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El Khabar, 10 luglio 2011



Intervista a Seif El Islam Kadhafi
Gilles Munier


Si tratta della prima intervista accordata da Seif El Islam ad un giornale arabo


D: Cominciamo con l’argomento che interessa maggiormente l’opinione pubblica internazionale… a che punto sono i negoziati con l’opposizione di Bengasi?
R:
I veri negoziati in realtà sono con la Francia e non con i ribelli. Noi abbiamo ricevuto per il tramite di un inviato speciale che ha incontrato il presidente francese un messaggio chiaro di Parigi. Il presidente francese ha detto molto francamente al nostro inviato che “siamo noi ad avere creato il Consiglio e, senza il sostegno della Francia, i soldi e le armi (francesi), esso non esisterebbe”. Questi gruppi ci hanno contattato attraverso canali egiziani, noi li abbiamo incontrati al Cairo, dove abbiamo tenuto un round di negoziati, ma quando i francesi hanno sentito parlare di questo incontro hanno detto al gruppo di Bengasi: noi vi sosteniamo e, se vi saranno altri contatti con Tripoli senza che noi ne siamo informati o alle nostre spalle, cesseremo immediatamente ogni sostegno… tutti i negoziati devono passare per la Francia. Hanno ancora detto loro: noi non facciamo questa guerra per bontà e senza contropartite, noi abbiamo degli interessi commerciali in Libia, e il governo di transizione dovrà approvare diversi contratti, si tratta dei contratti relativi agli aerei “rafales” ed a quelli della Total.


D: Perché non avete reso noto all’opinione pubblica i documenti che provano il finanziamento della campagna di Sarkozy?
R:
Ebbene, noi non utilizziamo tutte le nostre armi in un solo colpo, noi disponiamo di più di una sorpresa, e più di un’arma, che utilizzeremo al momento opportuno


D: A che punto sono le mediazioni internazionali, quale è la situazione attuale, soprattutto dopo la visita del mediatore russo che ha preso conoscenza della situazione, e dopo la riunione tra il presidente russo Medvedev e il presidente della NATO, oltre che della riunione tra Medvedev e il presidente sudafricano Jacob Zuma, l’altra parte della mediazione?
R:
Io vorrei prima fare alcune precisazioni, e cioè che tutto il pianeta li ha presi in giro attraverso articoli di stampa. Hanno mentito al mondo dichiarando che lo stato libico aveva ucciso migliaia di manifestanti, e hanno detto che abbiamo bombardato la popolazione con gli aerei. Il mondo oggi sa che erano tutte bugie, l’organizzazione Human Right Watch ha riconosciuto che si trattava di informazioni false. Amnesty International ha ugualmente detto che si trattava di falsi, come il Pentagono che ha svolto un’inchiesta interna ed ha sottolineato che erano false informazioni.


D: Troniamo alle mediazioni, a che punto sono?
R:
C’è una road map africana sulla quale sono tutti d’accordo. Noi vogliamo organizzare elezioni ed arrivare ad un governo di unità nazionale, siamo pronti ad elezioni controllate dalle organizzazioni internazionali, e ad approvare una nuova Costituzione, ma i ribelli rifiutano e perché rifiutano? Perché noi non siamo ancora giunti ad un accordo con Parigi.


D: Il colonnello Gheddafi ha minacciato nel discorso di venerdì davanti ai suoi sostenitori a Sebha di vendicarsi e di mandare dei kamikaze in Europa, non avete timore di essere assimilati ai terroristi?
R:
Prima di tutto è nostro diritto attaccare gli stati che ci attaccano e uccidono i nostri bambini. Hanno ucciso il figlio di Muammar Gheddafi, hanno distrutto la sua casa e ucciso i suoi familiari e non c’è famiglia in Libia che non sia stata vittima degli attacchi della NATO. E’ per questa ragione che siamo in guerra, la NATO ha cominciato l’attacco e adesso deve subirne le conseguenze.


D: Seif El Islam si presenterà alle elezioni della futura Libia?
R:
Io sono ufficialmente uscito dalla politica in Libia nel 2008 e, da allora e fino all’inizio della crisi, io ero fuori dal paese, ero in Cambogia… Sono tornato in Libia all’inizio di questi accadimenti, ero fuori dal gioco politico, ma dopo quanto è accaduto in Libia tutto è cambiato, dopo aver veduto i tradimenti, gli interessi e la colonizzazione, tutto è cambiato. Non ci sono motivi per non presentarmi, tutto è possibile.


D: Alcuni pensano ad una divisione della Libia, il primo ministro inglese, David Cameron, ha già dichiarato che bisogna dividere il Sahara Libico. Cose ne pensa?
R:
C’è un piano inglese per la divisione della Libia, l’ovest e il sud alla Francia, l’est alla Gran Bretagna, e una base militare per la Gran Bretagna a Tobrouk… Questo non è un segreto, ma sono solo velleità colonizzatrici che non si realizzeranno.


D: Cosa rappresenta per lei l’Algeria?
R:
In tutta sincerità se lo chiede ad un qualsiasi libico, le risponderà che gli Algerini sono molto simili ai Libici. Sfortunatamente, come ha ben potuto constatare, il solo paese arabo nel mirino dei fuorilegge è stata l’Algeria. Noi abbiamo una cosa in comune con gli Algerini. Voi avete lottato, nel passato, contro la Francia, noi facciamo la stessa cosa oggi… la mediazione dell’Algeria è la benvenuta. Perché essa ha sempre giocato un ruolo unificante. Voglio precisare che le posizioni dei paesi arabi sono indegne, l’Algeria è uno tra i pochi paesi arabi ad avere assunto una posizione completamente diversa. Il popolo libico non dimenticherà mai questo, è per questo che la mediazione algerina è la benvenuta per la riconciliazione tra i fratelli libici. 


D: Ha qualche cosa da aggiungere? Un’ultima parola?
R:
Io voglio che la comunità internazionale faccia attenzione a quel che accade in Libia, dove si sta svolgendo una delle più grosse campagne di disinformazione e falsificazione della realtà. Questa verità è riconosciuta dagli europei e dagli stessi statunitensi. Infatti i media hanno creato molti scandali inesistenti. Noi ci rivolgiamo alla comunità internazionale per dirle che le immagini che vede sui canali satellitari e su internet sono truccate. La verità salterà fuori uno di questi giorni!