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ProfileAnalisi, 12 febbraio 2019 - La macelleria israeliana a Gaza ha goduto dell’appoggio quasi unanime del popolo israeliano, che ha perfino organizzato dei «posti di osservazione» per godersi lo spettacolo del massacro dei civili palestinesi (nella foto, Sergei Bodrov come "Danila Bagrov" nel film Brother-2)  

 

The saker, 25 gennaio 2019 (trad.ossin)
 
Russia, Israele e i valori della «civiltà occidentale», dov’è la verità?
The saker
 
Tanto per cominciare, che cos’è questa ossessione di voler riportare nazioni intere all’ «età della pietra»?
 
Sergej Bodrov nella parte di “Danila Bagrov” nel film Brother 2
 
Articolo assai interessante pubblicato oggi su Russia Today : «L’ex capo dell’ IDF [Esercito israeliano], attualmente candidato al posto di Primo Ministro, si vanta in una pubblicità elettorale del numero di morti [che ha provocato] nel corso del bombardamento e di avere riportato Gaza all’età della pietra» (abbiate la compiacenza di leggere il testo integrale – è breve e molto istruttivo.
 
Quando l’ho letto, ho avuto un flash-back di un diplomatico statunitense – davvero brillante, per quanto diabolico - James Baker, che aveva promesso al Primo Ministro iracheno Tarik Aziz – che l’Impero ha tenuto in prigione fino alla sua morte nonostante l’età (79 anni); la depressione di cui soffriva, il suo diabete; le sue malattie cardiache e le sue ulcere – che «avrebbe riportato il suo paese all’età della pietra».
 
Certo, Benny Gantz (nella foto a destra) è il caso tipico dell’Israeliano Sionazista, con tutto quel che la cosa comporta, ma non si può dire altrettanto di James Baker, uno dei diplomatici più preparati e più brillanti che gli Stati Uniti abbiano mai avuto. Allora che cos’è questa storia di riportare all’età della pietra quelli che osano sfidare l’Impero anglo-sionista? E’ una coincidenza? Sta a voi dirmelo!
 
Io non lo penso.
 
La macelleria israeliana a Gaza ha goduto dell’appoggio quasi unanime del popolo israeliano, che ha perfino organizzato dei «posti di osservazione» per godersi lo spettacolo del massacro dei civili palestinesi – la grande maggioranza delle persone assassinate dagli Israeliani a Gaza. Cosa non troppo diversa dal modo in cui gli Statunitensi – e i loro vassalli europei – hanno organizzato dei «posti di osservazione» nei loro televisori per godersi il massacro dei civili iracheni – la grande maggioranza della popolazione che Stati Uniti e loro vassalli hanno assassinato in Iraq. La differenza sta solo nel numero: a Gaza, gli Israeliani hanno assassinato solo qualcosa come 1 500 Palestinesi, mentre gli Stati Uniti possono vantarsi di avere massacrato più di un milione di Iracheni.
 
Ancora non siete convinti?
 
Allora che mi dite della promessa di Mister MAGA [Trump] di «devastare» la Corea del Nord? o, meglio ancora, di fare in modo che l’Iran «SUBISCA CONSEGUENZE PEGGIORI DI QUELLE CHE POCHE PERSONE NEL CORSO DELLA STORIA HANNO FINO AD ORA SUBITO». [Tutto in maiuscolo nell’originale].
 
Ora, se si trattasse del cortile di una scuola o, per esempio, di un raduno di motociclisti in Harley-Davidson, direi che questo è solo il tipo di chiacchiere vuote di maschi insicuri che tentano di compensare i loro complessi affermando goffamente la loro virilità con minacce macho ruggenti.
 
Dopo tutto, nel mondo reale, Stati Uniti e Israele sono stati sempre sonoramente strigliati tutte le volte che hanno affrontato un nemico che non fosse completamente privo di difese – il migliore esempio è ovviamente la «vittoria divina» di Hezbollah contro Israele, e di fatto anche contro gli Stati Uniti che avevano promesso un «nuovo Medio Oriente» proprio prima dell’attacco israeliano del 2006.
 
Ma il nostro pianeta non è un cortile di scuola e migliaia, addirittura milioni di persone sono morte a causa di questa mentalità. E un presidente che si esprime con tweet degni di un adolescente di 13 anni è francamente terrificante – o almeno dovrebbe esserlo.
 
Ora, non sorprende che la stampa occidentale Sionazista: 1) attribuisca tutte le colpe ai Palestinesi e ai loro sostenitori; 2) distolga pudicamente lo sguardo da simili affermazioni e dai massacri; 3) torni a incolpare la Russia di tutto quanto è immaginabile (e perfino inimmaginabile).
 
I più interessanti sono tutti i sedicenti antisionisti che accusano la Russia di non aver fatto abbastanza per proteggere la Siria l’Iran o […completate voi ]. Io ho già sufficientemente demistificato la logica e gli argomenti erronei di queste persone nel mio articolo «Perché Putin sta permettendo a Israele di bombardare la Siria»? Non mi ripeterò quindi in questa sede e supporrò che il lettore mi abbia già letto.
 
E però, dopo gli ultimi attacchi aerei israeliani alla Siria – che riproducono anche lo schema che ho predetto qui – ricevo di nuove mail terrorizzate su Putin/Russia «che tradiscono/abbandonano» la Siria o sugli S-300/Pantsirs che «non funzionano», Putin è un «agente sionista», ecc. Sospiri, occhi levati al cielo…
 
Nota a margine
Da un lato queste sciocchezze rivelano un livello di analfabetismo incredibile negli affari militari. Perché? Perché tutti questi attacchi israeliani contro posizioni (ritenute) filo iraniane o anche iraniane sono stati modesti, anche se fastidiosi, delle punture di insetti, soprattutto a paragone delle perdite del tutto reali subite dalle forze iraniane e filo iraniane in combattimento (combattimenti veri – non combattimenti hollywoodiani, come quelli in cui gli Israeliani e i loro vassalli statunitensi si sono per lo più esibiti nel corso degli ultimi decenni). Il solo fatto che ognuna di queste punzecchiature susciti ore di esultanza tra gli Israeliani (e tra i filo Israeliani) non significa che abbiano qualche effetto dissuasivo verso l’Iran e i suoi alleati. La verità è che l’Iran e i suoi alleati sono dislocati un po’ dappertutto in Siria (sono venuti per lo più dopo che gli anglosionisti hanno deciso di scatenare una rivoluzione contro Assad – un “bravo” al genio anglosionista!) e che non se ne vanno.
 
In Russia, questo tipo di azione, che è in realtà una tattica di manipolazione politica, viene chiamata «перевести стрелки» o, semplificando, «fare diversione», o semplicemente «offuscare» – ripeto ancora, per un’analisi dettagliata, di consultare il mio articolo «Perché Putin sta permettendo a Israele di bombardare la Siria». Torniamo dunque al nostro tema: Israele e l’appoggio totale che il sedicente Occidente gli garantisce da decenni.
 
A proposito, la Russia è anche colpevole a mio avviso di avere trascurato la sorte dei Palestinesi – io ho manifestato chiaramente il mio disappunto a proposito delle posizioni della Russia nel mio articolo «Tutto dipende dai vostri valori». E sì, esiste assai certamente una potente lobbie filo israeliana anche in Russia, e anche, ahimè, nella Casa Bianca russa e anche al Cremlino. Ma la differenza tra la posizione della Russia sulla questione di Israele e della sua politica assassina e quella dell’Occidente non potrebbe essere comunque più grande. In poche parole:
 
La Russia condanna Israele quando agisce in violazione del diritto internazionale e delle norme di un comportamento civile. La Russia offre il suo appoggio politico e militare a paesi dell’Asse della Resistenza come la Siria.
L’Occidente sostiene Israele qualsiasi cosa faccia, lo finanzia e lo arma fino ai denti, e sostiene ciecamente la sua politica genocida.
 
Soprattutto, i Russi non dicono mai che Israele difende i «valori russi» o che è «l’unica democrazia del Medio Oriente». Quindi, se la Russia non assume, con mio immenso rammarico e vergogna, una posizione davvero fondata sui principi come fa l’Iran, non approfitta però ossequiosamente di tutte le occasioni per testimoniare il suo amore totale e incondizionato per Israele e per tutto quello che Israele fa.
 
Qui la differenza non è solo quantitativa, ma anche qualitativa o, se preferite, è una differenza quantitativa che alla fine porta ad una differenza qualitativa. In fondo c’è differenza tra il preoccuparsi soprattutto del proprio interesse personale e il prostituirsi. Non vi pare?
 
Confondere o occultare simili differenze cruciali e profonde è una forma maligna di inganno.
 
Lecito chiedersi a questo punto «ma allora quali sono i valori russi»?
 
Quali sono quindi i problemi con la Santa Russia?!
 
E’ certo che attualmente la Russia è ancora alla ricerca di se stessa. E’ un progetto, un bersaglio mobile, una nazione che cerca ancora disperatamente di recuperare la sua piena e vera sovranità e (infine!) di sbarazzarsi di una potente Quinta colonna in seno alle sue élite dirigenti e ricche, che vogliono solo guadagnare di più scimmiottando l’Occidente. Eppure, anche questa nazione un po’ confusa che cerca le sue vere radici e la sua identità – cosa che potrebbe richiedere moltissimo tempo. Solgenitsin ha previsto che saranno necessari 200 anni perché la Russia si riprenda davvero – non ha smarrito il cuore stesso dei suoi veri valori di civiltà.
 
Nel lontano XIII secolo, il Principe russo e Santo Alexandre Nevski (nell'immagine a destra) dichiarò, come è noto, «Не в силе Бог, а в правде», che può tradursi «Dio non è nella forza – o nel potere, ma nella verità – o nella giustizia».
 
Diversi secoli dopo, in un film del 2000 – l’anno dell’accesso di Putin al potere – intitolato « Brother 2», Danila Bagrov, un altro tipo molto diverso di eroe russo, ha un dialogo (diventato celebre) con uno Statunitense e gli rivolge una domanda retorica «Dimmi Statunitense, dove si trova la forza/il potere? Nel denaro?». E, rispondendosi da se stessa, dice: «Io credo che la forza/il potere risieda nella verità/giustizia, chi ha la verità/giustizia è il più forte».
 
Nota a margine
Traduco la parola «pravda» (sì, sì, proprio la parola «pravda» come il giornale sovietico) con l’espressione «verità/giustizia» perché essa, a seconda del contesto, può assumere o l’uno o l’altro, o anche entrambi questi significati. E il concetto slavo ancora più complesso della verità sarebbe «istina» di cui padre Pavel Florensky ha parlato nel suo celebre libro “Il pilastro e il fondamento della verità”, un saggio di teodicea ortodossa in dodici lettere di cui ho postato un passaggio fondamentale tradotto qui. (che raccomando vivamente come «lettura indispensabile» per chiunque fosse interessato a comprendere la civiltà, la cultura e la storia russa).
 
Quindi un Russo del XIII secolo ha detto che Dio è nella verità e un altro Russo del XX secolo ha detto che la forza è nella verità. Ed entrambi hanno fatto tale dichiarazione mentre dovevano fronteggiare la minaccia dell’Occidente; sette secoli sono passati ed è cambiato così poco… sbalorditivo, no?
 
Se me lo chiedete, io dirò che non è una coincidenza.
 
Già mi pare di sentire la risposta dei lobotomizzati dal materialismo occidentale che diranno senz’altro qualcosa del tipo «Oh per favore! Non ci serve più questa propaganda sulla Santa Russia! Basta dare una rapida occhiata alla storia della Russia per scoprire che la Russia non è mai stata tanto santa, e che in realtà si trovano livelli incredibili di malvagità, depravazione, di corruzione, e perfino di sadismo patologico, lungo tutta la sua lunga e sanguinosa storia, e anche ai nostri giorni!».
 
E io debbo riconoscere che tale affermazione contiene, ahimè, molta verità. E c’è ancora tanta malvagità, patologia e corruzione nella Russia di oggi, e non ho alcun argomento da contrapporre!
 
Ma ci sono anche molte cose che mancano in questa affermazione.
 
Prima di tutto, proprio affianco a livelli incredibili di malvagità e depravazione, la storia della Russia abbonda di casi di non meno sbalorditiva vera santità, che vanno da San Boris a San Gleb, passando per milioni di santi e di nuovi martiri e confessori del XX secolo.
 
Ma non è nemmeno questo il problema principale. Il problema principale è che il concetto di Santa Russia non è tanto descrittivo, quanto prescrittivo. E’ un’esortazione, un ideale, il Nous (la capacità di capire e interpretare, ndt), «la mente, l’intelletto, la ragione», qualcosa che la gente moderna, col consumismo brutale e il materialismo generalizzato, non può semplicemente comprendere e nemmeno immaginare, ma che ha spinto diverse generazioni lungo più di 1000 anni di storia russa a vivere una vita forse ancora nel mondo, ma non «in questo mondo» (Giovanni 15:19) !
 
E’ per questo che, nonostante tre secoli di dominazione da parte di élite straniere e più di settanta anni di materialismo, il personaggio di un thriller modernissimo, come Danila Bagrov, può ancora parlare della verità e delle sue origini, ed è per questo che i Russi «capiscono», anche gli atei.
 
Guardate questo breve estratto di dialogo con sottotitoli in inglese:
 
 
Notate una cosa importante: Danila non pensa che solo lo Statunitense sia un idiota stupido che adora i soldi, dice «anche mio fratello crede [che la verità sia nel danaro]». Quindi sì, ci sono molte persone il cui Nous è stato anche in Russia soppresso. E non voglio occuparmi qui di quello che la maggior parte dei Russi che vivono in Occidente pensa, perché molti di loro devono trovare giustificazioni al loro esilio volontario dalla Russia, o sostenendo che i Russi scimmiottano gli Occidentali, o dichiarando che la Russia non è poi così diversa dagli altri paesi occidentali. Si tratta di persone che hanno respinto qualsiasi forma di vera spiritualità per un culto piuttosto bizzarro del consumismo. E sì, molti di loro sono russi, almeno di nascita o di lingua – se non di cultura e di mentalità.
 
Nota a margine 
Vi fu un tempo in cui l’Occidente non era diverso dall’Oriente in termini di spiritualità, di etica, di valori e anche di santità. Ma tutto questo è progressivamente finito nei secoli seguiti alla separazione di Roma, occupata dai Franchi, dal resto del mondo cristiano. Ora tutto quel che è rimasto è una landa postmoderna alla Conchita Wurst - guardate «lo/la» «pregare» con gli ufficiali latini qui, uno spettacolo davvero incredibile! – oppure un ritorno di fiamma nazionalista, piuttosto grottesco e anche razzista, contro queste degenerazioni postmoderniste, nello stile di una certa destra alternativa. Che vergogna dopo mille anni di vero cristianesimo occidentale! Ci sono stati molti santi e martiri occidentali, come i santi Boris e Gleb, ma non c’è nessuna «Danila Bagrov» sugli schermi televisivi occidentali oggi. Restano solo migliaia di sante reliquie di santi occidentali, e tutti se ne fregano, compreso il Papa e i suoi servi in Vaticano…
 
Torniamo al nostro tema:
 
Ma alla fine qual è il problema con «l’unica democrazia del Medio Oriente» ?
 
Che cosa è davvero Israele? E’ una democrazia solo nel moderno senso russo del termine, che vuol dire «la democrazia è il potere dei democratici». Nel caso di specie, questi democratici sono dei razzisti che hanno una convinzione religiosa  –  letteralmente, vedi qui – nella loro unicità razzista e nel diritto conferito loro da Dio di massacrare i  goyim semi-umani – ancora una volta letteralmente, vedi qui – e che se ne fottono dei «valori occidentali» (beh, oltre all’impunità, al consumismo e alla violenza). E’ certamente il paese che è il solo e l’ultimo Stato razzista del pianeta (vedi qui, qui e qui).
 
E contrariamente alle fantasie di vari ebrei fomentatori di odio, tutto questo non ha niente a che vedere con gli Ebrei o con l’essere ebreo, ma ha a che fare con una interpretazione eccezionalmente tossica del Vecchio Testamento da parte di rabbini farisei che hanno sviluppato una religione che detesta Dio – e l’uomo – per reazione al galut – l’esilio dalla Palestina degli Ebrei che non hanno riconosciuto il Cristo – e al formidabile successo del Cristianesimo. Quanto al sionismo moderno, non è altro che la trasposizione degli stessi assiomi e implicazioni razziste del giudaismo farisaico in un ambiente materialista, ecco tutto.
 
Questo fa di Israele una parte della «civiltà occidentale» ?
 
A voi la risposta !
 
Ma se la vostra risposta è «sì», non lamentatevi quando ve lo faccio notare! E se la vostra risposta è «no», allora ditemi: come mai nessun politico occidentale può essere d’accordo con voi senza rischiare la sua carriera e la sua reputazione?
 
In ogni caso io penso che sia venuto il tempo che coloro che scoprono la pagliuzza nell’occhio russo si rivolgano all’immensa trave nell’occhio della loro civiltà e tentino forse di imitare il bell’esempio di quegli Occidentali che hanno tentato di navigare verso Gaza e fanno ancora tutto quanto è possibile per aiutare i Palestinesi oppressi, no? E cosa direste di ringraziare un po’ l’Iran di essere più o meno l’unico paese del pianeta che, non solo sostiene i Palestinesi, ma accetta anche di sacrificare molte vite – e risorse – per aiutarli?! Non meritano forse la nostra gratitudine e la nostra ammirazione per il loro coraggio?
 
Voi non amate troppo Putin? Bene, ma invece di rivolgere la vostra fiducia e le vostre speranze nelle menzogne di Mister MAGA (Trump) o della gang dei Clinton, dovreste piuttosto considerare l’ayatollah Sayyed Ali Khamenei il vostro vero eroe, no? O almeno «Al-Sayyid Hassan» (Nasrallah) !
 
Se l’Occidente persisterà su questa strada, morirà come il «vecchio uomo triste» nel superbo “Cani” di Roger Water:
 
Lancia un’occhiata oltre la tua spalla
Lo sai che diventerà sempre più difficile mano a mano che invecchi
E alla fine farai i bagagli e volerai verso il sud
Nascondi la testa nella sabbia,
Solo un altro vecchio triste,
Tutto solo, che muore di cancro
E quando perderai il controllo, raccoglierai quello che hai seminato
E mentre la paura cresce, il sangue cattivo rallenta e si trasforma in masso
E sarà troppo tardi per liberarti del fardello che avresti dovuto gettare prima
Quindi annega bene, mentre vai giù tutto solo 
Trascinato dal masso
 
Solo il tempo potrà dircelo, ma io sono convinto che né la Russia né l’Occidente potranno salvarsi, se non tornando ai valori del pentimento e dell’auto-limitazione di cui parlava Alexander Solgenitsin quando ancora era in Unione Sovietica nel 1973, un anno già lontano (testo integrale in formato pdf qui). Lo stesso Alexander Solgenitsin, che già si trovava in Occidente da un decennio, ci ha anche avvertito che solo un ritorno alle vera spiritualità e a Dio potrà salvare il mondo. Anche su questo io sono d’accordo con lui, poco importa quanto la cosa potrà sembrare ridicola ai materialisti occidentali – e russi! – ai cristiani culturali e a chiunque il cui Nous sia stato represso ai nostri giorni.
 
Ma questa è solo l’opinione di un uomo semplice.
 
Allora ditemi! Da dove pensate venga la forza? Da Israele?