Stampa



Tortura: il presidente tunisino citato come testimone in un processo in Francia



26 novembre 2008 – AFP

Il presidente tunisino Zine El Abdine Ali è citato a comparire come testimone nel processo in Francia contro un ex diplomatico del suo paese accusato di tortura, secondo quanto riferito dall’avvocato della vittima, Me Eric Plouvier.

“Abbiamo deciso di citare a comparire come testimone il Presidente della Repubblica tunisina, sua eccellenza Zine El Abdine Ben Ali (…), Mohammed Raouf Najar, ambasciatore della Repubblica tunisina in Francia, e Zouhaier Gombri, console tunisino a Strasburgo”, ha dichiarato alla AFP Me Plouvier.

Khaled Ben Said, ex vice-console a Strasburgo ed ex- commissario di polizia in Tunisia, sarà processato il 15 dicembre davanti alla Corte di Assise di questa città dell’est della Francia, con l’accusa di “tortura o atti di barbarie commessi da una persona investita di pubbliche autorità”, in relazione a fatti commessi nel 1996 nel suo paese.

E’ accusato di avere torturato, quando era commissario di polizia a Jendouba (nord-est della Tunisia), per circa ventiquattro ore una madre di famiglia nei locali della polizia per estorcere informazioni su suo marito, sospettato di svolgere attività ostili allo Stato.

L’accusato non ha mai ottemperato alle convocazioni del Giudice istruttore e non si sa se si presenterà al processo.

La presunta vittima, Zoulaikha Gharbi, che da diversi anni vive in Francia con la sua famiglia, ha denunciato Ben Said, quando quest’ultimo ha assunto l’incarico di viceconsole a Strasburgo nel 2001.

Martedì le autorità tunisine hanno smentito i fatti attribuiti all’ex diplomatico tunisino. “Si tratta di accuse totalmente infondate – ha dichiarato alla AFP una fonte ufficiale a Tunisi – e mirano a trarre l’opinione pubblica in errore”.

“Le dichiarazioni secondo cui Zoulaikha Mahjoubi (maritata in Gharbi)avrebbe subito “atti di tortura nel 1996 durante un interrogatorio nel posto di polizia (…) relativo a suo marito Mouldi Gharbi sono del tutto immaginarie e non si fondano su alcuna prova materiale”, ha aggiunto la stessa fonte.

La medesima fonte ha posto in dubbio la competenza della giustizia francese a giudicare sulla denuncia: “Non è affatto certo che le giurisdizioni francesi siano competenti ad esaminare la denuncia contro Khaled Ben Said”, ha detto.

Per l’avvocato della signora Gharbi, al contrario, vi sono numerosi elementi che provano il coinvolgimento dell’ex console, soprattutto la “sua fuga”.

La citazione del presidente Ben Ali e di due diplomatici tunisini “permetterà alle autorità tunisine di venire e chiarire le cose, se vogliono”, nel corso del processo – secondo Me Plouvier.

Nella denuncia, la signora Gharbi ha fatto riferimento al codice di procedura penale, che prevede la possibilità che siano giudicate in Francia, se si trovano nel territorio francese, tutte le persone che si siano rese colpevoli di violazione dell’articolo primo della Convenzione delle Nazioni Unite contro la tortura.