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Globalresearch, 3 marzo 2015 (trad. ossin)



L’esercito israeliano aiuta i miliziani di Al Qaeda

Arrestato l’autore delle rivelazioni sulla liason tra Al Qaeda e Israele

Richard Silverstein


L’esercito israeliano aiuta i ribelli dell’opposizione siriana: il Shin Bet arresta segretamente un Druso del Golan, accusato di aver rivelato la collaborazione tra i qaedisti e Tsahal (esercito israeliano, ndt)


Sedki al- Malek è stato di nuovo segretamente arrestato dal servizio di controspionaggio israeliano Shin Bet, per avere rivelato la collaborazione tra i qaedisti siriani e l’esercito israeliano.

Il servizio di controspionaggio israeliano Shin Bet ha nuovamente arrestato il druso del Golan, Sedki al-Maket, di 48 anni. Fino alla sua liberazione nel 2012, era stato il più vecchio prigioniero dei servizi di sicurezza israeliani, avendo trascorso 27 anni in stato di detenzione. La notizia del suo arresto è stata mantenuta segreta dai media israeliani. Si è trattato di un bavaglio ridicolo, perché la notizia è apparsa non solo nei media siriani, ma anche in un post in lingua ebraica di facebook.

Benché i servizi di sicurezza non abbiano fornito alcuna spiegazione in proposito, è probabile che lo abbiano arrestato a causa del fatto che una settimana fa Sedki al-Maket aveva seguito alcuni “ribelli” siriani che si recavano ad una riunione nei territori occupati da Israele. I “ribelli” si sono incontrati con elementi dell’esercito israeliano, coi quali sono in rapporti già dimostrati, e di cui hanno già parlato i media israeliani e stranieri, in relazione ad aiuti logistici e di intelligence da parte di Israele. Al Maket ha filmato la riunione in un video, nel quale descrive quel che ha visto e che ha trasmesso alla televisione siriana. Esso è stato mostrato a tutta la nazione e non è sfuggito alla sicurezza israeliana.





Lo Shin Bet non vuole altre fughe di notizie su questa collaborazione, che consente al regime siriano di dipingere i “ribelli” come dei lacchè di Israele. Tali informazioni smentiscono inoltre le dichiarazioni di rappresentanti dei servizi di informazione israeliani e di giornalisti che hanno sostenuto in modo non vero che Israele mantiene una posizione neutrale rispetto agli schieramenti che si scontrano in Siria. Nonostante i tanti attacchi aerei contro le strutture governative siriane, l’assassinio di soldati siriani, di Hezbollah e iraniani, e una cooperazione nel campo della sicurezza coi “ribelli”, Israele insiste nella finzione di essere neutrale tra i due campi.

A coloro che si chiedono come mai gli islamisti decapitano dei giornalisti occidentali e occupano l’Iraq e la Siria, evitando accuratamente obiettivi israeliani, questa notizia spiega molte cose. Spiega anche la strategia israeliana, che è di indebolire il governo siriano, per fare sì che il Golan, la regione di frontiera, diventi un protettorato israeliano, come lo era il Sud del Libano fino al ritiro di Israele nel 2000. Poter contare su “ribelli siriani” protetti da Israele per il governo del Golan siriano, servirà molto al mantenimento del controllo e dell’occupazione israeliana nei prossimi anni.

Nel frattempo i media israeliani si accontentano di pubblicare delle buone notizie a proposito del villaggio druso di Majd al-Shams (dove abita al-Maket) nel Golan, che sembra essere diventato un terreno di gioco per gruppi di israeliani alla moda che vi vengono a fare partite di barathon (giro alcolico dei bistrot) in mezzo al Golan occupato da Israele. Se la storia è vera, non c’è gran differenza tra questo villaggio, New York o Berlino. E non dimentichiamo il brivido di sciare quasi sotto i tiri di questi perfidi siriani, che rovinano tutti i piaceri con questa loro sconveniente guerra civile.

I media israeliani suonano il violino mentre la Siria brucia…