poca influenza sui preparativi in corso. O piuttosto non potrebbe farlo, se i giornali facessero il loro mestiere.


(Illegali completamente. Leggete la Carta delle Nazioni Unite: Nelle relazioni internazionali, tutti i Membri si asterranno dal ricorrere alle minacce o alla forza, per colpire l’integrità territoriale o l’indipendenza politica di un qualsiasi Stato, così come ad ogni altra iniziativa in contrasto con gli Obiettivi perseguiti dalle Nazioni Unite”)


Il sedicente Ministro della Difesa ha dichiarato: “E’ responsabilità del Ministero della Difesa di proporre al Presidente diverse opzioni, perché si possa fare fronte a ogni eventualità”, ma vi è una sola di queste eventualità che concerna la difesa degli Stati Uniti? Una sola di esse che miri a concludere una pace? Visto che è così, non è totalmente errato parlare di “tutte” le “eventualità” ?


Infatti Chuck Hagel detiene tale responsabilità solo perché Obama gli ha prescritto di sottoporgli non “tutte” le opzioni, ma solo quelle militari.


I ribelli siriani sanno che, qualsiasi cosa decidano gli Stati Uniti, essi hanno  comunque delle buone speranze di ottenere armi se simuleranno l’utilizzazione di armi chimiche contro di loro, mentre vi sono forti probabilità che si ignori la loro esistenza, come quelli del Bahrein (Ba-cosa?), se decideranno di adottare una strategia di resistenza non violenta.


Secondo il Los Angeles Times, “Obama ha telefonato anche a David Cameron, il Primo Ministro inglese, per discutere degli avvenimenti siriani. Entrambi sono ‘d’accordo’ nella loro opposizione all’utilizzazione di armi chimiche, secondo il comunicato diffuso dalla Casa Bianca dopo la comunicazione telefonica”. Sì… ma non al fosforo bianco, o ancora al napalm. Queste ultime sono armi chimiche gentili, d’altronde il governo è contro le cattive armi chimiche, dunque il vostro quotidiano non vi ha raccontato alcuna menzogna.


Che cosa ha dichiarato Obama alla CNN giovedì scorso?


“Si è accordata troppa importanza all’idea che gli Stati Uniti potrebbero risolvere, in un modo o nell’altro, all’interno stesso della Siria, un problema  complesso, motivato dal settarismo”.


Davvero?


Chris Cuomo (il figlio di Mario), giornalista della CNN, si pronuncia a favore della guerra:
“Più si aspetta, più si rischia di avere dei morti. Non è così, signor Presidente?”


Obama ha replicato che continua nella verifica delle ultime stronzate sulle armi chimiche. Cuomo ha respinto l’obiezione:


“Ci sono prove solide che le abbiano già utilizzate, anche se per il passato”.


Obama non ha risposto a questa bugia, affidandosi a una stupida retorica.


Cuomo, forse perché la sua sete di carne siriana morta non era molto popolare, si è affidato a un ordinario John McCainismo. Ha dichiarato che il senatore McCain pensa che gli Stati Uniti perderebbero la loro “credibilità” se la Siria non sarà attaccata.
(E se il governo degli Stati Uniti dovesse improvvisamente dichiarare di non essere una istituzione che ha per obiettivo il massacro, cosa sarebbe allora della sua credibilità?)


Obama non si è scoraggiato e ha cominciato a propendere contro quello che si apprestava a fare: “Qualche volta succede che la gente esiga una azione immediata, parte in quarta, poi le cose si mettono male e ci troviamo impantanati in situazioni delicate, cosa che ha per conseguenza di trascinarci in interventi costosi, sia economicamente che umanamente, che provocano solo un maggiore risentimento nella regione”.


Cuomo si è messo a piagnucolare, ma lei aveva promesso che l’utilizzazione di armi chimiche avrebbe significato superare la Linea Rossa!


Obama ha replicato che bisogna rispettare la legislazione internazionale (Per i non iniziati: effettivamente la legislazione internazionale vieta che si attacchino i governi di altre nazioni per rovesciarli – anche quello libico). D’altronde, così come ha sottolineato Obama, l’opzione militare non è l’unica possibile.


Ah bene ?!


Ho notato che, quando Obama comincia a parlare con la voce della ragione, come in questo caso, vuol dire che in realtà parte a tutta velocità nella direzione opposta. Più passa il tempo a spiegare fino a qual punto un attacco contro la Siria sarebbe ingiusto, illegale, stupido e immorale, più potete essere sicuri che è precisamente quello che si appresta a fare.


Come già in altra occasione ho pubblicato, ecco le 10 ragioni principali per non attaccare la Siria, perfino nel caso in cui le ultime menzogne in ordine di tempo sull’utilizzazione di armi chimiche fossero delle verità.


1. Un simile pretesto non rende una guerra legale. Non la si trova né nel patto Kellogg-Briand, né nella Carta delle Nazioni Unite, nemmeno nella Costituzione delle Nazioni Unite. Figura al contrario nella propaganda di guerra degli Stati Uniti, annata 2002. (Chi dice che il nostro governo non fa propaganda per il riciclaggio?)


2. Gli Stati Uniti possiedono, e usano essi stessi, delle armi che la legislazione internazionale condanna, soprattutto il fosforo bianco, le bombe a frammentazione, e l’uranio impoverito. Voi potete elogiare queste pratiche, non pensarci, o unirvi a me nel condannarle, poco importa, ciò che è certo è che esse non possono servire da giustificazione, legale o morale, a una nazione straniera per bombardarci, o per bombardare qualsiasi altra nazione dove l’esercito degli Stati Uniti effettui delle operazioni. Uccidere delle persone, per evitare che vengano uccise da un cattivo tipo di armi, una simile politica può essere solo frutto di malattia mentale. Chiamatela disturbo da stress pre-traumatico.


3. Se la guerra si intensificasse in Siria, potrebbe estendersi all’intera regione, addirittura a tutto il mondo, e le sue conseguenze sfuggirebbero a ogni controllo, La Siria, il Libano, l’Iran, la Russia, la Cina, gli Stati Uniti, gli Stati del Golfo, gli Stati della NATO… assomiglia al tipo di conflitto che auspichiamo? A un conflitto che lascerebbe dei superstiti? Perché diavolo correre un simile rischio?


4. Una semplice “zona di esclusione aerea” non si realizzerà se non a costo del bombardamento di settori urbani e dunque, inevitabilmente, di un gran numero di morti. E’ quanto accaduto in Libia, e noi abbiamo voltato lo sguardo. Ma in Siria questo accadrebbe su scala molto più vasta, tenuto conto di dove si trovano i siti da bombardare. Una “zona di esclusione aerea” non si realizza con gli annunci, ma con le bombe.


5. In Siria, entrambi gli antagonisti utilizzano armi spaventose, commettono atrocità spaventose. Io sono certo che, anche quelli che pensano che si debba uccidere la gente per evitare che venga uccisa da altre armi, sono capaci di capire quanto sia insensato armare i due antagonisti perché siano in grado di difendersi l’uno dall’altro. Di conseguenza, perché non sembra altrettanto stupido armare uno dei contendenti di un conflitto nel corso del quale gli avversari hanno commesso atrocità simili?


6. Se gli Stati Uniti appoggeranno l’opposizione siriana, saranno loro imputati i crimini di questa opposizione.  In Asia occidentale la maggior parte delle persone odia AlQaida, come gli altri terroristi. Finiranno con l’odiare anche gli Stati Uniti e il loro droni, i loro missili, le loro basi, i loro bombardamenti aerei notturni, le loro menzogne, la loro ipocrisia. Immaginate il livello di odio che si raggiungerà, quando gli Stati Uniti avranno fatto comunella con AlQaida per rovesciare il governo siriano, prima di rimpiazzarlo con un altro infermo di tipo iracheno.


7. Di solito, quando un governo straniero sostiene l’arrivo al potere di una ribellione impopolare, quest’ultima non prende la forma di un governo stabile. Effettivamente non vi è alcun esempio di una guerra umanitaria statunitense dalla quale l’umanità abbia tratto vantaggi, o di una politica di costruzione di una nazione che abbia davvero costruito una nazione. Perché dunque la Siria, che sembra ancor meno promettente della maggior parte degli obiettivi potenziali, dovrebbe costituire l’eccezione che conferma la regola?


8. Questa opposizione non ha interesse alla costruzione della democrazia, e anche ricevere ordini dagli Stati Uniti non le interessa. Al contrario, con simili alleati c’è ogni ragione di attendersi un ritorno di fiamma. Così come avremmo già dovuto trarre insegnamento dalle nostre bugie sulle armi, così da molto tempo il nostro governo avrebbe dovuto imparare la lezione impartitagli dal fatto di armare il nemico del nemico.


9. Le precedenti azioni degli Stati Uniti al di fuori di ogni ambito legale, che si sia trattato di fare una guerra per procura o di attaccare direttamente, costituiscono precedenti pericolosi per il mondo, ma anche per Washington, per la quale l’Iran è il prossimo nome sulla lista.


10.  A dispetto degli sforzi prodigati dai media fino a oggi, una confortante maggioranza di statunitensi si oppone alla fornitura di armi ai ribelli, così come all’entrata in guerra pura e semplice. Al contrario, una maggioranza di essi, di tutte le tendenze politiche, è favorevole alla fornitura di aiuti umanitari.


Insomma, non è aggravando la situazione del popolo siriano che lo aiuteremo.


Ma – sapete che c’è? – le prove sembrano indicare, assai chiaramente, che le ultime dichiarazioni sull’uso di armi chimiche sono dei bidoni come i precedenti.


Chi avrebbe potuto immaginarlo?




(*) David Swanson è un attivista da lungo tempo, che lavora per la pace e la giustizia. E’ autore di “War is a lie”       


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