ProfileLa guerra in Medio Oriente, 16 febbraio 2024 - Tel Aviv vuole smantellare l'UNRWA, non solo per privare i rifugiati palestinesi dell’assistenza salvavita, ma soprattutto per sradicare completamente l’idea che un giorno potranno tornare nelle terre da cui sono stati espulsi...    

 

The Cradle, 15 febbraio 2024 (trad.ossin)

 

 

 

 

 

Perché la guerra di Israele contro l'UNRWA è tanto infame

 

William Van Wagenen

 

L’obiettivo di Tel Aviv di smantellare l’agenzia delle Nazioni Unite in nome della sicurezza è una mossa strategica volta, non solo a privare i rifugiati palestinesi dell’assistenza salvavita, ma soprattutto a sradicare completamente l’idea che un giorno potranno tornare nelle terre da cui sono stati espulsi

 

 

 

 

L’Agenzia delle Nazioni Unite per il soccorso e l’occupazione dei rifugiati palestinesi nel Vicino Oriente (UNRWA) sta affrontando la più grave crisi esistenziale dei suoi 74 anni di storia, poiché i tagli ai finanziamenti da parte di diversi paesi occidentali si aggiungono alle atrocità in corso perpetrate da Israele a Gaza.

 

L’agenzia delle Nazioni Unite è unica in quanto è l’unica agenzia che si occupa di un gruppo specifico di rifugiati in aree specifiche ed è l’unica organizzazione umanitaria che gestisce un sistema educativo a pieno titolo. L’UNRWA è anche l’unica organizzazione abilitata a lavorare a Gaza e distribuire aiuti ai due milioni di persone attualmente intrappolate e affamate nell’enclave assediata.

 

Per rendere impossibile questi obiettivi, l’occupante vuole smatellarla.

 

L’UNRWA deve essere distrutta

 

A gennaio, Israele ha affermato che componenti palestinesi dello staff dell'UNRWA avevano partecipato all'operazione Al-Aqsa Flood del 7 ottobre, portando gli Stati Uniti e altre 18 nazioni a sospendere rapidamente i finanziamenti all'organizzazione.

 

Le sospensioni sono state accolte con shock, poiché l'UNRWA svolge un ruolo chiave nel fornire cibo e medicine agli abitanti di Gaza affamati che lottano per sopravvivere all'assedio e al bombardamento israeliano dell'enclave costiera.

 

Tuttavia, le accuse di Israele non si basano su alcuna prova. Fanno invece parte di un piano riservato preparato in anticipo dal ministero degli Esteri israeliano per distruggere l'UNRWA. Ritiene che l'UNRWA “agisca contro gli interessi di Israele” perpetuando il sogno del diritto al ritorno dei profughi palestinesi e l'idea della lotta armata contro l'occupazione.

 

Il piano del Ministero degli Esteri, trapelato sul Canale 12 israeliano il 28 dicembre, prevedeva un processo in tre fasi per eliminare l'UNRWA a Gaza, utilizzando l'operazione di resistenza guidata da Hamas come pretesto:

 

In primo luogo, preparare un caso relativo alla presunta cooperazione dell'UNRWA con Hamas; in secondo luogo, ridurre la sfera di competenze dell'UNRWA e individuare fornitori sostitutivi dei servizi; e terzo, trasferire le responsabilità dell'UNRWA a un'altra entità.

 

Channel 12 ha osservato che Israele vuole muoversi con prudenza, dato che il governo statunitense considera l'UNRWA cruciale per gli sforzi umanitari a Gaza. Il Ministero degli Esteri sta cercando di portare avanti gradualmente l’obiettivo dell’estromissione dell’organizzazione, come parte delle discussioni sul “giorno dopo” la guerra – nel caso in cui Hamas venisse smantellata.

 

Una sequenza di eventi

 

Secondo un articolo del New York Times, la “sequenza di eventi” che ha portato gli Stati Uniti a sospendere i finanziamenti dell’UNRWA è iniziata il 18 gennaio, quando Amir Weissbrod, vicedirettore generale del Ministero degli Esteri israeliano, ha incontrato Philippe Lazzarini, capo del UNRWA a Tel Aviv.

 

Weissbrod ha mostrato a Lazzarini un dossier dell'intelligence israeliana in cui si affermava che 12 dipendenti dell'UNRWA avevano partecipato agli attacchi del 7 ottobre.

 

Dopo l'incontro in Israele, Lazzarini non si è preoccupato di verificare la fondatezza di quelle affermazioni. È volato invece a New York per incontrare il segretario generale delle Nazioni Unite Antonio Guterres, provvedendo immediatamente a licenziare i dipendenti, ha detto un funzionario delle Nazioni Unite.

 

Il Guardian ha riferito che successivamente a Lazzarini è stato chiesto in una conferenza stampa se avesse verificato se esistessero prove a sostegno delle accuse presentategli da Weissbrod.

 

«No», ha risposto Lazzarini, «le indagini cominciano adesso».

 

Lazzarini ha affermato di aver preso una “decisione eccezionale e rapida” a causa della “natura esplosiva delle affermazioni”, piuttosto che per la verificata fondatezza delle accuse.

 

Lazzarini ha detto di non aver letto nemmeno lui il dossier perché era in ebraico. Era Weissbrod che “lo leggeva e lo traduceva per me”, ha detto.

 

Come facevano gli Stati Uniti a saperlo?

 

Lo stesso rapporto del New York Times rileva che l'UNRWA ha informato i funzionari statunitensi delle accuse il 24 gennaio. Solo due giorni dopo, il segretario di Stato americano Antony Blinken ha annunciato la sospensione dei finanziamenti all’UNRWA.

 

Incredibilmente, il Dipartimento di Stato ha fatto l’annuncio in concomitanza con il diffondersi di notizie secondo cui Gaza era sull’orlo della carestia e nonostante riconoscesse che “l’UNRWA svolge un ruolo fondamentale nel fornire assistenza salvavita ai Palestinesi, compresi cibo essenziale, medicine e rifugi”.

 

Come Lazzarini, Blinken ha preso la decisione senza chiedere alcuna prova a Israele, ma basandosi esclusivamente sulla natura apparentemente seria delle accuse. Blinken ha giustificato la sua decisione di sospendere gli aiuti ai Palestinesi affamati dicendo : “Non abbiamo avuto la possibilità di svolgere indagini indipendenti [sulle accuse]. Ma sono altamente, altamente credibili”.

 

In uno sforzo apparentemente coordinato, altri paesi – tra cui Germania, Gran Bretagna e Australia – hanno seguito rapidamente l’esempio. Persino il ministro degli Esteri australiano Penny Wong ha ammesso di aver sospeso gli aiuti senza prima ricevere alcuna prova da Israele e senza nemmeno chiedere a Lazzarini di condividere eventuali prove in suo possesso.

 

La crisi dei finanziamenti si è aggravata a tal punto che Juliette Touma, direttrice delle comunicazioni dell’UNRWA, ha affermato che dopo “decenni di lavoro insieme”, in “poco più di 24 ore, nove dei nostri donatori hanno sospeso i finanziamenti all’UNRWA”.

 

Un altro dossier losco

 

Mentre crescevano le critiche alla sospensione degli aiuti, i funzionari del ministero degli Esteri israeliano hanno distribuito un dossier a diverse testate giornalistiche straniere.

 

Ma dopo averlo esaminato, sia il Financial Times che Channel 4 del Regno Unito hanno detto che non conteneva “nessuna prova”.

 

L’ex capo dell’UNRWA Chris Gunness lo ha paragonato al “dossier losco” utilizzato da Tony Blair per portare la Gran Bretagna nella guerra in Iraq.

 

“Non ci sono prove concrete. Ci sono accuse”, ha concluso Gunness.

 

Lior Haiat, portavoce del ministero degli Esteri israeliano, ha cercato di giustificare il suo rifiuto di fornire prove concrete affermando che "la natura stessa delle accuse rende impossibile per Israele condividere tutte le prove in suo possesso con l'UNRWA".

 

“Pensano che possiamo fornire loro informazioni di intelligence, sapendo che alcuni dei loro dipendenti lavorano per Hamas? Ma ti pare?" ha detto.

 

Ma il propagandista e portavoce israeliano Eylon Levy non ha voluto dire se Israele avesse fornito prove anche ai governi degli Stati Uniti e del Regno Unito. "Non sono personalmente a conoscenza di quale materiale possa essere stato trasmesso dalle nostre agenzie di intelligence", ha dichiarato a Channel 4 quando gli è stata chiesto la prova delle affermazioni.

 

Collegamenti con Hamas?

 

Il ministero degli Esteri israeliano ha continuato ad attuare il piano in tre fasi trapelato per distruggere l'UNRWA avanzando ulteriori accuse di cooperazione dell'UNRWA con Hamas.

 

Il 29 gennaio, il Wall Street Journal (WSJ) ha riportato affermazioni dell'intelligence israeliana, secondo cui “1.200 dei circa 12.000 dipendenti dell'UNRWA a Gaza hanno legami con Hamas o con la Jihad islamica palestinese, e circa la metà hanno parenti stretti che appartengono a gruppi militanti islamici. "

 

Inoltre l'articolo non forniva alcuna prova, citando solo l'intelligence israeliana, ed è stato scritto da Carrie Keller-Lynn, una statunitense che si è offerta volontaria per l'esercito israeliano e ha un rapporto personale con un portavoce dell'esercito israeliano.

 

Anche se fossero vere, le accuse non hanno senso. Hamas è il partito al governo a Gaza, il che rende evidente che molti dipendenti dell’UNRWA siano solidali o legati da rapporti familiari con il movimento di resistenza.

 

Allo stesso modo, non sorprenderebbe se un dipendente di una ONG o di un gruppo umanitario israeliano fosse solidale con l’esercito israeliano o avesse familiari nel partito al governo Likud.

 

Come ha notato Haaretz, i dipendenti dell’UNRWA in Cisgiordania e in altri paesi in cui opera l’organizzazione sono solitamente più vicini alle fazioni palestinesi dominanti in quell’area.

 

"Non abbiamo potuto verificarlo"

 

Il piano del Ministero degli Esteri israeliano di dipingere l'UNRWA come collegata ad Hamas è poi proseguito con nuove e bizzarre accuse secondo cui Hamas aveva collocato un enorme data center direttamente sotto il quartier generale dell'UNRWA a Gaza.

 

Il Times of Israel ha affermato che il data center è stato “costruito esattamente nel punto in cui Israele non avrebbe pensato di andare a guardare, e tanto meno di farne il bersaglio di un attacco aereo”.

 

Ma Israele bombarda le scuole dell’UNRWA e altre strutture delle Nazioni Unite da decenni, anche quando un gran numero di civili vi si rifugiano. Nessun leader di Hamas immaginerebbe che questo gli fornirebbe alcuna protezione.

 

Ma come ha dimostrato l'analista dell'OSINT Michael Kobs, il presunto data center mostrato dall'esercito israeliano ai giornalisti stranieri non si trovava sotto il quartier generale dell'UNRWA.

 

Kobs nota inoltre che quando la giornalista di Tageschau Sophie van der Tann è stata portata attraverso un tunnel per vedere il presunto data center, ha dichiarato: "Non abbiamo potuto verificare" che fosse sotto il quartier generale dell'UNRWA.

 

Cancellazione del diritto al ritorno

 

Ma perché Israele è determinato a distruggere l’UNRWA?

 

Uno dei motivi è il continuo tentativo di Israele di affamare lentamente i 2,3 milioni di abitanti di Gaza.

 

All’inizio della guerra, il 7 ottobre, è noto che il ministro della Difesa Yoav Gallant abbia ordinato un “assedio completo” di Gaza, dicendo: “Non ci sarà elettricità, né cibo, né carburante, tutto sarà chiuso”. La campagna di fine gennaio per sospendere i finanziamenti dell’UNRWA è arrivata in un momento in cui la “carestia” era già “dietro l’angolo” a Gaza, secondo il capo dei soccorsi d’emergenza delle Nazioni Unite Martin Griffiths. I funzionari israeliani sapevano che sospendere i finanziamenti all’UNRWA in quel momento non avrebbe fatto altro che avvicinare la carestia. Un ufficiale militare israeliano ha riconosciuto al WSJ il 13 febbraio che “Senza l’UNRWA, non ci sono aiuti umanitari a Gaza”.

 

Ma c’è un’altra ragione per cui Israele vuole distruggere l’UNRWA, già da prima che iniziasse la guerra attuale.

 

L’analista politico e ricercatore palestinese Hanin Abou Salem ha spiegato che Israele vuole smantellare l’UNRWA perché questa agenzia trasmette lo status di rifugiato di generazione in generazione, e dunque mantiene vivo il diritto al ritorno dei rifugiati palestinesi e “garantisce che le loro speranze di tornare nella loro terra ancestrale non muoiano”, con la morte dei rifugiati originari del 1948”.

 

Se l’UNRWA verrà smantellata e sostituita dall’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati (UNHCR), come Israele spera, ciò garantirà che i Palestinesi possano essere reinsediati solo in paesi terzi e non possano mai tornare nelle case e nelle terre da cui Israele ha espulso con la forza i loro nonni durante la Nakba.

 

Nel 2017, Israele ha lanciato una campagna di propaganda contro l’UNRWA ed è riuscito a convincere l’amministrazione Trump a tagliare circa 300 milioni di dollari di finanziamenti all’organizzazione l’anno successivo, per poi ripristinare 235 milioni di dollari da parte dell’amministrazione Biden nel 2021.

 

Distruggere un'idea

 

Ma con l’inizio della guerra il 7 ottobre, Israele sente di avere una seconda possibilità, non solo per distruggere il diritto al ritorno, ma anche “l’idea” della lotta armata per realizzarlo.

 

Noga Arbell, ricercatrice del Forum di destra Kohelet, ha recentemente spiegato che l’UNRWA deve essere “annientata” perché è la “fonte dell’idea”.

 

“Fa nascere sempre più terroristi in tutti i modi. L’UNRWA deve essere annientata immediatamente – adesso – altrimenti Israele perderà la finestra di opportunità”.

 

L'UNRWA presumibilmente "fa nascere terroristi" attraverso le sue 706 scuole, dove circa 543.075 bambini rifugiati palestinesi ricevono un'istruzione di base gratuita.

 

A Gaza, l’UNRWA utilizza i libri di testo dell’Autorità Palestinese (AP) e li integra con i propri materiali. Israele è da tempo infastidito dal fatto che questi libri di testo includano lezioni sulla vita di uno dei simboli più famosi della resistenza armata palestinese, una giovane donna di 18 anni e rifugiata palestinese nata in Libano, Dalal al-Mughrabi.

 

Nel 1978, Mughrabi guidò un gruppo di guerriglieri palestinesi del partito Fatah del presidente dell'OLP Yasser Arafat per effettuare un'operazione in Israele.

 

Secondo la versione israeliana degli eventi, Mughrabi "ha condotto uno degli attacchi suicidi più sanguinosi nella storia di Israele", dirottando un autobus e prendendo in ostaggio i passeggeri sull'autostrada tra Haifa e Tel Aviv. Durante l’operazione l’autobus esplose e “38 israeliani furono uccisi, tra cui 13 bambini”.

 

Israele sostiene quindi che l’UNRWA insegna “l’omicidio di massa” utilizzando libri dell’Autorità Palestinese che incoraggiano tutti a essere come Mughrabi.

 

Tuttavia, i Palestinesi sostengono che siano state le forze israeliane ad avere ucciso gli ostaggi.

 

Puoi uccidere un rivoluzionario, ma non la rivoluzione

 

Secondo un articolo del Guardian del 2008, Mughrabi e i guerriglieri palestinesi intendevano attaccare il Ministero della Difesa a Tel Aviv e dirottare due autobus che trasportavano civili sulla strada costiera vicino ad Haifa. Lungo la strada, si sono impegnati in un intenso scontro a fuoco di 15 ore con le forze israeliane.

 

I Palestinesi sostengono che l'autobus sia esploso, uccidendo i guerriglieri e gli ostaggi, dopo essere stato colpito dall'alto da elicotteri israeliani o da commando d'élite israeliani, in un possibile primo esempio di applicazione della Direttiva Annibale.

 

Le forze israeliane hanno attuato la Direttiva Annibale il 7 ottobre, uccidendo un gran numero di civili – e bruciandone vivi molti – utilizzando elicotteri d’attacco, carri armati e droni, e poi hanno incolpato Hamas di tutte queste morti.

 

Anche se Israele riuscisse a mettere in atto il suo piano per distruggere l’UNRWA, facendo morire di fame e bombardando decine di migliaia di persone a Gaza, non sarà in grado di cancellare lo spirito di Dalal al-Mughrabi e delle migliaia di martiri come lei che si sono sacrificati per la libertà dei Palestinesi.

 

Entro 24 ore soltanto dalla divulgazione delle accuse infondate contro l’UNRWA, gli Stati Uniti, il Regno Unito e altre 14 nazioni hanno sospeso i finanziamenti all’organizzazione che il Wall Street Journal  ha descritto come “il pilastro principale delle operazioni per fornire aiuti alimentari, medicine e altri servizi umanitari a Gaza”. .”

 

La repentinità di questi tagli è stata particolarmente sconcertante alla luce dell’incombente minaccia di carestia, come evidenziato da Griffiths, che ha avvertito che Gaza era sull’orlo di una catastrofe umanitaria.

 

Queste misure drastiche sono state provocate da accuse basate su un losco dossier di sei pagine, probabilmente parte di un piano meticolosamente elaborato e orchestrato dal ministero degli Esteri israeliano, volto a smantellare le infrastrutture umanitarie ed educative al servizio dei Palestinesi sfollati interni.

 

Questo sforzo concertato per indebolire l’UNRWA non è altro che una strategia calcolata per esercitare il controllo sulla narrativa che circonda i rifugiati palestinesi e per rimodellare ancora una volta la demografia in Palestina.

 

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