Durban II - Raramente una Conferenza delle Nazioni Unite ha provocato in occidente una simile campagna di disinformazione, fantasie e menzogne. Non é vero che Ahmadinejad ha negato l'Olocausto, e non è vero che la risoluzione di Durban I contenga in alcun modo affermazioni antisemite





Le Monde Diplomatique – 22 aprile 2009 (Le blog du Diplo)

Durban II, delirio e disinformazione


di Alain Gresh



Di rado una Conferenza delle Nazioni Unite ha provocato in Occidente una così forte campagna di disinformazione, fantasie e menzogne



Libération del 21 aprile titola in prima: “Un antisemita all’ONU”. E di seguito: “Con il discorso del presidente iraniano, che ha attaccato Israele con rara violenza, la Conferenza di Durban è partita male”.
Il presidente Ahmadinejad è un personaggio poco raccomandabile. Ha fatto dichiarazioni negazioniste, dirige un regime che perseguita gli oppositori, limita le libertà, accaparra le ricchezze del paese. E tuttavia non bisogna negoziare con gli avversari? Non è questo che pensa il presidente Obama: « Iran : Obama veut continuer l’effort de dialogue malgré les propos d’Ahmadinejad [http://www.rtbf.be/info/monde/droits-de-l039homme/iran-obama-veut-continuerleffort-de-dialogue-malgre-les-propos-dahmadinejad]. »


Bisogna travisare le sue parole ? Si può leggere il suo intervento integrale : « President Ahmadinejad’s speech at the Durban Review Conference on racism [http://www.presstv.ir/detail.aspx?id=92046] ». Riprendiamo la frase che ha scatenato le polemiche: “Dopo la seconda guerra mondiale, (i paesi vincitori) sono ricorsi all’aggressione militare per trasformare una intera nazione  in un popolo senza terra col pretesto della sofferenza degli ebrei e hanno mandato degli emigranti dall’Europa, dagli Stati Uniti e da altre parti del mondo per realizzare nella Palestina occupata un governo integralmente razzista. E per rimediare alle terribili conseguenze del razzismo in Europa, hanno aiutato l’insediamento del più crudele e repressivo regime in Palestina”. In tutto il discorso non si ritrova alcuna negazione dell’olocausto, di cui il presidente s’era fatto portavoce. Egli ha soppresso dal suo discorso, a richiesta del rappresentante delle Nazioni Unite, una frase che diceva che l’olocausto è “ambiguo e non certo” (« Ahmadinejad Anti-Israel Speech Was Toned Down : UN  http://www.huffingtonpost.com/2009/04/21/ahmadinejad-antiisraelsp_
n_189382.html] », par Bradley S. Klapper et Alexander G. Higgins, The Huffington
Post, 21 avril).

Le performance del presidente iraniano suscitano discussioni nel suo paese, dove qualcuno si interroga sui rischi di isolamento (« Reactions to Ahmadinejad’s Geneve performance
[http://cuminet.blogs.ku.dk/2009/04/21/reactions-to-ahmadinejads-geneveperformance/]
», par Rasmus Christian Elling, 21 avril).


Marc Semo, l’inviato speciale di Libération, in un reportage audio (« Durban II : “Le
président iranien avait fait venir sa claque” [http://www.liberation.fr/monde/0601833-
durban-ii-le-president-iranien-avait-fait-venir-sa-claque] ») ha affermato che Ahmadinejad ha parlato della “sofferenza esagerata del popolo ebraico”. E’ una menzogna. Il testo parla solo di “sofferenza degli ebrei”. Come altri commentatori, il giornalista sembra avere inteso solo quello che voleva intendere. I diritti dell’uomo, conclude Semo, sono diventati oggetto di un braccio di ferro tra l’Occidente ed i paesi del Sud, soprattutto i paesi mussulmani.
Questo è vero. Esiste davvero una frattura Nord/Sud, che bisognerebbe analizzare seriamente, come sarebbe necessario comprendere perché numerosi paesi del Sud non sopportano più le lezioni che vengono dai paesi del Nord che fanno guerre di aggressione  e politiche egemoniche. Un discorso che consente anche a delle dittature di giustificarsi in nome della lotta all’Occidente.

La Francia, al pari di altri paesi occidentali, si è giustamente battuta contro l’idea che bisognasse, nel testo della risoluzione finale di Durban, invocare la difesa delle religioni diffamate o limitare la libertà di espressione. Ma la volontà dell’Occidente di sottrarsi ad ogni critica solleva dei problemi. Come solleva problemi il rifiuto di menzionare in alcun modo i crimini israeliani, col pretesto che non bisogna denunciare nessuno.

Così come ha dichiarato al Figaro Bernard Kouchner: “Abbiamo fissato una linea rossa che non bisogna oltrepassare: la riapertura della polemica su Israele. Ecco perché le 23 delegazioni europee presenti in sala l’hanno abbandonata quando Ahmadinejad si è lanciato nella sua diatriba contro lo Stato ebraico” (« Durban II, une perte de crédibilité pour
l’ONU [http://www.lefigaro.fr/international/2009/04/21/01003-
20090421ARTFIG00011-durban-ii-une-perte-de-credibilite-pour-l-onu-.php] », 21 avril.)

Un editoriale [http://www.alquds.co.uk:9090/pdf/2009/04/04-19/All.pdf] apparso il 20 aprile, alla vigilia dell’apertura della Conferenza, sul quotidiano panarabo di Londra Al-Quds al-Arabi, spiega che Israele ha già vinto la battaglia senza avervi preso parte e che, come al solito, gli Arabi hanno perso, malgrado la loro partecipazione e “malgrado il fatto che la maggior parte dei partecipanti appoggiavano le loro richieste. Così ogni riferimento ad Israele ed alle sue pratiche razziste nei territori occupati è stata eliminata”. L’editorialista ricorda che queste concessioni sono state accettate dalla delegazione palestinese, su pressione degli Stati Uniti e dell’Europa. E alla fine la risoluzione finale di Durban II tace su Israele, i crimini di Gaza e l’oppressione dei Palestinesi.


Per comprendere il contesto, è importante tornare alla dichiarazione finale della Conférence de Durban de 2001 [http://www.unhchr.ch/pdf/Durban_fr.pdf]. Ricordiamo alcuni punti della risoluzione, denunciati da qualcuno come antisemiti:

“58. Ricordiamo che l’Olocausto non deve essere dimenticato mai (…)
61. Constatiamo con profonda inquietudine la crescita dell’antisemitismo e dell’islamofobia nelle diverse regioni del mondo, come l’apparire di movimenti razzisti e violenti ispirati dal razzismo e da idee discriminatorie nei confronti degli ebrei, dei mussulmani e degli arabi (…)
150. Impegna gli Stati, nella lotta contro ogni forma di razzismo, a riconoscere la necessità di lottare contro l’antisemitismo, il razzismo antiarabo e l’islamofobia nel mondo intero e sollecita tutti gli Stati ad assumere le misure efficaci per impedire la formazione di movimenti fondati sul razzismo e le idee discriminatorie concernenti le comunità in questione”.


Quanto al conflitto arabo-israeliano, dopo avere ricordato quanto segue, chi potrebbe dire che si tratta di un testo unilaterale? Antisemita? Anti-occidentale? Citiamo:


“63. Siamo preoccupati del destino del popolo palestinese che vive  sotto l’occupazione straniera. Riconosciamo il diritto inalienabile del popolo palestinese all’autodeterminazione ed alla creazione di uno Stato indipendente, allo stesso modo riconosciamo il diritto alla sicurezza per tutti gli Stati della regione, ivi compreso Israele, ed impegniamo tutti gli Stati a sostenere il processo di pace ed a portarlo a compimento rapidamente.

151. Per ciò che concerne la situazione in Medio oriente, la Conferenza raccomanda la fine della violenza e la rapida ripresa dei negoziati, il rispetto dei diritti dell’uomo e del diritto internazionale umanitario, il rispetto del principio di autodeterminazione e la cessazione di ogni sofferenza, per permettere ad Israele ed ai Palestinesi di riprendere il processo di pace, come di svilupparsi e prosperare nella sicurezza e la libertà”.

In realtà le uniche vere forzature che hanno caratterizzato Durban II sono stati certi atteggiamenti di alcune organizzazioni non governative, che non hanno avuto alcuna influenza sul testo adottato dagli Stati.


In un articolo de Le Monde Diplomatique pubblicato nell’ottobre 2000 « L’avenir du passé
[http://www.monde-diplomatique.fr/2001/10/DE_BRIE/15673] », Christian de Brie, citando Aimé Césaire, scriveva a proposito della prima Conferenza di Durban : « Quello che i distintissimi, umanistissimi e cristianissimi borghesi del XX secolo (…) non perdonano a Hitler non è tanto il crimine in sé, non è l’umiliazione dell’uomo in sé,  ma è il crimine contro l’uomo bianco, e di avere applicato all’Europa dei processi colonialisti che non avevano toccato, fino ad allora, se non gli Arabi di Algeria, i coolies indiani e i negri d’Africa”. E tanto questo è vero che, addirittura mentre i giudici nordamericani, sovietici, britannici e francesi officiavano a Norimberga, la segregazione razziale restava legale negli Stati Uniti, il goulag tornava a pieno regime in URSS e Gran Bretagna e Francia  trattavano con le bombe e il napalm la volontà di emancipazione dei popoli colonizzati dai quali avevano pure ricevuto un notevole contributo per la loro liberazione”.


E concludeva:

“Dovunque le diseguaglianze economiche, sociali, giuridiche e statutarie si sviluppano e perdurano, finisce per prosperare il razzismo, la giustificazione ideologica della superiorità di alcuni e la inferiorità degli altri, tenuti in una situazione di dipendenza, umiliati e perseguitati. La sorte  riservata ai Palestinesi da parte di Israele da decenni ne è la dimostrazione tragica. Se essa ha acquisito una tale importanza sulla scena internazionale mentre quella di tanti altri resta sconosciuta, non è perché essa serve da pretesto per la manifestazione di un antisemitismo sempre vivo, espresso apertamente da taluni a Durban. E’ che la sorte dei palestinesi appare come  un modello, a scala ridotta, della ingiustizia arcaica che presiede ai rapporti tra gli esseri umani e come una prefigurazione di quello che potrebbe essere il mondo di domani. Un ritorno al passato.

Tale emblematico carattere della Palestina spiega perché nel mondo milioni di persone si mobilitano per questo popolo (« De quoi la Palestine est-elle le nom ? »).

Torniamo al razzismo in Israele. Si può discutere della formula usata dal presidente iraniano che ha definito il governo israeliano “integralmente razzista”. Si può anche contestare la legittimità di alcuni Stati, dall’Arabia Saudita all’Iran, passando per l’Egitto, a denunciare il razzismo mentre essi stessi lo praticano nei confronti delle loro minoranze. Ma ricordiamolo, la maggioranza dei paesi dell’ONU, dall’India all’Africa del Sud, passando per l’Indonesia, sono oggi democratici, e non conoscono, contrariamente a quanto si vorrebbe farci credere, maggioranze scontate. . D’altra parte la conformità a giustizia della causa palestinese  non dipende da chi la sostiene – in passato il regime dell’apartheid era denunciato anche da regimi africani dittatoriali e corrotti…


Esistono mille ed una prova di quanto sia radicato il razzismo contro i Palestinesi, ivi compreso in seno al governo, ivi compreso nella politica perseguita per anni dai governi che si sono succeduti – noi pubblichiamo nel numero di maggio de Le Monde diplomatique un’inchiesta di Dominique Vidal e Joseph Algazy sugli Arabi israeliani. Avigor Lieberman, il nuovo ministro degli esteri, è altra cosa dall’essere un fascista? Yossi Sarid scriveva, in Haaretz del 30 gennaio 2009:  « Centrists must unite to block fascist Lieberman’s march on J’lem
[http://www.haaretz.com/hasen/spages/1060124.html] » - i centristi devono unirsi per bloccare la marcia di Lieberman su Gerusalemme – una allusione diretta alla marcia su Roma di Mussolini nel 1922. (sull’influenza di questo ideologo di estrema destra tra la gioventù, leggere Yotam Feldman, Haaretz, 7 febbraio 2009: «Lieberman’s anti-Arab ideology wins over Israel’s teens [http://www.haaretz.com/hasen/spages/1061910.html] »).

Altro membro della coalizione al potere, Moshe Feiglin, uno dei dirigenti del Likud e ammiratore di Hitler: “Una volta ha anche detto che Hitler era un genio militare. Ha anche dichiarato in un’intervista del 1995 che Hitler amava la buona musica, che era pittore e che la Germania ebbe un regime perfetto con un sistema giudiziario che funzionava e l’ordine pubblico”.  (« L’affaire Feiglin [http://blogcorrespondant-a-jerusalem-tf1.lci.fr/article-25703078.html] », blog de Denis Brunetti, correspondant de TF1 à Jérusalem, 11 décembre 2008.)


Ricordiamo in conclusione che l’Unione Europea aveva deciso nel 2000 la creazione di un cordone sanitario contro il governo austriaco che includeva Jorg Haider, alla testa di un partito di estrema destra.


Ricordiamo anche che l’Unione Europa e gli Stati Uniti hanno deciso di boicottare il governo di Hamas, dopo la vittoria elettorale del gennaio 2006. L’Unione Europea aveva posto 3 condizioni: il riconoscimento d parte di Hamas dello Stato di Israele; la rinuncia alla violenza; il riconoscimento di tutti gli accordi già firmati. Ora, noi abbiamo un governo israeliano che rifiuta di riconoscere il diritto dei Palestinesi ad uno Stato, che esalta il ricorso alla violenza e che rifiuta di riconoscere gli accordi già firmati come il poco vincolante processus d’Annapolis.
Aspettiamo la reazione dei governi europei….

 

 


 


Pubblichiamo il testo in italiano del discorso del presidente iraniano, tradotto fedelmente dall'inglese da Daniela Cardamone


DISCORSO DEL PRESIDENTE IRANIANO AHMADINEJAD ALLA CONFERENZA DI DURBAN DI REVISIONE SUL RAZZISMO. GINEVRA 20 APRILE 2009

SIG. PRESIDENTE, onorevole segretario generale delle Nazioni Unite, onorevole alto commissario delle nazioni unite per i diritti umani, signore e signori:

Ci siamo riuniti nel seguito della conferenza di Durban sul razzismo e sulla discriminazione razziale per trovare strumenti pratici per le nostre campagne sacre ed umanitarie.

Durante i secoli scorsi, l’umanità ha attraversato grandi sofferenze e dolori. Nel Medio Evo, i pensatori e gli scienziati venivano condannati a morte. Seguiva poi un periodo di schiavitù e di commercio di schiavi. Gente innocente veniva fatta prigioniera a milioni e divisa dai suoi familiari ed amati per essere trasportata in Europa ed in America nelle peggiori condizioni.
Un periodo oscuro che sperimentò anche l’occupazione, i saccheggi ed i massacri di gente innocente.

Passarono molti anni prima che le nazioni si svegliassero e combattessero per le loro libertà e indipendenza e pagarono un prezzo molto alto per esse. Persero milioni di vite umane per cacciare gli occupatori e stabilire dei governi nazionali ed indipendenti.
Comunque, non passò molto tempo prima che gli arraffatori di potere imponessero due guerre in Europa che interessarono anche parte dell’Asia e dell’Africa. Queste terribili guerre sono costate  circa un centinaio di milioni di vite e si sono lasciate dietro massicce devastazioni. Se la lezione fosse stata imparata dalle occupazioni, dagli orrori e dai crimini di quelle guerre, ci sarebbe stato un barlume di speranza per il futuro.
 Le potenze vincitrici si consideravano i conquistatori del mondo mentre ignoravano o sotto stimavano i diritti delle altre nazioni imponendo leggi oppressive e accordi internazionali.

Signore e signori, diamo uno sguardo al Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite che è una delle  eredità della I e II guerra mondiale. Quale fu la logica dietro il loro garantirsi il diritto di veto? Come poteva questa logica conciliarsi con i valori umanitari e spirituali? Non ci sarebbe stata forse non corrispondenza con i riconosciuti principi di giustizia, uguaglianza di fronte alla legge, amore e dignità umana? Non ci sarebbe stata discriminazione, ingiustizia, violazioni dei diritti umani o umiliazione della maggioranza delle nazioni e paesi?

Il consiglio è una dei più alti organi decisionali del mondo per la salvaguardia della pace e della sicurezza internazionali. Come ci possiamo aspettare la realizzazione della giustizia e della pace quando la discriminazione è legalizzata e l’origine del diritto è dominata dalla coercizione e la forza piuttosto che dalla giustizia ed dai diritti?

Coercizione ed arroganza sono all’origine dell’oppressione e delle guerre. Anche se oggi molti sostenitori del razzismo condannano la discriminazione razziale nelle loro parole e slogan, un certo numero di stati potenti sono stati autorizzati a decidere per altre nazioni sulla base dei loro interessi ed a loro discrezione, e possono facilmente violare tutte le leggi ed i valori umanitari, come hanno fatto.

In seguito alla seconda guerra mondiale, esse fecero ricorso alla aggressione militare per togliere la  casa ad una intera nazione sotto il pretesto della sofferenza Ebrea e mandarono migliaia di emigranti dall’Europa, gli Stati Uniti ed altre parti del mondo al fine di stabilire un governo totalmente razzista  nella Palestina occupata. E, infatti, per compensare le atroci conseguenze del razzismo in Europa, aiutarono a portare al potere il più crudele e repressivo regime razzista in Palestina.

Il consiglio di sicurezza aiutò il regime occupante a stabilirsi e lo ha sostenuto negli ultimi 60 anni   dandogli una mano a commettere tutti i tipi di atrocità. La cosa più inaccettabile è che un certo numero di governi occidentali e gli Stati Uniti si sono impegnati per difendere questi razzisti autori di genocidi mentre le coscienze risvegliate e la gente liberamente pensante di tutto il mondo condanna l’aggressione, le brutalità ed i bombardamenti dei civili a Gaza.
I fiancheggiatori di Israele sono stati sempre o sostenitori o silenti nei confronti dei crimini. 

Cari amici, insigni delegati, signore e signori. Quali sono le radici delle cause degli attacchi USA contro l’Iraq o dell’invasione dell’Afghanistan?

Non è stato forse il motivo dietro l’invasione dell’Iraq null’altro se non l’arroganza dell’allora amministrazione USA e la crescente montante da parte dei possessori della ricchezza e del potere diretta ad espandere la loro sfera di influenza curando gli interessi di gigantesche compagnie produttrici di armi colpendo una cultura nobile con migliaia di anni di storia alle spalle, eliminando la potenziale e concreta minaccia dei Paesi Musulmani contro il regime Sionista o per controllare e saccheggiare le risorse energetiche del popolo Iracheno? 

Perché quindi quasi un milione di persone sono state uccise e colpite e pochi altri milioni sono state disperse? Perché mai il popolo iracheno ha sofferto enormi perdite che ammontano a bilioni di dollari? E perché bilioni di dollari sono stati imposti alla gente americana quale risultato delle loro azioni militari? Non è stata forse l’azione militare contro l’Iraq pianificata dai Sionisti e dai loro alleati nella amministrazione americana in complicità con i paesi produttori di armi e possessori della ricchezza? L’invasione dell’Afghanistan ha ristabilito la pace, la sicurezza ed il benessere economico nel paese?

Gli Stati Uniti ed i loro alleati non solo hanno fallito nel contenere la produzione di droghe in Afghanistan, ma la coltivazione dei narcotici si è moltiplicata nel corso della loro presenza. La questione basilare è quale è stata la responsabilità ed il lavoro dell’amministrazione USA dell’epoca e dei suoi alleati?

Rappresentano essi i paesi del mondo? Hanno avuto un mandato da loro? Sono stati autorizzati dai popoli del mondo ad interferire in tutte le parti del globo, naturalmente maggiormente nella nostra regione?

Non sono queste misure un chiaro esempio di egocentrismo, razzismo, discriminazione o un calpestare la dignità e l’indipendenza delle nazioni?

Signore e Signori, chi è responsabile per l’attuale crisi economica? Da dove è partita la crisi? Dall’Asia, dall’Africa o dagli Stati Uniti come primo luogo da dove si è estesa all’Europa ed ai loro alleati?

Per lungo tempo essi hanno imposto regole economiche inique nell’economia internazionale attraverso il loro potere politico. Hanno Imposto un sistema finanziario e monetario senza un adeguato meccanismo di controllo internazionale sulle nazioni o i governi che non giocò alcun ruolo sulle tendenze o politiche repressive. Non hanno permesso neanche alla loro gente di monitorare le loro politiche finanziarie. Hanno introdotto tutte le leggi e le regole in dispregio di qualsivoglia valore morale soltanto per proteggere gli interessi dei possessori della ricchezza e del potere.

Essi hanno inoltre presentato una definizione di economia di mercato e competizione che ha negato molte delle opportunità economiche che avrebbero potuto essere a disposizione di altri paesi del mondo. Hanno perfino trasferito i loro problemi agli altri attraverso l’onda della crisi infestando le loro economie con migliaia di bilioni di dollari di deficit nei loro bilanci. E oggi stanno iniettando centinaia di milioni di dollari di liquidi dalle tasche della loro gente e di altre nazioni nelle banche in fallimento, nelle compagnie e nelle istituzioni finanziarie rendendo la situazione sempre più complicata per la loro economia e per il loro popolo. Stanno semplicemente pensando a mantenere il potere e la ricchezza. Non potrebbero preoccuparsi affatto dei popoli del mondo e perfino della loro gente.

Sig Presidente, Signore e signori, il Razzismo affonda le radici nella mancanza di conoscenza riguardo alle radici della esistenza umana come creature di Dio. E’ anche il prodotto della sua deviazione dal giusto cammino della vita umana e dagli obblighi del genere umano nel mondo della creazione, venendo meno alla devozione nei confronti di Dio, non essendo capaci di pensare alla filosofia della vita o al cammino della perfezione che sono i principali ingredienti dei valori divini ed umanitari ed hanno ristretto l’orizzonte dello sguardo umano, facendo di interessi limitati e transeunti i parametri della loro azione. Questo è il motivo per il quale il potere del male ha preso forma ed ha esteso il suo regno di potere deprivando gli altri del godimento di eque e giuste opportunità di sviluppo.

Il risultato è stato la creazione di un razzismo incontrollato che sta creando le più serie minacce contro la pace internazionale ed ha ostacolato il cammino verso la costruzione di una coesistenza pacifica nel mondo intero. Senza dubbio, il razzismo è il simbolo dell’ignoranza che ha affondato le radici nella storia e che è, quindi, il simbolo della frustrazione dello sviluppo della società umana.

E’ quindi di cruciale importanza individuare le manifestazioni del razzismo nelle situazioni o nelle società dove l’ignoranza o la mancanza di conoscenza prevalgono. Questo crescente aumento della generale consapevolezza e comprensione nei confronti della filosofia della esistenza umana è la principale battaglia contro tali manifestazioni, e rivela la verità che il genere umano si trova al centro della creazione dell’universo e la chiave della risoluzione del problema del razzismo è un ritorno ai valori spirituali e morali e infine alla inclinazione verso il culto di Dio Onnipotente.

La comunità internazionale deve iniziare delle azioni collettive per aumentare la consapevolezza nelle società afflitte dove l’ignoranza del razzismo ancora prevale in modo tale da arrestare la diffusione di queste manifestazione maligne.

Cari Amici, oggi, la comunità umana sta affrontando un genere di razzismo che ha offuscato l’immagine della umanità nell’inizio del terzo millennio.

Il Sionismo mondiale personifica il razzismo che falsamente fa ricorso alla religione e abusa di sentimenti religiosi per nascondere il suo volto odioso e ripugnante. Comunque è di grande importanza mettere a fuoco gli obiettivi politici di alcune potenze mondiali e di quelli che controllano enormi risorse economiche ed interessi nel mondo. Essi mobilitano tutte le risorse incluse la loro influenza politica ed economica ed i media mondiali per ricompensare il supporto invano al regime sionista a per diminuire maliziosamente l’offesa e la disgrazia di questo regime.

Non è semplicemente una questione di ignoranza e non si può concludere questi orrendi fenomeni attraverso campagne consolari. Bisogna fare degli sforzi per porre fine all’abuso dei sionisti e dei loro sostenitori politici ed internazionali e nel rispetto della volontà e delle aspirazioni delle nazioni.
I governi devono essere incoraggiati e supportati nelle loro battaglie finalizzate a sradicare questo barbaro razzismo ed a muoversi verso le riforme degli attuali meccanismi internazionali.

Non c’è dubbio che tutti voi siete consapevoli delle cospirazioni di alcune potenze e dei circoli Sionisti contro gli obiettivi e gli scopi di questa conferenza. Sfortunatamente vi sono state letterature e statuizioni a sostegno dei Sionisti e dei loro crimini. Ed è responsabilità degli onorevoli rappresentanti delle nazioni svelare queste campagne che vanno contro i valori ed i principi umanitari.

Deve essere riconosciuto che boicottare tale sessione quale notevole strumento internazionale è un chiaro indice di sostegno del vistoso esempio di razzismo. Nella difesa dei diritti umani è di primaria importanza difendere i diritti delle nazioni di partecipare in eguale maniera a tutti gli importanti processi decisionali senza l’influenza di certe potenze mondiali. 

In secondo luogo, è necessario ristrutturare le organizzazioni internazionali esistenti ed i rispettivi accordi. Inoltre, questa conferenza è un terreno di prova e l’opinione pubblica mondiale oggi e domani giudicherà le nostre decisioni e le nostre azioni.

Sig Presidente, signore e signori, il mondo sta andando verso dei rapidi e fondamentali cambiamenti. Le relazioni tra le potenze sono diventate deboli e fragili. Il rumore della rottura dei pilastri del mondo adesso può essere udito. Le maggiori strutture politiche ed economiche sono sull’orlo del collasso. Le crisi politiche e di sicurezza sono in aumento. La crisi economica nella economia mondiale che si aggrava e per la quale non può essere intravista una prospettiva positiva, dimostra il crescente flusso dei cambiamenti globali destinati ad avere una ampia influenza. Ho ripetutamente sottolineato il bisogno di cambiare la direzione sbagliata verso la quale il mondo è stato portato oggi ed ho anche posto l’attenzione sulle conseguenze disastrose di ogni ritardo in questa cruciale responsabilità.

Ora in questo evento carico di valore, vorrei annunciare a tutti i leaders , pensatori ed a tutte le nazioni del mondo presenti in questo meeting ed a quelli che hanno ardente desiderio di pace e benessere economico che l’ingiusta gestione economica del mondo è arrivata alla fine del cammino. Questo punto di arresto era inevitabile dal momento che la logica di questa gestione imposta era oppressiva.

La logica della gestione collettiva degli interessi mondiali è basata su nobili aspirazioni che trovano il proprio centro nell’essere umano e nella supremazia di Dio onnipotente. Conseguentemente è contraria a qualsiasi politica o piano che va contro l’influenza delle nazioni. La vittoria del giusto sull’ingiusto e l’istituzione di un giusto sistema mondiale è stato promesso dal Dio Onnipotente ed dai suoi messaggeri e è stato un obiettivo condiviso da tutti gli esseri umani delle differenti società e generazioni nel corso della storia. La realizzazione di tale futuro dipende dalla conoscenza della creazione e dalla fede dei credenti.

La costruzione di una società globale è infatti la realizzazione di un nobile obiettivo basato sull’istituzione di un comune sistema globale che verrà gestito con la partecipazione di tutte le nazioni del mondo in tutti i maggiori processi decisionali.

Le capacità scientifiche e tecniche e le tecnologie delle comunicazioni hanno creato una comune ed ampia consapevolezza della società mondiale ed hanno fornito il terreno adeguato per un sistema comune. Ora dipende dagli intellettuali, dai pensatori e dai politici del mondo prendersi la loro responsabilità storica.

Vorrei anche porre enfasi sul fatto che il liberismo ed il capitalismo occidentali hanno raggiunto la loro fine dal momento che essi hanno fallito nel percepire la verità del mondo e degli esseri umani come essi sono.

Sono stati imposti  i propri obiettivi e direttive agli esseri umani. Non vi è alcuna considerazione per i valori umani e divini, per la giustizia, la libertà, l’amore e la fratellanza ed è stata basata l’esistenza sulla intensa competizione, assicurando l’interesse individuale e materiale.

Ora dobbiamo imparare dal passato iniziando sforzi collettivi nell’affrontare le sfide presenti e, a questo proposito, in conclusione, vorrei focalizzare la vostra attenzione su due argomenti importanti:

In primo luogo, è assolutamente possibile migliorare la situazione esistente nel mondo. Comunque deve essere puntualizzato che ciò può essere raggiunto solo attraverso la cooperazione di tutti i paesi per trarre il meglio dalle capacità e dalle risorse esistenti nel mondo. La mia partecipazione a questa conferenza è dovuta alla mia profonda convinzione riguardo a queste importanti tematiche così come delle nostre comuni responsabilità nel difendere i diritti delle nazioni contro il sinistro fenomeno del razzismo.

In secondo luogo, consapevole della inefficienza della attuale politica internazionale, dei sistemi economici e di sicurezza, è necessario focalizzare i valori divini ed umanitari riferendosi alla giusta definizione di essere umano basata sulla giustizia e sul rispetto dei diritti di tutti i popoli in tutte le parti del mondo e riconoscendo gli errori del passato ed intraprendendo misure collettive per riformare le esistenti strutture.

A questo riguardo è di importanza cruciale riformare rapidamente la struttura del consiglio di sicurezza, inclusa la eliminazione del discriminatorio diritto di veto e cambiare l’attuale sistema finanziario e monetario.

E’ evidente che la mancanza di comprensione dell’urgenza del cambiamento equivale ai costi molto più pesanti del ritardo.

Cari amici, consapevole che muoversi nella direzione della giustizia e della dignità umana è come un rapido flusso nella corrente di un fiume. Non ci fate dimenticare  l’essenza dell’amore e dell’affetto.

Al fine di fare del mondo un posto migliore pieno di amore e di speranza, un mondo privo di povertà e di odio, fondendo la crescente speranza di Dio onnipotente con la giusta direzione del perfetto essere umano, uniamo le mani in segno di amicizia nella realizzazione di questo nuovo mondo.

Ringrazio il sig Presidente, il segretario generale e tutti gli insigni partecipanti per aver avuto la pazienza di ascoltarmi. Grazie.

 

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