Granma, 13 Settembre 2010
 

L’infinita ipocrisia dell’Occidente
di Fidel Castro

Ache se ci sono stati articoli sul tema prima e dopo il 1º settembre del 2010, in questo giorno il quotidiano La Jornada, del Messico,  ne ha pubblicato uno di grande impatto, intitolato "L’olocausto gitano: ieri e oggi", che ricorda una storia veramente drammatica. Senza agiungere nè togliere una sola parola delle informazioni che offre, ho selezionato i paragrafi testuali del suo contenuto, che riflettono fatti realmente commoventi, dei quali l’Occidente e soprattutto il suo apparato mediatico non dice una parola.

"Nel 1496: auge del pensiero umanista. I popoli  rom (gitani) della Germania, sono dichiarati  traditori dei paesi  cristiani, spie al soldo dei  turchi, portatori della peste, stregoni, banditi e sequestratori di bambini.

"1710: secolo  delle  luci e della ragione. Un editto ordina che i gitani adulti di Praga siano impiccati senza processo. I giovani e le donne sono mutilati. In Bohemia, si taglia loro l’orecchio sinistro. In Moravia, l’orecchio destro.

"1899: clima della modernità e del progresso. La polizia della Baviera crea la Sezione  Speciale dei temi  gitani. Nel 1929, la sezione  fue elevata alla categoria di Centrale Nazionale, e trasferita a Monaco. Nel 1937, si installa a Berlino. Quattro anni dopo, mezzo milione di gitani  muoiono nei campi di concentrazione dell’Europa centrale e dell’Est."

"Nella  sua tesi di dottorato, Eva Justin (assistente del dottor Robert Ritter, della sezione d’ investigazioni razziali del Ministero di Salute tedesco), affermava che il sangue gitano era superlativamente pericoloso per la purezza della razza tedesca.  E un tale dottor Portschy invió un memorandum a Hitler, suggerendogli di sottoporli a lavori forzati e sterilizzazioni di massa, perchè mettevano in pericolo il sangue puro dei contadini tedeschi

"Considerati  criminali inveterati, i gitani cominciarono ad essere detenuti in massa, ed a partire dal 1938 furono internati nei blocchi speciali, nei  campi di Buchenwald, Mauthausen, Gusen, Dautmergen, Natzweiler e Flossenburg.

"In un campo di sua proprietà, a Ravensbruck, Heinrich Himmler, capo della Gestapo (SS), creò uno spazio per sacrificare  le donne gitane che venivano sottoposte  ad esperimenti medici.  Sterilizzarono  120 bambine zingare. Nell’ospedale di Dusseldorf-Lierenfeld furono sterilizzate  le gitane sposate con non gitani.

"Migliaia  di altri gitani  furono deportati dal Belgio, Olanda e Francia al campo polacco di Auschwitz. Nelle  sue Memorie, Rudolf Hoess (comandante di Auschwitz), racconta che tra i deportati gitani c’erano anziani quasi centenari, donne in gravidanza ed un gran numero di bambini.

"Nel ghetto di Lodz (Polonia)  nessuno dei  5.000 gitani sopravvisse."

"In Yugoslavia, si giustiziavano ugualmente  gitani ed ebei nel bosco di Jajnice. I contadini  ricordano ancora  le grida dei bambini  gitani portati nei luoghi d’esecuzione."

"Nei campi di sterminio, solo l’amore dei  gitani per la musica fu, a volte, una consolazione. Ad Auschwitz, affamati e pieni di pidocchi, si riunivano per suonare e incitavano i bambini a ballare. Ma era anche leggendario  il coraggio dei  guerriglieri  gitani che militavano nella resistenza polacca, nella regione di Nieswiez."

La musica fu il fattore che mantenne tra loro quell’unità che li aiutò a sopravvivere, come tra i cristiani, gli ebrei ed i musulmani lo fu la religione.

La Jornada, in successivi articoli dalla fine d’agosto, ha rinfrescato (il ricordo) di avvenimenti quasi dimenticati di quello che avenne  con i gitani in Europa, che danneggiati dal nazismo, furono dimenticati  dopo il processo  di Norimberga nel 1945-1946.

Il governo tedesco di Konrad Adenauer dichiarò che lo sterminio dei  gitani prima del  1943, obbediva alle poltiche legali di Stato; i danneggiati in quell’anno non ricevettero alcun indennizzo. Robert Ritter, esperto nazista nello sterminio dei gitani, fu messo in libertà; 39 anni dopo, nel 1982, quando la maggioranza  dei danneggiati era già morta, si riconobbe il loro diritto d’un indennizzo.

Più del  75% dei  gitani, che si calcolano tra 12 e 14 milioni, vivono in Europa Centrale e dell’Est. Solo nella  Yugoslavia socialista di Tito i gitani furono riconosciuti con gli stessi diritti delle minoranze  croate, albanesi e macedoni.

Il media della stampa  messicano definisce come"particolarmente perversa" la deportazione di massa dei gitani in Rumania ed in Bulgaria, ordinata dal  governo di Sarkozy, ebreo di origine ungherese; sono le parole testuali con cui la qualifica. Non si prenda per una mia irriverenza.

In Romania, il numero dei gitani si calcola in due milioni di persone.

Il Presidente di questo paese, Traian Basescu, alleato degli Stati Uniti  e membro illustre della NATO,  ha chiamato "gitana schifosa" una giornalista. Come si può  osservare, una persona sommamente delicata, e di cortese linguaggio.

Il sito web Univisión.com, ha commentato  le manifestazioni contro l’espulsione dei gitani e "la xenofobia" in Francia.  Circa "130 manifestazioni si dovevano svolgere  in Francia e di fronte  alle ambasciate francesi di vari paesi dell’Unione Europea, con l’appoggio di decine di organizzazioni dei diritti umani, sindacati e partiti di sinsitra ed ecologisti", ha informato l’agenzia di notizie  AFP. L’etesa notaparla della partecipazione di note  personalità del mondo della cultura, come Jane Birkin e la cineasta Agnes Jaoui, ricordando che la prima "ha fatto parte, con l’ex resistente contro l’occupazione nazista  della Francia (1940-1944) Stephane Hessel, del gruppo che ha successivamente  incontratogli assessori del ministro d’Immigrazione Eric Besson.

"È stato un dialogo tra sordi, ma è bene che si sia svolto per mostrare che gran parte della popolazione  monta in collera di fornte a  questa politica nauseabonda”, ha indicato il portavoce della Rete  Educazione senza Frontiere.

Altre notizie sullo spinoso tema, giungono dall’Europa: "Il Parlamento Europeo ha posto ieri ala berlina  [pubblica] la Francia e Nicolas Sarkozy, por il rimpatrio  di migliaia di gitani rumeni e bulgari, in un teso dibattito, nel quale è stata definita  scandaloso e ridicolo l’atteggiamento di José Manuel Durão Barroso e della Commissione per la sua apparente pusillanimità e per non condannare come illegali e contrarie al diritto  comunitario le decisioni di Parigi", informa El País.com in un articolo di Ricardo Martínez de Rituerto.

Il quotidiano  La Jornada ha pubblicato in un altro dei suoi articoli, l’impressionantedato sociale  che la mortalità neonatale della popolazione gitana è nove volte magiore della media europea e la speranza di vita sfiora appena i 50 anni.

Precedentemente, il 29 agosto, aveva informato che "anche s ele critche non sono mancate tanto da parte delle istituzioni della Unione Europea (UE) come della Chiesa cattolica, la ONU e l’ampio ventaglio  delle organizzazioni pro-migranti, Sarkozy insiste nell’espellere e deportare centinaia  di cittadini  della Bulgaria e della Romania e quindi cittadini europei, con la scusa del presunto carattere criminale di questi cittadini".

"E difficile  credere che nel 2010, conclude La Jornada, dopo il terribile passato dell’Europa nel terreno del razzismo e l’intolleranza, sia tuttavia possibile criminalizzare  una etnia intera attraverso il suo segnalamento in quanto problema sociale."

"L’indifferenza o anche il beneplacito di fronte alle azioni della polizia francese oggi, italiana ieri, ma europea in generale, lascia  senza parole il più  ottimista degli analisti."

Immediatamente, mentre scrivevo questa Riflessione, mi sono ricordato che la Francia è laterza potenza nucleare del pianeta, e che Sarkozy ha anche lui una valigetta con le chiavi per  lanciare una delle più di 300 bombe che possiede. Forse ha alcun senso morale ed etico sferrare un attacco contro  l’Iran, che condannano per la presunta  intenzione di fabbricare un’arma di questo tipo? Dove sono il senno e la logica di questa politica?

Supponiamo che  Sarkozy di repente diventi matto, come apparentemente sta succedendo. Che cosa farà in questo caso il Consiglio di Sicurezza delle  Nazioni Unite con Sarkozy e la sua valigetta?

Che sucederá se l’estrema destra  francese decide d’obbligare Sarkozy a mantenere una politica razzista in contraddizione con le norme della Comunità Europea?

Il Consiglio di Sicurezza della ONU potrebbe rispondere a queste due domande?

L’assenza della verità e la prevalenza  della menzogna sono la maggior  tragedia nella nostra pericolosa era nucleare.

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