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ProfileInchiesta, giugno 2016 - L'accertato coinvolgimento di alcune ONG «tossiche» nel disastro della «primavera», araba trasformerà lo statuto di questi enti da «Organizzazione Non Governativa» a quello di «Organizzazione Non Grata»
 
ONG: Organizzazione Non Grata
Ahmed Bensaada (4 giugno 2016)
 
 
Dopo lo strepitoso successo delle rivoluzioni colorate che hanno fatto piazza pulita, negli anni 2000, in molti paesi dell’Europa dell’est e nelle ex Repubbliche Sovietiche, sono diventati evidenti gli obiettivi politici di molte ONG (Organizzazioni Non Governative) (1). Col falso pretesto della esportazione della democrazia, dei diritti umani e della libertà di espressione, queste organizzazioni – che in sostanza sono delle OG (Organizzazioni Governative) – lavorano seguendo le agende degli strateghi della politica estera dei paesi occidentali. In tale ambito, la palma deve andare certamente agli Stati Uniti, paese che ha elevato queste pratiche al livello di arte assoluta, difficilmente eguagliabile. Infatti il paese dello zio Sam si è dotato di una panoplia di entità politico-caritative, specializzate nella destabilizzazione non violenta di paesi ritenuti “non amici” o “non vassalli”. Queste organizzazioni possono contare su consulenti politici di primo piano, su colossali mezzi materiali oltre a finanziamenti regolari e importanti. Metodicamente aggiornate, le tattiche utilizzate sono dannatamente efficaci, soprattutto quando prendono di mira paesi governati da autocrazie o alle prese con seri problemi socio-economici. (2)
 
Le più emblematiche organizzazioni statunitensi di « esportazione » della democrazia sono l’USAID (United States Agency for International Development), la NED (National Endowment for Democracy), l’IRI (International Republican Institute), il NDI (National Democratic Institute for International Affairs), Freedom House e l’OSI (Open Society Institute). Salvo l’ultima, tutte le altre sono principalmente finanziate dal governo USA. L’OSI, invece, fa parte della Fondazione Soros, dal nome del suo fondatore George Soros, il miliardario statunitense, illustre speculatore finanziario. Inutile precisare che Soros e la sua fondazione lavorano di concerto col Dipartimento di Stato USA per la « promozione della democrazia ».
 
 
E il carniere la dice lunga : Serbia (2000), Georgia (2003), Ucraina (2004), Kirghizistan (2005) [3] e Libano (2005) [4]. Nonostante qualche fallimento cocente – Venezuela (2007) e Iran (2009) – sono tornate di nuovo al successo con quella che impropriamente è stata chiamata « primavera » araba (2011). Il coinvolgimento delle organizzazioni statunitensi di « esportazione » della democrazia è stato chiaramente dimostrato nelle rivolte che hanno scosso i paesi arabi « primaverizzati » – Tunisia ed Egitto – e quelli ancora preda di sanguinose guerre civili – Libia, Siria e Yemen [5].
 
La relativa efficienza con la quale queste destabilizzazioni si sono realizzate e la loro apparente spontaneità sono testimonianza del ruolo di cavallo di Troia di queste « ONG », spalleggiate da una rete di attivisti autoctoni adeguatamente formati da officine specializzate [6].
 
Per scongiurare rivolgimenti dagli effetti nefasti, molti paesi hanno bandito queste organizzazioni dal loro territorio, a titolo profilattico o curativo.
 
Per esempio, l’8 febbraio 2012, vale a dire quasi un anno dopo la caduta del presidente Mubarak, i giornali di tutto il mondo riprendevano una notizia proveniente dal Cairo: « Egitto : la giustizia accusa alcune ONG di attività “politiche” illegali » [7]. Si leggeva : « Queste tensioni fanno seguito alle perquisizioni effettuate in 17 sedi di ONG egiziane e internazionali il 29 dicembre scorso. Tra esse, figurano quelle statunitensi National Democratic Institute (NDI), International Republican Institute (IRI) e Freedom House ».
 
ONG perquisite al Cairo - Euronews, 29 dicembre 2011
 
Quarantatré dipendenti egiziani e stranieri di ONG operanti sul territorio egiziano sono stati accusati di aver ricevuto finanziamenti stranieri illegali e di essersi ingeriti negli affari politici del paese. Fra essi vi è anche Sam LaHood, responsabile della sezione Egitto dell'International Republican Institute (IRI) e figlio del ministro statunitense dei Trasporti, Ray LaHood [8].
 
Dal 2014, le ONG che operano in Egitto sono obbligate a registrarsi, altrimenti rischiano il sequestro dei beni e procedimenti giudiziari. Inoltre, ogni finanziamento proveniente dall’estero deve essere approvato dalle autorità egiziane [9].
 
Oltre all’Egitto, anche alcuni paesi del BRICS (Brasile, Russia, India, Cina e Africa del Sud) hanno varato leggi che vietano o sottopongono a controlli l’attività delle ONG sul loro territorio.
 
La Russia, che non è stata risparmiata da tentativi di rivoluzioni colorate, ha legiferato in questo senso. Nel 2012 il presidente russo Vladimir Putin ha firmato una legge che bolla le ONG che ricevono finanziamenti esteri come « agenti dello straniero » [10]. Soprattutto l’USAID è stata colpita: è stata bandita da Mosca il primo ottobre 2012 per « ingerenze nella vita politica russa » [11]. 
 
USAID in Russia
 
La lista delle ONG « indesiderabili » in Russia si è allungata nel 2015. Vi sono state inserite la NED, il NDI, l’IRI, Freedom House e l’OSI di Soros [12].
 
La giornalista Julia Famularo si è chiesta se le autorità russe e cinesi collaborino nella lotta contro le ONG « tossiche ». Fatto sta che la Commissione Cinese per la Sicurezza Nazionale (NSC) ha avviato una inchiesta ufficiale già nel 2014 [13]. Alla fine, esattamente come la Russia, la Cina ha recentemente legiferato sulla questione. A partire dal primo gennaio 2017, le ONG straniere saranno costrette a registrarsi presso il Ministero della Sicurezza Pubblica e a sottoporre al controllo della polizia le loro attività e i loro bilanci. Il New York Times rileva che la nuova regolamentazione prende particolarmente di mira la NED e l’OSI [14]. Pare chiaro che le manifestazioni che si sono svolte ad Hong Kong nel 2014, chiamate « rivoluzione degli ombrelli », non siano estranee all’irrigidimento della legge cinese sulle attività delle ONG. E’ stato infatti dimostrato che la NED, Freedom House e il NDI erano ampiamente coinvolti negli eventi [15]. 
 
La Cina approva una legge sulle ONG straniere
 
Anche l’India, per parte sua, ha cacciato le unghie contro le ONG straniere. Nel 2015, il governo del primo ministro Narendra Modi ha revocato la licenza a non meno di 9000 ONG e ha considerevolmente ridotto i finanziamenti che possono venire da donatori stranieri [16].
 

India: il governo chiude 9000 ONG straniere
 
Quanto al Brasile, dovrebbe diffidare: le manifestazioni contro la presidente Dilma Rousseff e la sua destituzione hanno tutta l’aria di « rivoluzioni colorate » come ha spiegato la specialista delle questioni latino-americane e brasiliane, Micheline Ladouceur [17].
 
Non è stata solo la Russia ad avere a che dire con l’USAID. Segnaliamo che nel giugno 2012 è stata approvata una risoluzione dei paesi dell’ALBA (Alianza Bolivariana para los Pueblos de Nuestra América) che chiedeva l’immediata espulsione dell’USAID dai paesi membri dell’alleanza. I firmatari erano Bolivia, Cuba, Ecuador, Repubblica Dominicana, Nicaragua e Venezuela [18].
 
I paesi dell'ALBA
 
Tra i paesi arabi, gli Emirati Arabi Uniti (EAU) hanno provveduto, nel 2012, alla chiusura degli uffici di diverse ONG straniere, tra cui il NDI [19]. Nel gennaio 2016, il deputato giordano Zakaria Al-Cheikh ha chiesto alla camera bassa del Parlamento di porre fine alle attività di queste stesse organizzazioni, assumendo che esse « costituiscono un pericolo per la sicurezza nazionale » [20].
 
Il deputato giordano Zakaria Al-Cheikh: Il NDI costituisce un pericolo per la sicurezza pubblica araba (31 gennaio 2016)
(Il libro di Ahmed Bensaada "Arabesque Américaine" viene citato intorno al 10° minuto)
 
النائب د. زكريا الشيخ : المعهد الديمقراطي الامريكي خطر على الامن القومي العربي 
 
 
Va da sé che il bilancio sanguinoso e catastrofico della funesta « primavera » araba provocherà certamente un rafforzamento dei controlli su queste ONG « tossiche », che non sono in realtà né « non-governative » né caritative. Esse passeranno dallo statuto speciale di « Organizzazione Non Governativa » a quello salutare di « Organizzazione Non Grata ».
 
 

Riferimenti:

1)    G. Sussman et S. Krader, « Template Revolutions : Marketing U.S. Regime Change in Eastern Europe », Westminster Papers in Communication and Culture, University of Westminster, London, vol. 5, n° 3, 2008, p. 91-112, https://www.westminster.ac.uk/file/7561/download?token=CYB8Szpq

2)    Ahmed Bensaada, « Arabesque$: Enquête sur le rôle des États-Unis dans les révoltes arabes », Éditions Investig’Action, Bruxelles, 2015, cap. 2

3)    Idem, cap. 1

4)    Ahmed Bensaada, « La Rivoluzione della Monnezza », www.ossin.org, ottobre 2015, http://www.ossin.org/reportage-dal-mondo/reportage-medio-oriente-golfo/205-libano/1833-la-rivoluzione-della-monnezza

5)    Ahmed Bensaada, « Arabesque$: Enquête sur le rôle des États-Unis dans les révoltes arabes », Op. Cit., cap. 5 et 6

6)    Idem, cap. 1 et 3

7)    AFP, « Egypte: la justice accuse des ONG d'activités "politiques" illégales », Le Point.fr, 8 febbraio 2012, http://www.lepoint.fr/monde/egypte-la-justice-accuse-des-ong-d-activites-politiques-illegales-08-02-2012-1428827_24.php

8)    AFP, « Égypte : début du procès de membres d'ONG égyptiennes et étrangères », L’Express, 26 febbraio 2012, http://www.lexpress.fr/actualites/1/actualite/egypte-debut-du-proces-de-membres-d-ong-egyptiennes-et etrangeres_1086667.html

9)    France 24, « Le pouvoir égyptien renforce son contrôle sur les ONG », 10 novembre 2014, http://www.france24.com/fr/2014110-focus-egypte-ong-controle-enregistrement-liberte-sissi-freres-muslmans-lutte-terrorisme

10)     AFP, « Russie : les ONG "agents de l'étranger" selon une loi signée par Vladimir Poutine », Huffington Post, 21 luglio 2012, http://www.huffingtonpost.fr/2012/07/21/russie-les-ong-agents-de-etranger-loi-vladimir-poutine_n_1691436.html

11)    AFP, « USAID interdite en Russie », La Presse, 19 settembre 2012, http://www.lapresse.ca/international/europe/201209/19/01-4575522-usaid-interdite-en-russie.php

12)    RIA Novosti, « Soros and MacArthur Foundations among 12 NGOs in “patriotic stop list” », Meduza, 8 luglio 2015, https://meduza.io/en/news/2015/07/08/soros-and-macarthur-foundations-among-12-ngos-in-patriotic-stop-list

13)    Julia Famularo, « The China-Russia NGO Crackdown », The Diplomat, 23 febbraio 2015, http://thediplomat.com/2015/02/the-china-russia-ngo-crackdown/

14)    Edward Wong, « Clampdown in China Restricts 7,000 Foreign Organizations», The New York Times, 28 aprile 2016, http://www.nytimes.com/2016/04/29/world/asia/china-foreign-ngo-law.html?_r=1

15)    Ahmed Bensaada, « Hong Kong : un virus sotto l’ombrello », www.ossin.org, ottobre 2014, http://www.ossin.org/reportage-dal-mondo/reportage-estremo-oriente/56-cina2/1626-hong-kong-un-virus-sotto-lombrello

16)    Pierre Cochez, « Bras de fer entre le gouvernement indien et les ONG », La Croix, 7 luglio 2015, http://www.la-croix.com/Monde/Bras-de-fer-entre-le-gouvernement-indien-et-les-ONG-2015-05-07-1310076

17)    Micheline Ladouceur, « "Révolution de couleur" à la brésilienne. Qui a peur de Dilma ? », Mondialisation.ca, 19 marzo 2016, http://www.mondialisation.ca/revolution-de-couleur-a-la-bresilienne-qui-a-peur-de-dilma/5514116

18)    ALBA-TCP, « ALBA Expels USAID from Member Countries », Venezuela Analysis, 22 juin 2012, http://venezuelanalysis.com/news/7069

19)    Samir Salama, « German, US institutes in UAE closed », Gulf News, 5 avril 2012, http://gulfnews.com/news/uae/government/german-us-institutes-in-uae-closed-1.1004603

20)    Ammon News, « Le député Al-Cheikh : le NDI représente un danger pour la sécurité nationale », 31 gennaio 2016, http://www.ammonnews.net/article.aspx?articleno=257727