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Jeune Afrique, 17.9.2009

Il Calvario degli omosessuali iracheni

Di Khatidja Kassam


In un rapporto pubblicato lo scorso agosto, l’organizzazione di difesa dei diritti umani Human Rights Watch (HRW) denuncia le violenze contro gli omosessuali. 130 sarebbero stati uccisi dall’inizio dell’anno.


Nel rapporto intitolato: “Vogliono sterminarci – omicidio, tortura, orientamento sessuale e genere in Iraq” pubblicato lo scorso agosto, l’organizzazione Human Rights Watch  pone in evidenza  le violenze perpetrate contro gli omosessuali iracheni Secondo le vittime interrogate, la milizia sciita conosciuta col nome di esercito del Mahdi e diretta da Moqtada al-Sadr sarebbe responsabile di numerose violenze in nome della moralità.
Il rapporto illustra la contraddizione reale esistente tra le apparenze  e la realtà del potere in Iraq, tra la Green zone dove si parla di investimenti  e gli altri quartieri di Bagdad dove ancora si teme per la propria vita.  Per la maggior parte degli ambasciatori accreditati nella capitale “il potere è nelle mani di un governo democraticamente eletto, per il popolo, le cose non più complicate”.

Deriva omicida
Questa deriva omicida è un fenomeno recente in Iraq, sotto Saddam Hussein si riconosceva al paese una relativa tolleranza nei confronti dei “gay”. Dopo il 2003 le cose si sono complicate. Proprio mentre la comunità internazionale crede che l’Iraq sia tornata alla normalità, le milizie non restano inattive e danno la caccia agli omosessuali seguendo degli indizi ben definiti, come il fatto di  portare dei jeans troppo stretti o i capelli lunghi, cosa considerata come mancanza di virilità.
Alcuni iracheni hanno anche assimilato questo indottrinamento e adesso temono che una epidemia di "terzo sesso" invada la società. L'ultima invenzione per rintracciare queste persone è per il monitoraggio di Internet.

Monitoraggio di Internet

Un articolo su The Observer della scorsa settimana, spiega come le milizie controllino le chat room per individuare le loro prede. Intervistato dal settimanale inglese, uno dei tecnici informatici di queste milizie assicura che le vittime sono consapevoli delle ragioni del loro "peccato" e che hanno la possibilità di chiedere perdono a Dio ... prima di essere uccise.
Se nessuna cifra ufficiale è disponibile, dal momento che la polizia dice di non disporne, HRW stima che  130 omosessuali siano stati uccisi dall'inizio dell'anno nel paese. Un gruppo di sostegno per i gay, LGBT (Lesbiche, Gay, Bisessuali e Transgender people) ha calcolato  680 vittime dal 2004.
Ironicamente, alcuni membri dell'Esercito del Mahdi considerano le loro violenze come uno strumento per la sicurezza e per superare le carenze delle forze di coalizione. Questo scenario ricorda le dichiarazioni del presidente dello Zimbabwe Robert Mugabe nel 1990, quando ha sostenuto che gli omosessuali sono "persone senza diritti" ed ha annunciato una campagna di brutalità contro tutti i dissidenti. Nel breve termine, in Iraq, l'opzione a disposizione delle vittime è di lasciare il paese con l'aiuto della Commissione per i rifugiati (UNHCR).