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La Voix de la Russie, 2 marzo 2014 (trad. ossin)



Se cresceranno le violenze contro i russofoni in Ucraina, la Russia non resterà a guardare (Putin)


Monito della Russia agli apprendisti stregoni occidentali


Lada Korotoune



Se cresceranno le violenze contro la popolazione russofona in Ucraina, la Russia non potrà restare a guardare. Attiverà misure di ritorsione nell'ambito del diritto internazionale. E' quanto ha dichiarato il presidente della Russia, Vladimir Putin, nel corso di un colloquio telefonico col segretario generale dell'ONU


Il leader russo ha anche parlato, la notte scorsa, col presidente degli Stati Uniti, Barack Obama. Vladimir Putin ha sottolineato che la Russia non potrà restare a guardare se la popolazione russofona dovesse essere oggetto di minaccia. Il capo di Stato russo ha attirato l'attenzione del presidente degli Stati Uniti sulle azioni criminali degli ultra-nazionalisti che sono, in fondo, incoraggiati dall'attuale governo di Kiev.


La situazione in Ucraina è stata esaminata, nel corso della notte passata, anche da una sessione straordinaria del Consiglio di Sicurezza ONU, svoltasi per iniziativa di Kiev. Il rappresentante permanente della Russia all'ONU, Vitali Tchourkine ha ricordato che la crisi in Ucraina avrebbe dovuto risolversi attraverso gli strumenti costituzionali. E' per questo che il governo di Kiev deve mantenere le distanze dai gruppi radicali, oltre a intraprendere ogni iniziativa utile alla formazione di un governo che rappresenti gli interessi di tutto il popolo. "Bisogna mantenere il sangue freddo - ha sottolineato Vitali Tchourkine - Occorre tornare alla Costituzione, rivedere l'accordo del 21 febbraio e creare un governo di unità nazionale e bisogna smetterla di parlare agli avversari etnici o politici con la lingua della forza. I paesi che manifestano un interesse particolare per l'Ucraina dovranno fare intendere ragione ai radicali e consigliare ai leader ucraini dell'opposizione o a quelli che attualmente governano a Kiev, di mantenere le distanze dai gruppi radicali, piuttosto che permettere loro di fare il bello e il cattivo tempo sul territorio dell'Ucraina, perché da tali azioni possono scaturire sviluppi degli avvenimenti dalle pesanti conseguenze, che la Russia tenta di prevenire".


Rispondendo alla richiesta di aiuto della Crimea, sabato, il presidente della Russia, Vladimir Putin ha ottenuto l'autorizzazione della Camera Alta del Parlamento alla utilizzazione delle forze armate sul territorio ucraino. Ma, come si è voluto precisare da parte del Cremlino, ciò non significa che il capo di Stato se ne servirà immediatamente. La cosa più importante è che la decisione della Russia può e deve raffreddare le teste calde, più a Washington e a Bruxelles che a Kiev, ha fatto notare in una intervista alla Voix de la Russie il vice direttore dei paesi della CEI Igor Chickine.

"Questo chiaro messaggio è indirizzato proprio all'Occidente: è venuto il tempo di cessare l'aggressione indiretta - chiamiamo le cose con il loro nome. Quando il presidente Viktor Yanukovic non ha voluto firmare l'accodo di cooperazione (con l'Unione Europea), si è ricorsi a soluzioni di forza - il rovesciamento del governo costituzionale - per strappare l'Ucraina alla Russia. La Russia ha più volte chiesto all'Ovest di arrestarsi, di accettare dei negoziati. La risposta è sempre stata un passo avanti nell'aggressione. Ora, l'abbiamo dimostrato chiaramente, la linea rossa esiste. La Russia non permetterà a nessuno di oltrepassarla. Attualmente, grazie alle iniziative del Sud e dell'Est ed alla posizione della Russia, vi sono delle possibilità che tutto ciò si calmi.  E' necessario che adesso ci si fermi, che ci si metta intorno a un tavolo di negoziato e si cerchi una via di uscita alla crisi politica. Così si potrà riuscire a calmare le acque, a tenere delle elezioni democratiche e trasparenti, non sotto la sorveglianza di militanti del Settore Destro armati di mitragliette, ma con la presenza di osservatori internazionali, e così sarà eletto in Ucraina un nuovo governo. Il governo attuale è il governo dei ribelli".


Il governo, che oggi governa de facto in Ucraina, h annunciato la mobilitazione generale. Nel frattempo, membri delle Forze Armate ucraine che non sono d'accordo con Kiev abbandonano le loro unità e presentano le dimissioni. I militari ucraini dislocati in Crimea si uniscono in massa alle forze della legittima difesa. Le attrezzature militari e gli arsenali sono passati sotto il controllo della legittima difesa, che assicura la protezione e l'ordine nella regione. Nello stesso tempo, l'aggravarsi della situazione in Ucraina costringe la gente ad abbandonare il paese. Fonti russe formulano già le stime della catastrofe umanitaria che si approssima. Solo dall'inizio di quest'anno, già 675.000 Ucraini si sono rifugiati in Russia, comunica il Servizio di controllo della frontiera della Federazione Russa. Se dovesse prolungarsi il "caos rivoluzionario", nelle regioni frontaliere russe si rifugeranno centinaia di migliaia di persone.