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ProfileLe schede di ossin, 24 febbraio 2019 - Quando la vera storia dei nostri ultimi cento anni sarà finalmente scritta e raccontata - probabilmente da un professore cinese in una università cinese - nessuno degli studenti crederà a una parola...   

 

The Unz Review, 16 luglio 2018 (trad.ossin)
 
Pravda statunitense: stranezze della religione ebraica
Ron Unz
 
Circa un decennio fa, mi è capitato di parlare con un eminente studioso accademico che era diventato famoso per le sue aspre critiche nei confronti delle politiche israeliane in Medio Oriente e il forte sostegno statunitense che ricevono. Ho detto che io stesso ero arrivato a conclusioni molto simili qualche tempo prima, e lui mi ha chiesto quando. Ho risposto che era stato nel 1982, e penso sia rimasto sorpreso. Ho avuto la sensazione che questa data fosse di decenni precedente rispetto a quella di tutti gli altri che conosceva
 
 
A volte è abbastanza difficile stabilire quando la propria opinione su un argomento controverso subisce una brusca trasformazione, ma altre volte è abbastanza facile. Le mie percezioni sul conflitto in Medio Oriente sono drasticamente cambiate durante l'autunno 1982, e successivamente sono cambiate solo in misura molto minore. Come qualcuno forse ricorderà, risale ad allora la prima invasione israeliana del Libano, culminata nel famigerato massacro di Sabra-Shatila durante il quale centinaia, o addirittura migliaia, di palestinesi furono massacrati nei loro campi profughi. Ma anche se quegli eventi hanno certo molto influito sulla mia riconsiderazione dei fatti, l’elemento scatenante fu in realtà una lettera al direttore pubblicata più o meno nella stessa epoca.
 
Qualche anno prima, avevo scoperto The London Economist, come si chiamava allora, ed era diventata rapidamente la mia pubblicazione preferita, che divoravo religiosamente dalla prima all’ultima pagina ogni settimana. E nei vari articoli sul conflitto in Medio Oriente pubblicati in quella rivista, o in altri giornali come il New York Times, capitavano di tanto in tanto delle citazioni di un comunista israeliano particolarmente fanatico e irrazionale, Israel Shahak, i cui punti di vista sembravano totalmente in disaccordo con quelli di tutti gli altri, e che di conseguenza era considerato una figura marginale. Le opinioni che sembrano completamente separate dalla realtà tendono a restare impressi nella mente, e mi sono bastate solo uno o due citazioni di quello stalinista apparentemente duro e delirante per indovinare che avrebbe sempre assunto una posizione completamente contraria su ogni questione.
 
Nel 1982 il ministro della Difesa israeliano Ariel Sharon lanciò la sua massiccia invasione del Libano col pretesto del ferimento di un diplomatico israeliano in Europa per mano di un aggressore palestinese, e la natura estrema della sua azione fu ampiamente condannata dai media che ho letto all’epoca. La motivazione era ovviamente quella di sradicare le infrastrutture politiche e militari dell'OLP, che si erano insediate in molti dei grandi campi profughi palestinesi del Libano. Ma, a quel tempo, le invasioni dei paesi mediorientali fondate su dubbie prospettive erano molto meno comuni di quanto non lo sarebbero diventate in seguito, dopo che le nostre recenti guerre statunitensi hanno ucciso e costretto alla fuga milioni di persone, e la gran parte degli osservatori rimase inorridita dalla natura assolutamente sproporzionata dell’attacco e dalle gravi distruzioni inflitte a un paese vicino di Israele, che sembrava volesse trasformare in un proprio fantoccio. Per quanto mi è dato ricordare, Sharon aveva dato molte assicurazioni del tutto false agli alti funzionari di Reagan riguardo ai suoi piani di invasione, così che in seguito lo chiamarono il peggior bugiardo, e finì per assediare la capitale libanese di Beirut anche se originariamente aveva promesso di limitarsi a una semplice incursione di confine.
 
L'assedio israeliano delle aree controllate dall’ OLP a Beirut è durato un po' di tempo, e i negoziati alla fine hanno portato al trasferimento dei combattenti palestinesi in un altro paese arabo. Poco dopo, gli israeliani dichiararono che si stavano trasferendo nella Beirut occidentale per meglio garantire la sicurezza delle donne e dei bambini palestinesi rimasti, e per proteggerli da qualsiasi ritorsione dei loro nemici falangisti cristiani. E più o meno nella stessa epoca, mi è capitato di leggere una lunga lettera in The Economistda di Shahak, che mi è sembrata la prova definitiva della sua follia. Sosteneva che era ovvio che Sharon aveva marciato su Beirut con l'intento di organizzare un massacro di palestinesi e che ciò sarebbe avvenuto a breve. Quando il massacro ebbe luogo non molto tempo dopo, con evidente coinvolgimento e complicità da parte israeliana, conclusi che se un fanatico pazzo comunista come Shahak aveva ragione, mentre sembrava che tutti i giornalisti mainstream si erano clamorosamente sbagliati, allora occorreva che io rivedessi completamente le mie opinioni sul mondo e sul Medio Oriente. O almeno è così che ho sempre ricordato quegli eventi da una distanza di oltre trentacinque anni.
 
Durante gli anni che seguirono, periodicamente ho trovato dichiarazioni di Shahak nei giornali che leggevo, a volte si diceva che fosse un comunista, altre volte no. Naturalmente il suo estremismo ideologico lo ha reso un importante oppositore dell'Accordo di pace di Oslo del 1991 tra Israele e i Palestinesi dei Territori Occupati, che era invece sostenuto da tutte le persone ragionevoli, anche se poi Oslo si è rivelata un fallimento totale. Ho smesso di prestare molta attenzione alle questioni di politica estera negli anni '90, ma leggevo ancora il mio New York Times ogni mattina e occasionalmente mi imbattevo nelle sue citazioni, inevitabilmente contrarie e irredentiste.
 
Poi gli attacchi dell'11 settembre hanno riportato la politica estera e il Medio Oriente al centro assoluto della nostra agenda nazionale, e alla fine ho letto da qualche parte che Shahak era morto all'età di 68 anni solo pochi mesi prima, anche se non avevo notato alcun necrologio. Nel corso degli anni, avevo vagamente sentito dire che, nel decennio precedente, aveva pubblicato un paio di libri estremamente anti-ebraici e antisionisti, proprio come ci si poteva aspettare da un fanatico comunista intransigente, e durante i primi anni 2000 ho iniziato a vedere sempre più riferimenti a queste opere, paradossalmente a opera di frange marginali dell'estrema destra antisemita, dimostrando così ancora una volta che gli estremisti si incontrano. Alla fine, circa un decennio fa, la mia curiosità ha avuto la meglio e, cliccando su Amazon.com, ho ordinato copie dei suoi libri, tutti molto brevi.
 
 
 
La mia prima sorpresa fu che gli scritti di Shahak erano preceduti da introduzioni o importanti testi di presentazione di alcuni degli intellettuali più importanti degli Stati Uniti, inclusi Christopher Hitchens, Gore Vidal, Noam Chomsky e Edward Said. Essi avevano ricevuto critiche positive anche da riviste di tutto rispetto come The London Review of Books , Middle East International e Catholic New Times, mentre Allan Brownfield del The American Council for Judaism aveva pubblicato un necrologio molto lungo e pieno di lodi. E ho scoperto che i precedenti di Shahak erano molto diversi da quello che avevo sempre immaginato. Aveva trascorso molti anni come professore di chimica pluripremiato alla Hebrew University, ed era in realtà tutt'altro che un comunista. Mentre per decenni i partiti politici dominanti di Israele erano stati socialisti o marxisti, i suoi dubbi personali sul socialismo lo avevano lasciato politicamente nel deserto, mentre i suoi rapporti con il minuscolo partito comunista di Israele erano unicamente dovuti al fatto che si trattava dell'unico gruppo disposto a schierarsi per le fondamentale questioni relative ai diritti umani che erano il suo obiettivo centrale. Le mie supposizioni casuali sulle sue opinioni e il suo background si rivelavano completamente sbagliate.
 
Una volta che ho effettivamente iniziato a leggere i suoi libri, e a considerare le sue affermazioni, il mio shock si è moltiplicato di cinquanta volte. In tutta la mia vita sono state pochissime le volte in cui sono rimasto tanto sconvolto come quando ho letto la Storia ebraica, la Religione ebraica: Il peso dei tre mila anni, un testo di un centinaio di pagine appena. Infatti, nonostante la solida competenza dell’autore in scienze accademiche e le introduzioni elogiative da parte di personaggi di spicco, trovavo molto difficile accettare la realtà di ciò che stavo leggendo. Di conseguenza, ho pagato una somma considerevole a un giovane laureando che conoscevo, incaricandolo di verificare le affermazioni contenute nei libri di Shahak e, per quanto ne sapeva, tutte le centinaia di referenze che ha controllato sembravano esatte o quanto meno erano presenti in altre fonti.
 
Nonostante tutte le accurate verifiche che ho fatto, devo sottolineare che non posso garantire direttamente le affermazioni di Shahak sul giudaismo. La mia conoscenza di quella religione è assolutamente trascurabile, essendo per lo più limitata alla mia infanzia, quando mia nonna di tanto in tanto riusciva a trascinarmi ai servizi della sinagoga locale, dove mi trovavo seduto in mezzo a una massa di uomini anziani che pregavano e recitavano in qualche strana lingua, vestiti di vari panni rituali e talismani religiosi, un'esperienza che ho sempre trovato molto meno piacevole dei miei consueti fumetti del sabato mattina.
 
 
Sebbene i libri di Shahak siano piuttosto brevi, contengono una tale densità di materiale sorprendente, e ci vorrebbero molte, molte migliaia di parole solo per sintetizzarli. Essenzialmente, quasi tutto ciò che avevo conosciuto - o pensavo di conoscere - sulla religione dell'ebraismo, almeno nella sua zelante forma tradizionale ortodossa, era assolutamente sbagliato.
 
Ad esempio, gli ebrei tradizionalisti prestano poca attenzione alla maggior parte dell'Antico Testamento, e anche i rabbini molto eruditi, o gli studenti che hanno dedicato molti anni allo studio intensivo, capita che ne ignorino gran parte del contenuto. Invece, il centro della loro visione del mondo religioso è il Talmud, una massa enormemente vasta, complessa e alquanto contraddittoria, di scritti e commenti secondari costruiti nel corso di molti secoli, motivo per cui la loro dottrina religiosa viene talvolta chiamata "ebraismo talmudico". Per molti fedeli, il Talmud è completato dalla Cabala, un'altra grande raccolta di scritti, incentrata principalmente sul misticismo e ogni sorta di magia. Poiché questi commenti e interpretazioni rappresentano il nucleo della religione, gran parte di ciò che tutti danno per scontato nella Bibbia viene dagli ebrei ortodossi considerato in un modo molto diverso.
 
Tenuto conto della natura della base talmudica del giudaismo tradizionale e della mia totale ignoranza sull'argomento, qualsiasi tentativo da parte mia di riassumere alcuni degli aspetti più sorprendenti della descrizione di Shahak può essere parzialmente confuso, ed è certamente degno di correzione da parte di qualcuno più esperto. E, dato che così tante parti del Talmud sono altamente contraddittorie e infuse di misticismo complesso, sarebbe impossibile per qualcuno come me tentare di districare le apparenti incoerenze, che mi limito quindi solo a ripetere. Da notare che, sebbene la descrizione di Shahak delle credenze e delle pratiche del Giudaismo Talmudico abbia evocato una tempesta di fuoco di denunce, pochi di quei critici severi sembrano aver negato le sue affermazioni molto specifiche, comprese quelle più stupefacenti, e questo dovrebbe rafforzare la credibilità di quanto ha scritto.
 
 
A un livello più elementare, la religione degli ebrei più tradizionali non è affatto monoteistica, ma ricomprende una grande varietà di divinità maschili e femminili, con relazioni piuttosto complesse tra loro, con queste entità e i loro caratteri, che variano enormemente nei tanti e diversi sottosegmenti ebraici, a seconda di quale parte del Talmud e della Cabala pongono al primo posto. Per esempio, il tradizionale grido religioso ebraico "Il Signore è uno" è sempre stato interpretato dalla maggior parte delle persone come un'affermazione monoteista, e in effetti molti ebrei lo considerano tale. Ma un gran numero di altri ebrei ritiene che questa dichiarazione si riferisca invece al raggiungimento dell'unione sessuale tra le principali entità divine maschili e femminili. E più bizzarramente, ebrei che hanno visioni diversissime tra loro non trovano affatto impossibile pregare fianco a fianco e anche interpretare i loro canti identici in modo del tutto differente.
 
Inoltre, gli ebrei religiosi sembra preghino Satana quasi con la stessa facilità con cui pregano Dio e, a seconda delle varie scuole rabbiniche, i particolari rituali e sacrifici che praticano possono essere finalizzati ad arruolare l'appoggio dell'uno o dell'altro. Ancora una volta, purché i rituali vengano correttamente eseguiti, gli adoratori di Satana e gli adoratori di Dio si intendono perfettamente e si considerano ebrei altrettanto devoti, semplicemente di una tradizione leggermente diversa. Un punto che Shahak sottolinea ripetutamente è che, nel giudaismo tradizionale, la natura del rituale in se stesso è assolutamente al primo posto, mentre l'interpretazione del rituale è questione piuttosto secondaria. Quindi forse un ebreo che si lava le mani tre volte in senso orario potrebbe essere inorridito da un altro che segue una direzione antioraria, ma non è affatto interessato a sapere se con tale rituale si prepara a invocare Dio oppure Satana.
 
Stranamente, molti dei rituali tradizionali sono esplicitamente destinati a ingannare Dio, i suoi angeli o, a volte, Satana, proprio come gli eroi mortali di qualche leggenda greca potrebbero cercare di ingannare Zeus o Afrodite. Per esempio, certe preghiere devono essere pronunciate in aramaico piuttosto che in ebraico, perché pare che i santi angeli non comprendano questa lingua, e la loro confusione permette a quei versi di scivolare senza impedimenti e di produrre effetti senza interferenze divine.
 
 
Inoltre, dal momento che il Talmud costituisce un immensa raccolta di commenti accumulatisi in oltre un millennio, anche i mandati più espliciti sono stati talvolta trasformati nei loro opposti. Ad esempio, Maimonide, una delle più alte autorità rabbiniche, proibiva assolutamente ai rabbini di essere pagati per il loro insegnamento religioso, dichiarando che ogni rabbino che riceveva un salario era un malvagio condannato al tormento eterno; ma in seguito i rabbini "reinterpretarono" questa affermazione in senso completamente differente, e oggi quasi tutti i rabbini ricevono un salario.
 
Un altro aspetto affascinante è che, fino a tempi molto recenti, le vite degli ebrei religiosi erano spesso dominate da ogni sorta di pratiche altamente superstiziose, compresi incantesimi magici, pozioni, incantesimi, maledizioni e talismani sacri, e i rabbini talvolta svolgevano anche il ruolo di stregoni, e questo è ancora del tutto vero oggi tra i rabbini più influenti di Israele e della regione di New York. Gli scritti di Shahak non sono piaciuti a molti di questi individui, che lo hanno attaccato per anni con ogni sorta di incantesimi e maledizioni spaventose, volte a provocarne la morte o la malattia. Molte di queste pratiche ebraiche tradizionali non sembrano del tutto dissimili da quelle che tipicamente associamo agli stregoni africani o ai sacerdoti Voodoo, e anzi, la celebre leggenda del Golem racconta l’uso riuscito della magia rabbinica per animare una creatura gigante costruita in argilla.
 
Se queste questioni ritualistiche costituissero le caratteristiche centrali del giudaismo religioso tradizionale, potremmo considerarla una sopravvivenza piuttosto pittoresca ed eccentrica dei tempi antichi. Ma, sfortunatamente, c'è anche un lato molto più oscuro, che coinvolge principalmente il rapporto tra ebrei e non ebrei, con il termine dispregiativo goyim molto spesso usato per descrivere questi ultimi. Per dirla senza mezzi termini, gli ebrei hanno anime divine e i goy no, essendo semplicemente animali sotto forma di uomini. In effetti, la ragione principale dell'esistenza dei non ebrei è di servire come schiavi gli ebrei, e alcuni rabbini di altissimo rango occasionalmente ribadiscono questo fatto ben noto. Nel 2010, il rabbino sefardita di Israele ha dichiarato nel suo sermone settimanale che l'unica ragione per l'esistenza di non ebrei è servire gli ebrei e lavorare per loro. L'asservimento o lo sterminio di tutti i non ebrei sembra essere l’obiettivo implicito ultimo della religione.
 
Le vite degli ebrei hanno un valore infinito, e quelle non ebraiche non ne hanno alcuno, il che ha implicazioni politiche ovvie. Ad esempio, in un articolo, un importante rabbino israeliano spiegò che se un ebreo avesse bisogno di un fegato, sarebbe perfettamente corretto, e certamente obbligatorio, uccidere un innocente gentile e prendere il suo. Forse non dovremmo essere troppo sorpresi del fatto che oggi Israele sia ampiamente considerato come uno dei centri mondiali del traffico di organi.
 
Come ulteriore esempio dell'odio feroce del giudaismo tradizionale verso tutti quelli che hanno origini diverse, salvare la vita di un non ebreo è generalmente considerato improprio o addirittura proibito, e farlo nel giorno di sabato sarebbe un'assoluta violazione degli editti religiosi. Tali dogmi sono certamente curiosi data la diffusa presenza di ebrei nella professione medica negli ultimi secoli, ma sono venuti alla ribalta in Israele quando un medico militare di mentalità religiosa li ha ribaditi e la sua posizione è stata sostenuta dalle più alte autorità religiose del Paese.
 
E se il giudaismo religioso ha una visione decisamente negativa nei confronti di tutti i non ebrei, il cristianesimo in particolare è considerato un abominio totale, che deve essere cancellato dalla faccia della terra.
 
Mentre i pii musulmani considerano Gesù come il santo profeta di Dio e l'immediato predecessore di Maometto, secondo il Talmud ebraico, Gesù è forse l'essere più vile che sia mai vissuto, condannato a trascorrere l'eternità nella fossa dell'inferno, immerso in una vasca bollente di escrementi. Gli ebrei religiosi considerano il Corano musulmano solo come un altro libro, anche se totalmente sbagliato, ma la Bibbia cristiana rappresenta il male più puro e, se le circostanze lo consentono, bruciare le Bibbie è considerato un atto molto lodevole. Gli ebrei devoti devono anche sputare tre volte a ogni croce o chiesa che incontrano, e lanciare una maledizione contro tutti i cimiteri cristiani. In effetti, molti ebrei profondamente religiosi recitano ogni giorno una preghiera per lo sterminio immediato di tutti i cristiani.
 
Nel corso degli anni i rabbini israeliani di spicco hanno a volte discusso pubblicamente se il potere ebraico fosse diventato sufficientemente forte da poter finalmente distruggere tutte le chiese cristiane di Gerusalemme, Betlemme e altre aree vicine, e perché l'intera Terra Santa possa essere completamente purificata da tutte le tracce della sua cristiana contaminazione. Alcuni hanno preso questa posizione, ma la maggior parte ha invitato alla prudenza, sostenendo che gli ebrei hanno bisogno di guadagnare un po' di forza addizionale prima di accingersi ad un passo così rischioso. Ai giorni nostri, molte decine di milioni di cristiani zelanti, e soprattutto cristiani sionisti, sono entusiasti sostenitori degli ebrei, dell’ebraismo e di Israele, e sospetto fortemente che almeno un po' di quell'entusiasmo si basi sull'ignoranza.
 
 
Negli ultimi duemila anni, gli ebrei hanno quasi sempre costituito piccole e relativamente deboli minoranze residenti in terre di altri, cristiane o musulmane. Quindi una dottrina religiosa così ostinatamente ostile agli estranei è naturalmente stata di grande ostacolo alla coesistenza pacifica. La soluzione a questa contraddizione si è fondata sul mandato divino di preservare la vita e il benessere ebraici sopra ogni altra cosa, tenendo da parte ogni altra considerazione religiosa. Quindi, se si ritiene che uno qualsiasi dei comportamenti prima menzionati possa suscitare risentimento nei confronti di potenti gruppi di gentili e mettere a rischio gli ebrei, essi devono essere evitati.
 
Ad esempio, il divieto per i medici ebrei di curare le malattie dei non ebrei viene revocato nel caso di potenti non ebrei, in particolare i leader nazionali, il cui favore potrebbe essere di beneficio alla comunità ebraica. E anche i non ebrei comuni possono essere aiutati a meno che non si sia in grado di trovare qualche scusa persuasiva per spiegare tale mancanza di assistenza, poiché altrimenti l'ostilità vendicativa dei loro amici e parenti potrebbe causare difficoltà ad altri ebrei. Allo stesso modo, è lecito scambiare doni con non ebrei, ma solo se tale comportamento può essere giustificato in termini strettamente utilitaristici, giacché una semplice espressione di amicizia nei confronti di un non ebreo costituisce una violazione dei principi sacri.
 
Se la popolazione gentile venisse a conoscenza di queste credenze religiose ebraiche e dei comportamenti che promuovono, potrebbero nascere grandi problemi per gli ebrei, così una complessa metodologia di sotterfugi, occultamento e dissimulazione è stata elaborata nel corso dei secoli per evitare che ciò accada, specialmente attraverso la traduzione errata di testi sacri o la completa esclusione di sezioni cruciali. Nel frattempo, la pena tradizionale per ogni ebreo che "informa" le autorità su qualsiasi questione riguardante la comunità ebraica è sempre stata la morte, spesso preceduta da orribili torture.
 
Gran parte di questa disonestà ovviamente continua fino ai tempi recenti poiché sembra molto improbabile che i rabbini ebrei, tranne forse quelli che hanno posizioni più di avanguardia, sia totalmente all'oscuro dei principi fondamentali della religione che pretendono di dirigere, e Shahak è pungente nei confronti della loro apparente ipocrisia egoistica, specialmente di coloro che esprimono pubblicamente opinioni fortemente liberali. Ad esempio, secondo la tradizionale dottrina talmudica, gli africani neri sono tradizionalmente collocati da qualche parte tra le persone e le scimmie nella loro natura intrinseca, e sicuramente tutti i rabbini, anche quelli liberali, ne sono certamente consapevoli. Ma Shahak nota che i numerosi rabbini statunitensi che hanno lavorato con tanta passione con Martin Luther King, Jr. e altri leader neri per i diritti civili negli anni '50 e '60 hanno tenuto accuratamente nascoste le loro credenze religiose, contemporaneamente  denunciando la società statunitense per il suo crudele razzismo, presumibilmente cercando di ottenere un quid pro quo vantaggioso per gli interessi ebraici da parte della consistente popolazione nera statunitense.
 
Shahak sottolinea anche la natura assolutamente totalitaria della società ebraica tradizionale, in cui i rabbini detenevano il potere di vita e di morte sui loro fedeli, e spesso cercavano di punire la deviazione ideologica o l'eresia usando quei mezzi. Erano spesso indignati dal fatto che questo diventasse difficile man mano che gli Stati si rafforzavano e sempre più vietavano tali esecuzioni private. Talvolta i rabbini liberali venivano assassinati e Baruch Spinoza, il famoso filosofo ebreo dell'età della ragione, sopravvisse solo perché le autorità olandesi non permisero ai suoi compagni ebrei di ucciderlo.
 
 
Data la complessità e la natura eccezionalmente controversa di questo argomento, vorrei invitare i lettori che lo trovano interessante a passare tre o quattro ore a leggere il breve libro di Shahak, e poi decidere autonomamente se le sue affermazioni sembrino plausibili e se possa invece averle inavvertitamente fraintese. A parte le copie su Amazon, il lavoro può essere trovato anche su Archive.org e anche una copia HTML molto comoda è disponibile gratuitamente su Internet.
 
Il mio incontro di un decennio fa con la franca descrizione di Shahak delle vere dottrine del giudaismo tradizionale fu certamente una delle rivelazioni più profonde di tutta la mia vita. Ma, man mano che ne ho gradualmente digerito tutte le implicazioni, tutti i tipi di enigmi e fatti sconnessi sono diventati improvvisamente molto più chiari. C'erano anche alcuni notevoli paradossi, e non molto tempo dopo dissi scherzando a un mio amico (ebreo) di avere improvvisamente scoperto che il nazismo poteva essere meglio descritto come un "giudaismo da imbranati" o forse come un ebraismo praticato da Madre Teresa di Calcutta.
 
Potrebbe esserci in realtà una verità storica più profonda dietro quel paradosso. Penso di aver letto qua e là che alcuni studiosi ritengono che Hitler possa aver modellato certi aspetti della sua dottrina nazionalsocialista sul modello ebraico, il che ha davvero un senso. Dopotutto aveva notato che, nonostante il loro numero esiguo, gli ebrei avevano acquisito un enorme potere in Unione Sovietica, Germania di Weimar e numerosi altri paesi in Europa, soprattutto per merito della loro forte coesione etnica, e probabilmente ha pensato che il suo popolo germanico, molto più numeroso e di grandi tradizioni storiche, avrebbero potuto fare ancora meglio se avesse adottato pratiche simili.
 
E' anche interessante notare che un certo numero dei principali pionieri del razzismo europeo del XIX secolo ha una particolare origine etnica. Ad esempio, i miei libri di storia hanno sempre menzionato con disapprovazione il tedesco Max Nordau e l’italiano Cesare Lombroso, come due fondatori delle teorie razziste ed eugenetiche europee, ma solo di recente ho anche scoperto che Nordau era stato anche co-fondatore con Theodor Herzl del movimento sionista mondiale, e che il suo più importante trattato razzista “Degenerazione” era stato dedicato a Lombroso, il suo mentore ebraico.
 
Ancora negli anni '30 e in seguito, i gruppi sionisti internazionali collaborarono strettamente con il Terzo Reich su progetti economici internazionali e, durante la stessa guerra mondiale, una delle più piccole fazioni della destra, guidata dal futuro primo ministro israeliano Yizhak Shamir, offrì effettivamente un'alleanza militare alle potenze dell'Asse, denunciando le decadenti democrazie occidentali e offrendosi di dare un contributo contro i loro comuni nemici britannici. “L’accordo di trasferimento” di Edwin Black, “51 documenti” di Lenni Brenner, e altri scritti, hanno tutti documentato questi fatti in dettaglio, anche se per ovvi motivi sono stati generalmente ignorati o erroneamente interpretati dalla maggior parte dei nostri media.
 
Evidentemente il Talmud non è una lettura corrente tra gli ebrei ordinari di questi tempi, e sospetterei che, a parte gli ortodossi puri e forse la maggior parte dei rabbini, a malapena alcuni conoscono i suoi insegnamenti altamente controversi. Ma è importante ricordare che, fino a poche generazioni fa, quasi tutti gli ebrei europei erano profondamente ortodossi, e anche oggi suppongo che la stragrande maggioranza degli ebrei adulti abbia avuto nonni ortodossi. I modelli culturali e gli atteggiamenti sociali altamente distintivi possono facilmente penetrare in una popolazione considerevolmente più ampia, soprattutto quando ne ignora l’origine, condizione che accresce la loro influenza non riconosciuta. Una religione basata sul principio di "Ama il tuo prossimo" può essere rispettata o meno nella pratica, ma ci si può aspettare che una religione basata su "Odia il tuo prossimo" abbia effetti a catena a lungo termine, che si estendono molto al di là della comunità dei praticanti devoti. Se a quasi tutti gli ebrei, per mille o duemila anni, è stato insegnato a provare un odio feroce verso tutti i non ebrei ed è stata inoculata anche un'enorme infrastruttura di disonestà culturale per mascherare quell'atteggiamento, è difficile credere che una storia così maligna non abbia avuto assolutamente alcuna conseguenza nel nostro mondo attuale o in quello del passato relativamente recente.
 
Inoltre, l'ostilità ebraica verso i non ebrei ha spesso fatto gioco agli interessi di altri e ciò ha contribuito a determinare il loro ruolo economico. Come molti di noi hanno imparato nei libri di storia, i governanti politici che non si fidano dei loro sudditi, riservano a volte l’esercizio militare a un gruppo relativamente piccolo di mercenari ben ricompensati, spesso di origini straniera in modo che abbiano poca simpatia per la popolazione che reprimono duramente. Sospetto fortemente che alcune delle più comuni nicchie economiche tradizionali degli ebrei europei, come l’esazione fiscale e il sistema di gestione degli affitti degli immobili vigenti nell'Europa orientale, potrebbero meglio essere comprese se lette in un’ottica simile, dal momento che per gli ebrei era più facile esigere ogni centesimo di valore dai contadini, a beneficio del loro re o signori locali, e la loro notoria antipatia per tutti i non ebrei assicurava che il loro atteggiamento non sarebbe stato in alcun modo temperato da qualche forma di simpatia umana. Quindi, non dovremmo sorprenderci se gli ebrei sono entrati per la prima volta in Inghilterra sotto Guglielmo il Conquistatore, per aiutare lui ei suoi signori normanni vittoriosi a sfruttare efficacemente la popolazione anglosassone soggiogata che ora governavano.
 
Ma gli Stati in cui la stragrande maggioranza della popolazione è oppressa e dominata dai sovrani e dalle loro forze armate mercenarie tendono ad essere molto più deboli e più fragili di quelli in cui governanti e governati condividono interessi comuni, e credo che ciò sia vero nel campo del dominio economico come in quello militare. In molti casi, le terre controllate dagli intermediari economici ebraici, soprattutto in Polonia, non hanno mai sviluppato con successo una classe media autoctona, e spesso sono state soggiogate. La Spagna fu in realtà uno degli ultimi paesi in Europa ad espellere i suoi ebrei, e solo nel corso dei successivi due secoli raggiunse il culmine della sua gloria militare e politica. Anche i controversi libri del Prof. Kevin MacDonald sul giudaismo hanno ampiamente dimostrato che i governanti che sono sembrati più preoccupati per il benessere dei loro sudditi sono  stati anche quelli che più spesso sono stati etichettati come "anti-semiti" nei libri di storia moderna, e i suoi volumi sono ora facilmente disponibili nella mia selezione di libri HTML:
 
 
A People That Shall Dwell Alone
Judaism as a Group Evolutionary Strategy
KEVIN MACDONALD • 1994 • 168,000 WORDS
 
Separation and Its Discontents
Toward an Evolutionary Theory of Anti-Semitism
KEVIN MACDONALD • 1998 • 168,000 WORDS
 
Nel 2009, il blogger di Gene Expression, Razib Khan, ha intervistato l'eminente teorico dell'evoluzione David Sloan Wilson sulle idee di selezione di gruppo su cui ha maggiormente lavorato. Durante questa discussione durata un'ora, si è parlato molto delle teorie di MacDonald, e Wilson sembrava averle prese sul serio, sottolineando che, in ambito scientifico, il "parassitismo" ha un semplice significato tecnico, vale a dire lo sfruttamento del grande da parte del piccolo. Non sorprende che la registrazione video di argomenti estremamente delicati sia stata troncata dopo i primi 11 minuti e poi completamente rimossa, sia da YouTube che da BloggingHeadsTV . Ma sopravvive almeno parzialmente in forma archiviata:
 
Negli ultimi anni, la storia delle espulsioni di ebrei da varie società europee nel corso degli ultimi mille anni ha ricevuto notevole attenzione. Il numero totale è alquanto contestato ma quasi certamente superiore a 100, con le politiche degli anni '30 della Germania di Hitler che sono solo l'esempio più recente, e Wired Magazine ha fornito un'interessante presentazione grafica di questo grande insieme di dati nel 2013. Tali spiacevoli circostanze dimostrano quanto sia difficile rinvenire un qualsiasi altro gruppo che abbia vissuto in simile costante disaccordo con i suoi vicini, e i dettagli religiosi forniti da Shahak rendono certamente questa peculiarità molto meno inspiegabile.
 
Una descrizione assai imparziale e onesta del modo di comportarsi dei nuovi arrivati ebrei negli Stati Uniti, viene fornita in un capitolo di un libro del 1914 sui gruppi di immigrazione di EA Ross, uno dei più grandi sociologi statunitensi. Ross era stato uno dei più importanti intellettuali progressisti della sua epoca, ampiamente citato da Lothrop Stoddard a destra, mentre la sinistra lo teneva in così alta considerazione da inserirlo nella Commissione Dewey per giudicare sulle accuse di Stalin contro Trotsky, e ha anche ricevuto grandi lodi nelle pagine di The Communist New Masses. Il suo licenziamento per motivi politici dalla Stanford University ha portato alla formazione dell'Associazione americana dei professori universitari. Eppure il suo nome era così totalmente svanito dai nostri libri di storia che non ne avevo mai nemmeno sentito parlare prima di iniziare a lavorare sul mio progetto di archiviazione dei contenuti, e non sarei sorpreso se quell'unico capitolo di uno dei suoi tanti libri avesse avuto un ruolo importante nella sua scomparsa. .
 
The Old World in the New
The Eastern European Hebrews
E.A. ROSS • 1914 • 5,000 WORDS
 
Gli ebrei hanno vissuto per duemila anni come un popolo della diaspora e le loro colonie transnazionali strettamente collegate fornirono loro una rete commerciale internazionale eccezionalmente efficace. Dal momento che le loro tradizioni religiose consideravano la schiavitù come il destino naturale e appropriato di tutti i non ebrei, fattori ideologici e pratici si combinarono per farne – sembra - alcuni tra i principali mercanti di schiavi dell'Europa medievale, sebbene questa circostanza non sia per niente menzionata nei nostri libri di storia. Più recentemente, nel 1991, i Nazionalisti Neri di The Nation of Islam pubblicarono The Secret Relationship Between Blacks and Jews, Volume One , che sembrava documentare in modo persuasivo l'enorme ruolo che gli ebrei avevano giocato nella tratta degli schiavi americani. Nel 1994, Harold Brackman pubblicò un breve tentativo di confutazione intitolato Ministry of Lies, sotto gli auspici del Simon Wiesenthal Center, ma ho trovato le sue smentite molto meno convincenti. Dubito fortemente che la maggior parte degli statunitensi conosca questi fatti storici.
 
Per gran parte della mia vita, il premio Nobel Alexander Solgenitsin è stato generalmente considerato il più grande personaggio letterario russo della nostra era moderna e, dopo aver letto tutte le sue opere, tra cui The First Circle, Cancer Ward e The Gulag Archipelago, sono senz’altro d'accordo con questa affermazione e ho assorbito con entusiasmo la brillante biografia di mille pagine di Michael Scammel. Per quanto fosse russo, molti dei suoi più cari amici erano ebrei ma, durante gli anni '80 e '90, hanno cominciato a circolare voci di un suo presunto antisemitismo, probabilmente perché a volte aveva accennato al ruolo molto prominente degli ebrei sia nel finanziamento che nella guida della rivoluzione bolscevica, e in seguito nella struttura del NKVD e nella gestione dei campi di lavoro Gulag. Verso la fine della sua vita, ha scritto una mastodontica storia in due volumi della complicata relazione tra ebrei e russi sotto il titolo Two Hundred Years Togethere. Sebbene quel lavoro sia presto apparso in russo, francese, italiano e tedesco, quasi due decenni dopo nessuna traduzione inglese è mai stata autorizzata. Anche la sua fama letteraria sembra essersi molto ridotta negli Stati Uniti da allora, e raramente vedo il suo nome menzionato di questi tempi in qualcuno dei miei consueti giornali.
 
Le versioni di Samizdat delle parti principali del suo ultimo lavoro possono essere facilmente trovate in Internet e alcuni anni fa Amazon ha temporaneamente venduto un'edizione cartacea di 750 pagine, che ho ordinato e velocemente sfogliato. Tutto sembrava del tutto innocuo e fattuale, e nulla di nuovo mi ha colpito, ma forse la documentazione di un ruolo ebraico molto pesante nel comunismo era considerata inappropriata per il pubblico statunitense, così come la discussione sulla relazione estremamente sfruttatrice tra ebrei e contadini slavi in tempi rivoluzionari, basati sul commercio di liquori e il prestito di denaro, che gli zar avevano spesso cercato di mitigare.
 
Quando un’ élite dominante ha una connessione limitata con la popolazione che controlla, è difficile che si creino le condizioni di una convivenza benevola, specie quando quella élite ha una lunga tradizione di spietato sfruttamento. Enormi masse di russi hanno sofferto e sono morti all'indomani della rivoluzione bolscevica e, dato che la gran parte dei leader bolscevichi era ebrea, non sorprende che "l'antisemitismo" sia stato criminalizzato e punito con la pena capitale. E’ stato forse Kevin MacDonald a coniare l’espressione "élite ostile" e ha trattato le gravi conseguenze che derivano quando un paese viene sottoposto a tale controllo.
 
Dopo il crollo dell'Unione Sovietica nel 1991, la nuova Russia cadde presto sotto lo schiacciante dominio di un piccolo gruppo di oligarchi, quasi interamente di origini ebraiche, e ben presto seguì un decennio di miseria totale e impoverimento per la popolazione russa in generale. Ma una volta che un vero russo di nome Vladimir Putin ha ripreso il controllo, queste tendenze si sono invertite e le vite dei russi sono enormemente migliorate da quel momento. I media statunitensi avevano atteggiamenti assai amichevoli nei confronti della Russia quando era sotto il dominio degli ebrei oligarchici, mentre Putin è stato demonizzato dalla stampa più ferocemente di qualsiasi leader mondiale dopo Hitler. In effetti, i nostri esperti dei media identificano regolarmente Putin come "il nuovo Hitler" e penso che l'analogia possa essere ragionevole, ma non nel modo in cui i media lo intendono.
 
 
A volte è molto più facile notare tendenze emergenti in un paese straniero che nel proprio. Nei primi anni 2000 ho letto The Master Switch, una storia che ha avuto molte critiche favorevoli delle moderne tecnologie di comunicazione, scritta dal professore della Columbia University, Tim Wu, che in seguito è diventato uno dei maggiori attivisti per i diritti di Internet. Ho trovato il racconto affascinante, con tante storie mai conosciute prima. Tuttavia, non potei fare a meno di notare che tutte le potenti tecnologie dei mass media del nostro mondo moderno – cinema, radio e televisione - sono state inventate e realizzate da Gentili, per lo più di origine anglosassone, ma sempre il controllo di essi è stato assunto da spietati uomini d'affari ebrei, che a volte hanno distrutto le vite e le carriere di quei pionieri. Negli anni '50, quasi tutte le principali concentrazioni statunitensi di potere dei media elettronici - con la sola grande eccezione degli studi Disney - erano saldamente nelle mani degli ebrei. In una società aperta come la nostra, queste sono le leve principali dell'influenza politica e, nel corso degli anni, l’élite dirigente statunitense, fortemente dominante e fortemente anglosassone, è stata sostituita da un’ élite a predominanza ebraica. Faccio riferimento al mio lungo articolo sulla Meritocrazia, apparso alcuni anni fa.
 
I critici odierni di ogni provenienza lamentano l'impoverimento totale di tanta parte della classe media un tempo benestante degli Stati Uniti, osservando che circa il sessanta per cento della popolazione oggi ha meno di $ 500 in risparmi prontamente disponibili. Una generazione più giovane è stata ridotta in schiavitù permanente dai prestiti studenteschi rovinosi, mentre i giornali riferiscono che l'epidemia di oppiacei ha provocato un terribile bilancio di vite umane e che la famiglia si è dissolta, mentre Wall Street e altri settori d'élite dell'economia finanziaria sono più ricchi di quanto non siano mai stati prima. Vi sono certamente molte diverse spiegazioni per questa triste traiettoria economica, compresi il cambiamento tecnologico, la crescente competizione internazionale e gli spostamenti del potere politico nel sistema di governo statunitense. Ma a volte sembra che una porzione sostanziale della nostra popolazione sia stata ridotta a una versione da XXI secolo dei contadini slavi ubriachi, ignoranti, sfruttati, impoveriti e immiseriti della Pale of Settlement dominata dagli ebrei, e un grafico notevole, prodotto da Economic Policy Institute, mostra che un forte mutamento economico si è prodotto agli inizi degli anni 1970, più o meno quando è cominciata la trasformazione etnica della nostra élite dirigente di cui ho parlato.
 
 
Contrariamente alla diffusa credenza popolare, in realtà non è illegale essere un "nazista" negli Stati Uniti, né ai nazisti è vietato possedere proprietà, compresi i media. Ma supponiamo che la stragrande maggioranza delle principali concentrazioni di media statunitense sia posseduta e controllata da nazisti di tipo particolarmente fanatico. Sicuramente questo potrebbe avere gravi conseguenze sulla nostra società, specialmente per quella frazione di popolazione considerata con particolare disfavore dalla dottrina nazista.
 
 
Un punto importante da prendere in considerazione nella storia del Terzo Reich di Hitler è che, sebbene l'élite nazista dominante si sia comportata in modo duro ed estremo, ben oltre il 98% della popolazione governata prima dello scoppio della guerra era costituita da tedeschi, un gruppo specifico cui l'élite al governo ha cercato di procurare i maggiori vantaggi possibili e, malgrado tutto quanto è stato detto dalla propaganda successiva, questo obiettivo sembra essere stato ampiamente raggiunto. Nel 2004, Counterpunch ha pubblicato una colonna del defunto Alexander Cockburn, il suo formidabile redattore, che evidenziava l'enorme successo delle politiche economiche di Hitler in tempo di pace e, nel 2013, la stessa rivista on line ha pubblicato un articolo molto più lungo, incentrato interamente su questo stesso soggetto, citando l'analisi di Henry CK Liu, le cui origini cinesi gli fornivano una maggiore distanza critica. In effetti, durante la maggior parte degli anni '30 Hitler ricevette ampi consensi internazionali per i grandi successi economici e sociali conseguiti, guadagnandosi la copertina di Time Magazine in numerose occasioni, e venne persino nominato Uomo dell'anno per il 1938. Sospetto che, se la popolazione governata fosse stata al 98% non tedesca, sarebbe avvenuto il contrario, e l’essere governati da quegli stessi leader fanaticamente filo-tedeschi avrebbe prodotto risultati molto negativi.
 
La maggior parte di queste deprimenti circostanze che hanno stravolto così completamente la mia comprensione della realtà nell'ultimo decennio non sono giunte alla mia attenzione fino alla nascita di Internet, che ha parzialmente rotto il controllo centralizzato sulla distribuzione delle informazioni. Ma molte altre persone sicuramente erano a conoscenza di pezzi importanti di questa storia e si sono resi conto delle conseguenze molto gravi che queste questioni potrebbero avere per il futuro della nostra società. Perché c'è stata così poca discussione pubblica?
 
Credo che una spiegazione stia anche nel fatto che, nel corso degli anni e dei decenni, i nostri principali organi di informazione e intrattenimento hanno condizionato con successo la maggior parte degli statunitensi a subire una sorta di reazione allergica mentale a temi sensibili per gli ebrei. E giacché le élite ebraiche molto potenti degli USA sono del tutto esenti da un controllo pubblico, l'arroganza e il comportamento scorretto degli ebrei rimangono in gran parte incontrollati e possono tranquillamente crescere senza limiti.
 
A volte ho anche suggerito che un aspetto sottostimato della questione ebraica, che però ne accresce enormemente il carattere problematico, è l'esistenza di quello che potrebbe essere considerato un sub-morph biologico di individui eccezionalmente fanatici, sempre sul chi vive, che lanciano attacchi verbali e talvolta fisici, di una furia senza precedenti, contro chiunque considerino non sufficientemente amichevole nei confronti degli interessi ebraici. Di tanto in tanto, una figura pubblica particolarmente coraggiosa o avventata tratta un argomento off limits, ed è quasi sempre sopraffatta e distrutta da un vero e proprio brulichio di questi fanatici attaccanti ebrei. Proprio come le punture dolorose della casta guerriera sacrificale di una colonia di formiche riescono ad allontanare grandi predatori, i timori di provocare queste "furie ebree" possono spesso intimidire severamente scrittori o politici, inducendoli a scegliere le parole con molta attenzione o addirittura a evitare completamente di discutere di alcuni argomenti controversi, con grande vantaggio degli interessi ebraici nel loro complesso. E più persone così influenti vengono intimidite perché evitino un argomento particolare, più questo argomento viene percepito come strettamente tabù ed evitato da tutti gli altri.
 
Ad esempio, circa una dozzina di anni fa, pranzavo con un eminente studioso neoconservatore con il quale stavo stringendo amicizia. Lamentavamo l’orientamento di sinistra della schiacciante maggioranza delle élite intellettuali statunitensi, e ho suggerito che fornire tale orientamento sembrava essere diventata la funzione delle nostre università più elitarie. Molti dei nostri studenti più brillanti provenienti da tutta la nazione sono entrati a Harvard e nelle altre migliori università avendo una grande varietà di posizioni ideologiche ma, dopo quattro anni, ne sono usciti in maggioranza di sinistra. Sebbene fosse d'accordo con la mia valutazione, disse che mancava un elemento importante. Guardò nervosamente da entrambe le parti, chinò la testa e abbassò la voce. "Sono gli ebrei", concluse.
 
 
Non dubito che gran parte della cruda analisi di cui sopra sarà abbastanza dolorosa per molte persone. In effetti, alcuni potrebbero credere che questo materiale vada addirittura oltre il semplice "antisemitismo" e costituisca addirittura una vera "diffamazione di sangue" contro il popolo ebraico. Questa accusa estremamente severa, ampiamente utilizzata dai devoti sostenitori della politica israeliana, fa riferimento alla famigerata credenza cristiana, diffusa in gran parte del Medioevo e anche in tempi più moderni, secondo cui gli ebrei a volte rapiscono piccoli bambini cristiani per usare il loro sangue nei vari rituali magici, specialmente per la festa religiosa di Purim. Una delle scoperte più scioccanti che ho fatto in questi dodici anni è che è assai probabile che queste accuse apparentemente impossibili siano invece fondate.
 
Personalmente non ho alcuna competenza professionale nelle tradizioni rituali ebraiche, né nelle pratiche dell'ebraismo medievale. Ma uno degli studiosi più importanti del mondo in questo campo è Ariel Toaff, professore di Rinascimento ebraico e studi medievali all'Università Bar-Ilan vicino a Tel Aviv, e lui stesso figlio del rabbino capo di Roma.
 
Nel 2007 ha pubblicato l'edizione italiana del suo studio accademico Blood Passovers, frutto di molti anni di ricerca diligente, coadiuvato dai suoi studenti laureandi e guidato dai suggerimenti dei suoi vari colleghi accademici. La tiratura iniziale di 1 000 copie è andata esaurita il primo giorno. Tenuto conto dell'eminenza internazionale di Toaff e di un tale interesse suscitato, era prevedibile un'ulteriore distribuzione internazionale, e anche un'edizione in inglese edita d una prestigiosa casa editrice universitaria statunitense. Ma l'ADL e vari altri gruppi di attivisti ebrei valutarono una tale possibilità con estrema disapprovazione e, sebbene questi attivisti mancassero di credenziali accademiche, evidentemente esercitarono una tale pressione da evitare ogni ulteriore pubblicazione. Sebbene il Prof. Toaff inizialmente abbia tentato di mantenere ostinatamente la propria posizione, ben presto seguì l’esempio di Galileo, e le sue scuse sono diventate ovviamente l’introduzione sempre assai poco affidabile di Wikipedia sulla questione.
 
 
Alla fine, una traduzione inglese del suo testo è stata pubblicata in Internet in formato PDF ed è stata anche messa in vendita su Amazon.com, dove ho acquistato una copia e alla fine l'ho letta. Non è una forma ideale questa, per un lavoro di 500 pagine, con gran parte delle centinaia di note disconnesse dal testo, ma fornisce comunque un mezzo ragionevole per valutare la controversa tesi di Toaff, almeno dal punto di vista di un non specialista. Toaff sembra certamente uno studioso estremamente erudito, in grado di attingere a tutta la letteratura secondaria in inglese, francese, tedesco e italiano, nonché alle fonti documentarie originali in latino, latino medievale, ebraico e yiddish. Infatti, nonostante la natura scioccante della materia, questo lavoro accademico è in realtà piuttosto arido e un po 'noioso, con lunghissime digressioni riguardanti i particolari intrighi di vari oscuri ebrei medievali. Devo ribadire la mia totale mancanza di esperienza in questo campo ma, nel complesso, mi pare che Toaff sia stato molto persuasivo.
 
Sembra che un considerevole numero di ebrei ashkenaziti considerasse tradizionalmente il sangue cristiano come dotato di potenti proprietà magiche e lo ritenesse un componente molto prezioso di alcune importanti rituali religiosi. Ovviamente, procurarsi tale sangue in grandi quantità era molto rischioso, e questo ne accresceva il valore monetario, e il commercio di fiale di questa merce sembra essere stato ampiamente praticato. Toaff osserva che, dal momento che dettagliate descrizioni di pratiche di omicidio rituale ebraico sono riferite in termini assai simili in luoghi molto lontani per geografia, lingua, cultura e periodo di tempo, esse debbano ritenersi frutto di osservazioni indipendenti dello stesso rito. Osserva inoltre che, quando gli ebrei accusati venivano catturati e interrogati, spesso descrivevano correttamente oscuri rituali religiosi che non potevano essere noti ai loro inquisitori gentili, che spesso confondevano piccoli dettagli. Pertanto, è improbabile che queste confessioni siano state inventate dalle autorità.
 
Inoltre, come ha detto anche Shahak, la visione del mondo del giudaismo tradizionale si caratterizzava per una insistenza molto diffusa su rituali magici, incantesimi, incantamenti e cose simili, fornendo un contesto in cui l'omicidio rituale e i sacrifici umani non risultano totalmente inaspettati.
 
Ovviamente, l'omicidio rituale di bambini cristiani per impossessarsi del loro sangue era visto con enorme disapprovazione dalla popolazione locale dei Gentili, e la convinzione diffusa circa l’esistenza di una tale pratica è stata una fonte di aspra tensione tra le due comunità, che si acerbava occasionalmente quando un bambino cristiano scompariva misteriosamente in un particolare periodo dell'anno, o quando veniva ritrovato un corpo che presentava ferite di tipo sospetto o strane perdite di sangue. Di tanto in tanto, un caso particolare diventava di dominio pubblico, portando spesso a una prova di forza politica tra gruppi ebraici e anti-ebraici. Nella metà del XIX secolo, ci fu un caso di questo genere che diventò clamoroso nella Siria dominata dalla Francia e, poco prima dello scoppio della prima guerra mondiale, la Russia fu devastata da un conflitto politico simile con l’affaire Beilis del 1913 in Ucraina.
 
Mi sono imbattuto per la prima volta in queste informazioni tanto sorprendenti circa una dozzina di anni fa leggendo un lungo articolo di Israel Shamir in Counterpunch , che meriterebbe certamente di essere letto come un sommario generale, insieme ad un paio delle sue colonne di follow-up. Lo scrittore Andrew Hamilton offre la più recente panoramica 2012 della controversia. Shamir fornisce anche una copia gratuita del libro in formato PDF, una versione aggiornata con le note a piè di pagina correttamente annotate nel testo. Ad ogni modo, mi manca l'esperienza per ben giudicare il lavoro di Toaff, quindi inviterò coloro che sono interessati a leggere il libro di Toaff, o meglio ancora gli articoli correlati, e decidere da soli.
 
 
L'idea che il mondo non sia solo più strano di quanto immaginiamo, ma ancora più strano di quanto siamo in grado di immaginare, è stata spesso erroneamente attribuita all'astronomo britannico Sir Arthur Eddington e, negli ultimi quindici anni, ho talvolta cominciato a credere che anche gli avvenimenti della nostra epoca potrebbero essere considerati allo stesso modo. A volte ho anche scherzato con i miei amici dicendo che, quando la vera storia dei nostri ultimi cento anni sarà finalmente scritta e raccontata - probabilmente da un professore cinese in una università cinese - nessuno degli studenti crederà a una parola.