Inchieste, marzo 2012 - Mohamed Merah, l'autore della strage di bambini a Tolosa, ucciso dai servizi francesi prima che potesse essere interrogato, aveva fatto uno strano viaggio in Israele nel 2010. Gilles Munier pone alcune domande che meriterebbero una risposta (nella foto, Mohamed Merah)









Le blog de Gilles Munier, 25 marzo 2012 (trad. Ossin)


Mohamed Merah in Israele : domande senza risposte
Gilles Munier


In Israele non entra chiunque!  Mohamed Merah, all’epoca ventiduenne,  vi è stato, senza problemi.  Incredibile ma vero. In effetti un “ufficiale superiore USA” di stanza a Kandahar – Afghanistan – dove Merah è stato arrestato nel novembre 2010, ha rivelato al quotidiano Le Monde (1) che sul suo passaporto vi erano dei timbri di ingresso in Israele, Siria, Iraq e Giordania. Da fonte poliziesca “molto bene informata”, il sito israeliano francofono JSSNews precisa che è atterrato all’aeroporto Ben Gurion di Tel Aviv dove, dopo dei controlli di sicurezza di normale intensità, ha ricevuto un visto turistico per lo Stato ebraico della durata di 3 mesi (2). Domande: come ha potuto Mohamed Merah passare i controlli israeliani? Cosa andava a fare in Israele, dove si sarebbe trattenuto solo “qualche giorno” (3)? Come è potuto poi entrare in Siria con un visto israeliano sul suo passaporto?


Interrogatori abusivi

Salvo ad essere riconosciuti di religione ebraica, bisogna sapere che i visti turistici israeliani sono rilasciati ai Francesi solo in seguito ad un interrogatorio serrato negli aeroporti di partenza e di arrivo. A Roissy, agenti del Mossad, sospettosi, interrogano a lungo i viaggiatori, talvolta anche quasi per un’ora. Portare un nome mussulmano è inaccettabile. I militanti della causa palestinese o dei diritti dell’uomo sono per lo più respinti! I poliziotti chiedono la ragione del viaggio in Israele, chi vi si conosce: nome e indirizzo. Alla domanda: “trasporta armi, un coltello, droga?” viene notato il minimo tremolio della voce. Ad alcuni passeggeri viene controllata la loro casella di posta elettronica, e gli si rivolgono domande sui loro contatti. Altri devono giustificare dei bonifici bancari. Al minimo sospetto, l’ingresso può essere rifiutato. All’arrivo a Tel Aviv, ci risiamo… e attenzione se una risposta differisce un minimo da quella data all’aeroporto di partenza.


Passata la frontiera, a seconda dell’attenzione che il Mossad rivolge al turista, un visitatore che viaggi solo deve attendersi di essere seguito, di subire inopinati controlli, di avere i suoi bagagli discretamente rovistati in hotel. Alcuni militanti filo-palestinesi, che sono stati lasciati entrare volontariamente, si sono trovati con della droga o un’arma nella valigia. Per loro l’accordo è il seguente: collaborare o finire in prigione.


Secondo Bernard Squarcini, capo della DCRI (ex DST), Mohamed Merah è stato fermato per breve tempo a Gerusalemme perché aveva un coltellino, poi è stato rilasciato (4). Arrestato qualche mese più tardi in Afghanistan per “infrazione al codice della strada”, sarà rimandato in Francia dopo aver passato una decina di giorni in una prigione USA. E’ stato poi inserito nella “no-fly list” statunitense.
Nel 2011, Merah andrà ad esercitarsi in Pakistan, nella zona tribale di Waziristan, rifugio di apprendisti jihadisti… e spie.


Visti misteriosi
Molti paesi arabi rifiutano l’ingresso ai visitatori che hanno un visto israeliano sul loro passaporto. E’ il caso della Siria e del Libano. La Giordania e l’Egitto che intrattengono relazioni diplomatiche con Israele li accettano, anche l’Iraq dopo il 2003, pur senza riconoscerlo. Dopo il suo soggiorno i Israele, Mohamed Merah avrebbe potuto recarsi in Giordania, attraverso il ponte Allenby che attraversa il Giordano, e forse poi in Iraq, ma in Siria certamente no. Avrebbe dovuto passare per Cipro e avere un passaporto arabo, cosa che non era proprio il caso. Su questo punto, le dichiarazioni “dell’ufficiale superiore USA” e di Bernard Squarcini non stanno in piedi. Bisogna seguire altre piste, meno convenute.  



(1)   Mohamed Merah, un membre actif de la mouvance djihadiste internationale (Le Monde – 23/3/12)
http://www.lemonde.fr/societe/article/2012/03/22/mohamed-merah-un-membre-actif-de-la-mouvance-djihadiste-internationale_1674086_3224.html
 

(2) Mohamed Merah a t-il voulu se faire exploser en Israël ? (JSS news - 25/3/12)
http://jssnews.com/2012/03/22/mohamed-merah-a-t-il-voulu-se-faire-exploser-en-israel/


(3) Idem


(4) Bernard Squarcini : « Nous ne pouvions pas aller plus vite ». Intervista (Le Monde – 23/3/12)
http://www.lemonde.fr/societe/article/2012/03/23/toulouse-les-revelations-du-patron-du-renseignement_1674664_3224.html


 




Le blog de Gilles Munier, 27 marzo 2012 (trad.Ossin)


Mohamed Merah sul ponte Allenby

Gilles Munier


Si legge adesso sulla stampa israeliana (1), che il Shin Beth – che intrattiene eccellenti relazioni con la DCRI, il suo equivalente francese – ha lasciato entrare Mohamed Merah in Israele attraverso il ponte Allenby, nel settembre 2010. “L’apprendista jihadista” sarebbe ripartito per la stessa via.


All’epoca, a mia conoscenza, l’ambasciata di Giordania a Parigi rilasciava dei visti multipli solo agli uomini di affari. Non era il caso di Mohamed Merah. Con un visto di ingresso semplice, o acquistato all’aeroporto di Amman, avrebbe potuto effettivamente presentarsi al posto di frontiera israeliano di pont Allenby, vicino a Gerico, e chiedere di entrare in Cisgiordania e in Israele. Ma in questo caso, al ritorno, avrebbe dovuto richiedere un nuovo visto di ingresso per la Giordania. Viene rilasciato sullo stesso ponte, ma chiamato King Hussein, solo abilitato a rilasciare visti giordani.


I turisti mussulmani non erano i benvenuti
Oltre l’abituale interrogatorio serrato (2) riservato ai turisti, bisogna sapere che nel settembre 2010 i servizi speciali israeliani erano in fermento. Una caccia all’uomo era stata lanciata per ritrovare i componenti di un commando delle Brigate Ezzedeen al-Qassam (3)  che aveva aperto il fuoco su un veicolo, il 31 agosto, uccidendo 4 coloni della colonia – illegale… ma lo sono tutte – di Kiryat Arba, vicino ad Hebron. L’operazione era stata effettuata come risposta “alle aggressioni delle truppe di occupazione contro la striscia di Gaza e la Cisgiordania, e come risposta alla continua aggressione contro il popolo palestinese”. Qualche ora più tardi, dieci fanatici ebrei armati avevano aperto il fuoco su tre adolescenti palestinesi…


L’anno 2010 è, negli annali del conflitto palestinese, quello dell’assassinio di Mahmoud Al-Mabhouh – dirigente di Hamas – il 19 gennaio, da parte del Kidon – servizio azione del Mossad – a Dubai (4), che i Palestinesi giurarono di vendicare, e dell’uccisione di 9 militanti turchi filo-Palestinesi, il 31 maggio, sulla Mavi Marmara, nave ammiraglia della flottiglia della pace, che volevano spezzare il blocco di Gaza (5). Nel settembre 2010, i turisti mussulmani che si recavano ad Al Qods – Gerusalemme – non erano davvero i benvenuti.


Io non penso che un viaggio in Israele avrebbe permesso a Mohamed Merah di dimostrare – a non si sa chi – la sua capacità di intrufolarsi attraverso le maglie della rete di sicurezza israeliana, ma era di tale natura da suscitare piuttosto i sospetti di qualsiasi organizzazione palestinese o jihadista.  



(1) Shin Bet security service confirms Toulouse gunman spent time in Israel, di Amos Harel (Haaretz-26/3/12)
http://www.haaretz.com/news/diplomacy-defense/shin-bet-security-service-confirms-toulouse-gunman-spent-time-in-israel-1.420810


(2) Vedi sopra: Mohamed Merah in Israele, domande senza risposta, di Gilles Munier


(3) Comunicato delle Brigate Ezzedeen al-Qassam
http://www.qassam.ps/statement-1344-EQB_execute_an_operation_against_settlers_in_Hebron.html


(4) Mossad, permis de tuer, di Xavière Jardez
http://www.france-irak-actualite.com/article-mossad-permis-de-tuer-46403385.html
e
http://www.france-irak-actualite.com/article-mossad-permis-de-tuer-suite-46703993.html


(5) Israël, Etat intouchable, di Xavière Jardez
http://www.france-irak-actualite.com/article-israel-etat-intouchable-52923132.html

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