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ProfileAnalisi, 10 novembre 2018 - analizzerò una tattica politica che sembra dare agli ebrei una posizione molto confortevole, ma che in realtà li pone in pericolo: l’utilizzo dell’accusa di « antisemitismo » contro praticamente tutti coloro che osino criticare qualunque e qualsiasi cosa ebraica...   

 

The Unz Review, 12 ottobre 2018 (trad. ossin)
 
Un corso accelerato sulle vere cause dell’antisemitismo – Parte seconda
the saker
 
 
 
 
Prima di tutto, antisemiti ovunque !
 
E’ passato più di un anno da quando ho scritto un articolo intitolato “Corso accelerato sulle vere ragioni dell’antisemitismo”. Scrivendolo, ho cercato di spiegare come il tipo di ideologia e di concezione del mondo di quel che bisognerebbe chiamare il fariseismo rabbinico, ma che si definisce abitualmente « ebraismo ortodosso », provoca inevitabilmente la reazione ostile di coloro cui questa ideologia e concezione del mondo nega perfino lo statuto di « esseri umani ». In questo articolo successivo farò qualcosa di un po’ differente: analizzerò una tattica politica che sembra dare agli ebrei una posizione molto confortevole, ma che in realtà li pone in pericolo: l’utilizzo dell’accusa di « antisemitismo » contro praticamente tutti coloro che osino criticare qualunque e qualsiasi cosa ebraica.
 
L’idea mi è venuta leggendo questo titolo di RT :
 
Trump accusato di antisemitismo per avere sostenuto che Soros finanziava alcuni « manifestanti in ascensore », [Dei manifestanti, comprese alcune vittime di aggressione sessuale, hanno affrontato alcuni senatori repubblicani in Campidoglio la settimana scorsa, per almeno due volte all’interno di un ascensore, chiedendo loro di non confermare Kavanaugh, NdT].
 
Non voglio abusare di questo spazio riportando l’articolo per intero, andate quindi a leggere direttamente la pagina su RT. Ecco solo un breve estratto:
 
« I critici del presidente statunitense Donald Trump sono stati subito pronti ad accusarlo di antisemitismo a causa di un tweet nel quale ha scritto che le donne che fanno pressione sui senatori perché non confermino il candidato alla Corte suprema Brett Kavanaugh sono pagate dal miliardario liberal George Soros. ‘Le scostumate manifestanti in ascensore sono delle professioniste pagate solo per dare una immagine negativa dei senatori. Non vi fate incantare !’, ha twittato Trump venerdì. ‘Guardate come sono identiche tutte queste storie, raccontate da professioniste pagate da Soros e da altri’. La cosa ha evidentemente provocato indignazione. ThinkProgress, il braccio mediatico del gruppo di riflessione di John Podesta, il Centro per il progresso americano, ha immediatamente accusato il presidente di antisemitismo. Un giornalista di Slate altrettanto, definendo le parole di Trump un ‘fischietto per cani antisemita’. E un redattore di The Atlantic ha decretato che è una ‘teoria del complotto dire che un ricco baubau ebreo spinge le donne a inventarsi di essere state violentate e aggredite ».
 
Non so proprio perché il giornalista di RT abbia scritto che la cosa ha « evidentemente » provocato indignazione, ma cominciamo col notare che quelli che accusano Trump di antisemitismo non si preoccupano minimamente di spiegare perché le parole di Trump siano antisemite.
 
Nota a margine - Lo so, « antisemitismo » è un concetto ingannevole e fondamentalmente privo di significato. In questo articolo, « Cos’è l’antisemitismo », Michael Neumann spiega come questo concetto, già di per sé ambiguo e sbagliato, sia progressivamente diventato privo di senso (ha concluso la sua analisi dicendo: « Il vero scandalo oggi non è l’antisemitismo, ma l’importanza che viene ad esso accordata »). Userò questo termine solo perché ampiamente utilizzato dalle organizzazioni ebraiche per screditare più o meno chiunque osi esprimere un pensiero critico.
 
Think Progress ha semplicemente twittato questo: « Trump twitta una teoria del complotto su George Soros. » Vediamo qui dispiegarsi una classica doppia critica: l’antisemitismo ovviamente, ma anche la « teoria del complotto ». Torneremo su questa coppia concettuale.
 
Ma partiamo dai fondamentali.
 
Vi può essere il minimo dubbio che Soros finanzi ogni sorta di proteste in molti diversi paesi, compresi gli Stati Uniti?
 
Controlliamo prima di tutto sull’iper politicamente corretto  e doppiamente benpensante Wikipedia, e vediamo che cosa sta scritto. Al sesto paragrafo dell’introduzione della pagina su Soros [in inglese, NdT], leggiamo la seguente frase : 
 
« Soros è un famoso sostenitore delle cause politiche progressiste e liberal negli Stati Uniti, che egli finanzia per il tramite della sua fondazione, l’Open Society Foundation. »

 

 
Davvero? Non solo Wikipedia afferma senza ambiguità che Soros patrocina diverse cause progressiste e liberal negli Stati Uniti, ma anche che ha messo in piedi una speciale fondazione a ciò dedicata. Questa frase vuol dire che anche Wikipedia partecipa alla campagna antisemita e divulga teorie del complotto? Trump non ha forse detto esattamente le stesse cose che scrive Wikipedia, quando ha twittato di « manifestanti che sono professioniste pagate » e « di storie tutte uguali fabbricate da professioniste pagate da Soros e altri » ? A me pare che Trump e Wikipedia dicano esattamente la stessa cosa, e però il primo è accusato di antisemitismo mentre il secondo viene lasciato in pace. Perché? D’altronde quel che dice Trump è veramente di pubblico dominio e non viene negato nemmeno dallo stesso Soros. E non lo negano neppure le « manifestanti in ascensore ».
 
E però, ciononostante, il Daily Beast scrive : « Trump goes full conspiracy nut » mentre il redattore capo aggiunto di Washington del New York Times, Jonathan Weisman twitta : « MI dispiace ma la formula del presidente degli Stati Uniti ‘Soros le paga’ è…  wow », poi ha pubblicato il suo libro “((((Semitism)))) Essere ebreo negli USA al tempo di Trump”. Il libro è stato accolto con entusiasmo dal Washington Post : (« un appello appassionato alle armi »), dal Jewish Book Council : (« Non avrebbe potuto essere più importante o opportuno) e dall’inevitabile Bernard-Henri Lévy : (« Sarebbe meraviglioso se l’antisemitismo fosse una specialità europea e si fermasse alla frontiera con gli Stati Uniti. Ahimè non è così »).
 
Aspettate !
 
Come si arriva dalle « manifestanti professioniste d’ascensore » all’antisemitismo ?
 
Trump dice qualcosa di incontestabile e incontestato, e questo lo rende in qualche modo un cospirazionista folle e un antisemita, e la cosa inoltre deve farci pensare che gli ebrei sono in pericolo negli Stati Uniti (« appello alle armi » + « non potrebbe essere più importante »).
 
Tutto questo ha un senso ?
 
Trump viene accusato di antisemitismo perché ha avuto il coraggio di affermare apertamente un fatto incontestato. Più precisamente, Trump è colpevole non solo di avere affermato un fatto incontestato, ma di averlo fatto con riferimento ad un ebreo (di qui l’accusa specifica di antisemitismo e non di un altro tipo di delitto di opinione). Ma siccome Wikipedia e lo stesso Soros dicono più o meno la stessa cosa di Trump, anche se in modo più educato, qual è il problema?
 
Tralasciato il fatto che Trump si è dimostrato il migliore shabbos-goy (il non ebreo utilizzato per svolgere le mansioni proibite agli ebrei il sabato, ndt) che il Likud abbia mai avuto (si pensi solo al trasferimento dell’ambasciata USA nella Gerusalemme occupata, vero atto di servilismo abietto verso Israele), cerchiamo di scoprire che cosa succede veramente.
 
Io sostengo che, a onta della tanta propaganda ufficiale, tutti sanno che la libertà di espressione nell’Impero anglosionista è fortemente limitata: nelle colonie europee attraverso ammende e carcere, e negli Stati Uniti con lo strumento di isterie politiche. I metodi sono diversi (non c’è il Primo Emendamento in Europa !), ma l’obiettivo è identico: infangare, screditare e, alla fine, far tacere i colpevoli di delitto di opinione.
 
Esaminiamo due esempi.
 
Poi, antisemiti dappertutto
 
Date prima un’occhiata a questo articolo sulle « teorie del complotto » nel quale l’autore scrive:
 
« L’espressione ‘teoria del complotto’ viene utilizzata per descrivere qualsiasi teoria che pretenda di spiegare gli avvenimenti osservati come il risultato di una cospirazione segreta. L’espressione è usata spesso in modo sprezzante, a significare che la teoria è inverosimile. Per quanto le teorie del complotto (soprattutto quelle che hanno di mira ebrei e banchieri) risalgano a centinaia di anni, il primo utilizzo della ‘teoria del complotto’ non ha sempre avuto una simile connotazione, per quanto tali teorie vengano spesso respinte con altri argomenti. Di solito è solo un modo per distinguerle da altre teorie, identificandole come ‘una teoria che spiega in termini di complotto’ ».
 
Di conseguenza, siccome parlare di ebrei e di banchieri è una tipica « teoria del complotto » e siccome l’espressione « teoria del complotto » è spesso utilizzata in tono sprezzante, a dimostrazione della sua inverosimiglianza, è quindi poco plausibile che ebrei e banchieri abbiano una speciale importanza politica e storica. Ma se è implausibile, perché tali teorie hanno soprattutto a oggetto ebrei e banchieri e non i buddisti e i fornai? Dov’è la logica?
 
Il secondo esempio è tratto da un articolo dal titolo « Negazione dell’olocausto e verità sull’11 settembre : Due argomenti disgustosi che sono disgustosi insieme »,  che chiaramente afferma:
 
« La negazione dell’olocausto marcia mano nella mano col movimento ‘Verità sull’11 settembre’. Pensateci. Ogni volta che vedete dei detentori della verità sull’11 settembre affermare che vi è stato una sorta di ‘complotto’ nell’abbattimento delle torri del World Trade Center, chi ha inevitabilmente partecipato al complotto nella visione paranoica del movimento ‘Verità’? Ebbene, di solito il governo statunitense, ma quasi sempre vi è invischiato anche il Mossad. Oops, gli ebrei ».
 
E’ interessante. Supponiamo che i detentori della verità sull’11 settembre pensino in maggioranza che Israele sia coinvolta in questo attacco sotto falsa bandiera (Io lo credo !), perché questo dovrebbe significare che essi credono che « gli ebrei » abbiano fatto qualcosa di male o, peggio ancora, che questo comporterebbe la negazione di ciò che viene chiamato olocausto? Inoltre perché il fatto di giungere alle inevitabili conclusioni di base della fisica newtoniana a livello di scuola superiore a proposito della torre WTC7 dovrebbe significare che uno è paranoico? Forse l’etichetta di « paranoico » dovrebbe essere applicata a chiunque non nutra fiducia nel governo?
 
Non sarebbe assai più appropriato considerare « paranoico » chi riesce a intravvedere un rapporto tra le « manifestanti in ascensore stipendiate » e l’antisemitismo, o tra i dubbi a proposito dell’11 settembre e la negazione dell’olocausto? Io credo che i folli paranoici siano gli anti-antisemiti che fanno in permanenza due cose assai pericolose:
 
Negare con vigore fatti evidenti e riconosciuti;
Accusare di antisemitismo qualsiasi persona dotata di spirito critico.
Intendiamoci, chi è ancora capace di un pensiero critico contesterà la versione ufficiale dell’11 settembre e dell’olocausto. Direi perfino che qualsiasi libro di storia, buono e interessante, sarà revisionista, almeno fino a un certo punto. Una buona storiografia dovrà sempre analizzare criticamente le verità ufficiali, non è così?
 
In una società mentalmente sana e politicamente libera, le contestazioni della teoria del complotto ufficiale sull’11 settembre (perché sia chiaro: la favoletta ufficiale sull’11 settembre è una vera e propria « teoria del complotto » e una teoria assai improbabile e molto inverosimile!) o la versione ufficiale dell’olocausto dovrebbero essere considerate non diversamente da quelle sul « nessun uomo è sbarcato sulla Luna » o su « la terra è piatta », o come qualsiasi altra teoria che dovrebbe essere discussa sulla base del suo valore e non come una forma di delitto di opinione, cattivo e mostruoso. Ahimè, questo lo sappiamo tutti, ma non è così oggigiorno.
 
Personalmente non rimprovero agli « ebrei » questa situazione di fatto, non foss’altro perché non uso una categoria come « gli ebrei », che considero priva di senso. Ma attribuisco la responsabilità di questa situazione al giudaismo organizzato; vale a dire le principali organizzazione ebree/sioniste che, coi loro sforzi costanti di fissare dei limiti così ridicoli alla libertà di espressione (e perfino al libero pensiero !) creano un mondo diviso in due grandi campi:
 
da un lato i doppiamente benpensanti, del tutto zombificati dai mass media e che hanno completamente interiorizzato tutte le caratteristiche del bispensiero che Orwell descriveva nel suo libro “1984”: questi zombi cui è stato fatto il lavaggio del cervello possono accettare e credere due cose tra loro in contraddizione senza alcuna dissonanza cognitiva.
Dall’altro coloro che osano dubitare delle opinioni ufficiali su qualsiasi questione e che, una volta realizzato che hanno loro mentito su quasi ogni cosa importante, diffidano e contestano perfino le idee diffuse in modo più ampio e sistematico.
Naturalmente questa situazione non va bene per i non ebrei, ma è ancora peggiore per gli ebrei, perché essa mette in moto un meccanismo estremamente pericoloso: imponendo rabbiosamente limiti così oltraggiosi alla libertà di espressione, le organizzazioni ebraiche si alienano le simpatie di chiunque sia in grado ancora di elaborare un pensiero critico. Peggio ancora, una volta che si cominci a dubitare di qualcosa, per esempio della versione ufficiale sull’11 settembre, inevitabilmente ci si porrà il problema se non ci abbiano mentito anche su altre questioni, per esempio l’olocausto. Infatti ciò che questa pressione a conformarsi alle opinioni ufficiali in corso, lo Zeitgeist [lo spirito del tempo] se preferite, provoca, è quella che io definirei una « reazione a catena di dubbi », compresi dubbi molto irragionevoli.
 
Permettetemi di fare un solo esempio:
 
Dopo aver letto molti libri e articoli sul tema, trovo assai poco probabile che i Nazisti abbiano utilizzato camere a gas e crematori in gran numero. Non oserei mai sostenere che ciò non sia « mai » avvenuto, ma personalmente non credo che sia avvenuto su larga scala (è per questo motivo che considero l’espressione olocausto, che significa ‘bruciare tutto’, un’espressione molto ingannevole). Credo anche che la cifra (quasi dogmatica) di 6 milioni sia un’enorme esagerazione. Perché ? Perché ho molto letto su questo argomento, storici ufficiali e contestatori, e francamente i « revisionisti » dispongono di argomenti più forti, sia fattuali che logici.
 
Tuttavia…
 
Non dubito affatto che i Nazisti siano stati dei pazzi genocidi e dei razzisti che si auto-esaltavano, che hanno massacrato milioni di persone totalmente innocenti, compreso un grandissimo numero di ebrei. Credo solo che la gran parte delle loro vittime siano stata assassinate dalle Einsatzgruppen SS o siano morte di fame in vari campi di concentramento (compresi campi più piccoli e assai meno conosciuti). Questo sarebbe davvero meno male dell’avere usato delle camere a gas o dei crematori? Non credo. Né penso che quattro, tre o « solo » un milione di vittime innocenti sia meglio di sei milioni. So anche che molti altri sono giunti alle stesse conclusioni. Ma il problema è che vi sono anche quelli che, una volta cominciato a dubitare dell’esistenza delle camere a gas e dei crematori, hanno deciso che l’intera storia dell’olocausto fosse un’enorme menzogna e che nessun ebreo sia stato perseguitato o assassinato dai Nazisti.
 
Ho personalmente constatato che la grande maggioranza di coloro che giungono a tali conclusioni (totalmente ingiustificate) è composta in effetti da persone che odiano gli ebrei e vogliono riscattare il nazismo, e sarebbero pronti a ripetere qualsiasi sciocchezza, purché anti-ebraica o filo-nazista. Non molto intelligenti, certo, ma cionondimeno la loro ostilità verso tutto quanto è ebraico o la loro simpatia per i Nazisti non è nata dal nulla ma è una reazione a quello che essi considerano il potere tossico e oppressivo degli « ebrei » sul loro paese o sulla loro società. Sostituite « gli ebrei » con « le organizzazioni politiche ebraiche sioniste » e i loro argomenti saranno meno insensati, non vi pare? Un rapido ma onesto sguardo alla politica statunitense o francese lo confermerà immediatamente e facilmente.
 
Conclusione: l’antisemitismo viene mantenuto artificialmente in vita
 
Ho l’impressione che le organizzazioni ebraiche e sioniste siano determinate a crearsi il maggior numero di nemici possibile o, almeno ad alienarsi la simpatia del maggior numero di persone capaci di pensiero indipendente. Riesco a capire come un sionista impegnato possa considerare una simile situazione utile per l’Aliyah (l’immigrazione ebraica verso Israele, ndt), ma è cosa davvero buona per gli ebrei? Ne dubito assai.
 
Lo stesso vale per la mentalità che vede in qualsiasi critica a Soros o ai banchieri ebrei una manifestazione di antisemitismo. Ancora una volta sarà un bene per l’Aliyah, suppongo, ma è utile agli ebrei comuni? Che dire del fatto che si etichetti come « pazzo » chiunque osi mettere in discussione una teoria ufficiale? Nei brutti vecchi tempi dell’Unione Sovietica, molti « dissidenti » sono stati ritenuti affetti da  « schizofrenia a lenta evoluzione » (вялотекущая шизофрения) dagli psichiatri « ufficiali », e il « mondo democratico libero » se ne è scandalizzato (malgrado che alcuni di questi dissidenti soffrissero davvero di problemi mentali). E’ veramente tanto diverso appiccicare l’etichetta di « pazzo » su qualcuno che esprime dubbi su una teoria ufficiale?
 
Quello che le organizzazioni ebraiche sioniste tentano di imporre al resto del pianeta è una immunità totale contro qualsiasi critica nei confronti di tutti gli ebrei (eccetto quelli che sono affetti da « odio di sé », evidentemente!), combinata ad una sinistra determinazione a schiacciare chiunque osi opporsi a questi piani.
 
Le possibilità che la maggior parte dei paesi del mondo accetteranno mai simili catene mentali sono praticamente nulle. Ciò che è molto più probabile è che la resistenza verso questi tentativi andrà crescendo, senza dubbio presentata al pubblico come « l’emergere di un nuovo antisemitismo » o qualcosa di altrettanto insipido. E alla fine ci sarà sempre una dura reazione contro chi ha dato inizio a tutto questo. Allora qual è il punto?
 
Io mi chiedo se tutte queste organizzazioni ebraiche sioniste non siano composte da gente semplicemente incompetente o se provocare più antisemitismo, e non meno, non sia il vero obiettivo che si propongono.
 
In ogni caso, l’antisemitismo non è qualcosa che « esista in natura ». E’ qualcosa che ha bisogno di essere attizzato, ancora e ancora. Ignorandolo, si estinguerebbe.