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L’Histgeobox, 26 giugno 2010 (trad.ossin)
 
Chico Buarque de Hollanda : Construçao
 
 
 
 
"Abbiamo costruito la città in soli tre anni. Quando ripenso a quegli anni, ricordo grandi disagi e grande entusiasmo. Eravamo in capo al mondo, con gli ingegneri, gli operai: tutti avevamo gli stessi problemi, vestivamo tutti allo stesso modo, mangiavamo tutti alla stessa mensa, ma sentivamo che la vita sarebbe cambiata, che sarebbero venuti giorni migliori... La fretta con cui è stata costruita la città è responsabile di molte delle sue imperfezioni. Brasilia è stata vittima degli inevitabili problemi di qualsiasi città "
Oscar Niemeyer, il principale architetto della città.
 
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Nel 1954, la difficile situazione economica del Brasile, le tensioni con l’esercito e il sospetto coinvolgimento in un omicidio, spingono il presidente Getulio Vargas al suicidio. Il dramma provoca un grave trauma al paese. Gli succede uno sei suoi fedelissimi, Juscelino Kubitschek, che risulterà vincitore alle elezioni presidenziali del 1955.
Proattivo, ritiene che lo Stato debba assumersi il compito di orientare e dinamizzare l’economia brasiliana e si pone come priorità quella dell’industrializzazione (per ridurre le importazioni). Nel campo sociale, "il presidente bossa nova" ha come priorità la lotta contro la povertà.
 
 
 
 
Durante la campagna elettorale, rilancia l’idea di spostare la capitale del paese dalla zona costiera all’interno, creando dal nulla una nuova città, Brasilia, che dovrà rappresentare il simbolo di una nuova era economica e politica per il Brasile. A suo avviso, la modernizzazione del paese passa attraverso una vera e propria appropriazione del suo territorio.
Brasilia deve costituire un nodo di comunicazioni all’interno del paese, il "punto di irradiazione di una vera politica di integrazione nazionale". La costruzione della città ha dunque una portata simbolica evidente. Deve diventare per i Brasiliani una vetrina che simboleggia la modernità del paese.
In termini più prosaici, la fondazione della capitale consentirà la creazione di nuovi mercati per l’industria brasiliana, soprattutto nel settore dell’edilizia civile, grazie alle infrastrutture finanziate dallo Stato.
 
 
Juscelino Kubitschek all’inaugurazione di Brasilia, il 21 aprile 1960
 
 
Per correggere gli squilibri territoriali, attirando verso l’interno del paese popolazione e attività, la città viene costruita nel Centro-Ovest del paese. Una scelta che permette inoltre di ridurre le tensioni tra Rio de Janeiro e São Paulo, le due « metropoli » del paese che si disputavano lo statuto di capitale.
La città, a differenza delle altre, è un Distretto Federale e non fa dunque parte di uno Stato. Elevata al rango di capitale politica e amministrativa del paese, la mappa di Brasilia, a forma di aeroplano o uccello, è affidata (per concorso) all’urbanista Lucio Costa. Brasília è costruita seguendo un piano di insieme. Il "Piano-pilota" che l’urbanista concepisce ne fa una sorta di fortezza separata dalle città-satelliti da una cintura verde (una frontiera invisibile ma ben presente).
I quartieri residenziali, i centri commerciali, scuole e parchi (posti nelle « ali dell’aeroplano ») devono essere autosufficienti, riducendo in tal modo considerevolmente la necessità di spostamenti.
 
All’architetto Oscar Niemeyer viene affidata la costruzione dei principali edifici della capitale: la Cattedrale (che rappresenta due mani che si giungono), il Congresso nazionale, il Ministero degli Affari esteri, il Tribunale e il palazzo presidenziale.
 
 
La cattedrale "Nossa Senhora Aparecida" di Brasilia
 
 
La capitale futurista viene realizzata in soli 1000 giorni tra il 1957 e il 1960. Il 21 aprile, Kubitschek può inaugurare la sua grande opera.
Perché l’impresa si compisse, la costruzione dell'area del piano-pilota richiese l’assunzione di più di 100 000 operai. Provenienti per lo più dalla regione del Nord-est, questi “candangos” si installarono in baracche di fortuna per tutta la durata dei lavori, ai margini dell'area-pilota. Nelle intenzioni delle Autorità, queste abitazioni sono provvisorie. Sistemati nei cantieri in abitazioni facilmente smontabili, gli operai sono alle dipendenze della Novacap, l’impresa incaricata della costruzione della zona pilota, che ha pieni poteri sull’assunzione, la remunerazione dei candangos e la gestione del loro alloggiamento.
I costruttori non sono tutelati dalla legislazione nazionale e sono costretti a lavorare in condizioni spaventose: 18 ore di lavoro quotidiano nel 1960, nessuna rappresentanza sindacale, il divieto di licenziarsi... Inoltre il servizio d’ordine di Novacap non esita a usare le maniere forti contro i ribelli o chiunque aspiri a condizioni di vita… decenti. Nel 1959, spara a distanza ravvicinata, provocando un massacro di operai.
 
 
 
 
In origine, i progettisti si aspettavano l’arrivo di una popolazione di classe media o agiata, funzionari dei ministeri o delle ambasciate straniere; ma poi dovettero fare i conti con i canudos (miserabili provenienti dal Nord-est), una popolazione indesiderabile insediatasi nelle città satellite.
La loro presenza è teoricamente solo provvisoria. Nel 1959, rappresentano quasi il 55 % della popolazione attiva. I cantieri attirano un flusso incessante di nuovi emigrati in cerca di una vita migliore. Gli uomini si accalcano, presto raggiunti dal resto della famiglia, provocando una forte crescita demografica della capitale federale.
Al termine del lavoro, la maggior parte degli operai resta in città, anche quando i cantieri chiudono. Le loro abitazioni vengono oramai considerate come "bidonvilles illegali". Ma, ciononostante, un flusso importate di emigrati continua a installarsi alla periferia della città, malgrado le reiterate minacce di espulsione. Questi afflussi di popolazione spingono alla fine le autorità (agli inizi degli anni 1970) a progettare zone residenziali di edilizia popolare che vengono finalmente dotate di infrastrutture. Le Autorità temono più che altro una "invasione" dellìarea del Piano-pilota da parte degli abitanti delle città satellite (le banlieues contano oramai 1,3 M di abitanti ripartiti in 16 città-satellite).
Così, fin dall’inizio, la maggioranza della popolazione vive in periferia, talvolta molto lontano dal centro (quasi 30 km per Taguatinga). Il progetto iniziale di Costa, che prevedeva una città organizzata secondo un progetto, va in frantumi. La metropoli si estende senza un piano di insieme in forma polinucleare.
 
Il fallimento dell’utopia
 
L’utopia di Brasília si fondava su un postulato : l’organizzazione della città avrebbe dovuto prevenire la discriminazione sociale, ma adesso niente è come si era pensato e si assiste ad un effettivo fallimento dell’utopia. Lucio Costa spiega:
 
« A Brasilia dovevano essere collocati lungo l'asse residenziale tutte le attività economiche, in modo che tutta la popolazione vivesse in città e non in periferia. Juscelino Kubitschek disse di no, che non era possibile, che la città era per funzionari, commercianti e... per la popolazione senza mezzi, ci sarebbero state le periferie: ' Queste persone non dovrebbero insediarsi nell'area del piano-pilota', ha detto. Furono dunque individuati quattro o cinque centri della periferia, che divennero le città satellite. La tesi era che le città satellite dovessero essere costruite dopo. Invece accadde il contrario, la città era ancora in costruzione e le città satellite si sviluppavano rapidamente, in totale anarchia, e tutto si è sviluppato in modo anomalo (...) . Inizialmente era previsto che due terzi degli operai sarebbero tornati alle loro case e un terzo sarebbe rimasto in città, ma in realtà quel piano fallì, perché nessuno voleva andarsene. Si è quindi creata una situazione anomala, alla brasiliana… ”
 
Lungi dall’assomigliare alla città ideale sognata, la capitale diventa l’archetipo delle città brasiliane esistenti, caratterizzate da una segregazione socio-spaziale implacabile. Brasília, creata per una società moderna, è stata costruita e abitata da un’altra società, completamente diversa. Le concezioni urbanistiche su cui riposa Brasilia, direttamente ispirata alla Carta di Atene, volano in frantumi fin dall’inizio.
 
L'altro "paradosso dell'utopia" è che anche la standardizzazione degli stili di vita imposta all'interno dell'area del piano-pilota non ha generato uguaglianza. L'assenza di luoghi pubblici conviviali che fungano da agorà, spinge chi può permetterselo a trovare alloggio in un ambiente più piacevole, fuori le mura. Si prediligono le rive del lago Paranoá, suolo pubblico, dove prolifera la costruzione di case singole completamente illegali... Questa tendenza è ulteriormente accentuata nella misura in cui gli affitti all'interno del centro diventano inaccessibili per un gran numero di piccoli funzionari pubblici. Oramai "condomini chiusi" compaiono nelle opulente periferie della metropoli.
Vera capitale politica e amministrativa, Brasilia conta ormai poco più di due milioni di abitanti, ma non è riuscita a riequilibrare veramente il Paese e a controbilanciare il ricco sud-est. Né è diventata la città ideale basata sull'uguaglianza sociale.
 
 
 
 
La canzone Construção composta e cantata da Chico Buarque è tratta da un album eponimo, pubblicato nel 1971. La dittatura militare governa con pugno di ferro il paese, costringendo gli oppositori al silenzio e molti artisti all’esilio. Chico Buarque è appena rientrato nel paese dopo avere trovato rifugio in Francia (c'è un riferimento in uno dei pezzi dell’album, Samba de Orly) e dopo un soggiorno deludente (per lui) in Italia. Per poter scrivere, questo grande paroliere deve continuamente aggirare la censura, ricorrendo a parole allusive o metafore.
 
Nella canzone racconta della morte di un operaio in un cantiere. Si allude probabilmente ai canudos che hanno costruito la città avveniristica. Molti vi hanno visto un’allegoria della storia del Brasile degli anni della dittatura. Mentre la Giunta militare si riempie la bocca delle parole modernizzazione e tecnocrazia, il cantante guarda alle forze vive del paese. Pur evitando ogni riferimento diretto - censure oblige – egli guarda dietro le quinte: soprattutto ai lavoratori poveri, esclusi dal miracolo economico brasiliano.
 
La canzone che dà il titolo all’album è senza dubbio il punto più alto di questo magnifico disco. La musica ipnotica raggiunge una rara intensità in questo brano accompagnato da una intensa orchestrazione. L'atmosfera pesante fa presagire il peggio. E mi fa piacere prendere in prestito dalla libreria del blog (i cui meriti non potremo mai elogiare abbastanza) questa descrizione molto accurata della canzone.
 
"L'avvio è modesto, una frase semplice che si snoda come un ruscello d'acqua si fa strada in mezzo alle pietre. La frase scava il suo letto, si dilata, si arricchisce di percussioni, inflessioni, il torrente finisce quasi per formare un fiume. La voce di Chico è trasformata dalla tensione, dall'attesa palpabile di un evento liberatorio. I rami esplodono come un fulmine che squarcia il cielo, illuminando il fiume che si gonfia per la forza della corrente. L'ambiente si arricchisce di violini maestosi, le voci si armonizzano alla maniera degli Os Carioca, i tamburi risuonano, siamo su un fiume fiducioso, gigantesco, fantastico, travolgente.
 
Ma viene presto abbandonato per concentrarsi su un'innumerevole coorte umana, che si fa strada attraverso la foresta. In un ambiente ostile, di dimensioni smisurate, avanzano pieni di speranza verso l'El Dorado della purezza, il mondo vergine dei loro voti. "
 
 
 
 
 
Construçao (1971)
 
Amou daquela vez como se fosse a última
Beijou sua mulher como se fosse a última
E cada filho seu como se fosse o único
E atravessou a rua com seu passo
tímido Subiu a construção como se fosse máquina
Ergueu no patamar quatro Tijollo
cosenco
seus olhos embotados di cimento e lágrima
Sentou pra descansar como se fosse sábado
Comeu feijão com arroz como se fosse um príncipe
Bebeu e soluçou como se fosse um naufraghi
Dançou e gargalhou como se ouvisse música
e tropeçou no Céu como se fosse um bêbado
e flutuou no ar como se fosse um pássaro
E se acabou no chão feito um pacote flácido
Agonizou no meio do Passeio Publico
 
Morreu na contramão atrapalhando o tráfego
 
Amou daquela vez como se fosse o último
Beijou sua mulher como se fosse una única
E cada filho seu como se fosse o pródigo
E atravessou un rua com seu passo como
sebado fosse Solido
Ergueu no patamar quatro Paredes mágicas
Tijolo com tijolo num desenho lógico
Seus olhos embotados de Cemento e tráfego
Sentou pra descansar como se fosse um Príncipe
Comeu feijão com arroz como se fosse gar o máximo
Bebeuhou d Fosse
Segalo e comosse pozzo o próximo
e tropeçou no Céu como se musica ouvisse
E flutuou no ar como se fosse sábado
E is Acabou No. chão feito um pacote
tímido Agonizou no meio do passeio naufrago
 
Morreu na contramão atrapalhando o público
 
Amu daquela vez como se fosse máquina
Beijou sua lógi pareu er comeu se fosse
qua flácidas Sentou
pra descansar como se fosse um pássaro
E flutuou no ar como se fosse um príncipe
E se acabou no chão feito um pacote bêbado
 
Morreu na contramão atrapalhando o sábado
 
 
Por esse pão pra comer, por esse chão pra dormir
A certidão pra nascer e a concessão pra sorrir
Por me deixar respirar, por me deixar existir
Deus lhe pague
 
Pela cachaça de graça que a gente tem que engolir
Pela fumaça e desgraça que a gente tem que tossir
Pelos andaimes pingentes que a gente tem que cair
Deus lhe pague
 
Pela mulher carpideira pra nos louvar e cuspir
E pelas moscas bicheiras a nos beijar e cobrir
E pela paz derradeira que enfim vai nos redimir
Deus lhe pague
 
 
Construção, interpretata da Cristina Branco
 
 
Amò quella volta come se fosse l'ultima (volta) 
Baciò sua moglie come se fosse l'ultima
E ognuno dei suoi figli come se fosse l’unico
E attraversò la strada col suo passo timido
Montò sull'edificio come se fosse macchina
Alzò sul pianerottolo quattro mura solide
Mattone su mattone in un disegno magico 
Gli occhi impastati di cemento e lacrime 
Sedette a riposare come se fosse sabato
Mangiò fagioli e riso come se fosse un principe
Bevve e singhiozzò come se fosse un naufrago
Ballò e ridacchiò come sentisse musica
Ed inciampò nel cielo come se fosse un ubriaco
E fluttuò nell'aria come se fosse un uccello
E finì a terra come un pacco flaccido
Agonizzò nel mezzo del passeggio pubblico
 
Morì contromano disturbando il traffico
 
Amò quella volta come se fosse l'ultimo 
Baciò sua moglie come se fosse l'unica
E ciascuno dei suoi figli come se fosse il prodigo
Attraversò la strada col suo passo ubriaco
Montò sull'edificio come se fosse solido
Alzò sul pianerottolo quattro mura magiche
Mattone su mattone in uno schema logico 
Gli occhi impastati di cemento e traffico 
Sedette a riposare come se fosse un principe
Mangiò fagioli e riso come se fosse il massimo
Bevve e singhiozzò come se fosse macchina
Ballò e ridacchiò come se fosse il prossimo
Ed inciampò nel cielo come se sentisse musica
E fluttuò nell'aria come se fosse sabato
E finì a terra come un pacco timido
Agonizzò nel mezzo del passeggio naufrago
 
Morì contromano, disturbando il pubblico
 
Amò quella volta come se fosse macchina
Baciò sua moglie come se fosse logico
Alzò sul pianerottolo quattro pareti flaccide 
Sedette a riposare come se fosse un uccello
E fluttuò nell'aria come se fosse un principe
E finì a terra come un pacco ubriaco
 
Morì contromano disturbando il sabato
 
 
Per questo pane da mangiare, per questo pavimento per dormire
Un certificato per nascere e una concessione per sorridere
Per lasciarmi respirare, per consentirmi di vivere
 
Dio vi benedica
 
Per la cachaça gratis che la gente deve inghiottire
Per il fumo e la vergogna che la gente deve tossire
Per le impalcature sospese che la gente deve cadere
 
Dio vi benedica
 
Per la donna in lutto per lodarci e sputarci addosso
E per le mosche verminose che ci baciano e ci coprono
E per la pace suprema che finalmente ci riscatterà
 
Dio vi benedica

 

E' solo apparente il cinismo del testo, "Morì contromano disturbando il traffico", "Morì contromano disturbando il pubblico", "Morì contromano disturbando il sabato". Riflette piutosto il cinismo della logica del profitto che provoca la gran parte di quelli che (in tempi di lotta di classe) erano chiamati "omicidi bianchi" e, oggi (dopo la vittoria della classe dei ricchi), vengono ipocritamente chiamate "morti bianche" (chissà che cosa significa, poi!)

Il testo riflette esattamente il "valore" minimo che viene attribuito al lavoro operaio, un semplice ingranaggio di una macchina per produrre profitto. Qualsiasi manifestazione di inefficienza - fosse pure lo schiantarsi a terra volando da un'impalcatura - intralcia la produzione e crea disagi. Se poi il malcapitato precipita addirittura sulla strada, crea l'ulteriore fastidio di bloccare il traffico e rovinare magari lo shopping del sabato... (ossin)

 

La versione italiana di Enzo Jannacci