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Gilad Atzmon, 8 ottobre 2019 (trad.ossin)
 
Iran, Israele e il destino
Gilan Atzmon
 
Sebbene il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu incontri serie difficoltà a formare un nuovo governo e cerchi strenuamente di evitare la galera, pure ha trovato il tempo di impegnarsi a spendere molti più shekel. Alla fine, Netanyahu ha capito che Israele è in ritardo con l'Iran nella corsa agli armamenti. Ieri ha annunciato che Israele deve aumentare le sue spese per la difesa, di "molti miliardi immediatamente, e poi di molti miliardi ogni anno", per contrastare la minaccia iraniana che "si è intensificata nelle ultime settimane".
 
 
Israele ha gestito malissimo il conflitto con l'Iran. Per oltre un decennio, Israele ha incessantemente minacciato e cercato di intimidire l'Iran. La risposta dell'Iran è stata efficace: lentamente ma inesorabilmente l'Iran ha accerchiato lo Stato ebraico. Israele non condivide alcun confine con l'Iran, ma l'Iran è presente su molte frontiere israeliane. La sua Guardia repubblicana è in Siria. Gli Hezbollah e la Jihad islamica a Gaza e in Cisgiordania sono filo-iraniani. Un conflitto con l'Iran potrebbe avere conseguenze letali per Israele. Gli esperti militari israeliani prevedono che un tale conflitto esporrebbe le città israeliane all'attacco di migliaia di missili ben mirati, con effetti devastanti. Il recente attacco agli impianti petroliferi sauditi ha dimostrato una precisione sorprendente con margini di errore di meno di un metro, nonostante i missili siano stati lanciati da una distanza di 650 miglia, e ha trasmesso un chiaro messaggio a Israele. L'Iran può attaccare qualsiasi obiettivo israeliano dall'Iraq occidentale, con precisione e senza essere rilevato. Ciò dimostra che la tecnologia iraniana è avanti di decenni rispetto a qualsiasi cosa possa essere offerta da Israele, Stati Uniti o Occidente. 
 
Sembra attualmente del tutto irrealistico aspettarsi che gli Stati Uniti agiscano militarmente contro l'Iran per conto di Israele. Le azioni sempre imprevedibili di Trump hanno convinto l'establishment della difesa israeliana che il Paese è stato lasciato solo ad affrontare la minaccia iraniana. L'amministrazione USA è disposta ad agire contro l'Iran solo attraverso sanzioni, e ormai gli Israeliani hanno capito che le sanzioni possono facilmente trasformarsi in boomerang. Esse alimentano l'indipendenza tecnologica e strategica. Sono state le sanzioni a trasformare l'Iran in una superpotenza tecnologica, spingendolo a sviluppare una propria industria e tattica militare. 
 
Allo stato attuale delle cose, Israele ha usato i miliardi di dollari spesi dai contribuenti statunitensi per costruire un sistema anti-missile obsoleto che, nella migliore delle ipotesi, potrebbe essere efficace contro i missili V2 tedeschi del 1940. Ancora una volta Israele si è preparata per la guerra sbagliata. Israele è totalmente impreparato a gestire il caos che ha provocato in Medio Oriente. Una mente razionale si aspetterebbe che Israele ripensasse le sue tattiche e cercasse la pace con i suoi vicini e con l'Iran. Ma, a quanto pare, Netanyahu intende seguire lo stesso percorso bellicoso da falco che ha fatto della storia ebraica un tragico continuum.
 
Se il sionismo era la promessa di introdurre un nuovo paradigma e di emancipare gli ebrei dal loro destino, lo Stato ebraico è lì per garantire che il destino ebraico rimanga sempre lo stesso.
 
 
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