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ProfileInterventi, marzo 2017 - E’ la preoccupante tendenza del momento! La caccia alle «fake news», le «false notizie» che dilagherebbero nelle reti sociali e ingannerebbero cittadini troppo cretini per saper distinguere...

 

entrefilets, 23 febbraio 2017 (trad. ossin)
 
Il «fake World» si ribella
entrefilets
 
E’ la preoccupante tendenza del momento! La caccia alle «fake news», le «false notizie» che dilagherebbero nelle reti sociali e ingannerebbero cittadini troppo cretini per saper distinguere; che avrebbero già provocato l’elezione di Trump e minaccerebbero oramai le buone e virtuose democrazie della Vecchia Europa, nella maggior parte dei casi inventate dolosamente da hacker ridacchianti che usano tastiere naturalmente con caratteri cirillici. Tutto il pollaio mediatico, i giganti del web e l’establishment politico hanno suonato una carica transatlantica in modo perfettamente sincronico (dico tanto per dire) per tentare di conservare il monopolio della Verità. Il nocciolo della questione è che, globalmente, sono proprio quelli che oggi gridano come vergini oltraggiate ad essere i principali inventori ufficiali di fake news planetarie. Il «fake World» si ribella.
 
 
Dal bottom-up al top-down
Nel dicembre 2012 scrivevamo: «Di fronte alla prevedibile crescita della contestazione, la reazione del Sistema sarà senz’altro: guerre per assicurarsi le risorse all’estero, criminalizzazione della contestazione all’interno, con lo sviluppo di tecnologie securitarie e repressive, controllo accresciuto sugli individui; offensiva contro la Rete dissidente attraverso una moltiplicazione delle leggi restrittive; bunkerizzazione delle élite predatrici e, ovviamente, offensiva generalizzata della macchina spargi-fumo del Sistema per riprendere il controllo dell’informazione globale». (1)
E’ addirittura riduttivo constatare, oggi, che l’offensiva del Sistema per riprendere il controllo dell’informazione globale è al culmine.
 
Da un decennio buono, l’accusa di complottismo e di cospirazionismo da parte della casta politico-mediatica al potere è stata già usata come anatema estremo per screditare qualsiasi contraddittore, e impedire ogni critica alle narrative ufficiali più stravaganti. Dalla favola dell’11 settembre (due aerei che abbattono… tre torri), a quelle che hanno giustificato la distruzione della Libia o l’appoggio ai tagliatori di teste «moderati» siriani, le fake news sono diventate verità assolute nel paesaggio audiovisuale atlatista.
 
Ma con l’elezione di Trump e il fantastico racconto dell’ingerenza russa, questa immensa macchina per schiacciare qualunque voce discordante ha ritrovato una nuova giovinezza, in grado di far saltare gli ultimi tabù.
Da mesi oramai, i media-Sistema saturano il paesaggio con centinaia di articoli e trasmissioni dedicati ai danni provocati dalle fake news, che promuovono ciò che essi considerano la «disinformazione» del «complottismo» o del «cospirazionismo», molto più in alto di Daesh e di Kim-Jong-Un nella scala Richter dei grandi pericoli che minacciano l’umanità. Ciò perché dietro tutto questo, oramai, c’è la mano di Mosca, che come tutti sanno sta già invadendo l’Europa.
 
Allora ovviamente i giganti del Net, necessariamente buoni statunitensi del mondo libero, hanno risposto PRESENTE! e si sono mobilitati.
Già Google ha decretato il blocco di circa 200 siti accusati di «disinformazione» (2) e, per parte sua, Facebook lavora su degli algoritmi che dovrebbero separare il grano dal loglio (3). Quanto ad Apple, il suo patron si è immediatamente unito al branco annunciando anche lui l’adozione di misure per riaffermare il carattere indiscutibile della Verità che viene dall’alto (4). Un approccio top-down piuttosto curioso per delle imprese che fanno abitualmente l’elogio del bottom-up. Ma via, à la guerre comme à la guerre...
 
Alcuni Stati come la Francia approfittano dell’isteria ambientale anche per produrre leggi che criminalizzano le opinioni «divergenti» (5).
 
L’im-Monde osa istituire il Ministero della Verità
In una simile atmosfera di maccartismo, è ancora una volta l’im-Monde che batterà tutti i record di indecenza col suo fumoso «Décodex», un vero Ministero della Verità che vi dirà a chi (e dunque a cosa) credere.
La procedura è talmente spaventosa che, ingenui come siamo, ancora facciamo fatica a crederci. Pensate, un organo-Sistema noto per il suo allineamento assoluto alle più grossolane operazioni di disinformazione atlantiste di questi ultimi due decenni, che risuscita l’imprimatur! Ci vuole coraggio. E’ Jacques Sapir a confezionare l'abitino più grazioso a queste iniziativa grossolana nella sua nota «Sparando cazzate Décodex» (6).
Certo, ci si immaginava che in questa grande offensiva per impedire ai popoli di pensare oltre i paletti fissati, ai merdia di Stato sarebbero state accordate tutte le licenze e tutti i fondi necessari.
 
Pensavamo però che la campagna di intossicazione sarebbe stata condotta con maggiore sottigliezza, più finezza. Ma ancora una volta, à la guerre comme à la guerre, perché il tempo stringe. Dovunque in un vecchio mondo occidentale schiacciato dall’isteria di un capitalismo terminale dagli accenti sempre più totalitari, cresce il mugugno e si allarga a vista d’occhio il fossato tra i popoli e l’internazionale globalista progressista che fa finta di rappresentarli.
 
«Il vecchio mondo muore, il nuovo stenta a nascere e in questo chiaroscuro si producono mostri», diceva Antonio Gramsci (foto sopra).  (7)
 
 
Note:
 
1 2013, il risveglio e lo scontro
 
2 Google blocca 200 siti che diffondono false informazioni
 
3 Facebook annuncia misure per contrastare la disinformazione
 
4 Il DG di Apple vuole lanciare applicazioni che contrastino le «Fake News»
 
5 Il caso più recente è quello che riguarda l’Interruzione Volontaria della Gravidenza, tanto cara ai progressisti-impegnati della nostra contro-civiltà. I deputati francesi hanno infatti appena licenziato un progetto di legge che mira a consentire la chiusura dei siti internet che pubblichino «accuse o false presentazioni» per dissuadere in realtà le donne incinte dall’abortire. Una «presentazione falsa» quindi..., noto criterio, se lo è.
 
6 Sparando cazzate «Dédodex»
 
7 Antonio Gramsci