www.wsws.org – 31 marzo 2011


Un collaboratore della CIA a capo dei ribelli libici
di Patrick Martin


Il Consiglio Nazionale Libico, l’organizzazione con base a Bengasi che parla a nome dei ribelli che lottano contro il regime di Gheddafi, ha designato un collaboratore di lunga data della CIA per dirigere le proprie operazioni militari.

La scelta di Khalifa Hifter, un ex colonnello dell’esercito libico, è stata segnalata giovedì da McClatchy Newspapers, e il nuovo capo militare è stato intervistato da un corrispondente di ABC News domenica sera.

Hifter, il cui arrivo a Bengasi era stato segnalato per la prima volta il 14 marzo da Al Jazeera, è stato oggetto di un lusinghiero ritratto del Daily Mail, un tabloid inglese ferocemente bellicista. Il Daily Mail ha presentato Hifter come una delle “due stelle militari della rivoluzione”, “rientrato recentemente dall’esilio negli Stati Uniti per portare un po’ di coerenza tattica alle truppe ribelli “. Il giornale non ha menzionato i suoi rapporti con la CIA.

McClatchy Newspapers ha pubblicato domenica un profilo di Hifter. Intitolato Il Nuovo capo ribelle ha trascorso una buona parte degli ultimi 20 anni in un sobborgo della Virginia, l’articolo riferisce che era stato in precedenza un alto responsabile del regime di Gheddafi fino ad “un’avventura disastrosa in Ciad alla fine degli anni 1980”.

Hifter si era poi unito all’opposizione di Gheddafi, quindi emigrato negli Stati Uniti, dove ha vissuto fino alle ultime settimane , quanto è ritornato in Libia per assumere il comando di Bengasi.

Il profilo di McCltchy concludeva: “dal suo arrivo negli Stati Uniti all’inizio degli anni 1990, Hifter ha risieduto in un sobborgo della Virginia nei dintorni di Washington DC”. Citava le parole di un amico che “diceva di non sapere molto di come Hifter provvedesse alle sue necessità, e che Hifter si preoccupava per prima cosa di aiutare la sua grande famiglia”.

Per quelli che sanno leggere tra le righe, è un’allusione appena velata al ruolo di Hifter come agente della CIA. E infatti, come è possibile che un ex alto comandante dell’esercito libico è potuto entrare negli Stati Uniti all’inizio degli anni 1990, solo qualche anno dopo l’attentato di Lockerbie, per poi sistemarsi vicino alla capitale federale, senza l’accordo e l’aiuto attivo dei servizi di informazione USA? Hifter ha vissuto infatti per una ventina d’anni a Vienna in Virginia, a solo una decina di chilometri dalla sede della CIA a Langley.

La CIA conosceva bene le attività militari e politiche di Hifter. Un articolo del Washington Post del 26 marzo 1996 parla di una ribellione armata contro Gheddafi nel 1996 e scrive il suo nome in una differente trascrizione. L’articolo cita dei testimoni secondo cui la rivolta aveva come capo “il colonnello Khalifa Iftar (ed era) un’organizzazione del tipo “contra” con base negli Stati Uniti, chiamata Esercito nazionale libico”.

Il paragone viene fatto con le forze terroristiche “contras” finanziate e armate dal governo degli Stati Uniti negli anni 1980 contro le autorità sandiniste in Nicaragua. Lo scandalo Iran-contra, che colpì l’amministrazione Reagan nel 1986-1987, riguardava la vendita illegale di armi USA all’Iran, i cui profitti servivano a finanziare i contras nonostante il divieto del Congresso. I parlamentari democratici avevano coperto lo scandalo e respinto la richiesta di una procedura di impeachment contro Reagan per aver finanziato delle attività di una illegalità flagrante, orditi da una cricca di ex agenti dei servizi segreti e di consiglieri della Casa Bianca.

Un libro pubblicato da Le Monde Diplomatique nel 2001, Manipulations africaines, fa risalire la relazione con la CIA ancora più lontano, nel 1987, segnalando che Hifter, allora colonnello dell’esercito di Gheddafi, era stato catturato in Ciad dove combatteva in una ribellione sostenuta dalla Libia contro il governo di Hissène Habré, a sua volta sostenuto dagli Stati Uniti. Egli passò dalla parte del Fronte Nazionale di salvezza libico (FNSL), la principale forza di opposizione a Gheddafi, che godeva del sostegno della CIA. Organizzò quindi una propria milizia che operò in Ciad fino alla deposizione di Hissène Habré nel 1990 da parte di Idriss Déby, il suo rivale che godeva dell’appoggio della Francia.

Secondo questo libro, “la forza di Hiftar, creata e finanziata dalla CIA in Ciad, si disperse con l’aiuto della CIA poco tempo dopo il rovesciamento del governo di Idriss Déby”. Il libro cita anche un rapporto del servizio ricerche del Congresso, datato 19 dicembre 1996, secondo cui il governo degli Stati Uniti concesse un aiuto militare e finanziario ai componenti del FNSL, che erano stati ospitati negli Stati uniti.

Queste informazioni sono accessibili a tutti quelli che si applichino ad una ricerca anche superficiale in internet, ma non sono state riprese dai media controllati dai grandi gruppi, eccetto un dispaccio di McClatchy che evita ogni riferimento alla CIA.
I canali televisivi, troppo occupati ad elogiare i “combattenti della libertà” dell’est libico, non si sono  affaticati a segnalare che queste forze erano orami comandate da un collaboratore di lunga data dei servizi di informazione degli Stati uniti.

Né se ne sono preoccupati quelli che, tra i liberali o la “sinistra”, si sono entusiasmati per l’intervento degli Stati uniti e dell’Europa in Libia. Essi sono troppo occupati ad apprezzare l’amministrazione Obama per il approccio multilaterale e “consultativo” della guerra, considerandolo diverso da quello unilaterale e alla cow boy dell’amministrazione Bush in Iraq. Che il risultato sia lo stesso – morte e distruzione che colpiscono la popolazione, la sovranità e l’indipendenza di un paese un tempo colonizzato – non significa niente per questi turiferari dell’imperialismo.

Il ruolo di Hifter, presentato a giusto titolo 15 anni fa come il capo di una “organizzazione del tipo contra”, mostra quali sono le vere classi sociali che operano nella tragedia libica. Qualsiasi sia stata l’autenticità dell’opposizione popolare che si è espressa nella iniziale rivolta contro la dittatura corrotta di Gheddafi, della ribellione si è appropriato indebitamente l’imperialismo.

L’intervento dell’Europa e degli Stati Uniti in Libia non ha come obiettivo di portare “democrazia” e “libertà”, ma di istallare al potere dei fantocci della CIA che governeranno il paese con la stessa brutalità di Gheddafi, permettendo alle potenze imperialiste di saccheggiare le risorse petrolifere del paese e di usare la Libia come base operativa contro le rivolte popolari del Medio oriente e dell’Africa del Nord.
  

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