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Cf2R (Centre Français de Recherche sur le Renseignement), marzo 2024 (trad.ossin)
 
A che pro la recente strategia della tensione di Macron contro la Russia?
Éric Denécé
 
 
Crisi sociale e politica in Francia: una manifestazione contro Macron
 
 
L’incidente aereo del Mar Nero
 
Il 5 marzo, l’aeronautica francese ha effettuato una ricognizione di sorveglianza aerea nel Mar Nero, al largo dello spazio aereo russo.
 
Fin qui, niente di insolito. Infatti, da più di due anni, siti specializzati nel monitoraggio dell'attività aerea internazionale (civile e militare) permettono di osservare quotidianamente il dispiegamento di aerei della NATO vicino ai confini terrestri e marittimi della Russia, impegnati in missioni di raccolta di informazioni elettromagnetiche (ROEM/SIGINT) o di raccolta di foto/immagini (ROIM/IMINT).
 
A titolo illustrativo, la schermata del sito FlightRadar24 del 6 marzo ci permette di vedere diversi aerei della NATO (aerei o droni) (US Air Force, Royal Air Force e Aeronautica Militare) dispiegati sul Mar Nero, o vicino ai confini meridionali dell'Ucraina (Moldavia, Transnistria). 
 
 
Flightradar24 : schermata del 6 marzo 2024, 13h 22 UTC
 
 
Stranamente, il monitoraggio dell'attività aerea durante la giornata del 5 marzo non ha rilevato alcun aereo francese nella zona. Tuttavia la Francia ha confermato di aver dispiegato un aereo di sorveglianza aerea AWACS E-3F sul Mar Nero, accompagnato da 2 Rafale. Questa missione, confermata da una fonte militare francese all'AFP, si è svolta, come stabilito, nello spazio internazionale e Parigi ha assicurato che non si è verificato alcun incidente.
 
Resta il fatto che il volo di questo AWACS francese non ha potuto essere seguito tramite siti specializzati che utilizzano i dati emessi dai transponder. Per gli specialisti nel monitoraggio dell'attività aerea, questa "assenza" degli aerei francesi significa che stavano operando con il transponder ADS-B spento, il che è abbastanza insolito e, nel contesto attuale, può essere considerato anche come una forma di provocazione.
 
Dall'inizio della crisi ucraina, infatti, la stragrande maggioranza dei voli dell'intelligence elettronica occidentale viene effettuata con il transponder acceso per evitare errori e segnalare la propria presenza ai russi e all'aviazione civile. Questa è una chiara misura di Deconfliction. Solo i droni Global Hawk a volte spengono i loro transponder, ma volano molto in alto (dai 50.000 ai 60.000 piedi), non sono armati e non rappresentano un pericolo per il traffico aereo. Allo stesso modo, gli aerei da combattimento impegnati in esercitazioni della NATO sui paesi baltici accendono molto raramente i loro transponder.
 
Le altre nazioni coinvolte nel sostegno all’Ucraina, però, stanno attente il più delle volte a non spegnere i loro transponder, come hanno dimostrato, il 5 marzo, i voli di un RC-135 Rivet Joint dell’USAF e di un P- 8A Poseidon della US Navy in missione nella regione del Mar Nero (vedi schermata sotto). Questi due aerei avevano i transponder accesi.
 
 
Flightradar24 : schermata del 5 marzo 2024, 10:20 UTC
 
 
Dobbiamo quindi considerare che lo spegnimento dei transponder è stata una decisione deliberata da parte della Francia, anche se la pattuglia dell'aeronautica militare sfiorava lo spazio aereo russo. Una tale decisione appare a dir poco inopportuna ed è stata percepita – giustamente, va riconosciuto – come una provocazione da parte dei russi.
 
"Il 5 marzo 2024, i mezzi di controllo dello spazio aereo russo sul Mar Nero hanno rilevato tre bersagli aerei che volavano verso il confine della Federazione Russa", ha affermato il Ministero della Difesa russo. In reazione, mentre "un aereo di rilevamento e controllo radar a lungo raggio (AWACS) e due caccia multiruolo Rafale C dell'aeronautica francese" si preparavano a sorvolare le acque territoriali russe, un Su -27 è decollato "per impedire la violazione del confine della Federazione Russa", ha riferito l'agenzia Interfax. Mentre il caccia russo si avvicinava, gli aerei francesi “hanno lasciato lo spazio aereo sopra il Mar Nero e non c’è stata alcuna violazione del confine della Federazione Russa”, assicura Mosca. 
 
L'episodio ha suscitato molti commenti anche al di là dell'Atlantico, sebbene i media francesi ed europei ne abbiano parlato poco. Questo atteggiamento, infatti, non è stato affatto apprezzato dagli statunitensi, che non ritengono utile gettare benzina sul fuoco, soprattutto perché ciò è avvenuto in pieno Super Tuesday e a Washington tutti erano polarizzati sulle primarie. Ciò ha dato luogo a diverse dichiarazioni particolarmente veementi contro Macron da parte di commentatori di canali televisivi statunitensi, che si chiedevano cosa fosse saltato in mente al presidente francese di ordinare un volo militare, con i transponder spenti, vicino ai confini della Russia [1]. Tale iniziativa favorisce solo l’aggravarsi della tensione e avrebbe potuto creare un incidente tra le potenze nucleari.
 
 
Le azzardate iniziative dell’Eliseo contestate da tutti gli alleati della NATO 
 
Questo evento rientra purtroppo in quella che sembra essere una “strategia della tensione” portata avanti dal presidente francese, che da diverse settimane continua a chiedere una reazione ferma nei confronti della Russia di cui sta sporzionatamene esagerando la minaccia, perché l’esercito ucraino si trova in una posizione estremamente difficile dopo le recenti battute d’arresto (fallimento della controffensiva, perdita di Adiivka) e la sua carenza di munizioni per l’artiglieria, nonché a causa del blocco degli aiuti statunitensi e del crescente disinteresse del Congresso per questa guerra.
 
Invece di proporre una via d'uscita dalla crisi attraverso il negoziato, l'inquilino dell'Eliseo sembra voler assumere il ruolo di “leader dell'Occidente” contro Mosca. Infatti, da metà febbraio ha rilasciato chiassose dichiarazioni a sostegno dell’Ucraina e assunto posizioni sempre più ostili nei confronti della Russia.
 
 
 
Il giorno successivo, il Presidente del Senato ha espresso obiezioni all'eventuale invio di truppe in Ucraina, ricordando che la questione deve essere discussa dal Parlamento, come stabilito dalla Costituzione, e può essere affrontata solo in coordinamento con gli alleati.
 
Ma è soprattutto dai partner internazionali della Francia che provengono le sconfessioni più marcate. Tutti gli europei si sono dissociati dalle dichiarazioni del presidente francese, denunciando la sua “mania per i colpi diplomatici”. Le critiche sono state molto dure, soprattutto in Germania, paese che sta facendo di tutto per evitare un'escalation in Ucraina: Olaf Scholz ha così incidentalmente rivelato la presenza di soldati francesi – ma anche britannici – nel teatro delle operazioni per garantire l'attuazione dei sistemi d’arma consegnati a Kiev, che Berlino rifiuta.
 
Oltre alla Germania, anche il Regno Unito, Polonia, Italia, Spagna, Repubblica Ceca, Slovacchia, Svezia e Finlandia hanno ritenuto irricevibili le parole di Emmanuel Macron e respinto l'idea di inviare truppe in territorio ucraino, ritenendo che ciò rappresenterebbe una "enorme escalation”.
 
Anche il segretario generale della NATO Jens Stoltenberg ha affermato che "non ci sono piani per truppe di terra della NATO in Ucraina" e la portavoce del Consiglio di sicurezza nazionale Adrienne Watson ha ricordato che "il presidente Biden è stato chiaro sul fatto che gli Stati Uniti non invieranno soldati a combattere in Ucraina". Infine, il portavoce del Segretario generale delle Nazioni Unite, Stéphane Dujarric, ha invitato ad astenersi da qualsiasi retorica provocatoria che possa favorire un'escalation del conflitto in Ucraina, che avrebbe l'effetto di alimentare una guerra già terribilmente mortale.
 
Da parte sua, il Cremlino ha avvertito che l’invio di truppe da parte dei membri europei della NATO in Ucraina porterebbe ad un conflitto “inevitabile” tra la Russia e l’Alleanza Atlantica.
 
Nonostante le critiche e il rigetto delle sue iniziative da parte di tutti gli alleati e partner, il presidente francese non ha cambiato la sua linea di condotta, aggravando le tensioni.
 
 
Di fronte a queste nuove dichiarazioni, il ministro della Difesa tedesco ha subito reagito, dichiarando: "Le parole di Emmanuel Macron non aiutano a risolvere la situazione in Ucraina". E l'ammiraglio statunitense John Kirby, coordinatore delle comunicazioni strategiche all'interno del Consiglio di sicurezza nazionale, ha ricordato ancora una volta che le truppe statunitensi non parteciperanno ai combattimenti in Ucraina.
 
 
 
 
Di conseguenza, l’esasperazione nei confronti di Parigi è sempre più evidente al Cremlino – proprio come all’interno della NATO. Il 7 marzo Dimitri Medvedev, vicepresidente del Consiglio di sicurezza russo, ha dichiarato che Mosca non ha più una “linea rossa” nei confronti della Francia a causa del suo crescente coinvolgimento nel conflitto ucraino; e Sergeï Naryshkin, capo dei servizi segreti esteri russi (SVR), ha dichiarato che il presidente francese sta diventando sempre più pericoloso [3].
 
Il nostro Paese oggi viene chiaramente considerato da Mosca come uno Stato antagonista.
 
 
Cosa ha da guadagnare la Francia da una simile politica? Cosa cerca Emmanuel Macron con le sue dichiarazioni intempestive e perlomeno provocatorie, che sappiamo – visti i numeri degli effettivi dell’esercito francese – difficilmente potranno avere seguito? Provocare una guerra? Garantire la leadership in Europa? Oppure creare una diversione rispetto agli enormi problemi interni che incontra e che continuano a moltiplicarsi (agricoltori, deficit di bilancio, crisi economica, elezioni europee, ecc.).
 
Le malelingue suggeriscono che un inasprimento del conflitto sia per lui l’unico modo per garantirsi la sopravvivenza politica fino alla fine del mandato quinquennale, permettendogli di continuare la sua folle politica del “costi quel che costi” – e quindi di accrescere il debito francese – distribuendo soldi a destra e a manca per evitare un’esplosione sociale. Se così fosse, sarebbe chiaro che non sta facendo altro che imitare la pratica statunitense di creare crisi internazionali per risolvere problemi interni...
 
 
Note:
 
[1] Non escludiamo l’ipotesi che take decisione possa essere stata presa dai piloti, in considerazione della natura della missione affidata loro.
 
[2] Certo è un « accordo » e non un « Trattato », che avrebbe dovuto essere approvato dal Parlamento. Potrà quindi facilmente non essere applicato.
 
[3] https://www.reuters.com/world/europe/russian-spy-chief-calls-macrons-comments-about-nato-soldiers-ukraine-dangerous-2024-03-05/
 
 
 
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