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Antiwar, 22 gennaio 2018 (trad.ossin)
 
Il Russiagte implode
Justin Raimondo
 
La vera "collusione" è tra agenti stranieri e Democratici
 
Aggiornamento: Trump ha autorizzato la pubblicazione 
 
 
Fine della partita: l’imbroglio del Russiagate sta per esplodere, finalmente. Sebbene il tanto celebrato memorandum (e le informazioni sottostanti), redatto dai responsabili della Commissione Servizi Segreti della Camera dei comuni presieduta da Devin Nunes (R-CA), non sia stato ancora pubblicato, ci sono state abbastanza indiscrezioni da parte dei deputati che l’hanno letto, perché ci si possa farne un’idea del contenuto. Preparatevi comunque a restare scioccati da quello che considero l’aspetto più scandaloso di questo affaire.
 
Per cominciare, è chiaro che il « dossier », commissionato dai neoconservatori al Free Beacon e poi in seguito ripreso da Hillary Clinton, è  stato presentato dal FBI al tribunale della FISA come fossero delle prove su cui fondare l’autorizzazione alla sorveglianza segreta della campagna di Trump, forse dello stesso Donald Trump in persona. Il giudice della FISA non sarebbe stato informato da chi era stato pagato il dossier.
 
In una intervista al Daily Caller, il veterano Joseph DiGenova cita, come prova dell’imbroglio, i dettagli di un parere del tribunale FISA (27 aprile 2017) che accusava l’amministrazione Obama di aver mentito alla Corte e di avere illegalmente usato materiale ottenuto attraverso le loro campagne di spionaggio. La Corte ha affermato che le azioni del governo erano « abusive » perché il materiale rubato è stato distribuito a « contractors ».  Non dice chi sono. Secondo me, e anche per DiGenova, l’azienda incaricata di infangare Trump è Fusion GPS, e anche CrowdStrike, la società di sicurezza informatica, responsabile del sistema di posta elettronica del DNC, che il FBI non è mai stato autorizzato ad esaminare.
 
I cospiratori anti Trump hanno costruito una fiction molto elaborata a beneficio della corte FISA, l’hanno presentata a questa corte come si trattasse di circostanze fattuali e l’hanno utilizzata per ottenere un mandato che consentisse all’amministrazione Obama – in realtà per conto della campagna elettorale di Clinton – non solo di spiare la campagna di Trump, ma anche di interferirvi.
 
In secondo luogo, ed è per questo credo che il memo e le informazioni sottostanti siano così altamente classificati, la partecipazione di FBI e CIA all’operazione è solo una parte dell’insieme. Il coinvolgimento dell’« ex » agente del MI6, Christopher Steele, dimostrerebbe anche un coinvolgimento britannico. E naturalmente potrebbe essere una semplice coincidenza che il capo del GCHQ, il gruppo di spionaggio britannico, si sia dimesso poco prima che fosse rivelato l’affaire Steele. Ma non mi pare lo sia.
 
E non sono solo i Britannici a combattere la loro propria Guerra Fredda contro la Russia, già da molto tempo prima che apparisse il Russiagate. Un certo numero di altri servizi di informazione stranieri avrebbe giocato un ruolo in tutto questo, compresi gli Ucraini e gli Estoni, il cui odio viscerale contro la Russia e il timore per le intenzioni pacifiche che Trump manifestava verso Mosca, costituiva motivazione sufficiente perché agissero.
 
Questo spiega il contrasto di opinioni tra i Repubblicani, a proposito della pubblicazione del memo. Gli « internazionalisti » (che non sono particolarmente amichevoli con Trump) temono possano risultarne compromesse le nostre relazioni con gli « alleati ». Quelli che vogliono pubblicarlo si rendono conto che, con « alleati » come questi, non abbiamo più bisogno di nemici.
 
Nunes, il deputato Trey Gowdy e Bob Goodlatte, presidente del Comitato giudiziario, cercano adesso il modo di avviare una  qualche « procedure mai prima usata » per rendere pubblicabili le prove più succose – e le informazioni sottostanti – che inchiodano questi criminali per avere abusato del sistema FISA, spiato gli Statunitensi, sovvertito il processo elettorale e, sì, avere colluso con potenze straniere per rovesciare e distruggere il governo Trump.
 
Se il nostro sistema funziona ancora come si deve, molte di queste persone finiranno in galera. Stiamo parlando di reati. Il Foreign Intelligence Surveillance Act, recentemente confermato e dotato di poteri ancora più ampi per spiarci, considera reato il fatto di presentare prove false al tribunale della FISA : sulla base dell’articolo 1809, la FISA considera un reato il fatto di chiunque realizzi controlli elettronici in forma « legale » ma sulla base di prove false. Pena : cinque anni di reclusione e/o multa di 10 000 dollari.
 
Adesso i cospiratori tentano di distruggere le prove il più in fretta possibile : il FBI ha appena informato il Congresso che gli SMS inviati dagli investigatori di Robert Mueller, Peter Strzok e la sua amante avvocato  Lisa Page, pieni di frasi anti-Trump – e forse di dettagli sulla famosa « polizza di assicurazione » di cui ha parlato Strzok  per impedire a Trump di assumere le funzioni o di continuare ad essere Presidente – sono state distrutte « per sbaglio ».
 
Di solito parlo del modo in cui le agenzie governative statunitensi cercano di dominare, costringere o altrimenti far cadere con la forza governi stranieri. Oggi però, in piena decadenza dell’Impero, sono costretto a scrivere di una operazione di regime change  per porre fine a tutte le operazioni di cambio di regime, quella realizzata da alti funzionari del governo statunitense contro il loro stesso paese.
 
Ma chi? Come? Perché?
 
Il « come » sta venendo fuori, ma sono convinto che persone come James Comey, Andrew McCabe e John Brennan siano solo parte della storia. L’altra parte sono i cittadini stranieri che, credo, siano profondamente coinvolti nella genesi e nella realizzazione di questa operazione di demolizione. I discorsi di Trump sull’uscita dalla NATO, sulla riduzione degli interventi statunitensi all’estero, oltre alla sua opposizione ad una nuova Guerra Fredda contro la Russia, soprattutto quest’ultima ha suscitato la collera dei Britannici e degli Europei dell’Est, che hanno visto minacciato il loro prezioso « ordine internazionale », senza parlare dell’agenda politica della cricca di Davos.
 
Gli Statunitensi resteranno scioccati dalla natura ed ampiezza dell’ingerenza di FBI / CIA nella nostra politica interna, ma resteranno sopresi anche per il modo in cui le nostre spie dominano (non influenzano, dominano) quel che ai giorni nostri viene spacciato per giornalismo. Mi giocherei la casa che non c’è un solo media a grande diffusione che non si senta obbligato verso di loro. La ragione per cui lo dico con tanta convinzione è che la "Operation Get Trump" non avrebbe potuto aversi senza quel genere di faziosità di cui siamo stati testimoni da quando Trump è stato eletto. Abbiamo già visto qualcosa del genere, ma non in questo paese. L’abbiamo visto in Ucraina, dove la CIA e I suoi alleati filo-europei hanno rovesciato un presidente legittimo, Janukovyč. Lo abbiamo visto in Cile, quando hanno rovesciato Salvador Allende, lo abbiamo visto in Guatemala quando si sono sbarazzati del presidente  Jacobo Arbenz – diamine, potrei passare il resto della settimana solo a enumerare i loro crimini.
 
Era inevitabile che provassero a fare lo stesso negli Stati Uniti. Ironia della sorte! Abbiamo considerato i nostri alleati come fossero dei satelliti, ma chi gira attorno a chi? La sola minaccia che la generosità USA potesse ridursi, che i nostri « alleati » dovessero cominciare a pagarsi le loro spese, e che intendessimo scansare le molte trappole che potrebbero sprofondarci in una guerra su metà del globo, senza una ragione valida; è questo che ha mobilitato il Partito della guerra e lo ha indotto a dichiarare la guerra contro… il loro stesso paese. Siamo diventati prigionieri del nostro stesso impero.
 
Quando tutto questo sarà finito, se mai sarà, il Congresso dovrà raccogliere tutto il suo coraggio e analizzare esattamente cosa è successo. Abbiamo bisogno di una nuova Commissione Church per controllare FBI e CIA – e gli altri 16 servizi segreti di cui avremmo, chissà perché, bisogno.
 
Questo, ovviamente, dopo che i colpevoli saranno stati messi in prigione.
 
E per l’ultima volta: non si tratta di difendere Trump. Si tratta di tutelare la repubblica degli Stati Uniti contro i Servizi Segreti canaglia e il FBI – una forza di polizia nazionale della quale non abbiamo bisogno, che i Fondatori non avevano nemmeno immaginato, e che si è rivelata essere un pericolo mortale per il sistema USA.