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ProfileLe schede di ossin, 27 aprile 2020 - Tutte le menzogne dei media statunitensi - i più bugiardi del mondo - contro la Cina, dal falso massacro di piazza Tienanmen, al bombardamento deliberato dell'ambasciata cinese a Belgrado, fino all'attuale epidemia di Coronavirus...   

 

Unz Review, 21 aprile 2020 (trad.ossin)
 
Pravda statunitense: le bufale contro la Cina
Ron Unz
 
Quasi 30.000 statunitensi sono deceduti a causa del coronavirus nelle ultime due settimane e, secondo alcuni, si tratta di dati sottostimati, mentre il bilancio delle vittime continua a salire rapidamente. Nel frattempo, le misure per controllare la diffusione di questa infezione mortale sono già costate il lavoro a 22 milioni di statunitensi, un crollo economico senza precedenti che ha portato i nostri tassi di disoccupazione ai livelli della Grande Depressione. Il nostro paese sta affrontando una crisi grave come quasi nessun’altra nella nostra storia nazionale
 
 
Per molte settimane il presidente Trump e i suoi alleati politici hanno sistematicamente negato o minimizzato questa terribile minaccia per la salute ma, improvvisamente adesso, di fronte a un disastro così evidente stanno naturalmente cercando capri espiatori su cui gettare la colpa.
 
La scelta più facile è quella della Cina, dove l'epidemia globale è iniziata per la prima volta alla fine del 2019. Nell'ultima settimana o due, i nostri media hanno sempre più spesso lanciato accuse contro la disonestà e l'incompetenza del governo cinese, che avrebbe avuto grandi responsabilità nel produrre la catastrofe sanitaria.
 
Vengono anche sollevate accuse ancora più gravi, con alti funzionari del governo che informano i media di sospettare che il virus Covid-19 sia stato sviluppato in un laboratorio cinese a Wuhan e poi rilasciato per negligenza all’esterno. Tali "teorie del complotto" un tempo erano confinate all'estrema frangia politica di Internet, ma ora si trovano nelle rispettabili pagine del mio New York Times e del Wall Street Journal.
 
Che siano plausibili o meno, tali accuse rischiano di provocare gravissime conseguenze internazionali, e vi sono crescenti richieste che la Cina compensi finanziariamente il nostro paese per miliardi di dollari di perdite economiche. Una nuova guerra fredda globale lungo linee sia politiche che economiche si avvicina rapidamente.
 
Non so niente di guerra biologica, né ho accesso ai rapporti segreti statunitensi che sembrano essere stati presi tanto sul serio dai nostri giornali nazionali più elitari. Ma penso che un attento esame dei precedenti conflitti sino-statunitensi degli ultimi due decenni possa fornire qualche utile elemento per valutare la credibilità di questi due governi e quella dei nostri media.
 
La fine degli anni 1990
 
Alla fine degli anni '90, gli Stati Uniti sembravano aver raggiunto l'apice della loro potenza e prosperità globale, godendosi la storica vittoria nella lunga Guerra Fredda, mentre gli statunitensi medi beneficiavano dell'espansione economica record di quel decennio. Un enorme boom tecnologico era al suo apogeo e il terrorismo islamico sembrava una cosa vaga e distante, quasi interamente confinata ai film di Hollywood. Con il crollo dell'Unione Sovietica, la possibilità di una guerra su larga scala sembrava essere svanita, e così i leader politici si vantavano del "dividendo di pace" di cui i cittadini stavano iniziando a godere mentre le nostre enormi forze militari, costruite in quasi mezzo secolo, venivano ridimensionate attraverso ampi tagli nel budget esagerato della difesa. Gli USA stavano finalmente tornando a una regolare economia in tempo di pace, con benefici evidenti per tutti.
 
All'epoca, ero concentrato soprattutto sulle questioni politiche interne, quindi prestai solo una modesta attenzione alla nostra unica piccola operazione militare di quegli anni, la guerra aerea della NATO del 1999 contro la Serbia, intesa a proteggere i musulmani bosniaci dalla pulizia etnica e dal massacro, un Progetto dell’amministrazione di Clinton che approvavo pienamente.
 
Sebbene la nostra campagna di bombardamenti limitati sembrasse abbastanza efficace, tanto da costringere presto i Serbi al tavolo delle trattative, la breve guerra registrò anche un episodio molto imbarazzante. L'uso di vecchie mappe provocò un errore di targeting, e una delle nostre bombe intelligenti colpì accidentalmente l'ambasciata cinese a Belgrado, uccidendo tre membri della sua delegazione e ferendone altre dozzine. I Cinesi si indignarono per questo incidente e i loro organi di propaganda iniziarono a sostenere che l'attacco fosse stato deliberato, un'accusa sconsiderata che ovviamente non aveva alcun senso logico.
 
In quei giorni guardavo il PBS Newshour tutte le sere, e rimasi scioccato nel vedere il loro ambasciatore negli USA sollevare quelle assurde accuse con il conduttore Jim Lehrer, la cui incredulità corrispondeva alla mia. Ma conclusi che, da un governo come quello cinese, che ancora negava ostinatamente la realtà del massacro degli studenti che protestavano in piazza Tiananmen un decennio prima, c’era da aspettarsi un simile comportamento irragionevole. In effetti, si ipotizzò perfino che la Cina stesse utilizzando cinicamente lo sfortunato incidente di Belgrado per motivi interni, sperando di suscitare tra i Cinesi un anti-americanismo di tipo gingoista, che avrebbe potuto aiutare a sanare le ferite sociali di quel 1989.
 
Almeno tali erano i miei pensieri su questo argomento più di due decenni fa. Ma, negli anni che seguirono, la mia comprensione del mondo e di molti eventi cardine della storia moderna subì le radicali trasformazioni che ho descritto nella mia serie Pravda Statunitense. E anche le mie convinzioni sui fatti cinesi è mutata.
 
 
 
La bufala di Tienanmen
 
Prendiamo, ad esempio, il massacro di Piazza Tiananmen, che ogni 6 giugno suscita ancora un'ondata annuale di dure condanne da parte dei nostri principali quotidiani nazionali. Inizialmente non avevo mai dubitato di quei fatti, ma un anno o due fa mi è capitato di imbattermi in un breve articolo del giornalista Jay Matthews intitolato "Il mito di Tiananmen" che ha completamente rovesciato quella realtà apparente.
 
Secondo Matthews il famigerato massacro probabilmente non è mai accaduto, ma fu semplicemente un artefatto mediatico prodotto da giornalisti occidentali confusi e da una propaganda disonesta, una convinzione errata che è rapidamente entrata a far parte della nostra storia mediatica condivisa, ripetuta all'infinito da così tanti giornalisti ignoranti che tutti hanno finito col credere che fosse vera. Invece, molto probabilmente, gli studenti che protestavano avevano lasciato pacificamente Piazza Tiananmen, proprio come il governo cinese ha sempre sostenuto. Anzi, importanti quotidiani come il New York Times e il Washington Post occasionalmente hanno riconosciuto questi fatti nel corso degli anni, ma in modo così poco evidente, che pochi se ne sono mai accorti. Nel frattempo, la maggior parte dei media mainstream ha accettato acriticamente un’evidente bufala.
 
Lo stesso Matthews era all’epoca il capo della redazione di Pechino del Washington Post, coprendo personalmente le proteste dell'epoca, e il suo articolo apparve sulla Columbia Journalism Review, la nostra rivista più prestigiosa di critica mediatica. Questa autorevole analisi contenente conclusioni così esplosive è stata pubblicata per la prima volta nel 1998, e trovo difficile credere che i tanti giornalisti e redattori che si occupano di Cina siano rimasti ignari della verità. Ciononostante, l'impatto dell’articolo è stato assolutamente nullo. Per oltre vent'anni, praticamente tutti i principali resoconti dei media che ho letto hanno continuato a promuovere la bufala del massacro di Piazza Tiananmen, di solito implicitamente ma a volte anche esplicitamente.
 
 
 
Il bombardamento dell’Ambasciata cinese a Belgrado
 
Ancora più straordinarie sono state le scoperte che ho fatto riguardo al nostro bombardamento, presentato come accidentale, dell'Ambasciata cinese nel 1999. Non molto tempo dopo aver lanciato questo sito web, ho assunto l'ex collaboratore di Asia Times, Peter Lee, come editorialista, incorporando gli archivi del suo blog China Matters, che si era sviluppato lungo un intero decennio. Ben presto ha pubblicato un articolo di 7.000 parole sul bombardamento dell'Ambasciata di Belgrado, che rappresentava una raccolta del materiale già contenuto in una mezza dozzina di pezzi precedenti che aveva scritto sull'argomento dal 2007 in poi. Con mia notevole sorpresa, nell’articolo ha fornito molte prove persuasive che l'attacco statunitense all'ambasciata cinese fosse stato davvero deliberato, proprio come la Cina aveva sempre sostenuto.
 
Secondo Lee, Pechino aveva permesso alla sua ambasciata di essere utilizzata come sito per trasmissioni radio sicure da parte dell'esercito serbo, la cui propria rete di comunicazioni era un obiettivo primario degli attacchi aerei della NATO. Nel frattempo, le difese aeree serbe avevano abbattuto un modernissimo caccia statunitense F-117A, la cui tecnologia stealth top-secret era un segreto militare USA fondamentale. Parti di quel relitto di enorme valore furono raccolte con cura dai serbi riconoscenti, che lo consegnarono ai cinesi perché fossero temporaneamente custodite nella loro ambasciata. Questa acquisizione tecnologica vitale ha permesso in seguito alla Cina di realizzare il proprio caccia stealth J20 all'inizio del 2011, molti anni prima di quanto gli analisti militari statunitensi credessero possibile.
 
Sulla base di queste premesse, Lee ha sostenuto che l'ambasciata cinese è stata attaccata per distruggere le strutture di ritrasmissione serbe ivi situate, e per punire i cinesi che avevano consentito tale uso. Sono corse anche voci, soprattutto in Cina, che un altro motivo di quell’attacco deliberato era il tentativo, rimasto senza successo, di distruggere i relitti dell’aereo invisibile ivi custoditi. Successivamente, le testimonianze raccolte dal Congresso USA rivelarono che, tra tutte le centinaia di attacchi aerei della NATO, quello all'ambasciata cinese era l'unico ordinato direttamente dalla CIA, un dettaglio altamente sospetto.
 
Conoscevo solo superficialmente il lavoro di Lee e, in circostanze normali, sarei stato molto cauto nell'accettare le sue straordinarie affermazioni contro la posizione contraria universalmente condivisa da tutti i nostri media d'élite. Ma c’erano anche altre fonti ch’egli ha citato e che mi hanno del tutto convinto.
 
Sebbene i media statunitensi dominino il mondo in lingua inglese, anche molte pubblicazioni britanniche possiedono una solida reputazione globale, e poiché spesso sono molto meno legate ai nostri apparati della sicurezza nazionale, a volte hanno coperto storie importanti che da noi erano state del tutto ignorate. E in questo caso, il Sunday Observer ha pubblicato un importante reportage, nell'ottobre 1999, citando diverse fonti militari e di intelligence della NATO, che ha pienamente confermato la natura di attacco deliberato statunitense contro l'ambasciata cinese, con un colonnello statunitense che si vantava addirittura che la sua bomba intelligente avesse colpito il punto preciso che era stato preso di mira.
 
Questa importante storia è stata immediatamente ripresa da The Guardian, una pubblicazione gemella, e coperta anche dal rivale Times di Londra e da molte altre pubblicazioni tra le più prestigiose al mondo, ma ha incontrato un muro di silenzio assoluto nel nostro paese. Una tale bizzarra divergenza su una storia di importanza strategica globale - un deliberato e micidiale attacco degli Stati Uniti contro il territorio diplomatico cinese - ha attirato l'attenzione di FAIR, un gruppo leader statunitense di controllo dei media, che ha pubblicato una critica iniziale e un successivo seguito. Questi due pezzi ammontano a circa 3.000 parole e riassumono efficacemente sia le prove schiaccianti dei fatti, sia la prestigiosa copertura internazionale, e riportano le deboli scuse avanzate dai migliori redattori statunitensi per spiegare il loro continuato silenzio. Sulla base di questi articoli, ritengo che la questione sia risolta.
 
 
 
Il governo cinese è più affidabile di quello statunitense
 
Pochi statunitensi conservano memoria del nostro attacco del 1999 all'ambasciata cinese di Belgrado e, se non fosse per l'annuale sventolio di una bandiera insanguinata ogni 6 giugno da parte dei nostri media ignoranti e disonesti, anche il "massacro di Piazza Tiananmen" sarebbe scomparso da tempo dalla memoria. Nessuno di questi eventi ha oggi un'importanza molto diretta, almeno per i nostri cittadini. Ma le conseguenze mediatiche di tali fatti sembrano abbastanza significative.
 
Questi incidenti hanno rappresentato due dei momenti di maggiore tensione tra il governo cinese e quello statunitense degli ultimi trenta anni. In entrambi i casi le affermazioni del governo cinese erano del tutto veritiere, sebbene siano state contraddette dai nostri massimi leader politici e respinte o ridicolizzate praticamente da tutti i nostri media mainstream. Inoltre, nel giro di pochi mesi o un anno, la realtà di come si erano svolti i fatti è diventata nota a molti giornalisti, ed è stata anche riportata da pubblicazioni rispettabilissime. Ma quella realtà ha continuato ancora ad essere completamente ignorata e soppressa per decenni, così oggi quasi nessuno statunitense, le cui informazioni provengono dai nostri media regolari, ne è a conoscenza. Infatti, poiché molti giornalisti più giovani traggono la loro conoscenza dei fatti da questi stessi media d'élite, sospetto che molti di loro non abbiano mai appreso quello che i loro predecessori sapevano, ma non hanno osato rivelare.
 
La maggior parte dei principali media cinesi sono di proprietà o controllati dal governo cinese e tendono a seguire ampiamente la linea del governo. I principali media statunitense sono di proprietà private e spesso si vantano della loro feroce indipendenza; ma su molte questioni cruciali, penso che funzionino esattamente come quelli cinesi.
 
Tendo a dubitare che la leadership cinese sia appassionata di verità e credo che il motivo per cui dice più spesso la verità abbia origini di ordine pratico. Le notizie e l’informazione statunitense dominano completamente il panorama dei media globali e non hanno rivali nazionali significativi. Quindi la Cina è ben consapevole di essere destinata a soccombere in qualsiasi conflitto di propaganda, e che il più debole deve necessariamente cercare di rimanere più vicino alla verità, per timore che le sue bugie siano immediatamente sbugiardate. Dall’altro lato, il controllo schiacciante degli USA sull'informazione può indurre invece ad una considerevole arroganza, con il governo che a volte promuove le menzogne più oltraggiose e ridicole nella convinzione fiduciosa che il sistema mediatico statunitense lo supporterà.
 
Queste considerazioni dovrebbero essere tenute a mente quando leggiamo le informazioni dei nostri media, spesso inaffidabili e disonesti, per capire cosa c’è di vero a proposito dell'attuale epidemia globale di coronavirus. A differenza di quanto accade per le analisi storiche dei fatti passati, qui dobbiamo lavorare in tempo reale facendo i conti con la nebbia sollevata dal conflitto in corso, quindi ogni conclusione è necessariamente molto provvisoria. Ma data l’alta posta in gioco, bisogna comunque tentarci.
 
 
 
La pandemia di Coronavirus
 
Quando i miei giornali mattutini hanno iniziato a menzionare la comparsa di una misteriosa nuova malattia in Cina a metà gennaio, ho prestato poca attenzione, assorbito com’ero dalle conseguenze dell’improvviso assassinio del principale leader militare iraniano e dalla pericolosa possibilità di un’altra Guerra mediorientale. Ma gli articoli continuavano ad apparire e crescevano di importanza, in concomitanza con il numero di decessi e la dimostrazione che la malattia virale potesse trasmettersi tra gli esseri umani. La Cina non ha avuto successo nei suoi sforzi iniziali per arrestare la diffusione della malattia usando metodi convenzionali.
 
Poi, il 23 gennaio e dopo solo 17 morti, il governo cinese ha preso la decisione sorprendente di bloccare e mettere in quarantena tutti gli 11 milioni di abitanti della città di Wuhan, una storia che ha attirato l'attenzione di tutto il mondo. Presto hanno esteso questa misura nei confronti dei 60 milioni di cinesi della provincia di Hubei, fino a chiudere la loro intera economia nazionale e a confinare 700 milioni di cinesi nelle loro case, una misura di salute pubblica probabilmente mille volte più grande di qualsiasi cosa precedentemente intrapresa nella storia umana. Quindi, o la leadership della Cina era improvvisamente impazzita, o consideravano questo nuovo virus come una minaccia nazionale assolutamente mortale, da mantenere sotto controllo attraverso tutte le possibili misure.
 
Tenuto conto di tali drammatiche iniziative cinesi e dell’ampia eco internazionale che esse hanno avuto, le attuali accuse da parte dei funzionari dell'amministrazione Trump secondo cui la Cina avrebbe tentato di minimizzare o nascondere la grave natura dell'epidemia sono così ridicole da sfidare la razionalità. In ogni caso, risulta che il 31 dicembre i cinesi avevano già avvisato l'Organizzazione mondiale della sanità in merito alla strana nuova malattia, e che gli scienziati cinesi hanno pubblicato l'intero genoma del virus il 12 gennaio, consentendo di produrre test diagnostici in tutto il mondo.
 
A differenza di altre nazioni, la Cina non aveva avuto alcun preavviso circa la natura o l'esistenza della nuova malattia mortale, e ha dovuto quindi affrontare ostacoli unici. Ma il governo cinese ha implementato misure di controllo della salute pubblica senza precedenti nella storia del mondo ed è riuscito a sradicare quasi completamente la malattia con la perdita solo di qualche migliaio di vite. Nel frattempo, molti altri paesi occidentali come gli Stati Uniti, l'Italia, la Spagna, la Francia e la Gran Bretagna hanno perso tempo per mesi, sottovalutando la potenziale minaccia, e quindi adesso devono registrare ben oltre 100.000 morti, numeri che aumentano rapidamente. Per ognuna di queste nazioni o i loro media, criticare la Cina per la sua inefficienza o perché non ha reagito con la dovuta rapidità, rappresenta un'inversione assoluta della realtà.
 
Alcuni governi hanno approfittato appieno del rapido allarme e delle informazioni scientifiche fornite dalla Cina. Sebbene le vicine nazioni dell'Asia orientale come la Corea del Sud, il Giappone, Taiwan e Singapore siano state a maggior rischio e siano state tra le prime ad essere contagiate, le loro risposte competenti ed energiche hanno permesso di evitare quasi completamente l’insorgere di gravi focolai, e così hanno subito un numero minimo di decessi. Ma gli Stati Uniti e diversi paesi europei hanno in gran parte ignorato l'adozione delle misure iniziali, quali test di massa, quarantena e ricerca dei contatti, e hanno pagato un prezzo terribile per la loro negligenza.
 
Alcune settimane fa il Primo Ministro britannico Boris Johnson dichiarava audacemente che il suo piano contro il coronavirus per la Gran Bretagna si basava sul rapido raggiungimento dell' "immunità di gregge" – praticamente incoraggiando la maggior parte dei suoi concittadini a infettarsi – poi ha dovuto rapidamente fare marcia indietro, dopo che i suoi disperati consiglieri lo hanno ammonito che questa strategia avrebbe potuto provocare un milione o più di morti inglesi.
 
Se ci si vuole mantenere ragionevoli, occorre riconoscere che la risposta fornita a questa crisi sanitaria globale da parte della Cina e della maggior parte dei paesi dell'Asia orientale è stata assolutamente esemplare, mentre quella di molti paesi occidentali è stata altrettanto assolutamente disastrosa. Il mantenimento di una sanità pubblica efficiente è stato considerato un requisito fondamentale dei governi funzionali sin dai tempi delle città-stato dei Sumeri, e la pura e totale incompetenza dimostrata dal nostro governo e da quelli di molti dei suoi vassalli europei è stata mozzafiato. Se i media occidentali tentano di fingere il contrario, perderanno definitivamente quel poco di credibilità internazionale che è rimasta loro.
 
 
 
La guerra biologica
 
Non credo che questi fatti particolari siano contestati, tranne che da parte dei faziosi più ciechi, ma l'amministrazione Trump probabilmente ritiene di non poter fare altrimenti. Ed è per questo forse che è recentemente passata ad una narrativa molto più esplosiva e controversa, in particolare affermando che Covid-19 potrebbe essere stato il prodotto della ricerca cinese sui virus mortali in un laboratorio di Wuhan, suggerendo così che il sangue di centinaia di migliaia o milioni di vittime nel mondo macchi le mani della dirigenza cinese. Accuse drammatiche, sostenute da un enorme potere mediatico internazionale, possono echeggiare in tutto il mondo.
 
Le notizie che appaiono sul Wall Street Journal e sul New York Times sono ragionevolmente coerenti. Alti funzionari dell'amministrazione Trump indicano il Wuhan Institute of Virology, un importante biolab cinese, come possibile fonte dell'infezione, con il virus mortale che sarebbe stato rilasciato accidentalmente e poi diffuso, prima in tutta la Cina, e successivamente in tutto il mondo. Lo stesso Trump ha espresso pubblicamente sospetti simili, come anche il segretario di Stato e l'ex direttore della CIA Mike Pompeo in un'intervista a FoxNews. Azioni giudiziarie contro la Cina con richieste di svariati miliardi di dollari sono già state presentate da privati cittadini attivisti di destra, mentre i senatori repubblicani Tom Cotton e Lindsey Graham hanno sollevato richieste simili al governo.
 
Ovviamente non ho accesso ai rapporti di intelligence top-secret che sono alla base di queste accuse pronunciate da Trump, Pompeo e altri alti funzionari dell'amministrazione. Ma leggendo questi recenti articoli, ho notato qualcosa di piuttosto strano.
 
A gennaio, ben pochi statunitensi prestavano attenzione alle prime notizie di un focolaio di malattia nella città cinese di Wuhan, che non è nemmeno un nome familiare. L’attenzione politica era invece concentrata sulle questioni dell'impeachment di Trump e sulle conseguenze del nostro pericoloso scontro militare con l'Iran. Ma, verso la fine di quello stesso mese, ho scoperto che frange di Internet erano inondate da affermazioni secondo cui la malattia era causata da un'arma biologica cinese rilasciata accidentalmente dallo stesso laboratorio di Wuhan, con l'ex consigliere di Trump Steve Bannon e ZeroHedge, un popolare sito Web complottista di destra, che hanno svolto un ruolo di primo piano nel sostenere tale teoria. In effetti, questa storia si è tanto diffusa in quegli ambienti ideologici che il senatore Tom Cotton, un leader neocon, ha iniziato a promuoverla su Twitter e FoxNews, guadagnandosi un articolo del NYT che la collocava tra le "teorie cospirative marginali".
 
Sospetto che non sia un caso che le teorie sulla guerra biologica, diffusesi in modo così concertato su siti Web politici e in account di social media a gennaio, siano tanto simili a quelle ora pubblicamente sostenute da alti funzionari dell'amministrazione Trump e presumibilmente basate su fonti della nostra intelligence. Forse alcuni intrepidi attivisti sono riusciti a giungere agli stessi risultati del nostro apparato di intelligence multimiliardario, e lo hanno fatto in pochi giorni, mentre quest'ultimo ci ha messo settimane o mesi. Ma lo scenario più probabile è piuttosto che l'ondata di speculazioni di gennaio sia stata guidata da fughe di notizie e "indicazioni" fornite esattamente dagli stessi servizi di intelligence che oggi stanno promuovendo pubblicamente accuse simili nei media d'élite. Promuovere in prima battuta teorie controverse attraverso media non tradizionali è da tempo una pratica diffusa dei servizi segreti.
 
Indipendentemente da quali siano le origini di questa tesi, sembra plausibile che l'epidemia di coronavirus possa essere la conseguenza di una perdita accidentale da quel laboratorio cinese? Non sono al corrente delle procedure di sicurezza delle strutture governative cinesi ma, con un po'di buon senso, si può trovare una risposta a questa domanda.
 
Sebbene il coronavirus sia solo moderatamente letale, apparentemente con un tasso di mortalità dell'1% o inferiore, è estremamente contagioso, anche durante un lungo periodo pre-sintomatico e anche tra i portatori asintomatici. Pertanto, parti degli Stati Uniti e dell'Europa stanno subendo gravi perdite, mentre i mezzi adottati per controllare la diffusione dell’epidemia hanno devastato le loro economie nazionali. Anche se è probabile che il virus non uccida più di un piccolo frammento della popolazione, abbiamo visto con sgomento che un grave focolaio può facilmente rovinare la nostra intera vita economica.
 
 
 
Guerra biologica contro la Cina?
 
A gennaio, i giornalisti che scrivevano della crescente crisi sanitaria cinese sottolineavano regolarmente che il misterioso nuovo focolaio virale si era verificato nel peggior luogo e momento possibile, nel principale snodo dei trasporti di Wuhan, appena prima delle vacanze del Capodanno lunare, quando centinaia di milioni di  cinesi si mettono in viaggio per andare a festeggiare, potenzialmente diffondendo la malattia in tutte le parti del paese e rischiando di produrre un'epidemia permanente e incontrollabile. Il governo cinese ha evitato simili tragiche conseguenze, assumendo la decisione senza precedenti di chiudere l'intera economia nazionale e confinare 700 milioni di cinesi nelle loro case per molte settimane. Ma il rischio è stato grosso e, se Wuhan fosse rimasto aperta solo per qualche giorno in più, la Cina avrebbe potuto facilmente subire devastazioni economiche e sociali a lungo termine.
 
I tempi di un rilascio accidentale in laboratorio sarebbero ovviamente del tutto casuali. Tuttavia, l'epidemia sembra essere iniziata proprio nel momento in cui avrebbe potuto provocare maggiori danni alla Cina, la peggiore finestra di dieci o forse trenta giorni possibile. Come ho notato a gennaio, non sembra esserci alcuna prova concreta che il coronavirus sia un'arma biologica, ma se lo fosse, sarebbe molto improbabile che i tempi del rilascio siano stati accidentali.
 
Se il virus fosse stato rilasciato intenzionalmente, il contesto e il motivo di un simile attacco di guerra biologica contro la Cina sarebbero del tutto evidenti. Sebbene i nostri disonesti media continuino ad affermare il contrario, l'economia cinese ci ha superato da diversi anni, e continua a crescere molto più rapidamente di noi. Le aziende cinesi hanno anche assunto la leadership di diverse tecnologie cruciali, con Huawei che è diventata il principale produttore mondiale di apparecchiature per le telecomunicazioni e domina l'importante mercato del 5G. E la vasta Belt and Road Initiative della Cina che minaccia di riorientare il commercio globale attorno a una massa terrestre eurasiatica interconnessa, diminuendo notevolmente la leva del controllo statunitense sui mari. Ho seguito da vicino la Cina per oltre quarant'anni e queste linee di tendenza non erano mai state più evidenti. Nel 2012, ho scritto un articolo: "China's Rise, America's Fall?" (“Ascesa cinese e caduta degli Stati Uniti?”) e non ho alcun motivo per rivedere il mio giudizio di allora.
 

CHINA'S RISE, AMERICAN'S FALL ?

di Ron Unz

 
Per tre generazioni dopo la fine della Seconda Guerra mondiale, gli USA sono stati la suprema potenza economica e tecnologica del mondo, mentre il crollo dell'Unione Sovietica trent'anni fa ci ha reso l'unica superpotenza rimasta al mondo, senza immaginabili sfidanti militari. La crescente sensazione che stessimo rapidamente perdendo quella posizione incontrastata ha sicuramente ispirato la retorica anti-cinese di molte figure di spicco nell'amministrazione Trump e innescato la grande guerra commerciale, lanciata subito dopo l'entrata in carica. La crescente miseria e il crescente impoverimento di vaste fasce della popolazione statunitense hanno naturalmente lasciato questi elettori alla ricerca di un capro espiatorio conveniente, e i Cinesi prosperi e in crescita sono il bersaglio perfetto.
 
Nonostante il crescente conflitto economico tra USA e Cina negli ultimi due anni, non avevo mai considerato la possibilità che le cose potessero prendere una svolta militare. I cinesi hanno da tempo schierato missili avanzati a raggio intermedio che molti ritengono possano facilmente affondare le nostre portaerei nella regione e, in generale, hanno anche migliorato il loro deterrente militare convenzionale. Inoltre, la Cina è in buoni rapporti con la Russia, che da anni è oggetto di intensa ostilità statunitense; e la nuova serie di missili ipersonici rivoluzionari della Russia ha drasticamente ridotto qualsiasi vantaggio strategico statunitense. Pertanto, una guerra convenzionale contro la Cina sembrava un'impresa assolutamente senza speranza, mentre gli uomini d’affari e gli eccezionali ingegneri cinesi guadagnavano progressivamente terreno contro il sistema statunitense in declino e fortemente finanziarizzato.
 
In queste difficili circostanze, un attacco di guerra biologica statunitense contro la Cina poteva sembrare l'unica carta rimasta da giocare nella speranza di mantenere la supremazia USA. L’arte del “diniego plausibile” avrebbe potuto ridurre al minimo il rischio di ritorsioni dirette cinesi e, in caso di successo, il terribile colpo inferto all'economia cinese avrebbe potuto farla arretrare di molti anni, forse anche destabilizzando il sistema sociale e politico. L'utilizzazione immediata di media alternativi per promuovere la teoria secondo cui l'epidemia di coronavirus era il risultato di una fuga da un laboratorio cinese di bio-guerra serviva a prevenire eventuali successive accuse cinesi, consentendo così agli Stati Uniti di vincere la guerra di propaganda internazionale, prima ancora che la Cina avesse iniziato a giocare.
 
Una decisione del nostro sistema di sicurezza nazionale di scatenare una guerra biologica nella speranza di mantenere il potere mondiale statunitense sarebbe stato certamente un atto estremamente sconsiderato, ma l'incoscienza estrema è diventata una costante del modo di comportarsi ordinario degli Stati Uniti dal 2001, e specialmente sotto l'amministrazione Trump. Solo un anno fa, abbiamo rapito la figlia del fondatore e presidente di Huawei, che era anche direttore finanziario e classificato come uno dei più alti dirigenti cinesi, mentre all'inizio di gennaio abbiamo improvvisamente assassinato il principale leader militare dell'Iran.
 
Questi sono stati i pensieri che mi sono venuti in mente durante l'ultima settimana di gennaio, quando ho letto le teorie ampiamente circolanti che consideravano l’epidemia in Cina un effetto indesiderato della sua stessa ricerca sulla guerra biologica. Non vidi alcuna prova concreta che il coronavirus fosse un'arma biologica ma, se lo fosse stato, c’era una schiacciante probabilità che la Cina fosse l'innocente vittima dell'attacco, presumibilmente condotto da elementi dell'establishment della sicurezza nazionale statunitense.
 
Poco dopo, qualcuno mi segnalò un lunghissimo articolo di un espatriato statunitense residente in Cina, che si fa chiamare "Metallicman" e che sosteneva una vasta gamma di ipotesi eccentriche e non plausibili. Ho da tempo capito che tesi inverosimili possono tuttavia contenere informazioni importanti altrimenti non disponibili, e questo caso ne è un perfetto esempio. L’articolo afferma che l’epidemia è frutto di un probabile attacco di guerra biologica statunitense e fornisce una grande quantità di fatti che non avevo mai considerato in precedenza. Non appena ha autorizzato la libera pubblicazione del suo articolo, io l’ho fatto e, alla fine di gennaio, la sua analisi di 15.000 parole, sebbene grezza e poco curata, ha attirato un'enorme quantità di lettori sul nostro sito Web, probabilmente perché era uno dei primissimi pezzi in lingua inglese a suggerire che la misteriosa nuova malattia fosse un'arma statunitense. Molti dei suoi argomenti mi sono sembrati dubbi o sono stati smentiti da sviluppi successivi, ma molti altri sembravano piuttosto convincenti.
 
Ha sottolineato che nel corso dei due anni precedenti, l'economia cinese aveva già subito gravi colpi a causa di altre misteriose nuove malattie, che avevano tuttavia colpito gli animali da allevamento e non le persone. Nel 2018, un nuovo virus dell'influenza aviaria aveva aggredito il paese, distruggendo gran parte dell'industria avicola cinese, e nel 2019 l'epidemia virale dell'influenza suina aveva devastato gli allevamenti di suini cinesi, distruggendo il 40% della principale fonte di carne della nazione, e circolavano molte voci a proposito del fatto che quest'ultima malattia veniva diffusa da piccoli droni. I miei giornali del mattino non avevano praticamente ignorato queste importanti storie di affari, notando che l'improvvisa distruzione delle fonti alimentari domestiche cinesi poteva costituire un enorme vantaggio per le esportazioni agricole statunitensi, ma io non avevo mai considerato le ovvie implicazioni. Quindi, per tre anni consecutivi, la Cina è stata gravemente colpita da strane nuove malattie virali, sebbene solo le più recenti siano state mortali per l'uomo. Sebbene si trattasse di una prova semplicemente circostanziale, il modello sembrava altamente sospetto.
 
Lo scrittore ha anche evidenziato che, poco prima dello scoppio dell'epidemia di coronavirus a Wuhan, quella città aveva ospitato 300 ufficiali militari statunitensi, in visita lì per partecipare ai Giochi del mondo militare del 2019, una coincidenza dal tempismo assolutamente notevole. Osservai all’epoca: come avrebbero reagito gli statunitensi se 300 ufficiali militari cinesi avessero effettuato una lunga visita a Chicago, e subito dopo si fosse improvvisamente scatenata un'epidemia misteriosa e mortale in quella città? Ancora una volta, l'evidenza era semplicemente circostanziale ma certamente sollevava oscuri sospetti.
 
Le indagini scientifiche sul coronavirus avevano già individuato le sue origini in un virus di pipistrello, portando a una diffusa speculazione mediatica secondo cui i pipistrelli venduti come cibo nei mercati aperti di Wuhan fossero stati il vettore originale della malattia. Nel frattempo, ondate orchestrate di accuse anti-cinesi parlavano di ricerche di laboratorio su quella stessa fonte virale. Ma noi abbiamo subito pubblicato un lungo articolo del giornalista investigativo Whitney Webb che fornisce prove copiose degli enormi sforzi di ricerca statunitense sulla bio-guerra, che si sono concentrati per anni sui virus dei pipistrelli. Webb lavorava all’epoca per MintPress News, ma quella pubblicazione ha stranamente rifiutato di pubblicare il suo pezzo importante, forse preoccupata per i gravi sospetti che rivolgeva al governo degli Stati Uniti su un problema così importante. Quindi, senza l’aiuto della nostra piattaforma, il suo grande contributo al dibattito pubblico avrebbe potuto attrarre relativamente pochi lettori.
 
 
 
Lo strano arresto del prof. Charles Lieber…
 
Più o meno nello stesso periodo, ho notato un'altra strana coincidenza che sembrava non suscitare alcun interesse da parte dei nostri sonnolenti media nazionali. Sebbene il suo nome non significasse nulla per me, alla fine di gennaio i miei giornali del mattino riportavano storie importanti sull'improvviso arresto del Prof. Charles Lieber, uno dei massimi scienziati dell'Università di Harvard e presidente del suo dipartimento di chimica, a volte presentato come un potenziale futuro premio Nobel.
 
Le circostanze del caso mi sembravano assolutamente bizzarre. Come numerosi altri eminenti accademici statunitensi, Lieber aveva intrattenuto per decenni stretti legami di ricerca con la Cina, e ricevendo notevoli finanziamenti per il suo lavoro. Ma eccolo adesso accusato di irregolari rendicontazioni finanziarie nelle parti divulgative delle sue domande di sovvenzione governative – un reato dai contorni assolutamente oscuri - e sulla base di tali accuse, venire arrestato dallo FBI nel corso di un raid mattutino nella sua casa di Cambridge e trascinato via in catene, rischiando decenni di prigione federale.
 
Una simile azione del governo contro un accademico sembrava quasi senza precedenti. All'apice della guerra fredda, numerosi scienziati e tecnici statunitensi vennero giustamente accusati di aver rubato i nostri segreti nucleari per consegnarli a Stalin, eppure non avevo mai sentito parlare di nessuno di loro trattato in quel modo, per non parlare di uno studioso della statura del Prof. Lieber, che è stato semplicemente accusato di irregolarità nella richiesta dei finanziamenti. In effetti, il suo trattamento ricorda i racconti delle incursioni dell'NKVD durante le epurazioni sovietiche degli anni '30.
 
 
Sebbene Lieber sia professore di chimica, una rapida ricerca in Google ha rivelato che alcuni dei suoi lavori più importanti riguardano la virologia, inclusa la tecnologia per la rilevazione di virus. Così una nuova e massiccia epidemia virale è scoppiata in Cina e, quasi contemporaneamente, un grande studioso statunitense con stretti legami cinesi e competenza nei virus è stato improvvisamente arrestato dal governo federale, eppure nessuno nei media ha espresso la curiosità di capire se vi sia una possibile connessione tra questi due eventi.
 
Penso che possiamo tranquillamente supporre che l'arresto di Lieber da parte dell'FBI sia stato determinato dalla contestuale epidemia di coronavirus, ma ogni altra ipotesi è pura speculazione. Coloro che ora accusano la Cina di aver creato il coronavirus potrebbero sicuramente suggerire che le nostre agenzie di intelligence hanno scoperto che il professore di Harvard era stato coinvolto personalmente in quella ricerca mortale. Ma penso sia molto più probabile che Lieber abbia iniziato a chiedersi se l'epidemia in Cina potesse essere conseguenza di un attacco di guerra biologica statunitense, e forse a manifestare questi suoi sospetti in modo un po’ troppo libero, attirandosi così l'ira delle nostre istituzioni per la sicurezza nazionale. Infliggere un trattamento così duro a uno scienziato di alto livello di Harvard avrebbe intimidito notevolmente tutti i suoi colleghi meno autorevoli, che ci penseranno certamente due volte prima di abbordare un simile argomento con qualche giornalista.
 
 
 
… e la strana diffusione del contagio in Iran
 
Alla fine di gennaio, la nostra webzine aveva pubblicato sette articoli e interventi sull'epidemia di coronavirus, aggiungendone diversi altri alla fine di febbraio. Questi pezzi mettevano insieme decine di migliaia di parole, e probabilmente ci siamo affermati come la principale fonte di lingua inglese per una prospettiva particolare sull'epidemia mortale, con la nostra copertura che ha attirato centinaia di migliaia di visualizzazioni di pagina. Alcune settimane dopo, il governo cinese iniziò con cautela a sollevare l’ipotesi che il coronavirus potesse essere stato portato a Wuhan dai 300 ufficiali militari statunitensi in visita in quella città, e fu duramente attaccato dall'amministrazione Trump che lo accusava di diffondere propaganda anti-statunitense. Ma sospetto fortemente che i cinesi abbiano formulato quella ipotesi sulla base del contenuto dei nostri articoli.
 
Quando il coronavirus iniziò gradualmente a diffondersi oltre i confini della Cina, notai un’altra cosa che moltiplicò notevolmente i miei sospetti. La maggior parte dei primi casi si è verificata esattamente dove c’era da aspettarselo, nei paesi dell'Asia orientale che confinano con la Cina. Ma, alla fine di febbraio, il secondo epicentro dell’epidemia globale era diventato l'Iran. Ancora più sorprendentemente, i più colpiti in questo paese sono stati gli esponenti della sua élite politica, con un 10% pieno dell'intero Parlamento iraniano contagiato e almeno una dozzina dei suoi funzionari e politici, alcuni dei quali piuttosto anziani, morti a causa della malattia. In effetti, gli attivisti Neocon su Twitter hanno iniziato a segnalare con gioia che i loro acerrimi nemici iraniani stavano morendo come mosche.
 
Consideriamo le implicazioni di questi fatti. In tutto il mondo, le uniche élite politiche che hanno subito perdite umane significative sono state quelle iraniane, e sono morte in una fase molto precoce, prima ancora che si verificassero focolai significativi in qualsiasi altra parte del mondo oltre i confini della Cina. Quindi, abbiamo gli USA che assassinano il massimo comandante militare dell'Iran il 2 gennaio e poi, solo poche settimane dopo, gran parte della élite al potere in Iran viene infettata da un nuovo virus misterioso e mortale, con molti di loro che non sopravvivono. Un individuo razionale potrebbe forse considerare questo come una semplice coincidenza?
 
 
 
Il Coronavirus perfetto per la guerra biologica
 
La guerra biologica è un argomento altamente tecnico ed è improbabile che coloro che possiedono tale competenza segnalino candidamente le loro attività di ricerca top-secret sulle pagine dei nostri principali quotidiani, forse ancor meno dopo che il Prof. Lieber è stato trascinato in prigione in catene. La mia conoscenza in proposito è nulla. Ma, a metà marzo, mi sono imbattuto in molti commenti estremamente lunghi e dettagliati sull'epidemia di coronavirus che erano stati pubblicati in un piccolo sito Web da un individuo che si autodefiniva "OldMicrobiologist" e che sosteneva di essere un veterano in pensione di biodifesa statunitense da quaranta anni. Lo stile e i dettagli del suo materiale mi sono sembrati abbastanza credibili, e dopo un po' più di indagine ho concluso che c'era un'alta probabilità che il suo background corrispondesse esattamente a quello che aveva presentato. Ho preso accordi per ripubblicare i suoi commenti sotto forma di un articolo di 3.400 parole, che presto ha attirato molta attenzione e 80.000 parole di ulteriori commenti.
 
Sebbene lo scrittore abbia affermato di non avere assolutamente alcuna prova, ha detto che la sua esperienza lo ha portato a sospettare fortemente che l'epidemia di coronavirus fosse effettivamente un attacco di guerra biologica statunitense contro la Cina, probabilmente condotto da agenti recatisi in quel paese sotto la copertura dei Giochi militari tenuti a Wuhan alla fine di ottobre, un tipo di operazione di sabotaggio che le nostre agenzie di intelligence hanno talvolta già intrapreso altrove. Un punto importante dallo stesso evidenziato è che l'elevata mortalità è spesso controproducente in un'arma biologica, poiché debilitare o ricoverare un gran numero di individui può imporre costi economici molto maggiori a un paese, rispetto a un agente biologico che uccide rapidamente. Stando alle sue parole "un'alta contagiosità, una malattia a basso tasso di mortalità è perfetta per rovinare un'economia". Suggerendo che le caratteristiche del coronavirus erano quasi ottimali a questo proposito. Chi è interessato dovrebbe leggere la sua analisi e valutarne da sé credibilità e persuasività.
 
di Oldmicrobiologist
 
Un aspetto interessante della situazione è che, quasi fin dal primo momento in cui le notizie sulla strana nuova epidemia in Cina hanno riempito i media internazionali, è stata lanciata una vasta e orchestrata campagna su numerosi siti Web e social media per attribuirla ad un’arma biologica cinese negligentemente rilasciata dai laboratori di ricerca. Nel frattempo, l'ipotesi molto più plausibile che la Cina fosse la vittima piuttosto che l'autore non veniva presa praticamente in considerazione da nessuno in forma organizzata, e ha iniziato a prendere forma solo quando ho gradualmente localizzato e ripubblicato materiale pertinente di solito tratto da fonti molto oscure e spesso anonime. Dunque solo una parte stava conducendo una guerra di informazione attiva, e non si trattava della Cina. Lo scoppio dell’epidemia e il lancio quasi simultaneo di una campagna di propaganda importante non dimostrano, da soli, che una guerra biologica abbia effettivamente avuto luogo, ma certamente costituiscono un elemento di conferma di una simile teoria.
 
Quando si considera l'ipotesi di un attacco di guerra biologica statunitense, sorgono naturali alcune obiezioni. Il principale svantaggio della guerra biologica è sempre stato il fatto ovvio che gli agenti autoreplicanti impiegati non sono inclini a rispettare i confini nazionali, aumentando il grave rischio che la malattia possa infine tornare nella terra di origine e causare gravi perdite. Per questo motivo, sembra abbastanza dubbio che qualsiasi leadership statunitense razionale e semi-competente avrebbe scatenato il coronavirus contro la Cina.
 
Ma come leggiamo ogni giorno nei titoli dei nostri quotidiani, l'attuale governo USA è grottescamente e manifestamente incompetente, più incompetente di quanto si possa quasi immaginare, con decine di migliaia di statunitensi che hanno già pagato con la vita tale estrema incompetenza. Razionalità e competenza non si trovano ovviamente in alcun luogo tra i Neocon convinti, cui il presidente Donald Trump ha assegnato così tante posizioni cruciali in tutto il nostro apparato di sicurezza nazionale.
 
Inoltre, l'idea estremamente sconsiderata che un massiccio focolaio di coronavirus in Cina non si sarebbe mai diffuso di nuovo in USA avrebbe potuto sembrare plausibile a persone che presumevano superficialmente che le analogie storiche del passato si sarebbero esattamente ripetute. Come ho scritto qualche settimana fa:
 
" Persone ragionevoli hanno suggerito che, se il coronavirus fosse un'arma biologica dispiegata da elementi dell'apparato di sicurezza nazionale statunitense contro la Cina (e l'Iran), è difficile immaginare perché non abbiano pensato che esso sarebbe potuto giungere negli Stati Uniti, dando luogo ad un’enorme pandemia, come effettivamente sta accadendo.
 
La risposta più ovvia è che sono stupidi e incompetenti, ma ecco un altro punto da considerare ...
 
Alla fine del 2002 ci fu lo scoppio della SARS in Cina, un virus simile ma molto più mortale e in qualche modo diverso per altre caratteristiche. Il virus ha ucciso centinaia di cinesi e si è diffuso in alcuni altri paesi prima di essere posto sotto controllo ed eliminato. L'impatto sugli Stati Uniti e in Europa è stato trascurabile, con solo una piccola dispersione di casi e solo una morte o due.
 
Quindi se gli analisti della bio-guerra statunitense avessero davvero preso in considerazione un attacco di coronavirus contro la Cina, è possibile che si siano convinti che, come con la SARS, saremmo rimasti allo stesso modo al sicuro dal coronavirus. Ovviamente, un'analisi del genere era sciocca e sbagliata, ma al momento avrebbe potuto sembrare plausibile ".
 
 
 
Conferme mediatiche di una guerra biologica contro la Cina
 
Come alcuni avranno sicuramente notato, ho deliberatamente evitato di indagare sugli aspetti scientifici del coronavirus. In linea di principio, un'analisi obiettiva e accurata delle caratteristiche e della struttura del virus potrebbe aiutare a suggerire se esso sia del tutto naturale o piuttosto il prodotto di un laboratorio di ricerca e, in quest'ultimo caso, indicare eventualmente se la fonte sia la Cina, gli Stati Uniti o qualche paese terzo.
 
Ma abbiamo a che fare con un evento mondiale catastrofico e quelle domande hanno ovviamente enormi implicazioni politiche, quindi l'intero argomento è avvolto da una fitta nebbia di propaganda complessa, con numerose affermazioni contrastanti avanzate dalle parti interessate. Non ho alcuna conoscenza della microbiologia, per non parlare della guerra biologica, quindi sarei disperatamente alla deriva nel valutare tali affermazioni scientifiche e tecniche contrastanti. Sospetto che ciò sia altrettanto vero per la stragrande maggioranza degli altri osservatori, anche se i più faziosi sono pronti ad accettare avidamente qualsiasi argomento scientifico che sostenga la loro posizione, e a respingere quelli che la contraddicono.
 
Pertanto, per necessità, la mia attenzione si è focalizzata sulle prove che possono almeno essere comprese da tutti i laici, anche se non necessariamente condivise da tutti. E credo che la semplice analisi di diverse rivelazioni recenti nei media mainstream porti a una conclusione piuttosto significativa.
 
Per ovvie ragioni, l'amministrazione Trump è diventata molto ansiosa di enfatizzare i primi passi falsi e i ritardi nella reazione cinese allo scoppio virale a Wuhan e presumibilmente ha incoraggiato i nostri media a concentrarsi su questo argomento.
 
A titolo di esempio, l'Associated Press Investigative Unit ha recentemente pubblicato un'analisi piuttosto dettagliata di quei primi eventi affermando di basarsi su documenti cinesi riservati. Provocatoriamente intitolato "China Didn't Warn Public of Likely Pandemic for 6 Key Days" (La Cina non ha avvertito il pubblico di una probabile pandemia per 6 giorni chiave), il pezzo è stato ampiamente divulgato, pubblicato in forma abbreviata dal New York Times e da altre testate. Secondo questa ricostruzione, il governo cinese si è reso conto per la prima volta della gravità di questa crisi il 14 gennaio, ma ha ritardato qualsiasi azione importante fino al 20 gennaio, un periodo di tempo durante il quale il numero di infezioni si è moltiplicato notevolmente.
 
Il mese scorso, un team di cinque reporter del Wall Street Journal ha prodotto un'analisi molto dettagliata e approfondita di 4.400 parole su quello stesso periodo temporale, e il NYT ha pubblicato anche una cronologia utile di questi primi eventi. Pur in presenza di qualche piccola differenza e discordanza, tutte queste fonti mediatiche statunitensi concordano sul fatto che i funzionari cinesi siano venuti a conoscenza del grave focolaio virale a Wuhan nella prima metà di gennaio, con la prima morte nota avvenuta l'11 gennaio, e che abbiano varato nuove importanti misure di sanità pubblica entro lo stesso mese. Nessuno sembra aver contestato questi fatti di base.
 
Ma quando sono cominciate ad apparire evidenti le orribili conseguenze della nostra successiva inazione governativa, fonti all'interno delle nostre agenzie di intelligence hanno cercato di dimostrare che queste ultime non erano rimaste inattive. All'inizio di questo mese, una storia di ABC News ha citato quattro fonti governative separate per rivelare che, alla fine di novembre, una speciale unità di intelligence medica all'interno della nostra agenzia di intelligence di difesa aveva prodotto un rapporto che rivelava un'epidemia fuori controllo che si stava diffondendo nell'area di Wuhan in Cina, e ha distribuito quel documento a tutti i vertici del nostro governo, avvertendo che si dovevano prendere delle misure per proteggere le forze statunitensi con sede in Asia. Dopo che la storia è andata in onda, un portavoce del Pentagono ha negato ufficialmente l'esistenza di quel rapporto di novembre, mentre vari altri funzionari di alto livello del governo e dell'intelligence hanno rifiutato di commentare. Ma pochi giorni dopo, la televisione israeliana ha rivelato che, a novembre, l'intelligence statunitense aveva effettivamente condiviso un simile rapporto sull'epidemia di Wuhan con i suoi alleati NATO e israeliani, sembrando così confermare in modo indipendente la completa accuratezza della storia originale della ABC e delle sue varie fonti governative.
 
 
Sembra quindi che alcuni elementi della Defense Intelligence Agency fossero a conoscenza del micidiale scoppio virale di Wuhan più di un mese prima di qualsiasi funzionario del governo cinese stesso. A meno che le nostre agenzie di intelligence non siano pioniere della tecnologia della precognizione, penso che ciò potrebbe essere accaduto per lo stesso motivo per cui i piromani sono informati in anticipo dei futuri incendi.
 
A febbraio, quando ancora non era morto alcun cittadino statunitense, ho scritto il mio punto sulla possibile evoluzione degli eventi, e ad esso mi atterrei ancora oggi:
 
" Considerate un esito paradossale di questa situazione, non particolarmente probabile ma certamente possibile ...
 
Tutti sanno che le élite al potere in USA sono criminali, pazze e anche estremamente incompetenti.
 
Quindi forse l'epidemia di coronavirus è stata davvero un deliberato attacco di guerra biologica contro la Cina, che ha colpito quella nazione appena prima del capodanno lunare, il momento peggiore possibile per produrre una pandemia permanente a livello nazionale. Tuttavia, la RPC ha risposto con notevole velocità ed efficienza, implementando di gran lunga la più grande quarantena della storia umana, e la malattia mortale sembra attualmente regredire in Cina.
 
Nel frattempo, la malattia ritorna naturalmente negli Stati Uniti e, nonostante fossimo stati preavvertiti, il nostro governo totalmente incompetente gestisce male la situazione, producendo un enorme disastro sanitario nazionale e il crollo della nostra economia e del sistema politico decrepito.
 
Come ho detto, non particolarmente probabile, ma sicuramente una fine molto appropriata per l'impero statunitense... "
 
 
Ossin pubblica articoli che considera onesti, intelligenti e ben documentati. Ciò non significa che ne condivida necessariamente il contenuto. Solo, ne ritiene utile la lettura