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Cf2R (Centre Français de Recherche sur le Renseignement), 1 settembre 2014 (trad. ossin)



Nigeria: Boko Haram proclama uno Stato islamico

Alain Rodier



Il mondo occidentale tenta di trovare il modo di rispondere alle minacce dei pazzi furiosi dello Stato Islamico (IS) in Iraq e in Siria e, con tutto quello che bolle in pentola, trova anche il tempo di decretare delle sanzioni contro Mosca, per “punire” il presidente Vladimir Putin per il suo incondizionato sostegno ai separatisti russofoni ucraini. Nel frattempo, la setta islamica nigeriana Boko Haram prosegue la sua tranquilla passeggiata nell'orrore, proclamando uno “Stato islamico” nella regione della città di Gwoza, e non un “Califfato” come è stato in qualche caso erroneamente tradotto.


Questa località, abitata da circa 50.000 persone, si trova nello Stato di Borno, ad una decina di chilometri dalla frontiera del Camerun. Nonostante lo stato di emergenza in vigore in questo Stato (come nelle vicine province di Yobe e Adamawa), questa regione è vittima di regolari raid da parte di Boko Haram. Così, nel febbraio 2014, 121 persone sono state massacrate nel vicino villaggio di Izghe e, in maggio, 25 cristiani sono stati uccisi mentre andavano a messa, nella stessa Gwoza. L’emiro dello Stato di Borno (1), Alhaji Idrissa Timta, è stato vittima di un attentato omicida in maggio e il suo successore, che è anche suo figlio, è sparito durante un attacco, il 6 agosto, che ha provocato più di una cinquantina di vittime. Il 23 agosto, l’accademia di polizia sita nella banlieue di Gwoza è stata attaccata per la terza volta e 35 ufficiali di polizia sono ancora dispersi, senza che si sappia se siano stati fatti prigionieri, uccisi o se si siano rifugiati in campagna.


Le forze militari nigeriani sembrano incapaci di fronteggiare la situazione. Così 480 militari nigeriani se ne sono scappati a fine agosto in Camerun e si trovano attualmente nella città di Maroua. I capi militari sul campo lamentano la mancanza di mezzi in armi e uomini e ritengono di essere meno forti di Boko Haram. C’è da chiedersi se il presidente Goodluck Jonatahan non lasci volutamente incancrenire la situazione per presentarsi come unica soluzione alle prossime elezioni (presidenziali e parlamentari) del febbraio 2015.


Il bilancio è pesante. In cinque anni, Boko Haram ha assassinato più di 10.000 persone e ne ha rapite centinaia. Nessuna notizia filtra sulla sorte delle 200 liceali sequestrate in aprile 2014 a Chibok. Questao fatto aveva provocato una campagna mediatica senza precedenti intitolata “Bring back our girl”, oltre all’invio di esperti di intelligence statunitensi e francesi in loco, per assistere il governo di Abuja.



Le dichiarazioni enfatiche dell’emiro di Boko Haram


Abubakar Shekau, l’emiro di Boko Haram, continua a lanciare messaggi enfatici via internet. Nel corso del suo ultimo video di 52 minuti, diffuso il 24 agosto, ha dichiarato la nascita di uno Stato islamico che comprende tutta la Nigeria, a cominciare da Gwoza. Ha anche precisato: “Allah ci impone di governare Gwoza secondo la legge islamica. Di fatto ci impone di governare tutto il mondo e non solo la Nigeria, e adesso noi abbiamo incominciato”. Per contro, non ha fatto alcuna allusione ad Abou Bakr al-Baghdadi, che aveva chiesto a tutti i movimenti jihadisti di unirsi al suo Califfato. Certo, in luglio, gli aveva assicurato il suo appoggio, ma non la sua fedeltà. D’altronde, in modo ambiguo, si era anche felicitato con Al Qaeda centrale e coi Talebani per le loro azioni.


Se la prende così con violenza coi membri delle tribù locali che hanno deciso di unirsi ai gruppi di autodifesa, per proteggere le loro famiglie dalle atrocità di Boko Haram: “Giuro su Allah che non smetteremo mai di uccidervi, perché Allah ci ha raccomandato di uccidere la gente come voi. Se noi avessimo pietà di voi e vi risparmiassimo, un giorno voi diventereste infedeli. Quindi per noi avere pietà di voi è un atto di impietà (…). Dunque quando voi implorerete pietà, noi vi colpiremo, vi taglieremo le teste e vi uccideremo tutti. Anche se non fate niente contro di noi, noi vi uccideremo… Faremo questo per vendicare i nostri fratelli…”.



Nuova strategia di Boko Haram?


A sostegno delle sue minacce, l’ultimo messaggio mostra una ventina di sventurati vestiti in abiti civili, stesi ventre a terra, faccia a terra e le mani legate dietro la schiena. Vengono assassinati da raffiche di mitra come nei video di IS di questa estate, che hanno provocato l’orrore nell’opinione pubblica internazionale. Se le uccisioni massicce di civili sono state sempre praticate da Boko Haram, questa divulgazione mediatica costituisce una novità. Non v’è dubbio che Shekau sia sensibile alla propaganda di Abou Bakr al-Baghdadi. Se vi è un sentimento che accomuna i due, è un odio viscerale che potrebbe essere sintomo – secondo i nostri parametri – di malattia mentale o di abuso di sostanze allucinogene. Il problema è che questi due sinistri individui agiscono in tutta coscienza, volendo mostrare a tutti che essi non accettano le regole del mondo cosiddetto “civile” (soprattutto quelle di guerra) e che niente li fermerà. Essi sono pronti a massacrare tutti quelli che non corrispondano all’idea che si sono fatti dell’islam.
D’altronde è quasi certo che Shekau e al-Baghdadi non abbaino la stessa idea di religione, quella del primo avendo subito influenze animiste, cosa che il secondo considera idolatria e dunque haram (vietato). Ciò non toglie che la loro maniera di agire faccia temere il peggio per il futuro, in quanto questi uomini costituiranno, anche dopo la loro scomparsa, dei modelli che nuovi radicali cercheranno di imitare, se non di superare nell’abominio.


Influenzato da IS, Shekau sembra sul punto di mutare strategia. Passa da una guerra di guerriglia fluida alla occupazione ufficiale delle zone che è in grado di controllare. E’ vero che i suoi mezzi, in uomini (2) e materiali, particolarmente in veicoli blindati (3), sono considerevolmente cresciuti negli ultimi tempi. Per fare ciò egli si avvale talvolta della complicità dei militari corrotti, ma soprattutto dei bottini di guerra che raccoglie dalle forze di sicurezza nigeriane



Note:


(1) La legge islamica è legalmente in vigore nelle province del nord della Nigeria
(2) 30.000 uomini, in maggioranza dell’etnia kanouri che si estende in Nigeria, Chad e in Camerun. Si tratta di forze equivalenti allo Stato Islamico nell’estate 2014
(3) Dei VBL (Panhard, Francia) e dei Cobra (Otokar, Turchia), di cui rispettivamente 72 e 193 esemplari erano stati sottratti alle forze di sicurezza nigeriane