ProfileLe guerre dell'impero in declino,.13 febbraio 2022 - Non avendo avuto luogo nelle passate settimane, l’invasione è oramai per domani – magari dopodomani – comunque prossima…   

 

 
Che va trovando Biden con questa invasione dell’Ucraina che non arriva mai ?
Alain Rodier
 
Washington, seguita dai suoi alleati anglo-sassoni e da numerosi paesi europei, denuncia dalla fine del 2021 l’invasione « imminente » dell’Ucraina da parte delle Forze Armate russe, basandosi su foto satellitari – amabilmente distribuite ai media – che mostrano grandi quantità di materiale militare stoccato in file ordinate lungo le strade [1] in prossimità della frontiera ucraina. Le manovre militari che si stanno svolgendo quasi continuamente in queste stesse regioni e in Bielorussia pure vengono denunciate come preparatorie di un’offensiva. Che cosa sta succedendo veramente?
 
 
 
 
All’inizio di dicembre, si annunciava come notizia « certa » che l’attacco sarebbe stato lanciato a gennaio, quando le condizioni invernali e il terreno gelato avrebbero favorito il movimento del mezzi blindati [2]. Ma l'offensiva non si è vista. Chi aveva lanciato l’allarme e i media hanno giustificato l’inerzia con una buona ragione: se l’assalto non c’è stato, è a causa dell’inverno che si è rivelato troppo clemente. Si rischiava – in gennaio – che quei blindati si impantanassero in un terreno non sufficientemente duro.
 
Ciò nonostante, l’allerta rimaneva talmente alta che l’esercito USA e la NATO decidevano di inviare nuove truppe negli ex Paesi dell’Est, alcuni dei quali non hanno niente a che vedere con l’Ucraina ma temono comunque per la propria sicurezza. Infatti l’orso russo sarebbe talmente avido che, dopo l’Ucraina, tenterebbe di fare un sol boccone dei Paesi Baltici, della Polonia e, perché no, anche della Svezia e della Finlandia… Questi ultimi due paesi non appartengono all’Allenza, ma nutrono ugualmente di timori per la propria sicurezza e non sono tutelati dall’articolo 5 della NATO, che stabilisce l’obbligo di solidarietà tra i suoi membri.
 
Nessuno tra i responsabili politici e, ancor meno, tra i media occidentali sembra essersi accorto che, dopo la morte del marxismo-leninismo, oggi Mosca non dispone più di un’ideologia da imporre al resto del pianeta. Non esistono oggi che due ideologie attrattive: il salafismo-jihadismo e i diritti umani (prima definiti « diritti dell’uomo »).
 
Quest’ultima è l’ideologia promossa dagli Occidentali a guida statunitense. Ed è essa che sembra motivare le iniziative che non potrebbero davvero definirsi « amichevoli » intraprese dai presidenti statunitensi che si sono succeduti alla Casa Bianca. Gli Anglo-Sassoni sono totalmente impregnati da tale ideologia, che è una sorta di eredità della cultura protestante. Il resto dell’Occidente è costretto a seguire a ruota – talvolta per paura, come i Polacchi e i Paesi Baltici che hanno, molto comprensibilmente, pessimi ricordi dell’URSS – ma soprattutto per motivi strettamente economici. Washington è infatti pronta ad aiutare finanziariamente i suoi alleati, ma è ancora più rapida ad annichilirli con sanzioni, se osano oltrepassare le linee loro imposte. Le informazioni divulgate da media influenti come la Voice of America o il New York Times sono sempre « di qualità » perché vengono presentate come provenienti dai « servizi di informazione » statunitensi o da « alti responsabili » ucraini, che hanno accesso a documenti, ovviamente, sensibilissimi.
 
Non avendo avuto luogo nelle passate settimane, l’invasione è oramai per domani – magari dopodomani – comunque prossima… L’agenzia di stampa Bloomberg è giunta ad annunciare in « prima pagina » il 4 febbraio: « la Russia invade l’Ucraina », dimostrando che in Occidente i titoli dei giornali sono già pronti. Questi media sembrano attendere con impazienza e leccandosi i baffi l’Apocalisse.
 
Bisogna riconoscere che Mosca sembra contenta di interpretare il ruolo di spauracchio che le è stato attribuito, soprattutto dopo l’invasione della Crimea del 2014 [3]. Troppo contento di tornare in primo piano su quella ribalta internazionale dalla quale era stato espulso dopo il crollo dell’URSS, il Cremlino sembra provare un piacere malizioso nello spostare i suoi soldati come su di una scacchiera, e prende gusto a osservare il panico che le sue mosse provocano, soprattutto nei paesi frontalieri.
 
Così, secondo una fonte ucraina – sempre di « alto livello » – citata dal New York Times, i Russi avrebbero di recente aumentato il numero dei loro effettivi da 100 000 a 110 000 uomini…  Non c’è davvero niente di nuovo, dal momento che a gennaio si parlava di 130 000 e perfino di 150 000.
 
Peggio ancora, « alcune unità » di stanza in Crimea sarebbero state poste al livello di massima allerta. C’è da chiedersi però: perché non tutte ? Altre formazioni militare stanziate altrove (in luoghi non precisati) sarebbero oramai al secondo livello della scala delle allerte delle forze russe.
 
Secondo Kiev, se l’invasione ci fosse, essa comincerebbe con « conquiste limitate » e, se fossero coronate da successi, Mosca allargherebbe le sue zone di operazione. Tuttavia, queste affermazioni vengono temperate da taluni responsabili politici che ritengono che questo faccia parte della « vera partita a poker » che il Cremlino sta giocando. Finalizzata soprattutto a creare confusione tra Kiev e l’Occidente, piuttosto che un segno di una incursione imminente. Gli osservatori sottolineano che gli eserciti russi non potrebbero lanciare offensive multiple per più di una settimana, non potendo la loro logistica supportarle per un tempo maggiore; le munizioni, il carburante e i viveri finirebbero presto [4] e i riservisti disponibili sarebbero insufficienti.
 
Per concludere, e sapendo che prevedere il futuro è un esercizio pericoloso, l’autore pensa che la Russia, fortissima nell’ « arte della sorpresa » – conquista di Kabul nel  1979, Crimea 2014, Siria 2015 – non agirà lì dove è attesa. Per esempio nessuno sembra notare che, nonostante ci si attenda una invasione in Ucraina, la Russia sta invece rafforzando la sua flotta nel Pacifico, assegnandole gli ultimi gioielli dei suoi sottomarini a propulsione nucleare. E’ una conseguenza del riavvicinamento tra Mosca e Pechino, favorito in gran parte dalla politica « aggressiva » di Washington.
 
Note: 
 
[1] In totale contraddizione con un tipo di schieramento operativo, che richiede che l’equipaggiamento debba essere distribuito in modo da non costituire un bersaglio troppo visibile per l’aviazione e l’artiglieria nemica.
 
[2] L’autore aveva scritto il 6 dicembre 2021 in un articolo pubblicato dal sito Raids.fr : « Ucraina. No, non ci sarà un’invasione a gennaio ».
 
[3] Ha segnato un cambiamento nella politica estera del Cremlino, ispirata all’esperienza della guerra in Georgia. Quelle in Cecenia sono considerate affari puramente « interni ».
 
[4] Si è spesso sottolineato che non sarebbe stato approntato un supporto sanitario. Dopo che questa informazione è stata divulgata dalla stampa, alcune fonti hanno affermato che è oramai pronto. Tutto ciò rientra nella guerra di propaganda da una parte e dall’altra.

 

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