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Il blogger mauritano condannato a morte per apostasia, dopo quasi quattro anni di prigione
Liberato Mohamed M’kheitir 
Nicola Quatrano
 
Comunicato stampa di Ossin - Napoli, 9 novembre 2017 - La Corte d’Appello di Nouadhibou ha pronunciato intorno alle 14 di oggi il verdetto nel processo contro Mohamed M’kheitir, il giovane mauritano che era stato condannato a morte per avere offeso il profeta Maometto in un articolo pubblicato on line. Dopo due giorni di dibattimento, la pena è stata ridotta a 2 anni di reclusione e 60.000 ouguiya di multa. Pena già interamente espiata, essendo il giovane detenuto dal gennaio 2014. Conseguentemente, la Corte ne ha ordinato la scarcerazione. Il rappresentante dell’accusa aveva chiesto la conferma della condanna a morte.
 
Mohamed M'kheitir
 
Si temono incidenti. Nei giorni scorsi, la polizia aveva vietato tutte le manifestazioni e predisposto imponenti misure di sicurezza, per evitare che si ripetessero le violente manifestazioni di islamisti che, in occasione dei processi precedenti, aveva reclamato l’esecuzione dell’apostata. Mohamed M’kheitir potrebbe essere già in viaggio verso il vicino Senegal, dove è probabile che chiederà asilo politico ad un qualche paese europeo. Intanto, al momento, la guardia nazionale ha ordinato la chiusura di tutti gli esercizi commerciali e presidia le strade della capitale economica della Mauritania.
 
Mohamed M’kheitir venne arrestato il 24 dicembre 2014, per avere scritto un articolo ritenuto offensivo nei confronti del profeta Maometto. Aveva allora 29 anni. Il 24 dicembre dello stesso anno veniva condannato a morte per blasfemia e apostasia, dalla Corte Criminale di Nouadhibou, all’esito di un processo sommario nel quale era difeso da due avvocati di ufficio, uno dei quali si era solo preoccupato di giustificarsi per il fatto di difenderlo. Si metteva a questo punto in moto la macchina della solidarietà internazionale, soprattutto per iniziativa dell’Osservatorio Internazionale (OSSIN). Che produceva i suoi frutti. Il 21 aprile 2016, la Corte d’Appello confermava la condanna a morte, ma riqualificava il reato come “miscredenza”, trasmettendo gli atti alla Suprema Corte per la valutazione della sincerità del pentimento del blogger. A gennaio di quest’anno la Corte Suprema annullava la decisione di primo grado con rinvio alla corte d’appello in diversa composizione. 
 
L’Osservatorio Internazionale esprime la più viva soddisfazione per quella che appare come la conclusione di un lungo calvario e vuole ringraziare e ricordare tutti coloro che hanno contribuito alla campagna per la salvezza di Mohammed M’kheitir.
 
In primo luogo, il sindaco di Napoli, Luigi de Magistris, che gli ha conferito la cittadinanza onoraria, il presidente della commissione per i diritti umani del Senato, Luigi Manconi, che ha ricevuto in audizione la sorella del condannato e si è fatto promotore di una petizione nazionale in suo favore, l’Unione delle Camere Penali che ha partecipato alla mobilitazione, l’ANCI e il presidente del Consiglio Comunale di Napoli, Sandro Fucito.
Le decine e decine di persone che hanno seguito la vicenda e hanno contribuito, con le loro offerte, a costituire un fondo per la difesa di Mohamed M’kheitir.