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Ventiquattresimo giorno


Dopo l’appello degli intellettuali al Re di Spagna, perché intervenga sul Marocco per risolvere il caso Haidar, sembra essersi creata una certa tensione tra Governo spagnolo e la Casa Reale. Quest’ultima ha scritto, in risposta ad una sua lettera, al coordinatore generale di Izquierda Unida, Cayo Lara, che il Re ha sempre manifestato la sua disponibilità ad una mediazione sul caso Haidar, ma che il “Governo ritiene che non sia il momento opportuno”.
Dopo la divulgazione di questa missiva, il Governo ha ribadito che spetta a lui, ed in particolare al ministro Moratinos, la gestione della crisi.
Sempre oggi, la Presidenza dell'Unione europea ha invitato il Marocco ad "onorare le proprie obbligazioni internazionali in materia di diritti e di cooperare con la Spagna per raggiungere una soluzione" positiva "per il caso dell'attivista saharawi Aminatou Haidar, in sciopero della fame da 25 giorni nell’isola spagnola di Lanzarote.
Intanto la vicenda continua ad occupare le pagine di tutti i giornali del mondo. Dopo Libération, oggi anche il Corriere della Sera si  è accorto di quello che succedeva ed ha dedicato un dignitoso articolo alla questione.

Aminatou si dice convinta che il Marocco cederà
Aminatou Haidar oggi ha rilasciato una dichiarazione, dicendosi  convinta che il Marocco potrebbe cedere e consentire il suo ritorno a Laayoune, sotto la spinta delle pressioni internazionali.
L'attivista ha offerto una conferenza stampa in occasione della Giornata internazionale dei diritti umani dopo l'aggiornamento di ieri, dovuto ad un malore,  ed ha ribadito la sua intenzione di ritornare "viva o morta", con o senza passaporto " marocchino a Laayoune, da dove è stato espulsa lo scorso 14 novembre.
Haidar ha detto anche che la lettera scritta dai suoi due figli l’ ha aiutata ad essere " più forte di prima ".
L'attivista ha inoltre sostenuto che il Fronte Polisario è il legittimo rappresentante del popolo saharawi.

Il Marocco continua la sua propaganda
I comunicati della MAP, l’agenzia di stampa ufficiale, continuano nell’azione propagandistica tesa a screditare la “tal Aminatou Haidar”, come la chiamano in alternativa a "rinnegata". Così danno voce a personaggi screditati, come il presidente dell’Associazione Sahara Marocchino, Réda Taoujni, i quali sostengono che lo sciopero della fame è una finta, che Haidar è strumentalizzata dall’Algeria per nuocere agli interessi del Regno. Fino a incredibili sparate populiste, come la denuncia del trattamento discriminatorio riservato ai clandestini marocchini che muoiono al largo delle isole Canarie, mentre il caso di Aminatou Hadar, invece, “suscita tanto scalpore”.