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Jeune Afrique – 17 settembre 2010

Kagamé reagisce alle “assurde”accuse di genocidio dell’ONU

In visita di lavoro di due giorni a Londra, Paul Kagamé ha definito, davanti ai partecipanti alla Conferenza Oppenheirmer 2010, come “semplicemente assurda” l’accusa di genocidio contenuta nel progetto di rapporto ONU sui crimini in RD Congo

E’ la prima volta che si esprime pubblicamente e in maniera precisa su questa questione. In occasione di una allocuzione all’Istituto Internazionale per gli studi strategici di Londra, il presidente ruandese Paul Kagamé ha severamente criticato la bozza di rapporto ONU (che dovrà essere pubblicato il 1 ottobre) che accusa i militari ruandesi di genocidio tra il 1996 e il 1998 in Congo.
“Accusare le forze ruandesi o il Ruanda di aver commesso un genocidio in Congo o altrove, dopo quello che è successo nel nostro paese, è semplicemente assurdo”, ha assicurato Kagamé. Secondo lui, sarebbero piuttosto le Nazioni Unite a doversi interrogare a proposito di “quello che di male è stato fatto in Congo, nella regione dei grandi laghi e anche in Ruanda”.
Il capo di Stato, rieletto in agosto per un secondo mandato col 93% dei suffragi, ha anche parlato delle critiche che hanno riguardato il processo elettorale. “Il risultato delle elezioni in Ruanda è dovuto all’esercizio della libertà da parte dei Ruandesi, e non alla mancanza di libertà”, ha affermato. Prima di spendere una parola a proposito del miglioramento dei rapporti tra RD Congo e Ruanda: “Abbiamo fatto enormi progressi e la cosa continua”.




Jeune Afrique, 13 agosto 2010

ONU: Triste inventario


Le violenze perpetrate dai gruppi armati nella RD Congo tra il 1993 e il 2003 sono state minuziosamente censite dall’Alto Commissariato per i diritti umani dell’ONU, in un rapporto destinato a servire da base per l’istituzione di un tribunale speciale


In un rapporto confidenziale di più di 500 pagine, di cui Jeune Afrique si è procurata una copia, l’Alto Commissariato per i diritti dell’uomo dell’ONU compila un inventario delle principali violazioni dei diritti dell’uomo e del diritto umanitario internazionale commesse in RD Congo tra il 1993 e il 2003. Vi sono riportati 617 incidenti violenti, distinti per province, in ordine cronologico e per tipo di crimine. Frutto di un anno di lavoro, il repertorio, di una esaustività ed una precisione rare, va dalla persecuzione degli abitanti del Kasai nel Katanga (1993-1994) al conflitto in Ituri (2003), passando per i massacri dei rifugiati Hutu all’indomani del genocidio ruandese. Il documento deve servire come base per la messa in campo di adeguati meccanismi giudiziari, come la creazione di un tribunale – internazionale o misto – e di una commissione verità e riconciliazione. Se vengono citati i nomi dei gruppi armati, le informazioni sulla identità dei presunti autori di alcuni crimini, “registrati sulla base di dati confidenziali”, non compaiono nel rapporto. L’Alto Commissariato attende l’avallo della RD Congo e del Ruanda, i due paesi i cui eserciti sono maggiormente menzionati, prima di renderli pubblici.