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The saker, 12 maggio 2020 (trad.ossin)
 
Che cosa significa l'agonia dell'Impero per lo "Stato ebraico di Israele"?
the saker
 
Due mercenari statunitensi arrestati in Venezuela nel corso dell'ultimo (fallito) tentativo di aggressione
 
Cominciamo con qualche notizia recente (apparentemente non correlata):
 
 
Queste notizie apparentemente non correlate hanno tutte una cosa in comune: illustrano quanto le forze armate statunitensi siano diventate deboli e inefficaci negli ultimi due decenni. E sebbene, per brevità, abbia fatto solo tre esempi, la verità è che ci sono centinaia di storie simili in Internet, tutte dimostrative della stessa realtà: la maggior parte dell'esercito statunitense è in uno stato terminale di rovina.
 
Diamo un'occhiata ai vari servizi uno per uno:
 
 
Infine, c'è il comando delle operazioni speciali degli Stati Uniti, che non costituisce un servizio specifico, essendo solo un comando "funzionale" e "unificato di combattimento", ma che viene spesso considerato un ramo separato delle forze armate. Queste forze hanno sempre un aspetto magnifico nelle immagini propagandistiche, ma la verità è che esse, anche se spacciate per "le migliori del mondo" (che altro ?!), non hanno ancora ottenuto il loro primo vero successo operativo significativo (almeno per bilanciare la loro lunga storia di fallimenti, da Desert One a Grenada, e in Afghanistan, in Libia, ecc.). E non basta un piccolo scontro a fuoco contro un avversario molto inferiore.
 
Ora lasciatemi fare la domanda cruciale: cosa significa questo per Israele?
 
Bene, in primo luogo, significa che i "poveri" israeliani ora devono volare con l'F-35 come loro fiore all’occhiello. Mi aspetterei, nelle linee generali, che gli israeliani modifichino / aggiornino i loro F-35 per sbarazzarsi almeno delle peggiori "caratteristiche" ma, nel caso dell'F-35, ciò non è nemmeno teoricamente possibile a causa di profondi difetti di progettazione (per coloro che necessitano di un aggiornamento "ufficiale" sulla realtà catastrofica del programma F-35, si prega di leggere questo rapporto ufficiale del governo degli Stati Uniti che enumera 276 carenze "critiche"). Prima o poi, gli F-35 israeliani incroceranno la versione di esportazione del Su-35, il Mig-29M / MiG-35 molto più economico ma ad alte prestazioni, o persino un Su-57 russo e quindi avranno la peggio (anche se il risultato di qualsiasi combattimento aereo-aereo non può essere ridotto al confronto tra velivoli, è necessario un quadro completo e molto più complesso per modellare i possibili esiti). Attualmente, il Su-35 è stato esportato solo in Cina, ma i futuri potenziali acquirenti potrebbero essere Egitto, Algeria e Turchia. Per quanto riguarda il MiG-29M / MiG-35, paesi come l'Egitto e la Siria hanno manifestato interesse.
 
Parlando della Siria, finora abbiamo visto diversi casi di aerei israeliani intercettati e costretti a ritirarsi dai Su-35S russi, e neanche un caso contrario. Sembra esserci almeno un caso, anche se non confermato (ancora?) ufficialmente, di un Su-35S russo che ha allontanato un F-22 USAF (una volta che il Su-35 e l'F-22 sono abbastanza vicini, quest'ultimo ha pochissime speranze di sopravvivenza).
 
Riuscite a immaginare cos'altro alla fine gli israeliani incontreranno nei cieli del Medio Oriente? Forse una variante di esportazione del MiG-31 o persino dei MiG-31BM russi (con i loro missili aria-aria R-37 da 400 km). In effetti, la portata, la velocità, il radar e le armi di questo velivolo consentirebbero alla Russia di mantenere pattuglie aeree di combattimento sopra, diciamo, la Siria mentre operano dalla Russia meridionale.
 
Mi soffermo su questi aerei perché in passato, e proprio come gli Stati Uniti, gli Israeliani hanno sempre fatto affidamento sulla seguente combinazione di fattori per prevalere:
 
 
È vero, gli Israeliani hanno ancora una grande dotazione di F-16/15/18 modificati (14 squadroni, oltre 300 aerei) ma, proprio come per i loro alleati statunitensi, essi stanno rapidamente diventando datati. Al contrario, i vicini degli israeliani stanno acquisendo sistemi di difesa aerea sempre più avanzati insieme a sistemi di guerra elettronica e di gestione della battaglia. In altre parole, questo è un brutto momento per Israele che dovrà contare sugli F-35 per il prossimo futuro.
 
In questo momento, gli Israeliani bombardano regolarmente la Siria, ma con pochissimi risultati oltre al mantra – che ha indubbiamente ha una funzione anche terapeutica - della superiorità ebraica sugli arabi. E, prevedibilmente, la Ziomedia (apparato di propaganda sionista) riesce a convincere la gente in Israele e in Occidente. I siriani, gli iraniani e Hezbollah, non tanto ...
 
Proprio come il MIC degli Stati Uniti ha puntato tutto sullo F-35, così gli Israeliani hanno puntato tutto in materia di sicurezza nazionale sull'eterna volontà e capacità di zio Shmuel di correre a salvarla con denaro, armi o persino soldati.
 
La volontà c’è sempre.  Ma la capacità sta rapidamente scomparendo!
 
Inoltre, ci sono altri due paesi che stanno entrando in un periodo di grave instabilità che influenzerà anche la sicurezza di Israele: Turchia e Arabia Saudita.
 
Nel caso della Turchia, il rapporto tra Stati Uniti e Turchia è peggio che mai, e c'è una possibilità molto reale che, con sanzioni e minacce statunitensi, i turchi possano decidere di rinunciare allo F-35 e passare a un aereo russo, molto probabilmente una versione di esportazione del Su-35. Se questa sarebbe (politicamente) una brutta notizia per il MIC degli Stati Uniti, sarebbe una notizia assolutamente terribile per gli israeliani le cui relazioni con la Turchia sono generalmente piuttosto cattive. Finora, la Turchia è ancora un membro obbediente della NATO, con tutto ciò che comporta, ma più debole diventa l'Impero anglo-sionista, maggiori sono le possibilità di una sorta di scontro politico tra gli Stati Uniti e la NATO da un lato, e la Turchia dall'altro.
 
Per quanto riguarda i Sauditi, hanno già corteggiato attivamente Mosca perché hanno capito che la Russia ha sostanzialmente sostituito gli Stati Uniti come potenza regionale numero uno. Il totale fallimento degli Stati Uniti nel fornire assistenza significativa ai Sauditi nello Yemen e l'incapacità delle difese aeree statunitensi di proteggere il giacimento petrolifero saudita dagli attacchi missilistici Houthi ha convinto i Sauditi che da ora in poi hanno bisogno di parlare direttamente con i Russi e spesso.
 
È vero, gli Stati Uniti hanno ancora l'apparenza di un vero potere in Medio Oriente. Dai un'occhiata a questa pagina dell'ultimo bilancio militare IISS. Ci sono ancora molte attrezzature e personale CENTCOM nella regione. Ma cerca di guardare oltre queste fantasiose grafiche e chiediti: cosa stanno facendo queste forze?  cosa stanno effettivamente realizzando?
 
Io direi che soprattutto cercano di impressionare la gente del posto, di fare soldi (con ogni sorta di contratto militare) e, da ultimo ma non meno importante, cercano di proteggersi. E sì, "la presenza" degli Stati Uniti in Medio Oriente è ancora grande, ma è anche questo a rendere le forze statunitensi così vulnerabili agli attacchi. Gli Iraniani, ad esempio, hanno chiarito che vedono tutte queste strutture e forze come "obiettivi" e, come hanno dimostrato gli attacchi missilistici iraniani di alta precisione seguiti all'omicidio del generale Suleimani, l'Iran ora ha i mezzi per infliggere gravi danni a qualsiasi forza regionale abbastanza folle da voler giocare contro di esso.
 
Certo, ogni volta che qualcuno scrive che gli Stati Uniti o Israele non sono invincibili, c'è sempre almeno una persona che dice qualcosa del tipo "sì, forse, ma hanno armi nucleari e le useranno se minacciati". Ma la risposta è diversa a seconda che si tratti degli Stati Uniti o di Israele.
 
Nel caso degli Stati Uniti, mentre un eventuale ricorso per primi alle armi nucleari sarebbe un suicidio politico per l'Impero, nessun loro avversario in Medio Oriente ha la capacità di rendere pan per focaccia agli Stati Uniti.
 
Il caso di Israele, tuttavia, è ancora più complicato.
 
In primo luogo, occorre ricordare che, per ovvie ragioni geografiche, gli Israeliani non possono usare armi nucleari per attaccare gli avversari, almeno non gli avversari vicini al confine israeliano. Tuttavia, se gravemente minacciati, gli Israeliani potrebbero affermare che si prepara un altro "Olocausto" e che la "difesa del sangue ebraico" non lascia loro altra scelta se non quella di usare armi nucleari su obiettivi iraniani o siriani. Sottolineo che, peggiore sarà il danno inflitto da tali attacchi nucleari israeliani, maggiore sarà la determinazione degli arabi e / o degli iraniani.  Questo è il problema della deterrenza: una volta fallita, ha fallito totalmente e di solito non esiste un "piano B".
 
Ciò significa che un grave attacco a Israele è inevitabile?
 
No, per niente. Per prima cosa, sia gli Stati Uniti che Israele possono ancora infliggere danni enormi a qualsiasi paese o coalizione di paesi, che costituiscano una minaccia per loro (e non hanno bisogno di ricorrere a armi nucleari per raggiungere questo risultato). Il fatto che né gli Stati Uniti né Israele possano ottenere risultati simili a una "vittoria" non implica in alcun modo che attaccare gli Stati Uniti o Israele sia facile o sicuro. Ad entrambi i paesi è rimasta molta potenza militare convenzionale per far pagare un prezzo enorme a qualsiasi aggressore.
 
In secondo luogo, è proprio perché agli Stati Uniti e a Israele è rimasta molta potenza militare che i loro avversari opteranno per un progressivo e lento indebolimento degli anglo-sionisti piuttosto che per uno scontro aperto. Ad esempio, mentre è vero che gli Stati Uniti non hanno avuto lo stomaco per attaccare l'Iran in seguito all’attacco missilistico iraniano di ritorsione, è anche vero che gli iraniani hanno "attentamente" calibrato la loro risposta per non costringere gli Stati Uniti a reagire. La verità è che in questo momento nessuno dei due paesi vuole una guerra aperta.
 
Lo stesso si può dire della Siria e degli Hezbollah che sono stati molto attenti a non fare nulla che costringa gli Israeliani (o gli Stati Uniti) a passare dagli attuali attacchi simbolici / punzecchiature, a veri e propri attacchi aerei e missilistici.
 
In questo momento gli Stati Uniti possono ancora stampare abbastanza dollari per mantenere a galla Israele, ma sappiamo già che, se ci può essere la tentazione di affrontare un problema ricorrendo a denaro a buon mercato, questa non è però una strategia sostenibile, soprattutto quando le effettive capacità militari sia degli USA che degli Israeliani si stanno rapidamente riducendo. In questo momento, nessuno sa quanto durerà l'ultimo regime apertamente razzista sul pianeta, ma è estremamente improbabile che l'entità sionista possa sopravvivere senza che l'Impero lo sostenga. In altre parole, presto o tardi, lo "Stato ebraico di Israele" non avrà maggiori possibilità di sopravvivenza rispetto, per esempio, allo "Stato indipendente del Kosovo" o anche all' "Ucraina indipendente": sono tutti brutte metastasi dell'Impero che da sole non possono assolutamente sopravvivere.
 
 
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