Le Journal Hebdomadaire n. 424 – 9/15 gennaio 2010



Sahara : Il Marocco passa all’offensiva


La Commissione consultiva per la regionalizzazione è stata istituita domenica 3 gennaio a Marrakech da Mohammed VI. Dopo la debacle della vicenda Haidar, lo Stato marocchino tenta di riprendere l’iniziativa nel dossier sul Sahara


di Christophe Guguen


I discorsi non programmati di Mohammed VI sono rari. Quello pronunciato il 3 gennaio ha colto tutti di sorpresa. “Siamo stati convocati a Marrakech senza sapere di cosa si trattava”, confida un dirigente politico che vuole restare anonimo. Nel suo discorso alla Nazione, diffuso in prima serata, Mohammed VI ha annunciato l’istituzione di una Commissione consultiva per la regionalizzazione (CCR) la cui missione è di proporre entro il prossimo giugno una “concezione generale di regionalizzazione avanzata che riguardi tutte le regioni del regno”. Questa commissione, presieduta da Omar Azziman, attuale ambasciatore del Marocco in Spagna, è composta da 21 membri, scelti tra wali, universitari, giuristi ed economisti.

Fuga in avanti
Il timing scelto per istituire la CCR (la sua creazione è stata annunciata quasi sei mesi fa da Mohammed VI in occasione dell’ultimo discorso del trono) dimostra che lo Stato marocchino ha deciso di riprendere l’iniziativa sulla vicenda del Sahara dopo la recente debacle dell’affaire Haidar. “ Intendiamo, tra gli altri principali obiettivi, collocare le province del sud tra i primi beneficiari della regionalizzazione avanzata. Il Marocco infatti non può isolarsi nell’immobilismo, mentre gli avversari dell’integrità territoriale si accaniscono ad ostacolare il processo dell’ONU”, ha dichiarato domenica Mohammed VI nel suo discorso. Il Marocco auspica che il Consiglio di sicurezza dell’ONU, che si riunirà il prossimo aprile, indichi ufficialmente l’iniziativa di autonomia come una “piattaforma per i negoziati”, escludendo in tal modo la possibilità di indipendenza reclamata dal Polisario. Il progetto di regionalizzazione avanzata, avviata “con una volontà nazionale sovrana”, è una applicazione unilaterale del piano di autonomia. Ma il riconoscimento internazionale del Sahara marocchino passerebbe così attraverso lo spazio accordato alla identità saharawi e ad una vera democratizzazione del Regno. Uno degli impegni forti dell’iniziativa marocchina è quella che si iscrive “nel quadro della costruzione di una società democratica e moderna, fondata sullo Stato di diritto, le libertà individuali e collettive e lo sviluppo economico e sociale”. La regionalizzazione avanzata, indispensabile per ridurre le diversità territoriali e assicurare lo sviluppo delle regioni, potrà per questo giocare un ruolo decisivo di democratizzazione? Secondo le direttive reali, la CCR deve impegnarsi a immaginare un modello “maroco-marocchino” di regionalizzazione assumendo la “specificità fondamentale” del regno: la monarchia.
Le diverse riforme di decentralizzazione realizzate dal 1971 non hanno fatto che rafforzare il potere centrale, affidando ai wali (prefetti, ndt) ed ai governatori il vero controllo della cosa pubblica locale. Mohammed Rherrabi, membro della CCR e attuale wali della regione di Fès-Boulemane, ha dichiarato alla MAP che dal 1996 le regioni de regno “hanno imparato a negoziare i piani di sviluppo, e ciò ha permesso di consolidare una cultura che dovrà essere la piattaforma reale della futura regionalizzazione…”
Mentre il secondo round delle discussioni informali tra il Marocco e il Polisario è in preparazione, Mohamed Abdelaziz ha reagito al discorso reale affermando il giorno successivo che il Sahara Occidentale non è “coinvolto” in questo progetto di regionalizzazione e che il discorso di Mohammed VI costituisce una fuga in avanti ed un ostacolo agli sforzi dell’ONU tendenti a decolonizzare il territorio”.
Lo stesso giorno Abdelaziz Ziari, presidente dell’Assemblea nazionale algerina (APN), è andato a Tindouf pr una visita ufficiale. Nell’occasione ha riaffermato “il sostegno dei parlamentari e, attraverso esso, quello del popolo algerino alle scelte del popolo saharawi per un referendum libero e trasparente”. Abdelaziz Ziari ha ancora sostenuto che “l’Algeria proseguirà i suoi sforzi sul piano regionale e internazionale, in seno all’ONU e all’UA, ed anche nell’ambito delle istituzioni parlamentari internazionali, per allargare il sostegno alla causa saharawi”.


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