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Interventi, maggio 2010 - La classe operaia europea non ha altra scelta, deve prepararsi alla lotta che le impone il capitale, se non vuole che la sua situazione, già assai compromessa, si aggravi ancora di più. Ma questa lotta potrà essere vinta solo con l’unità di tutti i lavoratori europei, L’unione di tutti i proletari europei è dunque una necessità vitale











(Nella foto, lo striscione esposto il 10 maggio 2010 dai giovani della Federazione della Sinistra sulla facciata principale dell'Università di Napoli)



Legrandsoir. com , 15 maggio 2010

Proletari di tutta Europa unitevi

Mohamed Belaali

Gli avvenimenti che si svolgono sotto i nostri occhi in Grecia e le loro conseguenze economiche politiche e sociali sono estremamente importanti.  Si tratta di un conflitto di classe esemplare. Cosa vediamo? Di fronte al capitale e ai suoi padroni,  i suoi banchieri, i suoi speculatori, le sue agenzia di valutazione, i suoi mercati finanziari, le sue istituzioni finanziarie come il FMI di Dominique Strauss-Khann, la Commissione europea, la BCE, i dirigenti degli Stati dell’Unione, i parlamentari ecc… si solleva coraggiosamente il popolo greco, soprattutto i lavoratori. Si tratta di una lotta diseguale tra capitale e lavoro. Da un lato i parassiti di ogni genere che, come avvoltoi, divorano ancora ciò che resta della loro preda greca, dall’altro uomini e donne che lottano per conservare il loro lavoro, il loro salario, la loro pensione, la loro scuola, i loro ospedali…
I mercati finanziari approfittando della situazione, stimolati dalla agenzie di valutazione, esigono per i loro eventuali prestiti alla Grecia dei tassi di interesse esorbitanti. I miliardi forniti dagli Stati Europei e dal FMI sono stati presi a prestito sui mercati a 1,4 o 1,5% e prestati alla Grecia al 5%! “Aiutando la Grecia , ci si aiuta noi stessi. I sei miliardi di euro prestati alla Grecia dalla Francia non sono stati presi dalle casse dello Stato. Li si è presi in prestito ad un tasso di circa 1,4 o 1,5% e sono stati prestati alla Grecia a circa il 5% di interesse. Dunque ci guadagneremo. E’ una cosa buona per il paese, una cosa buona per  la Grecia, è soprattutto una cosa buona per la zona Euro. Bisogna rassicurare i mercati”., ha dichiarato Eric Woerth, ministro francese degli affari sociali; è la nozione capitalista di aiuto! Mercati finanziari, governi europei, FMI, come vampiri succhiano così, generosamente, la ricchezza del popolo greco.
La crisi greca mostra anche, e in modo eclatante, il fallimento di tutta la costruzione europea. Le sue istituzioni si sono rivelate incapaci di reagire e di trovare una soluzione per u n paese che è pur sempre membro dell’Unione. La BCE, la Commissione europea, il Consiglio europeo, l’Eurogruppo e il Parlamento europeo sono come paralizzati di fronte a questa crisi. In compenso sono prontissimi a imporre al popolo greco i diversi piani detti di austerità. Eseguono servilmente gli ordini degli speculatori parassiti e dei pescecani della finanza internazionale. Occorre ricordare che, fatta eccezione per il parlamento europeo, nessuna istituzione possiede alcuna legittimazione democratica. In queste condizioni, essi agiscono solo sotto il controllo e per assecondare le esigenze dei mercati finanziari. Jean-Claude Junker, presidente dell’Eurogruppo, non ha d’altra parte dichiarato che “se i mercati mettono in discussione la credibilità della iniziativa greca, bisognerà prendere delle misure addizionali. La zona euro interverrà solo quando queste ultime saranno adottate”?
E’ esattamente ciò che è successo: dopo il primo piano di austerità, i mercati finanziari e le agenzie di valutazione, con la complicità degli Stati dell’Unione, hanno ritenuto che esso non fosse sufficiente per porre la Grecia al riparo dal fallimento. Il 6 maggio 2010 il Parlamento greco ha votato un secondo piano distruggendo ancor più quello che ancora resta dei servizi pubblici e riducendo i lavoratori greci alla miseria. “Possiamo garantire che il paese non fallirà”, ha dichiarato il ministro delle finanze, George Papaconstantinou. Segnaliamo per inciso che questo piano “di una severità inedita” secondo la stessa stampa borghese, è stato approvato grazie ai voti dei socialisti del Pasok e … della estrema destra!
Mentre i parlamentari discutevano del modo più efficace di strangolare i lavoratori greci per soddisfare i mercati finanziari, l’Unione Europea, il FMI ecc., decine di migliaia di manifestanti gridavano:”FMI e UE ci rubano un secolo di conquiste sociali”, o ancora “No alla distruzione dei diritti dei lavoratori”, “La crisi la devono pagare i dirigenti, i ladri, gli speculatori”, ecc.
Tra i due piani, i tassi di interesse delle obbligazioni dello Stato greco hanno spiccato il volo. Hanno raggiunto il picco storico del 12,506% il 7 maggio 2010, mentre sono solo al 2,727% in Germania e al 3,030% in Francia. A quando il terzo piano? L’arricchimento di qualcuno è eguagliato solo dalla sofferenza dei più. Viva l’Unione Europea!
Le borghesie europee sono dunque decise a sfruttare il popolo greco fino al midollo. I governi europei di destra o socialdemocratici, al soldo delle classi dominanti, non arretreranno di un passo per spezzare la resistenza dei lavoratori greci. Non esiteranno a mettere in campo l’intero apparato repressivo per imporre la loro volontà e conservare i loro privilegi. Oggi è il popolo greco che paga assai caro le conseguenze della crisi del capitalismo, di cui solo la borghesia è responsabile. Domani sarà forse il turno dei lavoratori spagnoli, portoghesi, irlandesi, italiani, francesi ecc. Il capitale non conosce frontiere. Nella sua logica e nelle sue leggi non conosce altro che il profitto. Nicolas Sarkozy, per la voce del suo primo ministro François Fillon, prepara già i lavoratori a sopportare le conseguenze delle “riforme” ch’egli intendeva varare con o senza i mercati finanziari. Il governo francese può anche utilizzare la situazione greca per accelerare la sua politica di distruzione delle conquiste sociali, per conservare la ricchezza nelle mani di una minoranza della popolazione.
La classe operaia europea non ha altra scelta, deve prepararsi alla lotta che le impone il capitale, se non vuole che la sua situazione, già assai compromessa, si aggravi ancora di più. Ma questa lotta potrà essere vinta solo con l’unità di tutti i lavoratori europei, L’unione di tutti i proletari europei è dunque una necessità vitale.