Times of Israel, 27 febbraio 2018 (trad.ossin)
 
Discriminazione politica nell’ “Unica democrazia del Medio Oriente”
Vietato l’ingresso ai gruppi di sinistra nelle scuole israeliane
Alexander Fulbright
 
'La legge Breaking the Silence' (dal nome della ONG israeliana che raggruppa ex soldati fortemente critici verso l’occupazione illegale della Palestina, ndt) autorizza il ministro dell’Educazione a vietare l’accesso alle istituzioni educative delle ONG "le cui attività nuocciono all’esercito israeliano" (anche solo criticandolo, ndt)
 
Shuli Moalem-Refaeli, deputata del partito nazionalista ortodosso HaBayit HaYehudi, davanti alla Knesset, il 31 ottobre 2016. (Crédit :Yonatan Sindel/Flash90)
 
Un progetto di legge che permetterebbe al ministro dell’Educazione di vietare l’accesso alle scuole a tutte le organizzazioni che criticano l’esercito israeliano è stato approvato in prima lettura lunedì alla Knesset.
 
La legge, approvata con 35 voti contro 23, passerà adesso all’esame della commissione dell’Educazione della Knesset, prima della seconda e della terza lettura.
 
Il testo è stato proposto per la prima volta nel 2016, sull’onda di un pubblico dibattito sulla legittimità dei gruppi di sinistra che operano in Israele. Riguarda principalmente l’organizzazione Breaking the Silence, ma consentirà al ministro dell’Educazione di vietare l’ingresso nelle istituzioni educative a tutti i gruppi « le cui attività nuocciano all’esercito ».
 
Il progetto di legge è stato proposto dal ministro dell’Educazione Naftali Bennett (HaBayit HaYehudi) nel mese di dicembre 2016. All’epoca, tre presidi di liceo avevano ignorato il divieto che Bennett aveva opposto all’ingresso del gruppo negli stabilimenti liceali.
 
Una conferenza di Breaking the Silence all'Università ebraica di Gerusalemme, il 22 dicembre 2015. (Crédit : Hadas Parush/Flash90)
 
Durante la discussione alla Knesset, la deputata Shuli Mualem–Refaeli, del partito HaBayit HaYehudi, ha accusato Breaking the Silence di cercare di « compromettere » l’esistenza di Israele attraverso le sue iniziative.
 
« L’obiettivo perseguito da Breaking the Silence e da tutte le altre organizzazioni simili non è di correggere, ma piuttosto di compromettere l’esistenza dello Stato di Israele e di arrecare danno agli ufficiali e ai soldati dell’esercito israeliano », ha detto. « Il folle tentativo di attribuire ai militari israeliani il desiderio di assassinare dei bambini – non nelle nostre scuole ».
 
Il progetto di legge è stato criticato dai deputati dell’opposizione e soprattutto dal partito di sinistra Meretz.
 
« I soldati che hanno dato i migliori anni delle loro vite allo Stato vogliono che la verità si sappia », ha spiegato la deputata Mossi Raz. « C’è un limite alla riduzione delle voci al silenzio ».
 
Breaking the Silence ha replicato al voto della Knesset che è piuttosto Bennett a portare pregiudizio ai soldati israeliani.
 
« Quel che nuoce ai soldati dell’esercito, sono i politici come Bennett che ci mandano a controllare i Palestinesi e che non dicono niente quando i coloni illegali attaccano sistematicamente i soldati e i Palestinesi. Naftali (Bennett), andatevene dalle colonie illegali e cercate di capire che il solo modo di fermarci è di mettere fine all’occupazione », ha scritto l’organizzazione su Twitter.
 
Fondata da un gruppo di combattenti veterani dell’esercito israeliano, Breaking the silence raccoglie testimonianze, per lo più anonime, su presunti abusi di potere commessi da soldati israeliani in Cisgiordania. L’organizzazione ha spesso polemizzato con le personalità politiche e militari israeliane fin dalla sua creazione nel 2004. I suoi critici hanno denunciato i suoi rapporti, definiti per un verso come disonesti, e dall’altro complici di una campagna mirante a danneggiare l’immagine di Israele all’estero.
 
Negli ultimi anni, un certo numero di deputati di destra hanno avanzato varie proposte di legge per limitare le attività del gruppo. Per esempio, la Knesset ha approvato la cosiddetta « legge sulle ONG », che obbliga alcune organizzazione senza scopo di lucro – tra cui Breaking the Silence — a dichiarare tutti i finanziamenti provenienti dall’estero.
 
 
 
 
 
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