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L’Expression – 28 dicembre 2008


Raid israeliani provocano più di 200 morti e 400 feriti

Massacro a porte chiuse a Gaza

Nella totale impunità, Israele massacra i civili nella striscia di Gaza col silenzio complice di molti paesi ed organizzazioni internazionali

Carneficina nella striscia di Gaza. Una settimana dopo la cessazione della tregua, l’aviazione israeliana ha attaccato simultaneamente almeno trenta istallazioni di Hamas nella città di Gaza. Secondo quanto riferito dal movimento palestinese Hamas, almeno 205 persone sono state uccise e più di 400 ferite nel corso dei raid dell’aviazione militare israeliana.
Il bilancio è destinato a crescere perché l’esercito israeliano ha annunciato la prosecuzione dei raid, secondo quanto i dirigenti israeliani avevano minacciato dopo la cessazione della tregua di sei mesi, il 19 dicembre corrente. “Questo è solo l’inizio di un’operazione avviata per decisione del Consiglio dei ministri. Potrebbe durare del tempo. Non abbiamo fissato un termine e agiremo in funzione dell’evolvere della situazione”, ha affermato Avi Benyahou alla radio militare. “L’operazione proseguirà e si intensificherà così come sarà necessario”, ha dichiarato Ehud Barak, ministro israeliano della difesa, alla stampa. Pur riconoscendo: “Non siamo affatto entusiasti all’idea di un conflitto, ma siamo preparati. Da mesi siamo pronti a colpire duramente Hamas e obbligarlo a cessare gli attacchi contro i civili israeliani”. Da parte sua il ministro israeliano degli Affari Esteri, Tzipi Livni, ha affermato che “noi abbiamo dato prova di moderazione fino ad oggi. Ma adesso non abbiamo altra opzione se non quella di un’operazione militare” contro Hamas. Infatti l’aviazione militare israeliana ha esteso i suoi attacchi all’insieme della striscia di Gaza, dove sono stati bombardati la maggior parte dei quartier generali dei servizi di sicurezza e della polizia. Più di 85 aerei da combattimento hanno partecipato ieri mattina all’attacco. Sembra che l’attacco aereo israeliano abbia puntato alla sede della polizia palestinese al centro della striscia di Gaza e ad un vicino piccolo posto di polizia. Presto nella mattinata, tre combattenti palestinesi erano stati feriti nel settore di Beit Lahya, nel nord della striscia di Gaza, da tiri di obice dell’esercito israeliano, secondo quanto riferito dal dr. Moawiya Hassanine, capo dei servizi di urgenza del Territorio palestinese. Il cessate il fuoco è durato solo sei mesi. La giornata di ieri è stata letale e sanguinosa per la popolazione civile di Gaza. Constata la gravità dei danni, il ministro palestinese della sanità, Fathi Abou Moughli, ha invitato tutti i medici e gli infermieri della striscia di Gaza a recarsi immediatamente in tutti gli ospedali pubblici e privati della striscia costiera, per fare fronte al massiccio attacco. Le infrastrutture sanitarie palestinesi si trovano in condizioni precarie ed il ministro ha sottolineato che vi è urgente bisogno di forniture mediche, soprattutto per i servizi di chirurgia.
In risposta agli attacchi israeliani, il movimento Hamas ha invitato le sue truppe a “vendicare con la forza” i raid israeliani. Una decina di missili Grad sono stati lanciati verso il sud dello Stato ebraico, uccidendo una donna e ferendo quattro altre persone a Netivot, secondo quanto affermato dai soccorsi israeliani.
Di fronte a questo massacro a porte chiuse, il presidente palestinese Mahmoud Abbas ha avviato “contatti urgenti” con molti paesi per far cessare gli attacchi israeliani. “Abbiamo avviato contatti urgenti con diversi paesi arabi ed altri, per fare cessare la vile aggressione e i massacri nella striscia di Gaza”, ha affermato M. Abbas dall’Arabia Saudita, dove si trova in visita. “Abbiamo chiamato – ha aggiunto M. Abbas - il re Abdallah II di Giordania e incontrato il re Abdallah di Arabia Saudita. Intendiamo anche contattare l’Egitto, l’Unione Europea, la Russia e l’ONU, per ottenere la cessazione dell’aggressione e la restaurazione della tregua”.
Invece Hezbollah ha criticato la “complicità” di taluni paesi arabi con Israele, nel corso di una grande manifestazione organizzata dal partito sciita nella banlieue sud di Beirut. “I nordamericani hanno preso la decisione dei raid, gli Israeliani l’hanno eseguita e gli Arabi ne sono stati complici”, ha denunciato il presidente del Consiglio esecutivo di Hezbollah, Hachem Saffiedine, davanti a migliaia di manifestanti. “E’ stata la complicità araba ad aprire la strada” a questa operazione, ha insistito. “Gli Egiziani sostengono i Palestinesi o qualcos’altro?” si è chiesto da parte sua il deputato di Hezbollah Hussein Hajj Hassan.