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Onorevole George W. Bush Presidente degli Stati Uniti Washington, D.C.


Signor Presidente,
ci rivolgiamo a voi per appoggiare il nuovo coraggioso corso che avete tracciato per la strategia di sicurezza nazionale ameri¬cana. La vostra amministrazione ha dimostrato una leadership eccezionale nel riconoscere le nuove minacce e cogliere nuove opportunità per creare un duraturo "equilibrio di potere per promuovere la libertà". Eppure persiste un enorme rischio: la continua carenza di risorse militari. Il fatto è questo: l'attuale livello di spesa per la difesa nel nostro paese è insufficiente a soddisfare le esigenze della Dottrina -Bush.
Il potere dell'America è cruciale per la costruzione del nuovo mondo che avete immaginato. La vittoria sui talebani in Afghanistan è stato un primo passo essenziale verso la sta¬bilità di quel paese caotico e verso la distruzione della rete terroristica di al-Qaeda. La comunità internazionale e un'im¬ponente coalizione militare sono adesso pronte a porre fine alla minaccia del regime di Saddam Hussein in Iraq.
Ciononostante, un gran numero di minacce in altri paesi mette in discussione la nostra capacità di difendere adeguatamente, adesso e in futuro, i nostri interessi e i nostri principi in tutto il mondo. Destituire Saddam non è che il primo passo ver¬so la costruzione di un governo decente in Iraq e verso l'imple¬mentazione della vostra visione strategica. Altri "stati canaglia" continuano a rappresentare un grave problema. In realtà, ci tro¬viamo attualmente di fronte allo scenario delle due guerre: pro¬prio mentre stiamo dispiegando le nostre forze per la guerra contro l'Iraq, la Corea del Nord ha violato l'accordo di cessare lo sviluppo di armi nucleari e minaccia la guerra se non verrà accon¬tentata. Il terzo membro dell'"Asse del Male", l'Iran, ha anch'es¬so intensificato il suo programma nucleare.
Nel frattempo, come avevate predetto, la guerra al terrori¬smo verrà "combattuta su diversi fronti contro un nemico particolarmente elusivo per un lungo periodo di tempo". Ab¬biamo privato al-Qaeda del suo santuario in Afghanistan e ci stiamo preparando a espandere la nostra presenza da Kabul alle province confinanti. Ma la guerra sta anche spingendo le truppe statunitensi oltre confine in Pakistan, e ci siamo anche impegnati a una presenza di lungo periodo in Asia centrale. E gli attacchi a Bali, intesi in parte per colpire gli americani, e nelle Filippine, dove abbiamo truppe che assistono e fornisco-no consulenza all'esercito filippino, dimostrano che questa guerra si è allargata anche all'Asia sudorientale.
In Asia orientale la Cina, come dice la vostra amministra¬zione, si sta "dotando di un potenziale militare avanzato che può minacciare i suoi vicini", i nostri alleati democratici, e far deragliare la propria modernizzazione politica ed economica interna. Visto quanto sono già impegnate le truppe statuni¬tensi, dobbiamo seriamente domandarci se saremo in grado di rispondere adeguatamente a una crisi con la Corea o a uno scontro improvviso nello Stretto di Taiwan. E, nel caso lo di¬menticassimo, le truppe americane continuano a mantenerela pace nei Balcani e nel Sinai, e sorvegliano innumerevoli al¬tri punti caldi del pianeta.
Per riassumere, c'è un divario sempre più pericoloso tra i nostri obiettivi strategici e le nostre risorse militari, e la Dottrina -Bush non può essere efficacemente applicata in assenza di una grande forza militare.
Secondo ogni possibile criterio di valutazione, l'attuale spe¬sa militare è inadeguata al mantenimento di un apparato mili¬tare con responsabilità globali. Dieci anni fa l'onere della difesa americana era pari al 4,8 percento del Pii. Sebbene il declino della spesa militare sia stato arrestato, non lo abbiamo fatto abbastanza presto da compensare questo decennio di trascura¬tezza. Nonostante il modesto aumento programmato per il prossimo anno, la spesa del Pentagono rimarrà pari circa al 3,4 percento del Pil; e secondo le stime dell'Ufficio Bilancio del Congresso quella percentuale diminuirà a circa il 3 percento entro il 2007.
Finanziamenti inadeguati comportano una forza militare inadeguata. L'attuale apparato militare è semplicemente troppo esiguo per le missioni che deve portare a termine. Una forza militare ridotta in servizio attivo significa fare sempre più affidamento sui riservisti, non solo in tempi di guerra ma per far fronte alle esigenze di presenza quotidia¬na. Gli insufficienti programmi di modernizzazione hanno anche rallentato la normale e necessaria sostituzione di aerei, navi ed equipaggiamenti; anzi, per far fronte al "vuoto degli approvvigionamenti" del decennio passato, nel prossi¬mo decennio sarà necessario spendere altre decine di miliar¬di di dollari in più rispetto a quanto attualmente preventivato. Infine, spese insufficienti nella ricerca hanno ostacolato lo sviluppo di un sistema di difesa missilistica e stanno ral¬lentando la trasformazione delle nostre forze convenzionali e l'utilizzo di nuove tecnologie.
Per ricostruire, trasformare e dotare di nuovo personale le nostre forze militari in modo appropriato alle sue molte mis¬sioni e responsabilità, la spesa militare dovrà essere aumenta¬ta di almeno altri 70-100 miliardi di dollari, portandola al 3,8-4 percento del Pil nel 2007. Meno di un nichelino [moneta da 5 cents] per dollaro è un prezzo molto basso da pagare per la sicurezza americana nel ventunesimo secolo.

Vi esortiamo, Signor Presidente, a porre tra le vostre prio¬rità legislative e di bilancio quella di aumentare nei prossimi anni la spesa per la difesa fino ai livelli indicati, per essere si-curi di poter affrontare le sfide alla sicurezza che ci si pre-sentano.

Sinceramente,


William Kristol
Gary Bauer
Max Boot
Frank Carlucci
Eliot Cohen
Midge Decter
Thomas Donnelly
Frank Gaffney
Daniel Goure
Bruce P. Jackson
Donald Kagan
Robert Kagan
Lewis E. Lehrman
Tod Lindberg
Rich Lowry
Daniel McKivergan
Joshua Muravchik
Danielle Pletka
Norman Podhoretz
Stephen P. Rosen
Gary Schmitt
Randy Scheunemann
William Schneider, Jr.
Richard Shultz
Henry Sokolski
Chris Williams
R. James Woolsey